Pubblicazione: 1891
L'Illustrazione Italiana. 22 febbraio 1891.
"Anche il festival in piazza del Popolo è riuscito benissimo. L'illuminazione, fatta dalla ditta Fantappi di Firenze, gareggiava con quelle dell’Ottino di patriotica memoria. Dall'obelisco centrale e da due antenne laterali partivano una grande quantità di catenelle a cui erano appesi cirea ventimila lumini variopinti. E a tanta Iuce, si ballava disperatamente.
Si ballò anche nel Padiglione dell’Allegria, piantato per la circostanza. Ivi, delle signorine, lanciavano dei nastri colorati con in cima qualche confetto. Del corteo storico, abbiamo fatto cenno nel numero antecedente. Fu una sfilata pittore sca, un richiamo a tempi che furono.
Lo chiamavano il corteo senatoriale. Un senatore di Roma, cavalieri, paggi, giullari, vestiti dal Lamperti, comparvero e ricomparvero acclamati al gran Corso. I loro cavalli caracollavano; l'ilarità animava i componenti del corteo; perfino gli armigeri, l'austera giustizia e il trucolento boia, che vi facevano parte, distribuivano barzellette al popolo. Nel Corso, riuscitissimo e accolto con generale soddisfazione, fu il carro delle statue di bronzo.
C'era, nel mezzo, una Giuditta, imitazione libera del'Donatello, e stringeva nella sinistra la testa d’Oloferne; nella destra, la daga. Ma basta: di tutte le curiosità più spiccate del carnevale romuleo, il nostro corrispondente artistico, riempì due pagine, che saranno gustate."