L'architetto Decriano, per far posto al nuovo tempio di Venere e Roma, sposta con ventiquattro elefanti la colossale statua di Nerone, accanto al Colosseo.
Per celebrare la sua vittoria su Massenzio, presso la valle del Colosseo viene avviata la costruzione di un arco trionfale dedicato Costantino. Contestualmente viene restaurata la vicina fontana costruendo intorno un muro anulare rivestito in marmo.
Il popolo ed il senato inaugurano l'arco in onore di Costantino.
Nella notte, un immenso incendio divampa dal Colosseo al Laterano. Devastate le chiese di San Clemente e dei Santi Quattro Coronati.
Cencio Frangipane acquistano dai Monaci di San Gregorio una proprietà nei pressi delle rovine del Settiziono e la Torre della Moletta. L'Arco di Costantino e di Tito sono trasformati in accessi alla cinta muraria del Campo Torrecchiano.
L'imperatore Barbarossa giunge sotto le mura e viene espugnata. Papa Alessandro III trova rifugio nella grande fortezza dei Frangipane al Colosseo
Pietro Annibaldi, cognato di papa Innocenzo III, costruisce una torre sul fugatale. I Frangipane arroccati nel Colosseo scagliano frecce e pietre dalle loro posizioni (Baluzio).
Terremoto del VIII grado della scala Mercalli con epicentro nell'aquilano. Crolla una parte consistente del Colosseo, il Campanile di San Paolo Fuori le Mura, la torre delle Milizie perde il terzo piano, danni alla basilica dei Santi Apostoli e alla Tor dei Conti.
L'ammiraglio Marcantonio II Colonna celebra il trionfo dopo la vittoria sui turchi ottenuta a Lepanto dalla Flotta della Lega Santa. Il corteo si muove da Porta San Sebastiano a San Pietro, con tappe all'arco di Costantino, di Tito, di Settimio Severo e dal Campidoglio al Vaticano. La porta era adorna di festoni e della rappresentazione "di varie spoglie tolte ai nemici; si scorgevano timoni, remi, antenne, galee fracassate, artiglierie ed altre cose relative alla battaglia navale". Sulla grande arcata della predetta porta, così come sui tre antichi archi di trionfo ch'egli avrebbe attraversato lungo la Via Trionfale e la Via Sacra, erano state affisse delle grandi iscrizioni in latino inneggianti alla vittoria navale ed ai suoi artefici. La prima di esse, in particolare, recava la dedica del Senato e del Popolo Romano a "Marco Antonio Colonna, ammiraglio della flotta pontificia, altamente benemerito della s. Sede, della salute degli alleati e della dignità del popolo romano". I festeggiamenti proseguono per sette giorni.
Terremoto del VII grado della scala Mercalli con epicentro nell'aquilano, accompagnato da torrenti d’acque e da bufere. Crolla un arco del secondo ordine del Colosseo. Danni anche ai Trofei di Mario.
Terremoto del VIII grado della scala Mercalli con epicentro nell'aquilano. Si avvertono quattro scosse di terremoto al mattino, in un quarto d'ora mentre si celebra la festa della Candelora. Al Colosseo crollarono due arcate del secondo recinto (le pietre vennero usufruite per costruire il porto di Ripetta). A piazza di Spagna si forma una spaccatura di quattro palmi presso la fontana della Barcaccia, che mette in luce un antico acquedotto. Il Senato e il Popolo Romano ritornano davanti all'altare di Santa Maria in Portico in Campitelli per un nuovo voto solenne: la città di Roma avrebbe digiunato per cento anni alla vigilia della Candelora.
Papa Benedetto XIV, in vista del prossimo Giubileo, consacra il Colosseo alla memoria dei martiri Cristiani, dichiarando chiesa pubblica. Viene collocata una croce al centro dell'Arena e ricostruite le edicole per svolgere le processioni della Via Crucis. Viene quindi vietata qualsiasi violazione delle rovine con punizioni corporali per gli inquilini che la notte non avessero serrato i cancelli.
Benedetto Giuseppe Labre arriva per la prima volta a Roma. Si stabilisce presso l'XLIII Arco del Colosseo, dove povero fra i poveri, divideva l’elemosina ricevuta con i più bisognosi, e da cui partiva per le visite e devozioni nelle chiese di Roma. In breve tempo la sua fama spirituale si diffuse nella città.
Papa Pio VII avvia una campagnia di scavi al Foro Romano. Sono abbattute le strutture che gli si addossavano. Viene scoperta la base di una grande porzione del Miliare aureo, centro di tutte le strade dell'impero.
L'Arco di Settimio Severo e Costantino vengono scavati fino alle basi e circondato di mura.
Per l'occasione, presso l'Arco di Settimio Severo, viene posta una targa celebrativa (ora a villa Centurini) con scritto: PIUS VII P M RUDERIBUS CIRCUM EGESTIS ARCUM RESTITUENDUM ET MURUM SEPIENDUM CURAVIT AN MDCCCIII.
Decreto Imperiale che istituisce “una passeggiata sulla periferia del Foro, del Colosseo e del Monte Palatino” che prenderà il nome di Giardino del Campidoglio.
Riprendono gli scavi al Colosseo diretti da Carlo Fea. Per isolare le rovine dell'anfiteatro, la camera apostolica acquista il complesso di San Giacomo al Colosseo, ormai ridotta a Fienile, e lo demolisce. A conclusione dei lavori, vengono riscostruite le edicole della via Cruscis, distrutte durante l'occupazione francese.
Papa Leone XII innaugura la ripresa degli scavi nel foro Romano, con l'obiettivo di riportare l'intera area al livello esistente nell'età romana. I lavori, progettati dal Valadier e diretti dal Nibby, hanno inizio al Colosseo, con costo enorme, nel tentativo di trovare gli antichi canali di scolo.
I lavori di scavo e restauro del Colosseo diretti dal Nibby, proseguono con lo sterrò del versante occidentale della valle, per porre in luce le pavimentazioni antiche tra l'anfiteatro e il tempio di Venere e Roma. Sono così scoperte la Meta Sudans, il basamento del Colosso di Nerone e la via basolata che collegava la valle al foro romano scavalcando la collina della Velia.
Papa Gregorio XVI pianta un doppio filare di olmi lungo via di San Gregorio a collegare l'arco di Costantino con il circo Massimo.
L'ingegnere John Oliver York, titolare della ditta York & Co impegnata nella costruzione della linea ferroviaria Roma Frascati, invia all'attenzione di Pio IX un progetto di un quartiere per prolungare la strada tra via del Corso e il Colosseo, dove sarebbe sorta una nuova stazione ferroviaria.
Scavi al Colosseo alla ricerca del cosiddetto Tesoro dei Frangipane.
Nuovi scavi al Colosseo, diretti dal Pietro Rosa. Le edicole della Via Crucis, vengono nuovamente demolite.
Congresso ginnastico Italiano con inaugurazione della Palestra all'Orto Botanico e gran concorso di gente. Partenza dei Ginnasti dall'arco di Tito al Foro Romano per la palestra all'Orto Botanico. Esercizi individuali obbligatori. Esercizi di velocipedisti. Grande Accademia di scherma alla Sala Dante. Al Museo Capitolino Tiro del giavellotto. Esercizio della palla di cannone.
Presso l'arco di Costantino, nel cavo per la fogna dell' Esquilino, è stata ritrovata parte di un vasto magazzino, contenente nove grandi doli confitti nel terreno. Il dolio più grande ha impresso nel labbro questo bollo
FIDICIANI PRIMI POMPONIVS CRESCES FEC
Si è verificato inoltre, che detto arco era circondato da una piazza, lastricata con poligoni basaltini assai ben commessi. Il selciato è stato scoperto dalla parte del Palatino, sul prolungamento della linea di prospetto dell' arco, e per una lunghezza di circa met. 7,00. Dalla parte rivolta all' orto botanico, si va discoprendo una rete di muri di opera laterizia, ed indipendenti nell'orientazione sia dall'arco, sia dalla strada che usciva da questo; onde possono credersi anteriori all'uno ed all'altro. È da supporsi, invece, che sieno orientati con l'asse della vetustissima fogna, della quale è stato dato un cenno anteriormente, e che piega dalla banda del Palatino formando angolo con l'asse della strada.
Il giorno 7 settembre, a pochi passi dall'arco di Costantino, all'imbocco della via di s. Gregorio, a sinistra e quasi al disotto della tabella ove è indicato il nome della strada, è stato scoperto un altro braccio di cloaca antichissima. Corre alla profondità di met. 0,00 dal piano stradale odierno; a 7,00 dal selciato contemporaneo all'arco: misura met. 2,15 di altezza: met. 1,20 di luce: ha le sponde di massi di tufa, la volta a sacco; e presenta tanto nelle pareti che nella volta restauri di opera laterizia. È munita di chiusini e trombini a giusti intervalli. Il suo livello è tale, che non può aver servito allo scolo delle sostruzioni dell'arena del Colosseo.
Rodolfo Lanciani.
I lavori di scavo e di costruzione della galleria municipale, destinata allo smaltimento delle acque dell' Esquilino e della valle del Colosseo, non appena oltrepassato l'arco di Costantino hanno condotto alla scoperta di una cloaca, profonda met. 7,52 sotto il piano della piazza, met. 1,62 sotto il fondo delle acque stagnanti nelle sostruzioni del Colosseo. La cloaca, costruita in ottimo laterizio, ha met. 0,90 di luce , met. 2,48 di altezza; è coperta a capanna; e descrive una linea spezzata, approssimativamente concentrica alla curva dell' anfiteatro, distando dalla fronte dell'ambulacro esteriore di met. 19,00.
La profondità di questo cunicolo, inferiore a quella delle acque stagnanti, superiore a quella della galleria municipale, consigliò l'Amministrazione degli scavi a tentarne lo spurgo, sia che fosse realmente destinata ab antico allo scolo dell'anfiteatro, sia che potesse ridursi a compiere tale ufficio. Lo scopo propostosi dall'Amministrazione è ora quasi pienamente l'aggiunto: poiché il cunicolo dopo aver seguito la curva dell'anfiteatro per un quarto circa della circonferenza, imbocca in una grande galleria, posta sull'asse maggiore dell'anfiteatro stesso, dalla parte del tempio di Venere e Roma, galleria già spurgata, disegnata e descritta fino dal regno Napoleonico.
Non rimane ora che rimuovere un tenue diaframma di terra per dare pieno e permanente esito alle acque, che circondano le sostruzioni dell'anfiteatro.
Nello spurgo del cunicolo sono stati scoperti i seguenti monumenti: una testa in marmo grande al vero, che sembra ritrarre i lineamenti di Gordiano giuniore, di ottima conservazione; un grande disco di pasta vitrea; tre orciuoli di rame; circa 30 lucerne di tipo pagano con sigilli già noti ; alcuni spilli, aghi crinali, stili, e cucchiaini di osso; e finalmente un cumulo enorme di ossami di belve uccise negli spettacoli dell'anfiteatro, e specialmente di crani benissimo conservati.
Rodolfo Lanciani.
Il giorno 14 gennaio presso il termine provvisorio della fogna municipale dell'Esquilino, a breve distanza dalla fronte orientale dell'Arco di Costantino, fu scoperta un'antica cloaca, che sembrava seguire dapprima la curva dell'Anfiteatro, e quindi penetrarvi nell'interno (v. Notizie p. 155).
Eseguite le livellazioni si riconobbe, che il fondo della fogna municipale trovavasi alla quota di met. 13,14, il fondo dell'antica cloaca a met. 13,62, ed il fondo più basso delle sostruzioni del Colosseo a met. 15,13. Da questi dati appariva evidente la possibilità di prosciugare le sostruzioni dell'arena, spurgando l'emissario.
Fu pertanto intrapreso il lavoro, incominciandosi dal congiungere la vecchia alla nuova cloaca, per mezzo di un braccio lungo met. 5, con inclinazione del 3,60 per %. L'incile fu posto all'ordinata di met. 13,44. Furono in seguito scoperti tre pozzi o spiracoli, muniti di chiusino, il primo alla distanza di met. 5 dall'incile, il secondo alla distanza di met. 31, il terzo alla distanza di met. 65,50.
Le ordinate del fondo di ciascuno di questi pozzi sono rispettivamente met. 13,62, 13,71, 13,88. A met. 35,90 di distanza dal terzo chiusino, la cloaca penetra nelle sostruzioni dell'arena, raggiungendo una lunghezza totale dall'incile di met. 136; e siccome l'ordinata presso quelle sostruzioni trovasi a met. 14,86, così si ha una caduta totale di met. 1,24. La quale non è uniformemente distribuita, ma spezzata in quattro livellette, la prima di 0,34 per %, la seconda di 0,52, la terza di 1,11, la quarta di 1,33.
La sezione dello speco dal primo al terzo chiusino è costante, alta met. 2,48, larga 0,90, coperta con sezione a mezzo esagono. Le pareti hanno cortine di mattoni triangolari, fondo strato di tegoloni e volta a sacco, rotta anch'essa da tegoloni. Penetrando nel Colosseo varia la forma, e la costruzione; questa è di calcestruzzo, la sezione è rettangola, alta met. 1,80, larga 1,25, e la volta è a botte.
Allora quando il Valadier intraprese lo spurgo di quest'ultimo tronco della galleria, ne rialzò il fondo di met. 0,61; per conseguenza l'attuale fondo della cloaca si trova met. 0,61 più alto del fondo della cloaca all'opposta estremità dell'arena, e l'altezza normale di met. 1,80, ridotta a met. 1,15. Si sta ora togliendo questo sopraelevamento del Valadier. Nel corso delle opere abbiamo trovato altre tracce di lavori eseguiti al tempo del Tea, vale a dire alcune pale e picconi, ed un vecchio cancello di legno segato a misura dello speco.
Tutto induce a credere, che lo spurgo non fosse condotto a compimento. Infatti noi abbiamo ritrovato nel fango che riempiva lo speco, 4 metri cubi in circa di ossami di vari animali, alcuni dei quali sicuramente adoperati nei giuochi anfiteatrali, nonché una bella collezione di lucerne, alcune delle quali ornate di rilievi gladiatori.
Il capo dell'emissario fu congiunto al bacino inondato, mediante un canale tagliato fra le terre che riempiono l'ambulacro ellittico: si ottenne in tal guisa lo smaltimento quasi immediato di met. cubi 3 162 di acqua, ed il piano degli ambulacri fu reso praticabile. Codesto piano, vale a dire il fondo delle sostruzioni dell'arena, è costruito a padiglione, in modo che le acque possano discendere ad una chiavichetta, che segue tutt' intorno il perimetro ellittico dell'arena.
Questa chiavichetta ha il fondo di tegoloni, volta di calcestruzzo, e luce di met. 0,48 x 0,60. Scarica alla sua volta iu due emissari: uno dei quali all'estremità dell'asse maggiore verso il Celio, e l'altro (che è quello ora restituito in uso) alla estremità opposta.
Non appena sarà prosciugata e trasportata altrove la calce, gettata negli anni decorsi in fondo agli ambulacri per impedire lo sviluppo dei miasmi palustri, calce
Il cui valore uguaglia l'ammontare delle spese sostenute per il disseccamento del Colosseo, tutto il sistemo interno di cunicoli, emissari ecc., sarà riattivato in modo da rendere stabile e definitivo il regime dello scolo.
Il volume delle acque sorgive, che convergono nel bacino del Colosseo, può calcolarsi non inferiore ad oncie cinquanta. Sono pure e potabili, onde il loro efflusso attraverso l'emissario gioverà a mantenerlo perennemente spurgato.
Frattanto sono incominciati i lavori per ordinare e disporre in una parte degli ambulacri del primo ordine, ricostruita sotto Gregorio XVI, tutti i monumenti scoperti negli scavi dell'Anfiteatro, e che si riferiscono alla sua storia.
Gli oggetti rinvenuti nello spurgo dell'antica cloaca sono: Settantasette spilli, stili, ed aghi crinali di osso. Ventiquattro lucerne fittili delle officine di Lucio Fabricio, di C. Oppio Restituto, di P. Asio Augustale con rilievi specialmente gladiatori. Ossami vari di orsi, cani, cavalli ecc. Testa marmorea grande al vero, forse di Arianna. Altra testa simile, forse di Gordiano giuniore (cf. Notizie p. 155).
Rodolfo Lanciani.
Continuando i lavori di costruzione della fogna maestra dell'Esquilino, fra il Colosseo ed il tempio di Claudio si è scoperto: Un chiavicone antico laterizio, coperto alla cappuccina, alto met. 2,00, largo met. 0,90. Due pezzi di tubo di piombo, che attraversano una parete antica. Un petto di cavallo in marmo, con sua bardatura grande oltre il vero.
Nel punto ove divergono le vie Labicaua e di S. Giovanni in Laterano, alla profondità di met. 7,50, si è incominciata a scoprire una grandiosa scala di travertino, che s'interna sotto l'angolo del fabbricato in via Labicana n. 29. Fino ad ora sono visibili cinque gradini, alti met. 0,22 larghi met. 0,40.
Rodolfo Lanciani.
Nell'area libera compresa fra il Colosseo e gl’ imbocchi delle vie Labicana, di S. Giovanni, dei SS. Quattro, e Claudia, il Municipio di Roma ha fatto scavare molti pozzi e gallerie, a profondità che variano fra i 6 ed i 18 metri sotto il piano stradale.
Da per tutto si è ritrovato un piano selciato alla maniera antica, o piuttosto con materiali antichi, commessi in modo saltuario ed irregolare. Il livello di questa piazza è alquanto più alto di quello del Colosseo..
Rodolfo Lanciani.
A Roma si svolge il primo Concorso Ginnastico Nazionale a cui prendono parte tutte le Società ginnastiche federate.
"una gara interessantissima, che si tenne nei giorni 22, 23 e 24 novembre all'Orto Botanico in un locale trasformato in palestra ginnastica. La palma toccò a Milano dove sonvi due fiorenti Società ginnastiche Forza e Coragio, e Pro Patria. La prima riportò il primo, l'altra il secondo premio, il terzo toccò alla Società genovese Cristoforo Colombo. A queste gare assistettero il Re, il principe di Napoli, il ministro Boselli, il generale Pellonx e molta ufficialità, nonchè numerosissimo e scelto pubblico. Domenica 24 îl concorso sì chiuse con una grande rivista dei ginnasti tenutasi al Colosseo, alla presenza del Re. La comandò il generale Pelloux, presidente della federazione ginnastica. Vi presero parte 42 Società ginnastiche con fanfare bandiere, i ginnasti, gli schermitori e gli alunni delle scuole, ecc, Poi gran sfilata di tutte le Società al Campidoglio, dove per mano di Sua Maestà seguì la premiazione.
Nella parte occidentale del tempio di Venere e Roma, il Ministero della Pubblica Istruzione ha fatto rimuovere le terre, che formavano il giardino annesso alle moderne fabbriche dell'ex-convento di s. Francesca Romana. Alla profondità di m. 2,80 si è trovato il pavimento dell'antica cella, una parte del quale è ancora lastricata di porfido e di pavonazzetto.
Nello sterro si sono trovati molti frammenti di bellissime colonne di porfido, di diverso diametro. Alcuni di questi rocchi appartengono all'ordine inferiore della decorazione interna del tempio ; ed uno di essi misura m. 2,40 di lunghezza e m. 0,86 di diametro. Altri spettano all'ordine superiore, ed hanno il diametro di m. 0,36. I rocchi maggiori sono similissimi a quelli che furono posti, alcuni anni or sono, lungo il lato esterno della basilica di Costantino, ed evidentemente provengono dal dmao adrianeo dedicato a Venere e Roma.
Sono itati pure recuperati frammenti di capitelli marmorei, d'ordine corinzio; pezzi di cornici intagliate, e mattoni con bollo di fabbrica. Uno di questi è dell'anno 123 e delle figuline di Claudio Liviano (C.I.L. XV, 932); due portano il bollo, del secolo quarto (ib. 1620); ed altri tre sono improntati col noto sigillo delle officine Domiziane (ib. 1569 «), anch'esse del quarto secolo. Ciò indica che la prima costruzione di Adriano nei primordii del quarto secolo fu in gran parte risarcita e rinnovata.
Giuseppe Gatti.
Sono state continuate le escavazioni nella cella del tempio di Venere e Roma, delle quali fu data notizia nello scorso mese di febbraio. Fra le terre si sono trovati altri frammenti delle colonne di porfido che ornavano quel santuario; una base, parimente di porfido, del diametro di m. 1,03; e vari frammenti di fregi e di capitelli marmorei.
Giuseppe Gatti.
Per rendere meglio visibile la parte esterna più conservata dell'Anfiteatro Flavio, S. E. il Ministro della pubblica Istruzione, on. prof. Guido Baccelli, d'accordo col Municipio di Roma, ha disposto che l'attuale via del Colosseo sia spostata verso nord, facendola girare sulla pendice dell'Oppio, e che sia sterrata una larga zona di terreno fino al piano dell'anfiteatro.
Per tal modo il grandioso e nobilissimo monumento, che in quel lato rimane ora quasi sepolto, potrà essere ammirato in tutta la grandezza delle sue proporzioni e nella magnificenza della sua architettura.
Gli sterri sono incominciati dal punto che corrisponde all'estremità orientale dell'asse maggiore dell'anfiteatro, e proseguono alacremente verso la via del Colosseo.
Giuseppe Gatti.
Continuarono gli sterri intrapresi per ordine del Ministero nell'area adiacente all'Anfiteatro Flavio, per isolare tutto il settore nord-est di quel nobilissimo monumento.
A m. 4,50 sotto l'odierno piano stradale si è rimesso in luce l'antico pavimento, formato da grandi lastre di travertino, che per una larga zona girava tutt’attorno all'anfiteatro. Il lastricato è stato scoperto nella sua intera larghezza, e trovasi in tutta l'area scavata abbastanza bene conservato. Misurando dal plinto delle semicolonne, che decorano l'ordine inferiore dell’anfiteatro, la zona lastricata di travertini è di m. 17,70; la quale misura corrisponde esattamente a 12 passi, ossia a 60 piedi romani. Al di là di questa zona si è trovata l'antica strada, costruita, secondo il solito, a grandi poligoni di selce; ma non se ne è potuta misurare la larghezza, restandone tuttora una parte sotto il terrapieno. La parte scoperta verso oriente è di m. 4,50, ed è probabile che quivi il suolo pubblico si estendesse notabilmente, formando una piazza.
Inaspettata però ed importante è stata la scoperta dei cippi terminali, che limitavano la zona annessa al monumento. Infatti in corrispondenza delle arcate XXIII, XXIV e XXV dell'anfiteatro, sì sono rinvenuti cinque cippi di travertino, terminati superiormente a semicerchio, alti m. 1,75 X 0,76 X 0,60; i quali, infissi tuttora al proprio luogo, segnano il limite fra la platea di travertini sopra descritta, e la strada pubblica. La distanza media fra i singoli cippi è di m. 3,40. Nel lato rivolto verso l'anfiteatro i cippi hanno otto fori rettangolari, quattro in alto e quattro in basso, ove manifestamente erano impernate spranghe di ferro, con le quali l’area veniva totalmente recinta. Fra un cippo e l’altro vedesi nel lastricato un altro piccolo foro quadrato, che parrebbe aver servito ad un pilastrino, forse per sostegno di una transenna.
Sulla linea dell'asse maggiore dell'anfiteatro è stato scoperto un avanzo di muro laterizio, costruito sull'antico lastricato di travertini, in direzione da est ad ovest. A. poca distanza da questo è apparso, nel terrapieno, un altro avanzo di costruzione medioevale, a mattoncini di tufo, che trovasi fondata a circa m. 4 sopra il piano antico.
Alcuni massi di travertino, uno dei quali con cornice, spettanti al portico esterno dell'anfiteatro, furono trovati sull’antico piano; e quivi si rinvennero pure quattro fusti di colonne marmoree, una grande base attica del diam. di m. 0,80, un'altra simile del diam. di m. 0,45, un capitello ionico del diam. di m. 0,48.
Furono poi recuperati, durante i lavori di sterro, gli oggetti seguenti: Mensola di marmo bianco, con fogliami intagliati, lunga m. 0,40 X 0,40 X 0,25 in cattivo stato di conservazione. Pilastro di transenna, alto m. 0,80. Frammento di transenna marmorea, non traforata. Testa muliebre, alta m. 0,27, di buona fattura e ben conservata, meno l’estremità del naso: ha i capelli crespi, che formano riccioli sulla fronte, e sono raccolti dietro l’occipite in trecce avvolte a spira. Testa virile, alta m. 0,28, con capelli ricci, assai guasta. Testa di fanciulla, alta m. 0,17. Parte superiore di cariatide, alta m. 0,23. Metà inferiore di statua muliebre, alta m. 0,28, vestita di lungo chitone e manto. Frammento di vaso marmoreo, sul quale è finamente scolpito in basso rilievo un uomo barbato, volto a sinistra, vestito di breve tunica, con benda sul capo e caduceo nella mano destra: dietro ad esso vedesi la mano di un'altra figura. Frammento di fregio in altorilievo, con la metà inferiore di una figura virile, modellata con bell'arte. Frammento di sarcofago, su cui è scolpito un putto che sostiene un velo dietro la protome di una donna. Altro simile nel quale rimane la parte inferiore di una persona a cavallo, ed un cinghiale in corsa. Coperchio di ossuario rotondo, con foglie intagliate: diam. m. 0,37.
Si raccolsero pure alcuni spilli ed aghi di bronzo; vari pezzi di piatti e di tazze in maiolica dipinta, medioevali; ed i marmi inscritti, che seguono.
a) Frammento di gradino marmoreo, lungo m. 0,57, largo m. 0,38, su cui è inciso il nome del personaggio al quale spettava quel sedile nell'anfiteatro: VC AEMILI BARBARI. Il nome AEMILI è rescritto sopra altro nome abraso.
b) Piccolo cippo sepolcrale scorniciato, mancante della parte inferiore, alto m. 0,40, largo m. 0,20, grosso m. 0,17. Nei lati porta scolpiti l’'urceo e la patera, e nella fronte reca il titolo: D M P CLODIO EPLGTETO LIBERTI PATRONO OPTIMO BENEMERENTI FECERVNT QVOD EIS FIDEI OMNIS ERAS
c) Frammento di urnetta cineraria, alta m. 0,25, larga m. 0,42. Sugli angoli. sono scolpiti due genietti, che reggono un festone; e in mezzo a questo è la cartella con l'iscrizione: ...VCAER CAECINIA SESTILLA CONIVGI B MF
d) Frammento di titoletto da colombario, alto m. 0,23: M SVLPICIV...| SVLPICIA...| M SV...
e) Frammento di lastra marmorea, lungo m. 0,53, alto m. 0,40: IVST...
I frammenti di tegoli con bolli di fabbrica, raccolti nello sterro, riproducono i sigilli editi nel volume XV del C.I.L. n. 211, 313, 355, 1107, 1179, 1670.
Giuseppe Gatti.
Proseguiti gli sterri, che S. E. il ministro della pubblica istruzione prof. Guido Baccelli ha ordinato nell'area adiacente all'Anfiteatro Flavio, sono stati rimessi in luce, a nord dell'anfiteatro, gli avanzi di un grandioso porticato.
Consistono in una serie di pilastri, di buona opera laterizia, decorati da mezze colonne della medesima struttura, i quali in origine erano collegati da arcuazioni, le cui imposte a più filari sporgenti di laterizio sono tuttora conservate in alcune parti. I pilastri fino ad ora scoperti sono sei, e trovansi sopra una linea parallela all'asse maggiore dell'anfiteatro.
Il primo di essi, a sinistra, corrisponde all'ingresso settentrionale dell'anfiteatro medesimo, dal quale dista m. 29,50, ossia 100 piedi romani: fra un pilastro e l’altro si ha la distanza media di m. 4,30. La loro base, che poggia sopra un grande blocco rettangolare di travertino, trovasi alla profondità di circa m. 4 sotto il moderno piano stradale.
Lungo la fronte del portico è stato scoperto il pavimento selciato dell'antica strada, che correva fra questo monumento e l’anfiteatro; e dal lato opposto, cioè sulla pendice dell'Oppio, sono stati rimessi a luce resti di un muro, parallelo alla linea dei pilastri e distante da questi m. 7,10.
Tale antico porticato, che si manifesta come avancorpo di un vasto edificio e la cui costruzione conviene agli ultimi decennii del primo secolo, con ogni probabilità è da attribuire alla fronte delle terme, che dopo la dedicazione dell'anfiteatro furono da Tito iuxta celeriter eatruetae. Ed è da notare, che le proporzioni architettoniche del porticato ora scoperto presentano grandissima analogia con quelle dell'anfiteatro medesimo; poichè il diametro delle semicolonne decorative, la luce delle arcate, l’altezza delle loro cornici d'imposta hanno misure quasi del tutto identiche a quelle dell'ordine inferiore dell'anfiteatro.
Fra i disegni del Palladio, editi nella sua opera sulle Terme dei Romani (tav. V: cfr. Cameron, tav. X) si trova delineato questo portico con dieci pilastri, ed è appunto riferito alle terme di Tito, che egli erroneamente appella di Vespasiano. Dietro ad esso è disegnata un'ampia scalea che raggiunge la sommità della collina, ove le terme di Tito debbono essere collocate indipendentemente da quelle che poi edificò Traiano estendendole sull’Esquilino.
In età posteriore il descritto portico fu in parte consolidato edin parte trasformato ed adattato ad altri usi, siccome apparisce dai muri costruiti attorno ai pilastri e alle semicolonne, ed anche trasversalmente, nella larghezza del portico stesso. Cotesti muri sono coperti di grosso intonaco, dipinto con imitazione di marmi colorati; e possono riferirsi alla fine del secolo quarto od al quinto.
In occasione di questi posteriori lavori fu pure rialzato l'antico livello, che prima era allo stesso piano dell'anfiteatro; e sul nuovo pavimento si è rinvenuto un canale marmoreo, per lo scolo delle acque, che in un punto ha direzione parallela, ed in un altro ha direzione normale alla linea frontale del portico. In questo luogo è stato raccolto un gruppo di 315 piccole monete di bronzo, quasi tutte bruciate ed irriconoscibili: spettano però alla seconda metà del quarto secolo, od al principio del quinto.
Nei lavori di sterro sono stati recuperati i seguenti oggetti: Quattro piccoli pezzi di colonna di porfido verde. Due pezzi di colonna scanalata di giallo. Un frammento di colonna in nortasanta, con baccellature spirali. Un rocchio di colonna, in verde antico, alto m. 0,28, col diametro di m. 0,18. Testa di fanciullo, in marmo alabastrino, ornata di serto e ben conservata, ad eccezione del naso. Frammento di busto marmoreo panneggiato, con pieduccio: la testa, che manca, era riportata. Grosso lastrone di m. 0,34 X 0,28, sul quale è rozzamente scolpita, di bassorilievo, una figura virile in piedi, che con le mani stringe le pieghe del manto sul petto, e presso il piede destro ha un rotolo di volumi. Bicchiere di vetro, con orlo alquanto sporgente e fondo più stretto: alt. 0,082, diam. alla bocca m. 0,072. Due frammenti di lastre marmoree, che conservano questi resti d’iscrizioni sepolcrali: L CALT; CVNTCT... NTIVM... ICI... Si rinvennero pure otto pezzi di mattoni con bolli di fabbrica, tutti noti e rispondenti a quelli editi nel C.I.L. XV, n. 211, 4086, 416, 5852, 635c, 865, 1007, 10154.
Giuseppe Gatti.
Proseguiti gli sterri, che S. E. il ministro della pubblica istruzione prof. Guido Baccelli ha ordinato nell'area adiacente all'Anfiteatro Flavio.
In prossimità del descritto portico appena scoperto, di contro all'arcata n. XXXIII dell’anfiteatro, e alla distanza di m. 35,70 da questo, è stata rimessa in luce una tomba cristiana, che per la paleografia e le formole dell'iscrizione che vi si lesse, può attribuirsi alla fine in circa del secolo sesto od agli inizî del settimo.
Il piano di essa si trovava a m. 1,85 sopra quello dell'anfiteatro. Aveva la fronte rivolta a sud est, ed in origine era formata con tegoloni e coperta alla cappuccina; poi fu tutta costruita in muratura e coperta da volticella, in modo da presentare la forma di un baule. La sua lunghezza è di m. 1,20; l'altezza, compresa la volta, m. 1,40; la larghezza m. 1,00. Nel lato di fronte è murata una lastra di marmo che conserva la seguente iscrizione: HICESTLOCVS FOR TVNATIET LVCIE IN QVO IACET FILIA EORVM GEM TERE MVLA Q VI VISIT AN X ET QVI HVNC LOCVM BIO LABERIT ABET PARTE CVM IVDA
Simili formole imprecatorie, con le quali a chiunque oserà violare il sepolero è minacciata la partecipazione alla pena di Giuda, e sono generalmente espresse con le parole: habeat partem cum Iuda traditore, ricorrono in parecchie iscrizioni quasi tutte posteriori al secolo sesto, per es.: C.I.L. X, 4539; XI, 322, 325, 329; de Rossi, Inscr. christ. II, p. 309; Fabretti, Zaser. p. 110, 271, 272. Il sepolcro era stato antecedentemente frugato, rompendone la muratura nel lato sinistro: onde nulla vi si ritrovò, neppure gli avanzi delle ossa umane.
È stato pure continuato lo scoprimento dell'area adiacente all'anfiteatro, abbattendo il muro moderno di cinta e sterrando lo spazio che era occupato dalla via del Colosseo. A m. 1,50 sotto il piano di questa via è stato scoperto un tratto di pavimento stradale, formato coi soliti grandi poligoni di selce, e spettante alla via lateranense, che nel secolo quinto apparisce essere stata già innalzata a questo livello. Nello sterro si è rinvenuto quanto segue:
Rocchio di colonna di marmo bigio, alt. m. 0,50, diam. 0,24. Altro di granito bigio, alt. m. 1,40, diam. 0,50. Altro di giallo con scanalature, alt. m. 0,50, diam. 0,27. Altro di cipollino, alt. m. 1,75, diam. 0,85. Capitello corinzio, mediocremente conservato, alt. m. 0,37, diam. 0,28. Scaglione di colonna di bigio, alt. m. 0,50 X 0,37, sul quale sono incise le lettere: VSC
Torso di statua virile dal ventre al ginocchio, con parte della gamba sinistra, alt. m. 0,69. Spalla con parte del braccio di una figura, che era coperta di tunica senza maniche, e ben modellata. Frammento del petto di statua femminile, coperto di sottilissima veste. Altro simile frammento di petto, con tunica succinta. Metà superiore di una testa di fanciulla, con capelli ondulati sulla fronte: manca dal naso in giù. Braccio destro di statua, di buona fattura. Altri piccoli frammenti di statue panneggiate, di cornici e di sculture diverse.
Un frammento d'iscrizione monumentale, con lettere alte m. 0,125, conserva soltanto: ...MI...
Su quattro pezzi di grosse lastre marmoree, che spettano ai gradini dell'anfiteatro, si legge: DVSII; IVC; IVS GE; BF
Seguono gli altri frammenti epigrafici, recuperati nel medesimo sterro: a) lastrone, che conteneva un'iscrizione imperiale. con lettere del secolo terzo: VG PON... | ...COS II...
b) metà di titolo sepolcrale, ricavato da un frammento di cornice e scritto sopra altra epigrafe abrasa: ...M | ...CISSIMVS | ...PRIME | ...LIB LIN | ...EOR
c) frammento di titolo cristiano: ...CONIS | ...STANTI | ...VSISI V | ...OVIBIXI
Si raccolsero finalmente fra la terra alcune monete, la maggior parte papali, e mal conservate; un vasetto di vetro, mancante del collo; alcune lucerne fittili comuni e senza marca di fabbrica; il fondo di un'anfora, contenente il deposito lasciato dal liquido che vi era contenuto, e che sembra essere stato vino.
Giuseppe Gatti.
Sono stati continuati gli sterri, sulla pendice dell'Oppio, per compiere l'isolamento dell'Anfiteatro Flavio in tutto il lato rivolto a tramontana.
Oltre i sei pilastri laterizi decorati di semicolonne, che appartengono alla fronte di un portico monumentale e di cui è stata già riferita la scoperta (cfr. Notizie 1895 p. 101), ne è stato rimesso in luce un altro simile, sulla destra del porticato medesimo, come vedasi nella pianta che qui si aggiunge (fig. 1, lett. A).
Il primo e l'ultimo però, che non sono sulla stessa linea degli altri, ma sporgono alquanto più in fuori, sì trovano alla distanza di m. 10 dal più prossimo, mentre i cinque intermedii distano fra loro soltanto m. 4,30.
Costruzioni posteriori trasformarono l’antico portico. Furono addossati all'opera primitiva nuovi pilastri laterizi, e se ne fabbricarono dei corrispondenti alla distanza media di m. 7,25, occupando così la via pubblica con una specie di galleria, probabilmente coperta da volta. Questi nuovi ordini di pilastri non furono addossati a tutti i preesistenti, ma ad uno si, all’altro no, come si vede nella figura qui aggiunta la quale rappresenta tutta l’area fino ad ora sterrata. Nel punto C sono indicati i cippi terminali de’ quali fu detto (Notizie 1895, p. 101).
Parecchi dei tegoloni adoperati per questi sepolcri portano impresso il bollo di fabbrica. Su nove di essi si ha il bollo di Teodorico (C.I.L. XV, 1665 5): REC DNTHEIDE RICO BONO ROME. Gli altri riproducono sigilli dei secoli anteriori; e sono quelli editi nel vol. XV del C.I.L. n. 5b, 134, 163, 164, 176, 192, 195, 205, 279, 313, 371a, 377a, 419, 433, 451, 602, 626, 694, 696, 822, 862, 1008, 10164, 1083a, 1478, 1569a, 1581a. Sopra un tegolone vedesi due volte il bollo, in forma di piede, impresso con sigillo di bronzo lungo mm. 43: VN ROC nel quale è da leggere: il nome: (I)unii Rog(ati).
Nel sito medesimo, e precisamente alla distanza di m. 21,50 dalla colonna posta fra le arcate XXVII e XXVIII del Colosseo nella fondazione di un muro formata con rottami d'ogni specie, si è trovato un masso rettangolare di travertino, alto m. 1,07, largo m. 0,64, grosso m. 0,32, coperto di stucco con pittura cristiana.
Vi sono rappresentati due santi in piedi con nimbo circolare attorno al capo, vestiti di lunga tunica listata, adorna di croci equilatere, e coperti di pallio. La figura a sinistra di chi guarda sostiene sul petto con la mano destra avvolta nel pallio un libro aperto, su cui è scritto: INI TIV SAPIENTI. Nella terza riga invece delle parole TIMOR DOMINI sono tracciate, per la mancanza di spazio, piccole linee ondulate. La figura a destra, ha lo stesso atteggiamento dell'altra, e con la mano destra sollevata fino all'altezza del petto regge una corona sul braccio sinistro avvolto nelle pieghe del pallio. Delle figure manca gran parte della testa e del lato rispondente ai margini verticali della pietra; nè è possibile riconoscere quali santi vi sieno rappresentati non essendoci alcun segno distintivo. Nella parte inferiore, in mezzo alle due figure, è rappresentata una pianta. Lo stile del dipinto sembra potersi attribuire al periodo tra l'VIII ed il IX secolo.
In mezzo alla terra rimossa per isolare i ruderi dell'antico portico e spianare le strade di accesso al piano dell’anfiteatro, sono stati recuperati i seguenti oggetti:
Avanzi architettonici. Fusto di colonna di portasanta, lung. m. 2,00, diametro m. 0,40. Simile di broccatello, lung. m. 1,32, diam. 0,40. Simile di granito, lung. m. 1,55, diam. 0,40. Altro pure di granito, lung. m. 1,00, diam. 0,53. Rocchio di colonna di marmo bianco, lung. m. 1,26, diam. 0,50. Simile di marmo bhigio, lung. m. 1,10, diam. m. 0,30. Due altri, parimente di bigio, lung. m. 0,95, diam. m. 0,86. Rocchio di colonna baccellata, di giallo, lung. m. 0,70, diam. m. 0,32. Altro di breccia corallina, lung. m. 0,40, diam. m. 0,80. Parte superiore di colonnina di pavonazzetto, con capitello unito, di età medievale, alto m. 0,16, diam. 0,07. Capitello di marmo bianco, corinzio, alt. m. 0,30, diam. m. 0,25. Altri due simili, alti m. 0,46, diam. m. 0,88. Altro simile, alt. m. 0,51, diam. m. 0,39. Altro simile, alt. m. 0,48, diam. 0,30. Questi capitelli sono tutti mancanti di qualche parte ed assai danneggiati.
Marmi scolpiti. Statua marmorea acefala, alta nello stato attuale compreso il plinto, m. 1,80. Riproduce il tipo della così detta Vesta Giustiniani, ora nel Museo Torlonia alla Lungara, come vedesi nella figura che qui se ne offre (fig. 2) desunta da una fotografia. Due frammenti di statua panneggiata, uno alto m. 0,95, l’altro m. 0,50. Torso di statua di giovinetta seminuda, alto m. 0,56. Altro torso di statuetta muliebre, alto m. 0,30, di fattura assai mediocre. Testa femminile coi capelli raccolti entro una rete, alta m. 0,27. Parte superiore di testa muliebre, coi capelli discriminati sulla fronte, ornati di diadema, e avvolti in treccia dietro la nuca, alta m. 0,20. Metà inferiore di testa virile barbata, alta m. 0,17. Frammento di testa giovanile con lanugine sulle gote, alta m. 0,16. Pezzo di fregio, alto m. 0,40, largo m. 0,87, con figure in bassorilievo. A sinistra vedesi un uomo barbato, appoggiato col gomito destro ad un tronco d'albero, e coperto dal solo pallio nella metà inferiore del corpo: a destra è una donna vestita di chitone e manto, in atteggiamento di colloquio colla figura descritta. Altro pezzo di fregio, alto m. 0,22, largo m. 0,33, con festone di frutta in altorilievo. Frammento di rilievo, di cui resta soltanto una testa giovanile. Frammento di fronte di sarcofago, col busto del defunto entro corona sostenuta da due genî alati, di cui restano le sole mani: alt. m. 0,27. Altro frammento di sarcofago, con la protome di un fanciullo alato scolpita in un medaglione: alt. m. 0,20. Urna cineraria quadrata mancante della parte superiore. Agli angoli della fronte è decorata ‘da colonnine tortili, e nel mezzo sono scolpiti due grifi: sui fianchi, pilastrino scanalato e fogliami. Parte inferiore di vaso cinerario rotondo, con baccellature in mezzo a due trecce.
Marmi inscritti. Frammento di antico calendario romano, largo m. 0,17, alto n. 0,12. Vi rimangono le note dei seguenti giorni di gennaio e di febbraio. Altro frammento del calendario medesimo, di m. 0,16 X 0,16, relativo ai primi giorni del novembre e del dicembre. Gli altri marmi inscritti, ricuperati nello sterro sono: a) frammento di grande architrave con cornice, lungo m. 0,45 alto m. 0,42; b) frammento di epigrafe, forse imperiale, lungo m. 0,34 X 0,14: diVI HADRiani...?; c) frammento di architrave spettante a grande monumento lungo m. 1,10 X 0,15: LIBERTABVSQVES; d-i) frammenti di titoletti funerarii; l) Altro pezzo di lastra marmorea lungo m. 0,34, alto m. 0,15, ove resta il seguente avanzo di lapide cristiana.
Finalmente è da ricordare, che nel sito medesimo ove nello scorso mese si rinvennero 315 piccole monete del basso impero, ne sono state recuperate altre 138, anche queste in pessimo stato di conservazione e danneggiate dal fuoco. In taluna però sì riesce a leggere il nome di uno dei Valentiniani Augusti. Dagli sterri per il prolungamento della via de' Serpenti, presso la salita di s. Pietro in Vincoli, provengono due fusti di colonne baccellate di marmo bigio, lunghi m. 2,35 col diametro di m. 0,52; e due basi marmoree, sulle quali dette colonne posavano.
Si è pure rinvenuto: Un altro pezzo di tubo acquario in piombo, col nome L FABI GALLI simile a quelli trovati nel mese passato (cfr. Notizie 1895, p. 206). Frammento di bassorilievo in marmo, con avanzo di figura nuda. Anfora fittile alta m. 1,20. Cippo sepolcrale, mancante della parte inferiore, su cui leggesi: D M IVL SATVRNI NO EQ S IMP N VIX AN XXXII M AN XII T MV CIANI N RET H CLAV EMERITVS ET IVL FLORINVS
Il cippo ha negli angoli del fastigio due maschere sceniche, e nel mezzo la figura del defunto seminudo, che siede sul letto, dinanzi al quale è posta una mensa tripede; ai piedi del letto è una cista.
Giuseppe Gatti.
Nella continuazione degli sterri sul colle Oppio, per tracciare e spianare la nuova via che darà accesso al Laterano, passando fra l'anfiteatro Flavio ed i ruderi del portico delle terme di Tito, presso l'ultimo pilastro, dal lato di ovest, sono tornati in luce gli avanzi di un oratorio cristiano, con pitture che possono riferirsi al secolo XII od al XIII. Non essendo ancora il sito totalmente liberato dalle terre, ne sarà data relazione al termine dei lavori.
Dal lato opposto dello sterro, cioè verso il piazzale fra la via Labicana, e la via di s. Giovanni in Laterano, sono state scoperte altre quattro tombe formate con tegoloni e coperte alla cappuccina. Queste facevano parte di un gruppo, che doveva esser prossimo all'antica chiesa ed ospedale di s. Giacomo; mentre la maggior parte di quelle precedentemente scoperte (cfr. Notizie 1895 p. 226) costituiva un altro gruppo posto più ad occidente. Due dei tegoloni recano il bollo delle officine Furiane, C.I.L. XV, 218; e due altri riproducono i bolli, egualmente noti, C.I.L. XV, 1003 e 1029.
Nello sterro sono stati raccolti i seguenti oggetti: — Rocchio di colonna, di granito bigio, lungo m. 1,95, diam. 0,38. Altro di cipollino, lungo m. 1,30, diam. 0,28. Altro di marmo bianco, baccellato, lungo m. 0,55, diam. 0,30. Altro di portasanta, lungo m. 0,50, diam. 0,46. Testa muliebre, in marmo, con capelli legati da due nastri e raccolti all’occipite, alta m. 0,32. Metà sinistra di statuetta muliebre, panneggiata, in basalte, alta m. 0,18: manca la testa, l'avambraccio sinistro e quasi tutta la gamba. Piccola testa virile, barbata, alta m. 0,11. Altra simile, alta m. 0,07. Testina di donna, alta m. 0,10. Coperchio d'urna cineraria con antetisse agli angoli e fastigio, nel mezzo del quale è scolpita una rosa: lungo m. 0,42 X 0,28 X-0,09. Pezzo del fianco di un sarcofago, che porta in rilievo uno struzzo in mezzo a piante: alto m. 0,32, largo m. 0,40. Altro piccolo frammento di sarcofago, con genio alato: alto m. 0,24 X 0,10. Frammento di fregio intagliato, con cornice, lungo m. 0,74 X 0,80 X 0,20: nel rovescio vi fu posteriormente incisa un'iscrizione in lettere alte m. 0,09, della quale rimane: TIS SORDENT... ITERV...
Sono stati inoltre recuperati questi avanzi epigrafici : a) lastra marmorea, alta m. 0,39 X 0,29: D M QVINTILIANE ZOTicus COIVGI BENE MERE NIC FECIT VIXIT ANN XXVIIII ET MATRONAE ET IVLIANE FIL; b) pezzo di cippo marmoreo, lungo m. 0,37, alto m. 0,16: pOLYBIUS AGRIPPIN... | IMP CAES AVG SER...| CASTRENSIS... | ...N XXXXV... | ...PIVS...; c) frammento di lastra di m. 0,15 x 0,17: ...CIP... | ...M LIBERtis liertasque suis | POSTerisque eorum hVIC MONumento dolus malus abesto; d) frammento di cippo sepolcrale, alto m. 0,17 X 0,10: AC... N; e) titoletto di colombario, di m. 0,14 X 0,12: ...MACIVS | ...INVS; f) frammento di grossa lastra di marmo, di m. 0,15 x 0,10: V S feciT SIBI et libertis IBERT busque posteri S Q Eorum
g) frammento di grande iscrizione monumentale, spettante all'anfiteatro, con lettere alte m. 0,14: TI; h) altro simile, con cornice nella parte superiore, alto m. 0,17 X 0,16 X 0,12: ...RIIC..; i) frammento di lapide sepolcrale cristiana alto m. 0,20 x 0,24: Fortunat... | FILIAE... | An...
Giuseppe Gatti.
Sgombrata intieramente dalla terra la parete con intonaco dipinto, di cui nel mese passato fu annunziata la scoperta (Notizie 1895 p. 246), si è riconosciuto ch'essa costituiva il fondo di un oratorio cristiano, costruito fra i ruderi delle antiche fabbriche poste sull'Oppio, all'estremità occidentale del portico delle terme di Tito.
La parete è curvilinea, in forma di abside; e ne è stata scoperta appena la terza parte, dal lato destro di chi guarda. Nel mezzo vi era rappresentata la Vergine Maria seduta su trono col divin Figliuolo nel seno; come evidentemente dimostrano una parte della ricca veste, il cui lembo è ornato di gemme, ed il fianco sinistro del trono marmoreo, decorato di musaici e con cuscino, che soli rimangono del quadro centrale. A sinistra è rappresentato in piedi un santo, con nimbo attorno al capo, barbato e vestito di abito monastico. Porta una tunica di color cenere, stretta alla vita dal una cintura di cuoio, ed ha sulle spalle un corto mantello rossastro. Non è improbabile che vi sia effigiato s. Benedetto. Alla sinistra del santo è dipinto su basamento giallo un pilastro decorativo in colore bianco, col quale termina la composizione da questo lato. Dal lato opposto, cioè alla destra del trono ove è assisa la Vergine, doveva esservi dipinto un altro santo.
Fra il trono e la immagine ora descritta sta genuflessa una figura, di piccole proporzioni, che rivolge il viso verso la Madonna e tiene le mani sollevate in atto di preghiera. Certamente rappresenta il personaggio, che volle adornato di tali pitture il sacro luogo. Ha il capo tonsurato, e veste la casula ecclesiastica.
Sotto il quadro corre una larga fascia di colore rosso, sulla quale resta appena qualche traccia di un'iscrizione in lettere medievali di colore bianco. In varie parti poi dell’intonaco dipinto furono graffiti nomi di visitatori.
Altri pezzi d'intonaco dipinto, spettanti alla descritta parete, furono nel sito stesso recuperati fra la terra; e fra essi v'è una piccola testa, forse del bambino Gesù, e parte di un'altra figura di personaggio genuflesso ed orante.
Giuseppe Gatti.
Negli sterri per la sistemazione della nuova via fra il Colosseo e il colle Oppio sono stati recuperati questi frammenti marmorei: Rocchio di colonna scanalata, di pavonazzetto, lungo m. 1,47, diam. 0,47. Altro simile, lungo m. 0,70, diam. 0,80. Capitello d'ordine composito, alto m. 1,00, diam. 0,80. Frammento di capitello corinzio, alto m. 0,22 X 0,15. Busto di figura muliebre panneggiata, alto m. 0,32: la testa si rinvenne staccata. Busto virile, mancante della testa, alto m. 0,50. Testa di fanciulla, con capelli ricci, alta m. 0,13: manca la guancia destra. Pezzo di pluteo medievale, nel mezzo del quale rimane la parte superiore di una croce entro corona, formate l'una e l'altra a trecce e nodi longobardi; è alto m. 0,40 X 0,50. Frammento di architrave, lungo m. 0,63 X 0,30 X 0,20, con resto d'iscrizione imperiale di bassa età: ... S SEMPER ugustus; Pezzo di cornice intagliata, di m. 0,08 X 0,09 X 0,11, su cui fu scritta una dedicazione votiva, posta forse da un gladiatore: PEIV... | ... secun DA RVDe?... | ...dONVM POsuit...
Si rinvennero pure i seguenti resti di epigrafi sepolcrali: a) grossa lastra di marmo, alta m. 0,14X 11: ...NATIONE... | ...CANIN... | ...FORTV... | MATER F IN...; b) lastra di marmo, di m. 0,20 X 0,16: ...VIXIT AN... | ...S VIII... | ...IIII DIES V...; e) simile, di m. 0,20 x 0,18: ... RVM ... | ...CIA HOC ... | ... M RE... | ...VS; d) simile, di m. 0,14 x 0,13: ...TONH C... | ...TOI...; e) simile, di m. 0,10 X 0,08: ...MBITV H...
Giuseppe Gatti.
Per i movimenti di terra compiuti allo scopo di spianare la nuova
via del Colosseo e sistemare le adiacenze, sono stati recuperati gli oggetti che seguono: Testa in basalte, alta m. 0,22, che è il ritratto di un personaggio in età senile. Gli occhi sono incavati, e dovevano essere in metallo. Manca la punta del naso, parte della fronte a sinistra, e porzione dell'occipite a destra.
Torso di statua muliebre, alto m. 1,10, con largo panneggiamento, ma assai
consunto e danneggiato. Frammento della fronte di un sarcofago marmoreo, lungo m. 0,55 X 0,50, con figure in rilievo. Tubo di piombo, del diametro di m. 0,09 all'interno, che reca l'iscrizione riferibile all'anno 177: IMP COM MO DO ET QVIN TILLO COS| SVBC CALPVRNI MAXIMI. Pezzo di lastrone, alto m. 0,40 X 0,38, appartenente ad un gradino dell'anfiteatro: coM DOME
Frammento di tavola lusoria, di m. 0,36 X 0,27: CIRCVS plenus clamor magnus etc. Due frammenti di lapidi sepolcrali, cioè: a) m. 0,20 X 0,17: COM... | CAES N... | CONIVG... | IN PART... | SIBI ET SVIS. b) m. 0,12 × 0,05: FRVM Leg.... | VICTR...
Giuseppe Gatti.
Facendosi la nuova condottura del gas nella strada pubblica a nord dell'anfiteatro Flavio, sono stati raccolti fra la terra due pezzi di lapidi inscritte.
Nel primo, di m. 0,18 X 0,20 X 0,03 si legge: D M | IA TROPHIM | ...XIT AN XIX M VI | ...PIDIVS CALLIST | FECIT FILIAE | ...CISSIMAE
Nell'altro, di m. 0,25 X 0,19 x 0,004, si ha un resto d'iscrizione della fine del secolo IV o del principio del V:
ACAIO... | ...theoDOSIO AVG... | ...rOMAE BASILICA... | ...IS OMNIBVS...
Giuseppe Gatti.
Costruendosi una fogna a nord dell'Anfiteatro Flavio, per raccogliere le acque stagnanti sul piano della nuova strada, alla profondità di m. 2,80 si è incontrato il pavimento di due antiche stanze, delle cui pareti, costruite in buona cortina laterizia, sono stati pure messi allo scoperto alcuni avanzi. Uno dei pavimenti era formato di lastrine di marmi colorati, disposte in bell'armonia a varie figure geometriche; altro, del quale si è scoperto soltanto un angolo, era a musaico tutto bianco, con piccoli tessclli neri isolati e posti a regolare distanza l'uno dall'altro. Queste costruzioni dovevano far parte degli edifizì, dei quali Nerone aveva circondato lo stagaum attiguo alla sua casa aurea.
Per i lavori della fogna in via di s. Giovanni Laterano si è recuperato un rocchio di colonna in breccia corallina, lungo m. 0,95, diam. 0,42, ed un capitello in travertino alto ra. 0,35.
Giuseppe Gatti.
Presso la Meta Sudante è stata rintracciata e spurgata l'antica fogna.
È stata messa allo scoperto una parte del basamento dell'arco di Costantino; e nel procedere con lo sterro verso la Meta Sudante, si è trovato a m. 0,60 dal suolo un tratto di antica strada a poligoni di selce.
Angiolo Pasqui.
In occasione del IV anniversario della marcia su Roma, l'on Mussolini partecipa con un discorso all'Adunata degli avanguardisti, che si svolge all'interno del Colosseo.
Il Duce Mussolini partecipa con un discorso all'Adunata dei Lavoratori Milanesi, che si svolge all'interno del Colosseo.
Il Duce Mussolini partecipa con un discorso all'Adunata dei rappresentati delle Cooperative d'Italia, che si svolge all'interno del Colosseo.
Il Duce Mussolini partecipa al raduno di 25000 alpini in congedo riuniti all'interno del Colosseo.
Il Duce Mussolini partecipa con un discorso all'Adunata degli Alpini, che si svolge all'interno del Colosseo.
Il Duce Mussolini partecipa con un discorso al VII raduno nazionale dei Bersaglieri, che si svolge all'interno del Colosseo.
Aperto all'esercizio un tronco della futura circolare tramviaria esterna, denominato C15, dalla piazza di Santa Croce al Colosseo La linea 36 è rinforzata da una 36 barrato con capolinea in piazza della Libertà in luogo di piazza Cavour; il capolinea della linea 4 è portato da piazza Indipendenza a piazza dei Cinquecento.
Istituite tre linee tramviarie straordinarie per il collegamento con la stazione della ferrovia Roma-Ostia: da piazza Mazzini per le vie Ferrari, Lepanto, Marcantonio Colonna, piazza Cola di Rienzo, via Lucrezio Caro, piazza Cavour, via Ulpiano, ponte Umberto e il lungotevere fino a via Marmorata; dal piazzale Verano per via Tiburtina, Santa Bibiana, via Lamarmora, piazza Vittorio Emanuele, via Emanuele Filiberto, viale Manzoni, Colosseo e viale Aventino; da piazza Buenos Ayres per via Po, via Salaria, piazza Fiume, via Piave, via Volturno, piazza dei Cinquecento, via Cavour, via degli Annibaldi, Colosseo e viale Aventino.
Celebrazioni del 24 Maggio e Cerimonie dell'VIII Leva Fascista in via dell'Impero alla Presenza del duce Mussolini.
In occasione del genetliaco del re, viene organizzata una rivista militare, da Piazza Venezia alle nuove vie Imperiali. Le Forze armate della Capitale e gli ex combattenti sfilano, davanti al Duce Mussolini.
La festa dello Statuto. Il Re passa in rivista le truppe di Roma e quelle in partenza per l'Africa orientale.
II Adunata Nazionale dei Granatieri in congedo. Il Re e il Principe di Piemonte assistono alla sfilata in Piazza del Quirinale. Dalla terrazza del tempio di Venere e Roma il Duce risponde all'entusiastico omaggio del granatieri.
Rivista militare per il genetliaco del Re. Il Duce Mussolini passa in rivista le truppe schierate lungo le Vie Imperiali.
Adunata di 8000 Balilla a Piazza del Colosseo.
In occasione del decennale della fondazione dell'Opera Nazionale Balilla, si svolgono celebrazioni e parata a Piazza del Colosseo e ai Fori imperiali.
Grande rivista dell'Impero in occasione del I annuale dell'Impero. Il Corteo militare parte dal Piazzale Ostiense per poi giungere alle Vie Imperiali. Sono presenti il Duce Mussolini, il Vittorio Emanuele III, Amedeo di Savoia duca d’Aosta, Guido Buffarini Guidi, Galeazzo Ciano e Giuseppe Tassinari.
Il Duce Mussolini passa in rassegna cinque battaglioni di camicie nere schierate a Piazza del Colosseo.
Celebrazioni del XV annuale per la fondazione della Milizia Nazionale presso le vie dei trionfi. Il Duce Mussolini assiste la rivista dei leginonari da un palco presso il Colosseo. Viene ufficialmente presentato il “passo romano” e adottato da tutte le Forze Armate, della Milizia e delle formazioni giovanili del Partito Fascista.
Spettacolo lirico al Colosseo. La compagnia teatrale del Carro di Trespi lirico, rappresenta l'Aida nella Piazza del Colosseo:
"Le direttive del Duce perché il teatro divenga sempre più un mezzo di elevazione per lo spirito e la mente del popolo hanno trovato la consueta pronta rea= lizzazione. Come a Milano con gli spettacoli al Castello Sforzesco anche a Roma le masse sono state chiamate per assistere alla rappresentazione di « Aida » che il «Carro di Tespi» lirico ha dato installando il proprio teatro presso il Colosseo. Il Duce intervenutovi è stato entusiasticamente acclamato."
Consegna dei labari all'Accademia della Gil nel Piazzale del Colosseo.
XX Annuale della Vittoria. Il Duce Mussolini parla ad una immensa folla raccolta a Piazza Venezia e lungo le vie Imperiali:
"Dopo venti anni la Vittoria riconsacrata dal Fascismo coincide con l'inizio della vera pace secondo giustizia per tutti.
Nel cielo politico dell'Europa la zona dell'azzurro tende ad estendersi. Uomini responsabili lavorano a questo scopo, ma sarebbe imprudente e poco fascista abbandonarsi ad ottimismi esagerati e prematuri. Vi sono uomini i quali, sentendosi particolarmente battuti dalla rettilinea, veramente pacifica, europea ed umana politica dell'Asse, sognano ad occhi aperti aleatorie e impossibili rivincite. Per questo, o camerati, bisogna ancora dormire colla testa sullo zaino, come facevamo in trincea.
Camerati! Tornando alle vostre case dopo questa gloriosa giornata romana, fate vivere in voi e tramandate nei vostri figli, che hanno l'inestimabile privilegio di crescere nel clima imperiale del Fascismo, lo spirito della Vittoria, che significa: dovere, coraggio, dedizione assoluta alla Patria."
Adunata delle donne fasciste. Sfilamento di settantamila partecipanti davanti al Duce Mussolini, lungo le Vie Imperiali.
Gli scavi per il Tunnel della nuova metropolitana dell'Esposizione E42 arriva alla piazza del Colosseo.
Lavori di restauro al Colosseo effettuati dell'ingegner Giuseppe Cozzo. Completato lo sterro fino al livello dell'opus spicatum e ricostruzione degli ambienti ipogei occidentali.
Al Colosseo si svolge fino al 31 dicembre la grande mostra, "1919-1939 l'economia italiana tra le due guerre". L'esposizione è organizzata dall'Ipsoa e dall' Ufficio studi e programmazione economica del comune di Roma.
Sono riportate alla luce le fondamenta del Colosso di Nerone.
Il Dipartimento di Scienze dell'Antichità della Sapienz, sotto la direzione della prof.ssa Clementina Panella, avvia una campagni di scavo nell'area della meta Sudans.
Acea riveste di nuove luci il Colosseo.
La Soprintendenza Archeologica di Roma e l'Università di Roma la Sapienza, avviano il restauro delle strutture superstiti della Meta Sudans e la risistemazione dell'area circostante. Durante le indagini archeologiche, a sei metri di profondità viene rinvenuta un'altra fontana dell'età Augustea (simile ma di minori dimensioni) probabilmente distrutta nell'incendio del 64 d.C. La struttura era dotata di un saliente centrale di forma cilindro-conica e di una vasca mistilinea.
Concerto nel Colosseo dell’ex Beatle Paul McCartney, trasmesso anche da un palco ai Fori Imperiali.
Concerto di Simon and Garfunkel ai Fori imperiali.
Concerto di Elton John ai Fori imperiali.
Concerto di Billy Joel & Bryan Adams ai Fori imperiali.
Al Colosseo si svolge fino al 18 settembre la mostra sull'imperatore "Nerone". La mostra, curata per la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma da Maria Antonietta Tomei e Rossella Rea, vede la partecipazione nel comitato scientifico di Heinz-Jürgen Beste, Fedora Filippi, Andrea Giardina, Henner von Hesberg, Anna Maria Moretti, Clementina Panella, Marisa Ranieri Panetta, Alessandro Viscogliosi, i quali hanno collaborato alla redazione del progetto espositivo.
Al Colosseo si svolge fino al 11 gennaio la mostra "La biblioteca infinita". I luoghi del sapere nel mondo antico. L'esposizione curata da Rossella Rea e Roberto Meneghini, documenta l’evoluzione del libro e della lettura nel mondo greco-romano dall’età ellenistica al tardo antico, così come i luoghi pubblici e privati dove si scambiava e si custodiva il sapere. La mostra nasce dai risultati di due importanti scavi archeologici: la scoperta a Roma degli auditoria di Adriano a piazza Madonna di Loreto, e l’esigenza di ricomporre in un contesto unitario i risultati delle indagini archeologiche finora eseguite, e tuttora in corso, nel templum Pacis, lungo via dei Fori Imperiali e che hanno restituito inediti reperti, presentati adesso per la prima volta.
Inaugurata la nuova illuminazione artistica dell'Arco di Costantino. Il progetto, nato dalla collaborazione tra Roma Capitale (Dipartimento Simu), Acea e Parco archeologico del Colosseo, è stato realizzato dalla multiutility mediante l’utilizzo di 30 luci a led di ultima generazione, che hanno sostituito le vecchie apparecchiature, minimizzando l’impatto estetico dei proiettori, migliorando l’effetto cromatico dell’illuminazione d’accento delle arcate e riducendo i consumi energetici.
Ultima Tappa del Giro d'Italia. Poco prima del via ufficiale, la Carovana Rosa entra nella Città del Vaticano e nella Piazza dei Protomartiri Romani, riceve il saluto di Papa Leone XIV.
Dopo il via, i corridori raggiungeranno Ostia per poi fare ritorno in centro città e affrontare il circuito finale di 8 giri da 9,5 km ciascuno, con arrivo al Circo Massimo. Il tracciato si sviluppa interamente su strade cittadine: Via di San Gregorio, Viale delle Terme di Caracalla, Viale Guido Baccelli, Via del Circo Massimo, Lungotevere dei Pierleoni, de Cenci, dei Vallati, dei Tebaldi, Piazza Pasquale Corso Vittorio Emanuele II, Via del Plebiscito, Piazza Venezia, Via dei Fori imperiali, Piazza del Colosseo.
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Croce del Colosseo
1926 memoriali
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Palazzo Cappi
1886 palazzi
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Targa dei restauri di Pio IX al Colosseo
1852 targhe
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Turris Chartularia
1145 torri
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Arco di Costantino
315 archi
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Tempio di Venere e Roma
121 templi
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Meta Sudans
79 archeologia
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Anfiteatro Flavio o Colosseo
72 anfiteatri
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Compitum Acilium
-5 templi
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Arco di Tito
archi
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Horrea detti Terme di Elagabalo
archeologia
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Domus tardo repubblicana presso la Meta Sudante
domus
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Torre sul Tempio di Venere e Roma
torri
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Basolato romano di Piazza del Colosseo
archeologia
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Colosso di Nerone
archeologia
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Casale di Vigna Paganica
casali
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Santa Maria de Ferraris
chiese
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Orto Botanico del Celio
parchi
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Portico di Piazza del Colosseo
archeologia
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Santissimo Salvatore in Rota Colisei
cappelle
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Basolato del Colosseo
archeologia
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San Giacomo al Colosseo
chiese
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Terme di Tito
terme
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Sepolcreto presso il Colosseo
necropoli
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Casino Fini
edifici
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Ludus Magnus
anfiteatri
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Ninfeo di Nerone
archeologia