Storia
CronologiaNella vigna già dei signori della Missione, in via Portuense n. 10, scavandosi alla base del monte (verde), si scoprì sul principio di dicembre un gruppo di fabbriche del secolo V, a filari alternati di tegolozza e di tufi, costruite sugli avanzi di fabbriche reticolate, appartenenti senza dubbio ai noti Giardini di Cesare.
Il luogo merita attenzione, perchè la vigna n. 16 trovasi di mezzo alla vigna Bonelli, celebre per le scoperte del 1859 (tempio palmireno, base di Silvano, Venere ecc.), ed ai terreni occupati nel 1862 dalla stazione della strada ferrata Roma-Civitavecchia, anche essi molto ricchi in oggetti d'arte e di antichità.
Le fabbriche nuovamente scoperte comprendono: a) Una parete di sostruzione al monte, con fontana in forma di nicchioue ; la parte bassa della parete, che è antica e reticolata, conserva l' intonaco a polvere di marmo dipinto in rosso, b) Un portico a pilastri di m. 1,30 X 0,80, distanti l'uno dall'altro m. 2,40. e) Un'abside di basilica, 0 di una sala di tipo basilicale, della quale apparisce la sola curva esterna. Avrà un diametro superiore ai 10 metri.
Il luogo non è stato mai scavato: ciò si deduce non solo dalle condizioni del terreno, composto di cementi per nove decimi, e dall'abbondanza dei marmi, anche di pregio : ma si deduce pure dalla scoperta fatta a fior di terra, di un sistema di condutture per le acque irrigue, composto di anfore bucate ed innestate l'una all'altra; il quale sistema mostra di non essere stato mai disturbato.
È stato ritrovato un frammento di statua marmorea muliebre (Amazone o Diana), di stile perfetto, e di freschezza meravigliosa. Il solo marmo scritto, proveniente dal vicino sepolcreto di via Portueuse, dice: P VALERIVS P F GAL CACCA MAENIA L L AND.ROMACA MAENIA L L COMA
Proseguite poscia le indagini, si riconobbe una sala di forma basilicale, divisa in tre navi da doppia fila di colonne scanalate, di bigio, lunghe m. 3,40, con elegantissimi capitelli dorici, intagliati in tutti i membri. Vi si raccolse: un fusto integro di colonna; due basi; un capitello sano, e tre pezzi di capitello.
Un'altra sala rettangola, parallela alla basilica, presenta traccio di pavimento di raro alabastro e di broccatello. Nella parete nord si vede una scalinata marmorea, larga m. 5,50, divisa in due rampanti da un parapetto intermedio. Le pareti di questa sala erano intonacate di marmo.
Sono stati poi scavati questi oggetti: Busto virile, barbato, teniato, con leggera frattura al naso ed alle labbra; Plinto di statua, con due piedi spezzati alla clavicola, di lavoro eccellente; Avanzi di fregio di terracotta con mascheroni, greche, nascimenti, fave ecc.; Tubo di piombo con la leggenda EX OFI IVLI CONCORDI Sette frammenti di vasi aretini, bellissimi. Una coppa scanalata di vetro.
Giuseppe Fiorelli.
Nell'area della nuova stazione ferroviaria, espropriata alla casa religiosa della Missione, e conosciuta nell’ istoria dei giardini di Cesare appunto col nome di vigna della Missione, è stato scoperto il pavimento di una strada antica, che sembra correre parallelamente alla Portuense, lungo il piede delle colline Gianicolensi, alla distanza di m. 100 dal margine destro di detta via.
Rodolfo Lanciani.
Gli sterri che si vanno eseguendo sulle colline di Monte Verde, come cave di prestito per le terre necessarie a rialzare il piano della nuova stazione ferroviaria, hanno messo allo scoperto una lunga serie di fabbriche antiche, di varia costruzione.
Nel sito ov'era la vigna Mangani, e dove anticamente estendevansi i celeberrimi giardini di Cesare, si sono trovate tracce di un portico, costruito con pilastri di opera reticolata, il quale prolungavasi verso ponente, a mezza costa in circa della collina.
A breve distanza da tali ruderi, si è rinvenuto il seguente frammento epigrafico, inciso su grosso lastrone marmoreo di m. 0,40X0,34X0,08:
VLIVS
NICETVS
TO SVSCEPTO
PRIMAM PORTIC OLIS CVM MARMORIE
OPERE NOVO AMPLIA
NTIS INCHOATIS SV
A A SOLO RESTITVIT
ATORVMPONTIFICV
Non è improbabile, che appartenendo questa lapide ai primi tempi dell'impero, sia da riferire al portico stesso, di cui sono tornati in luce gli avanzi, e che fu ampliato e riedificato da Giulio Aniceto, per voto fattone a qualche divinità. Le lettere superstiti nell'ultimo v., confrontate con le iscrizioni edite nel C. Z Z. VI, 712 e 2186, suggeriscono spontaneo il supplemento: SVa impensA A SOLO RESTITVIT permissu calATORVM PONTIFICVm et flaminum, cui immunitas data est ab eis sacrum faciendi.
Nella vigna contigua, già appartenuta ai Signori della Missione; ed ora proprietà del sig. De Cavi, si è rinvenuto fra le rovine di antichi edifici, posti quasi sulla sommità della collina, un plinto di marmo bigio, largo m. 0,40, lungo m. 0,51, alto m. 0,09; sul quale posava una statua od un busto, di cui rimane ancora l'incassatura, di forma quasi pentagonale, nel lato superiore della pietra. L'iscrizione incisa su cotesto plinto attesta, che il ritratto marmoreo sovrastante rappresentava Cleobulo, uno dei sette celebri sapienti della Grecia
Giova ricordare, che in immediata vicinanza di quel luogo medesimo, fu trovato sul finire del 1883 un busto di Anacreonte, designato col proprio nome ANAKPEWN AYPIKOC (v. Notizie 1884, p. 42), e che anco in tempi anteriori vi sì rinvennero ermi e busti di celebri letterati e filosofi, massime dell'antica Grecia (cf. Bull. com. 1884, p. 31).
In seguito ai movimenti di terra sopra accennati, sì è parimenti rinvenuto un pezzo di grande lastrone di marmo, alto m. 0, 96 e largo nella parte conservata m. 0,70, sul quale ad. alto rilievo: di assai buona scoltura è rappresentata la consueta scena del Mitra taurottono.
Vi rimane la metà della figura del mistico nume, col mantello svolazzante, e con la gamba destra tesa lungo la zampa del toro: dietro ad essa, in alto, il busto del Sole radiato, e il corvo; sul piano inferiore, uno dei ministri lampadofori con la face sollevata. Sotto al toro vedesi lo scorpione, che ne abbranca i genitali; e più in basso la coda del serpente.
Dell'altra metà della tavola scolpita — la quale proviene certamente da un grandioso mitrèo scavato nella collina di Monte Verde, ma di cui finora niuna traccia è comparsa — sono stati pure raccolti fra le terre parecchi frammenti.
I più notevoli sono quelli che contengono l'intiera figura del cane, il quale si solleva per lambire il sangue sgorgante dalla ferita del toro; la testa quasi intiera dell'animale ucciso da Mitra; e parte dell'altro lampadoforo.
È finalmente da ricordare, che nei terreni situati al piede della collina di Monteverde, ed in modo particolaré nell'area già posseduta dai Signori della Missione, frequentemente s'incontrano a poca profondità antiche condotture di acqua e fistole plumbee, che si diramano in molteplici direzioni.
Il sig. De Cavi ha raccolto una grande quantità di cotesti tubi aquarii, per la maggior parte anepigrafi; ed inoltre ha messo in disparte una piastra di cassetta di divisione, vari pezzi di tubi innestati e saldati fra loro, ed una lamina quadrata, parimenti di piombo e tutta forata, alla quale è ancora unita parte del condotto.
Questa lamina spettava certamente ad una fontana, e serviva ad impedire l'intromissione di materie galleggianti nei canali di sopravanzo.
Giuseppe Gatti e Luigi Borsari.
Nel terreno del sig. De Cavi, già appartenuto ai Signori della fissione, circa il primo chilometro della via Portuense, è stato rimesso all'aperto grande bacino per acqua lustrale, di forma cilindrica, alto m. 0,80, col diametro toa di m. 0,80 alla bocca e 0,83 alla base, la quale è intagliata a foglie di alloro e di acanto. Tutt'all'intorno è ornato di figure in bassorilievo; e vi si vede rappresentata pila lotta dei Lapiti contro i Centauri. Buona e di bell'effetto ne è la composizione; l'arte, mediocre.
Ivi stesso sì è rinvenuto un frammento di lapide cimiteriale cristiana, la quale'dice:
LVCROSAIN Pace LESZ BASILIOVCCOns
Per sostituire la vecchia Stazione ferroviaria di Porta Portese e realizzazione un secondo grande scalo nel versante meridionale della capitale, sono espropriato i terreni della Confraternita Israelitica della Carità e Morte fuori Porta Portese.
Al viale del Re, presso s. Cosimato, negli sterri pel collettore delle acque urbane sulla sponda destra del Tevere, è tornato in luce un lungo tratto di antico muro reticolato; il quale dista circa m. 35 dalle mura della città, e si dirige obliquamente verso la via Morosini.
Giuseppe Gatti.
Durante i lavori di demolizioni delle mura Gianicolensi per l'apertura di Viale Trastevere, sono ritrovate numerose lapidi dell'antico cimitero ebraico a Porta portese, utilizzate come materiale da costruzione.
Durante i lavori di allacciamento della costruenda stazione ferroviaria di Trastevere (presso l'estremità meridionale del piazzale), sono scoperti i resti di un Sacello degli horti cesariani, consacrata a Hercules Cubans.
Negli sterri pel nuovo collettore delle acque urbane, sulla destra del Tevere, presso il nuovo quartiere di s. Cosimato, si sono rinvenuti i seguenti oggetti: — Un cucchiaio di bronzo, lungo m. 0,13 ; una testina fittile di donna, che formava il piede di una lucerna; una lucernetta di piccole dimensioni, con la testa di Medusa rilevata sul piatto, e con la marca ui ; un piatto di lucerna frammentata, col rilievo di un Amorino ; due piccoli vasetti, parimenti in terracotta, uno dei quali fornito di manico.
Continuandosi gli sterri per la costruzione del grande collettore sulla destra del Tevere, nel nuovo quartiere di s. Cosimato, sono stati raccolti i seguenti oggetti: Marmo. Una mano di statua, con avanzo di bastone fra le dita. Un piccolo peso circolare. — Bronzo. Un disco forato nel centro. Una mappa di chiave. — Vetro. Sette piccoli unguentari, e frammenti diversi di vasi. Osso. Un piccolo cucchiaio. Terracotta. Un vasetto di fabbrica aretina. Otto unguentari, e tre vasetti, di varia grandezza. Cinque lucerne monolicni, una delle quali in forma di gallo.
Giuseppe Gatti.
In via Morosini, per i lavori del grande collettore delle acque urbane sulla riva destra del Tevere, è stato recuperato un rocchio di colonna, di breccia corallina, lungo m. 2,30, diam. m. 0,30.
Giuseppe Gatti.
Con il Regio Decreto n. 60660, viene approva la richiesta della Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo (gestore della Rete Mediterranea), per la costruzione della linea ferrovia Roma-Capranica-Viterbo. Il progetto, preve che il capolinea di Roma sia realizzato accanto al nuovo Viale del Re, in modo da collegare la stazione con il centro di Roma.
Dai lavori per la costruzione del grande collettore sulla riva del Tevere, presso s. Cosimato, proviene questo frammento d'iscrizione, incisa. su lastra di marmo: m. lollius SYMPhourus | sIBI ET | m. LOLLIO IANuario | M LOLLIO SALVIO... | ET SVIS LIBERTIS LIBERtabusq. OMNBVS
Giuseppe Gatti.
Proseguendosi gli sterri per la costruzione del grande collettore nei prati di s. Cosimato, si è rinvenuto un vaso di bronzo, in forma di oenochoe, alto m. 0,15, mancante soltanto di una parte del corpo e del manico. Attorno al collo e sul ventre vi sono rilevate a sbalzo maschere ed ornati di fogliami.
Fra l'escubitorio della settima coorte dei vigili e la chiesa di s. Crisogono si è trovata, a m. 3,00 di profondità, una grossa lastra di marmo, assai danneggiata ed adoperata per uso di costruzione. Vi si legge l'iscrizione:
IN F P XI IN AG P X DM L OCTAVIO CISSO FEC OCTAVIA FELICVLA LIB ET CONIVNX CVM QVO PER MVLTOS ANNOS SINE QVERELLA VIXIT ET SIBI
Nel medesimo luogo si è recuperato un pezzo di tubo acquario di piombo, che a lettere rilevate porta impresso da un lato, il nome: SVLPICIAE PACAT, dall'altro il numero: XIII. In un'altro pezzo dello stesso condotto si conserva il solo numero, egualmente impresso, coi punti triangolari agli apici di ciascun'asta.
Giuseppe Gatti.
In via della Lungaretta, per i lavori del collettore delle acque sulla sponda destra del Tevere, è stato scoperto a m. 2,80 sotto il livello stradale, un piccolo tratto di antica strada lastricata a poligoni di selce. Ivi presso si rinvenne un'arca di terracotta, contenente uno scheletro.
Di contro alla Fabbrica de' tabacchi, i medesimi lavori di sterro pel collettore delle acque urbane, hanno fatto tornare all'aperto una notevole scoltura in marmo bianco, che giaceva a cinque metri sotto il piano stradale. È un gruppo di molto effetto artistico, composto da un Satiro seduto in terra, che in atto procace stringe una ninfa, la quale cerca divincolarsi dalle braccia di lui. Ambedue le figure, completamente nude, hanno l'altezza di m. 1,10.
Il gruppo, condotto con discreta arte, può attribuirsi al secondo secolo dell'impero. È ben conservato e quasi intiero, mancando soltanto la testa e il braccio sinistro della ninfa, ed un piede del Satiro.
Giuseppe Gatti.
Nei prati detti di s. Cosimato, i lavori per il grande collettore sulla destra del Tevere hanno rimesso in luce le iscrizioni che seguono:
a) Lastrone di marmo, rotto in otto pezzi, servito per chiudere un sepolero cristiano, anteriore al secolo quarto: AVRELI... RAPIA | POMPOSIAE SECVNDAE | SIMAE FECEREVNT | EYAOTHMENI | MEMOIHKAN | VIXIT ANN LX
b) Simile lastrone, spettante ad altro sepolero cristiano del secolo sesto: FELES ET VICTORINAZIVE | SE BIBI FECERNT MICA REA DEP | SITA IN PACE MESE AVGVSTO
c) Frammento di simile lapide sepolcrale cristiana: SIBI FICERV
d) Lastra di marmo, con cornice: ATILIAEZO | EX PRO
e) Altra lastra marmorea, con cornice: M IVNIO... | MARITO DV... | QVO VIXI AN... | SINE VLLA QVER... | LICINIA HI... | COIVNX ET... | FILIA PATRI...
Negli sterri medesimi è stata trovata una tegola, di m. 0,52 X 0,52, col bollo (Marini 361): Q OPP IVST OP DOL deLIC DON PETINO ET APRONIA a. 123 ed un mattone, che ha il sigillo (Marini 33): EX PRAEDIS PLOTINAES AVG EX OFIC VALERIAE NICEN OPV DOLI
Presso porta Portese, demolendosi un piccolo tratto delle mura della città per l'apertura del grande viale diretto alla nuova stazione ferroviaria, si sono rinvenuti fra i materiali di costruzione due antichi capitelli in marmo. L'uno è corinzio (alt. m. 0,45, diam. 0,30), l’altro è a foglie d'acqua (alt. m. 0,38, diam. 0,33); ma cotesti intagli, come pure l'abaco, furono scarpellati, riducendo il marmo a forma quasi cilindrica. Sulla superficie piana trovansi incise iscrizioni ebraiche.
Giuseppe Gatti.
Nell'estremità meridionale del piazzale interno della nuova Stazione di Trastevere, dal 12 luglio al 10 agosto furono eseguiti per conto dell'amministrazione governativa alcuni scavi, che hanno dato luogo a scoperte nell'area degli antichi orti di Cesare, a destra della via Portuense.
Nella parte più sporgente della collina, ove si riconobbe una serie di latomie scavate nel vivo tufo, sul versante orientale, alla progressiva di metri 1132 della linea ferroviaria, eseguendosi il taglio della roccia pel tracciamento della strada di circonvallazione, al di sotto del livello normale della Stazione (che trovasi alla quota di m. 20,15 sul livello del mare) apparve da prima una nicchia quadrilunga, fastigiata, incavata nel tufo, nel cui frontespizio erano scolpiti. a bassorilievo una clava in mezzo a due scifi, e nella fascia di base era la scritta:
L DOMITIVS PERMISSVS FECIT
Sgombrato con tutta cautela il fondo della nicchia, vi si trovarono sculture ed oggetti dei quali si dirà appresso, e si riconobbe essere quella un'edicola sacra ad Ercole.
Proseguito lo scavo, alla profondità di m. 5,00 dal piano sopra indicato, fu scoperta al suo posto la mensa su due gradini di costruzione laterizia, e sul davanti due are rovesciate a terra dall'urto della volta della latomia, già anticamente crollata, la cui rovina cagionò l'abbandono del luogo.
Le due are sono della stessa forma e della misura medesima; alte ciascuna m. 0,75, larghe m. 0,50, profonde m. 0,50. Sono formate di un plinto cubico, sorretto da base scorniciata, e coronato da cornice fastigiata coi pulvini laterali. Un grosso lastrone o cuscino di travertino, di m. 0,60 X 1,25, trovato al suo posto dinanzi all'edicola, serviva di base alle due are; le quali perciò in origine dovevano trovarsi collocate come si vede nell'annesso disegno. Una delle are è in travertino, l'altra in tufo. Portano sulla fronte del plinto la medesima iscrizione: IMPERIO HERCVLI SACRV L DOMITIVS PERMISSVS.
Sul davanti della mensa si scorgono traccie di bassorilievi in stucco, la cui rappresentazione non si è potuta bene distinguere, per essere caduto lo stucco, lasciando una troppo lieve impronta sull'intonaco dipinto in rosso. Sembra nondimeno che vi fosse raffisurata una danza.
L'interno dell'edicola era intonacato e dipinto a fondo rosso, con ornati a finto oro; la parete esterna era intonacata e dipinta con ornati di fogliami, fiori ed uccelli policromi su fondo giallo.
Gli oggetti trovati nell'interno dell'edicola sono: 1. Statuetta di tufo, alta m. 0,75, rotta in ventiquattro frammenti, che nella maggior parte possono riunirsi. Rappresenta Ercole vincitore, nel noto motivo con cui è rappresentato in uno dei medaglioni dell'arco di Costantino. Posa la destra sulla clava, e sorregge colla sinistra il pomo; col piede destro calca la testa del toro, 2. Statuetta simile di proporzioni più piccole, rotta in due pezzi. Rappresenta l'’Hercules cubans, che aveva forse il suo prototipo in quel simulacro, che nei cataloghi regionarii è ricordato nel Trastevere, e che avrebbe dovuto trovarsi non molto lungi dal luogo ove avvenne la scoperta recente. Giace sul fianco sinistro ; colla sinistra regge la clava, e colla destra sostiene un vaso posato su di una mensa circolare a tripode. 3. Frammento o parte superiore di una statua virile pure di tufo, di lavoro molto rude. Rappresenta Giove Serapide (?), col modio sul capo.
Queste tre statue in tufo erano in origine colorate di rosso, come si desume dalle tracce del colore che conservano. 4. Parte anteriore di una testa marmorea, ornata di edera. È modellata come se fosse la metà di un erma bicipite. 5. Frammento di plinto circolare marmoreo, su cui è rilevata una testina di Ercole, coperta con la pelle del leone. 6. Altra piccola testa marmorea, modellata a metà di erma bicipite, rappresentante Bacco con fronte diademata. 7. Altra simile ritraente il tipo di Giove barbato, ma molto corrosa. 8. Altra protome simile rappresentante forse un Giove. 9. Testina marmorea di statua virile di accurata esecuzione rappresentante un giovanetto, collo sguardo in alto, ed in atteggiamento di dolore. 10. Mano di statuina marmorea di buona modellatura, e che impugna un oggetto non riconoscibile. 11. Vari frammenti o torsi di piccole Veneri, alte in origine dai dieci ai venti centimetri, quasi intieramente calcinati. 12. Dieci altri frammenti di statuine imitanti figure di divinità di tipo egizio, per quanto è dato riconoscere dai pezzi quasi intieramente calcinati. 13. Busto fittile di Minerva galeata, con sua basetta di sostegno. 14. Due lucerne fittili monolicni: l'una presenta in rilievo ed a stampo la figura della Fortuna; l'altra ha pure in rilievo, ma di arte rozza, la figura di una Vittoria alata. 15. Lucerna del diametro di m. 0,145, a sette becchi, tutta coperta di incrostazioni di calcare. 16. Una mezza maschera fittile del tipo di Ercole; un frammento di torso di statuetta pure fittile,,ed un orciuolo. 17. Un busto di Minerva galeata in stucco, molto frammentato. 18. Vari frammenti di basette circolari di stucco, adoperate per sostegno a dei busti. 19. Piccola protome muliebre acefala, parimente in stucco.
Tutto ciò fu ritrovato nell'interno e presso l'edicola, commisto alle terre trasportate dalle acque di filtrazione. Ampliate le indagini nell'area circostante, fra le terre franate, per la lunghezza di circa nove metri dalla fronte dell'edicola, si scoprirono parecchie lastrine di marmi colorati, che servirono per pavimenti o per rivestiture delle pareti, e quindi questi pezzi marmorei: 20. Macinello in forma di dito, di lavoro assai rozzo. 21. Busto di adulto sbarbato, con capelli ricci. È mancante nella punta del naso, e nella spalla sinistra, dove è un pezzo riportato in antico, alt. m. 0,53. 22. Busto conservatissimo di giovane pure senza barba, alto m. 0,42. 23. Altro busto di giovane con barba leggera e folta capigliatura, alto m. 0,35. È conservatissimo, non avendo ricevuto altra offesa che all'estremità delle orecchie, e recando una macchia sul naso, cagionata dall’ossido di ferro. 24. Busto di giovine imberbe di perfetta conservazione. La parte posteriore della testa è riportata in antico. Vi è pure di riporto un pezzo della spalla sinistra; alt. m.0,37. 25. Busto di uomo maturo, sbarbato, con capelli e viso che richiama alla mente il tipo dell'imperatore Traiano; alt. m. 0,40. 26. Busto di giovane robusto, imberbe; alt. m. 0,34. 27. Altro busto di giovane imberbe, offeso solo nella punta del naso; alt. m. 0,36. Questi sette busti (21-27) erano posti in cima ad altrettante erme di marmi colorati, come africano, portasanta, bigio, con fusti della misura media di m. 1,88 X 0,275 X 0,225, posati su di un zoccolo a guisa di base ornata di guscio, alta m. 0,18. Cinque di tali erme furono recuperate.
28. Un capitello di pilastro rettangolare intagliato e ben conservato; di lati m. 0,18 X 0,10. 29. Una piccola gradinata su lastra di marmo, grossa m. 0,05, come quelle usate per ornamento di fontane di giardini. 80. Due frammenti di capitelli ionici di differente diametro e di buon intaglio. 31. Un frammento della tondina o parte inferiore, di un capitello corinzio, intagliato a foglia di ulivo. 32. Doppio fiore spettante alla parte superiore di di un candelabro di pregevole intaglio. 38. Tronco frammentato rappresentante un albero di palma. 34. Frammento di pilastrino a sezione rettangolare, di squisito intaglio, con animali fiori e frutti, dello spessore di m. 0,08. 35. Capitellino di forma rettangolare, a rilievo centinato nei lati minori, di intaglio finissimo e bene conservato. 36. Basetta attica di rosso antico, alquanto deteriorata, del diametro di m. 0,32. Si raccolsero inoltre questi altri pezzi: 37, 88. Frammenti che appartengono alla parte superiore di un'ara fastigiata in peperino. 89: Lucerna fittile, annerita dall'uso, col noto bollo in rilievo: SAECVL. 40. Altra lucerna col sigillo pure assai noto, ed a lettere incavate: L MARMI. 41. Altra sul cui piatto è in rilievo Leda col cigno, e sotto il bollo di fabbrica, conosciuto per altri esemplari anche in altre parti d'Italia: L CAECILI. 42. Altra, semplice conservatissima, col bollo comune: L CRAE CSAE.43. Altra sotto cui vedesi rilevato il sigillo fatto con la sola lettera P. 41. Altra sulla quale è un Amore a cavallo di un delfino. A causa delle incrostazioni non è più visibile la marca di fabbrica. 45. Parecchie altre lucerne comuni, senza marca, o troppo deperite per poterne leggere le impronte delle figuline. 46. Fondo di piatto aretino, con bollo in orme di piede umano: Q CAS VE. 47. Manico frammentato di anfora con bollo: L AL. 48. Altro manico di anfora, in cui si legge a rilievo: LCK. 49. Altro simile, in cui risaltano le lettere: P Q A R. 50. Altro recante il bollo: R M Q. 51. Altro con la leggenda impressa: L AN ANA. 52. Altro ove apparisce la marca: COP. 53. Tre frammenti di antefisse fittili. 54. Fu poi raccolta una collana, ben conservata, composta di fili di oro legati a maglia, nei quali sono infilati alternativamente cilindretti prismatici di prasine, e perle; il tutto chiuso da fermaglio ad uncino. È lunga m. 0,35, e pesa grammi 8 1/2. 55. Si ebbero quindi pezzi di un cucchiaio e due specilli di bronzo. 56. Una moneta in bronzo di Augusto, ed altra di Antonino Pio. 57. Varî pezzi di fistula acquaria plumbea, nei quali ricorre la leggenda: HAGATO SERVVS FECIT. 58. Due aghi saccali; un cucchiaio e tre stili di osso.
D. Marchetti
Negli sterri per il grande canale collettore sulla riva destra del
Tevere, fra la piazza Mastai e la chiesa di s. Crisogono, a m. 5,50 sotto il livellostradale, si è rinvenuto un tubo acquario di piombo, con l'iscrizione: CLAVDIORVM AMPHIONIS ET EROTIONIS.
Proviene dagli sterri medesimi una lucerna fittile, la quale reca nel piatto, in rilievo, una rappresentanza cosmica. In alto sono figurati Giove, Giunone e Minerva, ed accanto a queste divinità due Venti che soffiano in una buccina. Presso l'orlo a sinistra è rappresentata la Luna nella biga, e a destra il Sole nella quadriga in basso è la figura dell'Oceano. Nel fondo è impresso il sigillo di fabbrica: caESAE.
Giuseppe Gatti.
Apertura al pubblico del Viale del Re, la nuova strada del Trastevere, che connette il centro con la nuova stazione di Trastevere.
A seguito dell'entrata in servizio della della Stazione di Roma Trastevere, la SRTO chiede e ottiene la concessione per nuove linee tramviarie: da piazza Venezia a San Pietro per corso Vittorio Emanuele; da piazza Venezia alla stazione di Trastevere per ponte Garibaldi, con raccordo alla linea di San Paolo; da via Cernaia a Sant'Agnese per via XX Settembre con diramazione da Porta Pia a Porta Salaria.
Presso la residenza della settima coorte dei vigili, nella piazza di s. Crisogono, fu recuperato il seguente titolo sepolcrale, inciso su piccolo cippo scorniciato di marmo bianco, di m. 0,54 X 0,25 X 0,27: D M COSSONIO SY NETOFILIO QVI VIXIT AN XXII MEN VII DXX IIIl FECE RVNT PARENTES
Giuseppe Gatti.
Intrapreso lo sterro per una nuova strada dai prati di s. Cosìmato alla nuova stazione ferroviaria del Trastevere, si è rinvenuta un bella lucerna rotonda, di terra rossa, a due becchi, ma senza ornati e senza bollo di fabbrica.
Giuseppe Gatti.
In occasione degli scavi per le fondamenta della fabbrica destinata all'ufficio delle poste e dei telegrafi nel Viale del Re, si è scoperta la seguente epigrafe votiva, incisa su lastra di travertino, di m. 0,63 X 0,49 X 0,09:
HERCVLIS S S SILVANO S S M VLPIVS APOLLONIVS AVG L PRECO FAMILIAE CASTRESIS POSVIT
Un altro praeco della familia castrensis (M. Ulpius Felix) è ricordato dal titolo urbano C.I.L. VI n. 8583, che proviene anch'esso da Trastevere.
Felice Bernabei
Presso l'angolo formato dal viale del Re e la via delle Fratte, si è trovato, alla profondità di m. 3,50 sotto il piano stradale, il basamento di una colonna di travertino, con parte della colonna medesima al posto. Il diametro della colonna è di m. 0,55.
Giuseppe Gatti.
Costruendosi un fognone fra la via di s. Francesco a Ripa ed il viale del Re, alla profondità di m. 1,50 sotto il piano stradale , sono tornati in luce, per un lungo tratto del cavo, parecchi avanzi di antichi edifici privati.
Alcune costruzioni sono reticolate, altre laterizie. Fra queste ultime fu notato un angolo di edificio, la cui fronte era rivolta da nord-est a sud-ovest, e le cui pareti, grosse m. 0,55, avevano buona cortina in mattoni.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori per la fogna fra il Viale del Re e s. Francesco a Ripa, è stato rimesso in luce l'angolo di un antico edificio, di buona cortina laterizia. La volta della stanza era franata e formava un cumulo di rovine.
Altri avanzi di mura reticolate riapparvero presso il medesimo luogo; e si scoprì pure un sepolcro, coperto di tegoloni, che conteneva ancora pochi avanzi dello scheletro frammisti alla terra. Uno dei tegoloni del coperchio è improntato col bollo C. I. L. XV, n. 649a. Si raccolse fra le terre una lucerna liscia, comune, senza ornati e senza marca di fabbrica ed un'antefissa fittile, alta m. 0.25 larga m. 0,15, ornata di palmetta, ovoli e festoncini di fronde d'alloro.
Giuseppe Gatti.
Nell'orto annesso all'ospizio di s. Cosimato in Trastevere, alla profondità di m. 1,60, sono stati rimessi all'aperto gli avanzi di due camere d'età romana, costniite in laterizio. Una di queste misura m. 6.40 X 4,25, ed ha il pavimento di musaico grossolano, a semplice chiaroscuro, con fascia verso l'estremità, larga m. 0,15. Nel mezzo v'è una grande testa muliebre, con capelli sciolti, alta m. 1,05, larga alla fronte m. 0,85: attorno alla quale sono rappresentati delfini. L'altra stanza, distante dalla prima circa m. 10, misura m. 3,50X3,10, ed anch'essa ha il pavimento a musaico, formato di soli tesselli di marmo bianco e nero. Sul lato nord di questa seconda camera si apre un corridoio, tutttora interrato, lungo m. 1,50.
Giuseppe Gatti.
La società Orto-agricola romana "prende in affitto per due anni un terreno in Trastevere di proprietà della Compagnia fondiaria e di altri e chiede quindi al Municipio la licenza di cingerlo di muro coi relativi ingressi e di livellare l'area interna di praticare i lavori necessarii per lo scolo delle acque e di costruire locali per magazzini", con l'obiettivo è far sorgere un orto per metà irriguo e per metà casalino, nonché un ampio padiglione per la mostra dei prodotti dell'orticoltura romana.
Nei lavori per la fondazione di un nuovo fabbricato sull'angolo del viale del Re e piazza Mastai, alla profondità di m. 5,10 dal suolo attuale, è stato scoperto un tratto di antica strada lastricata coi consueti poligoni di lava basaltina. La parte scoperta nel cavo è lunga m. 14; ed è terminata verso sud, da un muro a cortina laterizia, che poggia sopra uno strato di massi rettangolari di tufo.
Giuseppe Gatti.
Continuandosi gli sterri per fondare un nuovo casamento in piazza Mastai, sull'angolo col viale del Re, è tornato in luce un altro muro con cortina laterizia, largo m. 1, in direzione da nord a sud. Ivi presso si rinvennero avanzi di un’altra costruzione a sacco, sotto la quale era posto un parallelepipedo di travertino, alto m. 0,50, largo m. 0,75, profondo m. 0,70. Su questo è scolpita a bassorilievo una Vittoria alata, che incede a sinistra, e solleva con la mano destra un ramo di palma, con la sinistra una corona.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori per la fondazione del nuovo casamento sull'angolo del viale del Re e piazza Mastai, di cui già altre volte si è detto, è stato scoperto un muraglione formato di massi quadrangolari di tufo. Su questo sono posate due basi in travertino, aventi i lati larghi m. 0,80 e l'altezza di m. 0,25; sono fra loro distanti m. 1,380, e sostenevano colonne di peperino del diametro di m. 0,45, di cui restano al posto due fusti, lunghi l'uno m. 1,30, l'altro m. 1,15.
Giuseppe Gatti.
Nel cavo per fondare la scala del nuovo edificio, che si stà costruendo sull'angolo di piazza Mastai e viale del Re, è stato scoperto alla profondità di m. 5 sotto il piano stradale, un altro tratto di antica via romana, lastricata coi consueti poligoni di selce.
Fra la terra si è raccolto: un masso di travertino, di m. 0,60 Xx 0,73, che ha scolpita di rilievo una corona; un pezzo di mattone col bollo. di età severiana C.I.L. XV, 770, ed un rocchio di Colonna in travertino, 1ungo 1 m. 0,60 col diametro di m. 0,45.
Giuseppe Gatti.
Per i lavori di sterro che si fanno presso il viale del Re, a fine di costruire una condottura che porti l'acqua Paola al mattatoio comunale, è stata ritrovata una lucerna arcaica in terracotta, coperta di vernice nera, mancante del becco; un manico di lucerna comune col rilievo della testa di Giove; un ago crinale, in osso; un piccolo balsamario di vetro.
Giuseppe Gatti.
Intrapresa la costruzione di un fabbricato accanto alla chiesa di s. Crisogono in Trastevere, alla profondità di m. 6 è stata scoperta una tomba a cassettone, lunga m. 2,00, larga m. 0,80, formata di pezzi di lastre marmoree. Uno di questi frammenti reca il principio di un titolo sepolcrale cristiano: LOC BASILI C
Nel sito medesimo sono state trovate fra terre di scarico due colonne di marmo bianco; una intiera, alta m. 2,05; I' altra, mancante della parte superiore, alta m. 1,.50. Ambedue hanno il diametro di m. 0,30.
Giuseppe Gatti.
Presso la chiesa di s. Crisogono, sul viale del Re, fabbricandosi un nuovo casamento, si è recuperato un frammento di grande capitello marmoreo, scolpito a foglie d'acqua, alto m. 0,84 e molto consunto. Giaceva alla profondità di tre metri sotto il piano della strada.
Giuseppe Gatti.
Nel gittare le fondamenta del nuovo convento dei Trinitarii a lato della chiesa di s. Crisogono, in Trastevere, alla profondità di m. 5,50 dal piano stradale, sono stati rinvenuti tre antichi sepolcri costruiti con tegoloni e coperti da lastre di marmo.
Presso a questi sepolcri si sono trovati due sarcofagi marmorei. Uno di essi rotto in pezzi e mancante di alcune parti, ha la fronte scolpita a strie ondulate, e sugli angoli vi sono geniotti con la face rovesciata. L'altro è intiero, e misura ni. 1,95 X 0,52 X 0,52. La fronte è parimente striata, ed ha nel mezzo un cartello quadrato con l'iscrizione: D M TAELIO FELICI AVG VSTI LIBERTO ATIV sic TORI AB ANNON A FECIT AELIA TA TIAS MATER OVI sic VIXIT ANNIS XXXII M V D VII
L'ufficio di adiutor ab annona sembra doversi intendere per adhitor jtraefccll annonae, di cui si aveva finora un solo esempio nella lapide del museo Vaticano, C.I.L. VI, 8470: Carpus Aug. lib. Pallantianus, adiutor Claudi Allieaodori praef. annonae etc.
Fra la terra sono stati raccolti due pezzi di grandi tegoli, che portano il bollo circolare, forse inedito, dell'anno 123: APRON ETPAET COS FELICI
Si è pure recuperato un frammento di grande dolio fittile, sul cui labbro a grandi lettere è impresso il bollo: ...CVNDVS A...
Giuseppe Gatti.
Continuandosi gli sterri per la fondazione del nuovo convento dei Trinitarii presso s. Crisogono, a circa m. 8 sotto il piano stradale, è stato scoperto un piccolo tratto di antica costruzione in blocchi squadrati di tufo. Il muraglione è largo m. 0,50, ed ha la direzione di est ad ovest. Nel punto sterrato si sono riconosciuti quattro ordini di tali parallelepipedi di tufo.
Fra la terra estratta dai cavi sono stati raccolti tre pezzi di cornice marmorea; un frammento di rozzo bassorilievo spettante all'angolo destro della fronte di un sarcofago ; una lucerna fittile comune, ed un pezzo di tegolone col bollo circolare, del diam. di mm. 85: OFICI BENIGNI
Simili bolli, della fine del secolo V e del principio del VI. furono pure raccolti presso le chiese di s. Martino e di s. Clemente (v. C.I.L. XV, 1678).
Giuseppe Gatti.
Dagli sterri per la fondazione del nuovo convento dei Trinitarî, presso la chiesa di S. Crisogono, provengono: una grande mensola marmorea, lunga m. 0,33X 0,30 X 0,20, ornata a foglie d'acanto; e due pezzi di mattoni, che portano rispettivamente impressi questi bolli circolari, A MAXIMOFE X PR PRA ST MESSALINI, Q OPPI VERECVNDI. Questo secondo bollo è una varietà di quello edito nel C.I.L. XV, 1348; l’altro pare inedito.
Giuseppe Gatti.
Continuandosi gli sterri per la fondazione della nuova casa dei Trinitarii, accanto alla chiesa di s. Crisogono, sono stati raccolti i seguenti oggetti : Capitello di marmo bianco, alto m. 0,50, diam. m. 0,35. Altri tre capitelli, parimente di marmo bianco, due dei quali sono alti m. 0,37, col diametro di m. 0,28; il terzo è alto m. 0,30, diam. m. 0,30. Rocchio di colonna marmorea, lungo m. 1,20, diam. m. 0,35. Rocchio di colonna in marmo bigio, lungo m. 1,23, diam. 0,23. Base di marmo, del diametro di m. 0,35. Altra piccola base di m. 0,15 X 0,08. Mensola di marmo, alta m. 0,39 X 0,18. Frammento di sarcofago, la cui fronte era scolpita @ strie ondulate. Frammento di grossa lastra di porfido, alto m. 0,19 X 0,13, che conserva le seguenti lettere profondamente incavate: BI
Un altro frammento di lastra marmorea, alto m. 0,15 X 0,26, trovato. nei me- desimi sterri, conserva: ...CONIVGI MERENTI...
Giuseppe Gatti.
Presso la chiesa di s. Crisogono, continuandosi i lavori per la costruzione del nuovo convento dei Trinitarî, è stata raccolta fra la terra una base di colonna, in marmo bianco, del diam. di m. 0,50, ed un capitello ionico'largo m. 0,80X 0,65, alto m. 0,22.
Giuseppe Gatti.
Nel cortile del laboratorio di marmi, tenuto dal sig. Enrico Costa, incontro la chiesa di s. Crisogono, sull'angolo del viale del Re con la via della Lungaretta, è stato rimesso all'aperto un pezzo di cornicione in marmo, lungo m. 1,15 X 1,10 X 0,55, che dovette appartenere ad un grandioso monumento. È intagliato con franchezza d'arte, forse del tempo degli Antonini, ed è in buono
stato di conservazione.
Giuseppe Gatti.
La SRTO attiva una nuova linea a trazione elettrica, dalla stazione di Trastevere alla stazione Termini (in trazione elettrica mista, con filo aereo e accumulatori in via Nazionale, attraverso piazza Venezia, via del Plebiscito, corso Vittorio Emanuele, via di Torre Argentina, via Arenula, ponte Garibaldi, piazza d'Italia e il viale del Re).
Presso lo sbocco della via della Lungaretta nel viale del Re, alla profondità di m. 1,60 dal piano stradale, si è rinvenuto un frammento di cornicione in marmo, lungo m. 1,10 X 0,55. Alle solite modanature vi è aggiunto in rilievo un ornato di fogliami, di buona fattura ed abbastanza bene conservato.
Giuseppe Gatti.
Nel trapezio irregolare compreso fra il viale del Re, via san Francesco a Ripa e via Mastai, gettandosi dall'impresa Borrelli le fondamenta di una nuova casa, nel cavo frontale a metri 6 circa dal piano stradale ed a metri 7 dall'angolo che forma la via Mastai col viale del Re, venne in luce ed in parte rimosso per necessità costruttive un filo di quattro grossi blocchi di travertino, lunghi m. 1,00, alti m. 0,50 e dello spessore di m. 0,65, fra loro collegati con sbarre di ferro, imperniate nel centro dei singoli massi.
Tale costruzione, che accenna a continuare verso ovest, è orizzontata da est ad ovest, come il tratto di blocchi squadrati in tufo, venuti in luce l'anno 1897, allorquando si diè mano alla fabbrica del convento dei Trinitari presso S. Crisogono. (cfr. Notizie 1897, pag. 511).
Nei lavori di sterro poi si è rinvenuto un piccolo blocco di marmo bianco di m. 0,24 X 0,10 e dello spessore di m. 0,12, sul quale, in un riquadro di m. 0,16 X 0,08, si legge la seguente iscrizione, grossolanamente scolpita in rozzi caratteri: THEOGENEA RVTILI BONAE DEAE V S M I.
Giova ricordare che, in quei pressi, oltre una base marmorea fu rinvenuto il cippo, che ancora può vedersi fisso nel muro del conservatorio di S. Pasquale Baylon, ricordante la restitutio del simulacrum e la costruzione dell'aedes della Bona Dea, protettrice dell' insula Bolani. (C.I.L. VI, 65, 66, 67).
A. Valle.
Al viale del Re, facendosi un cavo di fronte alla fabbrica dei tabacchi, si è incontrato, alla profondità di m. 5,50, un tratto di pavimento stradale dei bassi tempi, lungo m. 3,50, che ha la direzione da est ad ovest. Al di sotto di questa strada, sono stati scoperti pochi resti di muri laterizi ed un piccolo avanzo del pavimento di un'antica stanza, formato da mattoncini ad opera spicata.
Giuseppe Gatti.
Al viale del Re n. 28, nel terreno di proprietà del sig. Raffaele Rossini, in un cavo perimetrale prospiciente piazza Mastai, a m. 5,10 dal piano stradale, e a m. 3,10 dal ciglio del marciapiede, si è scoperto un tratto di strada antica
a poligoni di basalte, per la lunghezza di m. 2,30 e la larghezza di m. 1. Fa quasi
angolo col viale del Re.
Dante Vaglieri.
Trasporto dei pezzi per la statua equestre del Monumento a Vittorio Emanuele II: "Nella notte del 24, su due carri appositi trascinati da otto pariglie di cavalli, furono trasportati a Piazza Venezia due dei giganteschi pezzi di quella statua, opera del Chiaradia, e cioè la parte posteriore e la parte superiore del cavallo, su cui poserà il torso del Re.
I lavori di caricamento, iniziati la mattina avanti, riuscirono difficilissimi. Si dovette abbattere, per farli uscire, buona parte del portico esistente nell'ospizio di San Michele e prospicente la fonderia Bastianelli dove fu fatta la fusione.
Gli immensi massi di bronzo, del peso complessivo. di circa otto tonnellate, protetti da nizze di castagno, furono quindi trascinati a forza di argani fino sulla via. Occorsero poi sedici uomini per collocare i pezzi sulle piattaforme dei carri.
Il convoglio si mise in moto alle 2 del mattinò proseguendo per Via Anicia, Via San Francesco, Viale del Re, Ponte Garibaldi, Corso Vittorio, Piazza Venezia; ai piedi del monumento il convoglio non giunse che la mattina del 25 alle 8.
Appena i due pezzi saranno sistemati sulla base che li attende verranno trasportate le altre parti della gigantesca statua, cioè la parte centrale del cavallo e il torso del Re. I lavori di collocamento definitivo, di saldatura, di pattinatura, di indoratura totale richiederanno altri quattro mesi."
Il Duce presenzia alla celebrazione del XVII Annuale della fondazione del reparto Moschettieri, con una rivista lungo Viale Trastevere. Dopo aver passato in rassegna il Battaglione e le rappresentanze della Milizia il Duce ha assistito al giuramento dei nuovi ammessi ha distribuito le ricompense al valore mili tare ei brevetti ai nuovi piloti.
La via del Re viene rinominata Viale Trastevere.
Il sindaco Cioccietti inaugura il Busto dedicato a Bartolomeo Pinelli a Viale Trastevere.
Monumenti
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Ospedale Nuovo Regina Margherita
1970 ospedali
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Intensivo di Rebecchini a Viale Trastevere
1970 edifici
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Intensivo di Lafuente a Viale Trastevere
1957 edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Istituto San Gaetano
1946 scuole
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Palazzo degli Esami
1936 edifici
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Autorimessa ATAG a Trastevere
1932 edifici
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Palazzo di Rebecchini a Viale Trastevere
1920 palazzi
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Palazzo Ministero Pubblica Istruzione
1914 palazzi
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Palazzina Du-Challiot
1910 palazzine
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Istituto Mastai
1895 edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Cappella dell'Istituto Mastai
1895 cappelle
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Vecchia Stazione di Trastevere
1890 stazioni
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Cappella della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione
1877 edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzina di Viale Trastevere 40
1872 palazzine
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Mura Gianicolensi
1641 fortificazioni
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Oratorio della Confraternita della Beata Vergine del Carmine
1620 oratori
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Convento di Sant'Agata ora Arciconfraternita di Santa Maria del Carmine
edifici
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Convento di San Crisogono
conventi
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Palazzo razionalista a Viale Trastevere
edifici
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Monumento a Bartolomeo Pinelli
memoriali
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Domus di Piazza Mastai
domus
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Sacello della Bona Dea a Trastevere
templi
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Palazzo Nicolini
edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzo a Via di San Francesco a Ripa 129
palazzi
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Mercato dell'Orto Agricolo
edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Sferisterio Garibaldi poi Teatro Piero Cossa
teatri
☆ ☆ ☆ ★ ★
Madonna dell'orazione a viale Trastevere
edicole sacre
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Condominio Lapadula a Viale Trastevere
edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzo Ufficio Telegrafico di Viale Trastevere
palazzi-corte
☆ ☆ ☆ ★ ★
Horti Caesaris
archeologia
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Ædicula Herculis Cubantis
archeologia
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Templum Fortunae Fortis al I miglio della via Campana
templi
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Ninfeo presso gli Horti Caesaris
archeologia