Pubblicazione: 1902
L'Illustrazione Italiana. 2 febbraio 1902. "L'on. Ferri, che, nonostante i principii socialisti, è regio professore all'Università di Roma, dove da lezione quando vuole sul diritto penale, aveva preavvisato gli scolari che ne avrebbe tenuta una il 20 gennaio.
I più focosi alunni gli avevano preparata un'accoglienza entusiastica, con accompagnamento di tumulti per protestare contra le pretese vilenze inflitte dalla Camera al deputato... dei vetri rotti! Il rettore dell'Università aveva esortati quei giovani a stare tranquilli; ma invano.
Alle ore 17, circa duecente studenti stavano dinanzi all'Università e nel cortile, in gran parte muniti di bastoni; studenti che volevano far chiasso, e studenti che non volevano lasciarsi sopraffare dai provocatori. L'Università era custodita da guardie e da carabinieri, che avevano l'ordine di usare molta prudenza.
Al vicino palazzo Braschi, stava disposto un picchetto di truppa. Alle ore 17, l'on. Ferri, svoltando da un vicoletto laterale, comparve in via della Sapienza. Appena lo scorsero, alcuni studenti cominciarono ad applaudirlo, e altri a fischiarlo, mentre da un altro gruppo prorompevano acclamazioni e battimani furiosi: e allora fra ferristi o antiferriati si scatenò la prima colluttazione con pugni e colpi di bastone alla cieca, talchè qualcuno dovette correre alla farmacia a farsi bendare.
Nel frattempo, altri studenti fanatici di Ferri se lo presero sulle spalle o lo portarono trionfalmente per lo scalone per il quale si accedo alla sala delle lezioni. E su su per lo scalone, corso anche l'onda dei contendenti, che nell'aula stessa delle lezioni continuarono le bastonate cominciate in in strada e nel cortile. Ferri, in piedi, anzichè cercare di metter pace, se ne stava muto a guardare.
Finalmente, quando Dio volle, i bidelli, accorsi, poterono metter un pò di calma, e Ferri potè allora incominciare la lezione parlando sul diritto di pena da parte dello Stato.
I chiassi non finirono in quel giorno. Gli animi erano troppo accesi, e i pugni e le bastonate amino lasciato troppo lividure per dimenticar tutto e pensare alla pacificazione. I più violenti impedirono che gli altri professori facessero lezione. Gli studenti trascesero a nuove colluttazioni; ma i carabinieri, chiamati dall'economo dell'Università separarono i contendenti.
L'Università fu chiusa e un cordone di carabinieri si schierò a custodirne l'ingresso. Disordini successero anche in Via Panispertann, dove si erano recati molti studenti di fisica, in attesa del principio delle lezioni. Ma trovarono la scuola chiusa e occupata militarmente. Gli studenti, invitati ad allontanarsi, pur protestando si scioglievano, quando le guardie operarono sette arresti.
A San Pietro in Vincoli, dov'è la scuola d'applicazione all'ingegneria, si formarono altri agglomeramenti. Anche là, collutazioni, squilli di tromba, scioglimento; arresti. E intanto le scuole furono chiuse. Cosi gli scolari fecero vacanza prima delle solito vacanze di carnevale!"