Pubblicazione: 1908
L'Illustrazione Italiana. 52 ottobre 1908:
"Il grande palazzo del Parlamento avrà quattro piani ed uno terreno, e sarà fiancheggiato da due specie di torrioni, in fronte, e da due ai lati, con colonne scanalate e bugnato liscio fino al primo piano. Nel centro un'ampia gradinata adduce a tre porte d'ingresso. In alto l'edifizio sarà coronato da una loggia, dinanzi ai pilastri della cui balaustra sorgeranno delle statue.
L'Aula, della consueta forma ad emiciclo, avrà un corridoio dei passi perduti, di 54 metri di larghezza; il soffitto ne sarà diviso in settori trapezoidali, tutti in legno seolpito a foglinmi da cui sbocciano, come fiori, lampadari elettrici, emisferici, e con specchi di vetri rabescati.
Le pareti dell'aula saranno ornate, în alto, da festoni dai quali penderanno mazzi di foglie; sotto si svolgerà îl gran fregio di Aristide Sartorio, raffigurante le virtù della Patria.
Poi si apriranno le ampie arcate delle tribune, ornamentate con ordine corinzio, a colonne scanalate.
In basso, infine, starà il banco della Presidenza e dai lati in giro gli scanni dei deputati.
Quasi tutta questa interna decorazione pare sarà in legno. Tutto ciò in massima, non essendo difficile che Ernesto Basie d'accordo con la Commissione governativa, apporti via via al progetto qualche modificazione.
Egli non volle completare (nello stile del Bernini, o almeno del seicento) il vecchio palazzo Innocenziano. Egli pensò che l'arte è l'espressione dei tempi, e che i completamenti sono sempre falsificazioni e perciò volle fare, nella nuova aula, arte dei nostri giorni, non continuazione Berniniana, adottando uno stile moderno, sobrio, semplice piuttosto, anzi, austero, non però povero, con un soffio di carattere internazionale, che ormai impera nelle grandi fabbri pubbliche moderne.
E così fra cinque o sei anni sarà risolta in modo defini vo 1° questione della sede del Parlamento, questione che dura dal 1870, da quando l'Italia pose la sua tapitale in Roma, dove ebbe successivamente, sempre nel palazzo di Montecitorio, l'infelice famosa aula Comotto, poi l'auletta, poi l'aula provvisoria attuale, tutte soluzioni non degne del Parlamento di un grande paese."
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