In occasione delle Nozze d'argento dei Reali d'Italia Umberto e Margherita di Savoia, viene organizzata una grande rivista militare di 20.000 uomini ai Prati di Castello. Presenti il Re d'Italia e l'imperatore Guglielmo II, in uniforme di Colonnello della Guardia del Corpo, i Principi Reali, i Principi stranieri, generali e ufficiali.
Prima rivista passata da Re Vittorio Emanuele III: "Alle ore 5.20 della mattina, il Re, scortato dai corazzieri, uscì in carrozza dal Quirinale. Davanti alla caserma degli allievi carabinieri S. M. montò a cavallo dirigendosi. in Piazza d'Armi. Le truppe si componevano di due battaglioni della legione allievi carabinieri, uno squadrone di reali carabinieri, il battaglione del 2° granatieri, i reggimenti 63°, 64°, 93° e 94° fanteria, il 5° bersaglieri, quattro squadroni dei cavalleggieri di Monferrato, due brigate del 13° artiglieria, la brigata genio.
Una novità: Sembra che due battagli ria non compiessero con regolarità i movi Re diede ordine che rimanessero in Piazza d'Armi facendo poi loro eseguire, in sua presenza, varie evoluzioni.
Dopo che il Re ebbe passato la rivista, si collocò nel viale delle Milizie, dove seguì lo sfilamento per plotoni, guida a destra, Quindi il Re tornò in caserma degli allievi carabinieri, ove rimontò in carrozza ritornando al Quirinale sempre scortato dai corazzieri, Nonostante l'ora mattutina, gran folla accalcavasi in Piazza del Popolo e nelle vie adiacenti alla Piazza d'Armi, Durante il ritorno, il Re fu salutato e più volte applaudito."
Rivista a piazza d'Armi per la Festa dello Statuto:
"Una mattina primaverile, radiosa, Alle sette, la folla si raduna ai Prati per assistere alla grande rivista in piazza d'armi, dove lo spettacolo è imponente.
Arriva il Re in vettura, preceduto da un pelottone di corazzieri. Il Re è salito a cavallo, freneticamente applaudito dalla folla, mentre le musiche militari squillan l'inno reale. Poi si svolge la rivista."
Su invito del maggiore Moris, l'aviatore francese Delagrange, giunge a Roma per eseguire delle dimostrazioni di volo. Rimontato il suo aeroplano nella Caserma Cavour presso la Piazza d'Armi, sede prescelta per le esibizioni.
A Piazza d’Armi, davanti alle più alte cariche politiche (il Ministro della Guerra, il Ministro della Marina, il Sindaco di Roma e perfino i Sovrani) viene compiuto il primo volo a Roma: alla guida del velivolo è l'aviatore francese Léon Delagrange: "ebbe luogo domenica 24 maggio in piazza d'armi alla presenza di una folla enorme, e quando, alle 5 e mezzo, la Principessa Letizia salì sul palco reale, si poteva calcolare che cirea 100000 persone facessero siepe intorno all’immensa spianata.
Una grande folla era anche fuori dello steccato, arrampicata su sedie e tavoli per godersi lo'spettacolo gratuitamente. Molta gente infine, certo tutta di buona vista, era salita per l’erta di Monte Mario, o si aftullava sulla terrazza del Pincio, Gli occhi di tutta Roma insomma, da vicino e da lontano, erano fissi sull'aereo-navigante.
Il vento intanto continuava a soffiare con deliziosa ustilità. E per la folla si cominciava a spargere la voce che gli esperimenti non avrebbero avuto luogo. L'aereoplano rimaneva immobile sotto l'hangar e delle pattuglie di carabinieri trattenevano a stento i euriosi che tentavano di avvicinarsi. Dall'altra parte del Tevere, dal parco della Società aereonautica italiana, si innalzano intanto il Fides III e il Condor II.
Salgono rapidamente, raggiungono in breve le nuvole e si allontanano verso i monti Parioli, seguiti dall’attenzione della folla, che si distrae per un poco dal malumore dell'attesa, che si annunzia ormai vana. Ma in quel momento il Delagrange III esco dall'hangar.
Il vento si è un po' calmato, ma non del tutto. Ciò nonostante il Delagrange si è deciso a tentare la prova. Un lungo mormorio saluta l'uscita dello strano apparecchio. L'aereoplano scivola rapidamente sul prato con la velocità di un'automobile a 60 chilometri. L'attesa della folla si fa ansiosa. Due automobili si lanciano ad inseguire l'apparecchio.
Dopo un centinaio di metri di percorso le ruote anche le anteriori si sollevano: la macchina “vola,, ma per poco. Ad un lieve rialzo dol terreno riprende terra e ricomincia a camminare.
L'aereoplano continua la sua corsa, si solleva di nuovo, sempre all'altezza di circa un metro, e gira, con una voltata di circa 30 metri, l'argine che guarda il Tevere; ma mentre accenna ad elevarsi di più, un colpo di vento lo fa oscillare e riprende terra, ritornando verso l'hangar.
C'è troppo vento. Ma Delagrange riparte per un terzo giro sollevandosi questa volta ad un'altezza di quattro metri. Ma un mucchio di sassi lo fa fermare. Le automobili che lo seguono, filando a tutta velocità, lo raggiungono e si fermano. Ma l'aereoplano si rimette quasi subito in movimento, deserive una larga curva per due volte, sollevandosi e per dne volte riabbassandosi, e passa rapidissimo volando sul prato ad un'altezza di circa un metro dinanzi alle tribune che applaudono.
Si grida: Bravo! Bravo Delagrange! Ma per il popolo minuto, questo è ancora poco: sugli spalti gli applausi sono alquanto contrastati...
Siamo al quarto giro. L'aere già si imbruna: sarà l'ultimo. E anche questo è come jl precedente Delagrange vola, ma basso ed a sbalzi. Ha però la fortuna di fare un bel volo di circa quattro metri di altezza nell'ultima dirittura e ciò gli procura un grande applauso questa volta incontrastato.
Le discussioni sono vivacissime. Vola o non vola? È quello che i milanesi vedranno tra pochi giorni quando il Delagrange ripeterà a Milano i suoi esperimenti nella Piazza d'Armi ove si sta allestendo un aereodromo."
Dopo il tentativo fallito qualche giorno prima, l'aereo pilotato dal francese Leon Delagrange, prosegue le prove di volo Piazza d'Armi e si solleva da terra per circa due metri, compiendo alcuni giri del campo volo.
A Piazza d’Armi, l'aviatore francese Léon Delagrange effettua una efficente prova di volo, percorrendo senza interruzione quasi dieci volte un circuito misurato di 1250 metri che per l'ampiezza delle curve venivano ad essere 1650 circa. Rimane in aria 15 minuti e 24 secondi, percorrendo a volo circa 16 chilometri.
Il dirigibile militare 1 bis giunge a Roma da Bracciano, atterrando a Piazza d'Armi, per poi riparte per la base al Cantiere sperimentale di Vigna Valle.
Morte del Tenente Rovetti, colpito dall'elica del Dirigibile 1 bis. Di ritorno da Napoli, il Dirigibile 1 bis era atterra a Piazza d'Armi per fare rifornimento.
"L'atterramento a Roma era previsto, per il rifornimento di benzina, non potendo il dirigibile portarne seco quanto basti per un viaggio superiore ai 500 chilometri; inoltre col calar della notte era scesa sulla campagna romana fittissima nebbia, onde l'atterramento fu anche opportuno, tutto il grande viaggio da Vigna di Valle a Napoli e di qui a Roma essendosi svolto senza il minimo inconveniente.
Sparsasi a Roma, ad ora pur così tarda, la notizia dell’arrivo del dirigibile, molta gente accorse in Piazza d'Armi. Era ivi il colonnello Moris coi bravi ufficiali e soldati della brigata areostieri.
Il dirigibile non aveva che da rifornirsi di benzina e avrebbe potuto ripartire per Bracciano dopo un ora ma la qualità di benzina esistente nel magazzino militare non fu ritenuta adatta e ne fu mandata a prendere all'hangar di Vigna di Valle dall'automobile del colonnello Moris che tornò a Roma con la provvista verso la mezzanotte.
Erano le 1.15 antimeridiane precise del 1 novembre quando rifornitosi di benzina e fa cendosi largo fra la nebbia la luna piena gli aereonauti tenenti Munari e Scelsi e meccanico Laghi salirono nella navicella.
Il tenente Munari prese il volante del comando. Il colon nello Moris strinse la mano a tutti tre dicendo loro Arrivederci più tardi a Bracciano e il centinaio di persone che ancora attorniavano il pallone si strinsero più da presso.
Il motore cominciò a funzionare, e la folla si fece ancora più vicina al pallone. Il tenente Pietro Rovetti si spinse innanzi per allontanarla e fu la sua morte.
D'improvviso l'elica al comando del colonnello Moris a girare vorticosamente senza che il povero ufficiale avesse il tempo di allontanarsi.
Un ala dell'elica nel suo giro vorticoso colpi alla sommità della testa il tenente Rovetti asportandogli parte del cranio, tutta la fronte gli occhi il naso parte di un orecchio e la mandibola superiore. L'ufficiale cadde morto al suolo senza neppur potere emettere un lamento.
Il dirigibile venne condotto a mano fino al muraglione di cinta della caserma del 8° genio, ove sostò fino alla mattina alle 6, e dopo il cambio delle palette guasto rientrò in modo perfetto nell'Hangar di Vigna di Valle."
L'on Mussolini inaugura la fontana-giardino di piazza Mazzini e la fontana delle Anfore al testaccio, alla presenza del Governatore di Roma, Filippo Cremonesi.
La polizia fascista e reparti tedeschi bloccano le strade tra le piazze Mazzini e Bainsizza alla ricerca di renitenti alla leva e al lavoro obbligatorio, di ebrei e antifascisti.