Storia
CronologiaMarco Vipsanio Agrippa, amico e genero di Augusto, nell'ottica della monumentalizzazione del Campo Marzio, affida a Lucio Cocceio Aucto la realizzazione di un nuovo tempio dedicato alla totalità degli dei.
Papa Eugenio IV, rimuove i banchi di vendita ed altri ingombri dal pronao della Basilica di Santa Maria ad Martyres.
Facendosi la selciata per tutto Campo Marzo (Vacca mem. 35) furono ritrovati i due leoni di basalte con leggenda geroglifica nel plinto i quali rimasero in piazza della Rotonda fino all'anno 1586. Sisto V li trasportò ad ornamento della sua mostra dell acqua felice in piazza di Termini. Da Gregorio XVI furono definitivamente collocati nella nona stanza del museo egizio vaticano. I cartelli delle iscrizioni recano il nome di Nektanebo I.
Papa Alessandro VII con chirografo ordina lo spianamento della piazza e delle contrade adiacenti, al conte Giulio Cesare Negrelli senatore di Eoma. Dai conti del Paglia risulta, che il volume delle terre tagliate e trasportate altrove fu di canne 425,487 pari a met. cubi 4744, e che furono costruite canne 755,59 ossia met. quadrati 3770 di selciato. Le terre furono trasportate nell' area del foro Boario , e precisamente dove è stato fino ai giorni nostri il magazzino comunale dei selci , sostituito ora dal mercato del pesce. Quest'area era allo stesso piano del Giano e di s. Giorgio in Velabro, e vi impaludavano le acque di Mercurio.
Papa Clemente IX, circonda il pronao di Santa Maria ad Martyres, con una cancellata per tenere fuori il mercato.
Fabrizio Agostini presidente delle strade, con editto pubblico, vieta sotto pene severissime di vendere nella piazza della Rotonda nè meno in terra con canestri e altri ordegni, o senza canestri e ordegni etc. Filippo Barigioni sostituisce il vaso centrale della fontana con l'obelisco che si ergeva nella piazza di San Macuto.
Scavi di Fea al Pantheon, nell'area antistante la V e la VI colonna (a partire da est). Rodolfo Lanciani, nella sua relazione sui restauri del Pantheon, ricorda che:
Vengono scoperte le scalette laterali, le quali dalla piazza mettevano al pronao. Quella rivolta al palazzo Crescenzi contava 5 scalini di marmo, lunghi 8 piedi, pollici 1 e un quinto, larghi 1 piede e 2 pollici, alti pollici 11 e mezzo, incassati nel vivo della cortina. Il primo scalino d'un solo pezzo, ritrovatovi è stato lasciato coperto al suo luogo, aspettando miglior fortuna per ritornare servibile. Nella parte opposta non fu trovata la scaletta perchè più guasta o riformata.
Gli avanzi della gradinata sul prospetto furono scoperti e riconosciuti nella stessa occasione. Il ciglio dello scalino più alto dista dal plinto delle colonne di met. 4,46. Degli altri quattro scalini « si sono trovati pezzi che pareano fuori di luogo. Tutta intera la gradinata, compreso il ripiano di met. 4,46 (rivestito di lastroni di marmo), riposa sopra un fondamento di scaglie di travertino, il quale fu troncato da un capo all'altro per ordine di Alessandro VII, per farvi passare la chiavichetta moderna.
La Commissione per gli abbellimenti di Roma, conferisce a Giuseppe Valadier l'ncarico di realizzare un piano regolarizzazione della piazza del Pantheon, con una serie di demolizioni per l'allargamento e la liberazione del monumento dagli edifici addossati. Il piano non viene comunque approvato.
Papa Pio VII, avvia le demolizioni delle informi e sudice botteguccie dei pescivendoli, di proprietà dei Canonici del Pantheon, che ingombravano il lato nord della piazza della Rotonda.
Apertosi un cavo sull'imbocco di via de' Pastini per iscoprire una vecchia cloaca, alla profondità di met. 1,70 sotto il piano stradale si trovò una platea di muro a sacco, pavimentata di lastre di granitello, grosse met. 0,05. La platea fu troncata, come lo era stata antecedentemente, a breve distanza, allorché fu costruito il chiavicene che scende parallelamente alla via. Si trovarono parimenti molti scaglioni di marmo, e pezzi di cornici, ch'io non ho visto, ma che mi furon descritte dall'ispettore Calandrelli.
Il piano di granito era di met. 1,19 più alto di quello dell'antica piazza. Nello istesso anno l'architetto Giulio Podesti, sottofondando la casa posta fra la via dei Pastini e quella del Sole, alla profondita di met. 2,50, scoprì il proseguimento della platea, e ne potè determinare la spessezza in met. 1,65.
Si vide attraversata da un canale rettangolare, diretto verso la piazza della Maddalena. L'architetto Podesti scoprì pure un tronco di colonna di granito bigio, largo nel diametro met. 1,00.
Dinanzi al pronao del Pantheon si apriva una piazza lunga press'a poco due quadrati, della quale posso determinare le precise misure. Nel senso della lunghezza giungeva fino all'angolo che la via della Maddalena forma con le vie delle Coppelle e dell'Acqua santa, ove s'incontra il selciato di un'antica strada perpendicolare all'asse del Pantheon, e costituente il limite settentrionale dell'area.
Questo selciato, coi consueti pentagoni basaltini, fu da me visto il giorno 20 gennaio 1873, alla profondità di met. 1,50 sotto il piano di via delle Coppelle, e del suo trovamento si ha memoria nei registri della Comm. arch. comunale.
E qui è opportuno notare, che tutto il lungo rettifilo, formato dalle vie dell'Acqua santa, delle Coppelle, di S. Agostino, e de' Coronari segue l'andamento di una delle antiche principali strade del Campo marzio; come aveva saggiamente divisato il Canina, senza pur conoscere quei documenti e quei dati di fatto, che a noi oggi son noti.
Nella piazza del Pantheon, e precisamente dinanzi l'imbocco della via de' Pastini è stato scoperto il piano dell'antica area, commessa di grandi travertini. Vi si è pure raccolto uno scaglione di colonna di granito rosso.
Rodolfo Lanciani.
Essendo incominciati i lavori di riduzione per uso di Borsa e Camera di Commercio della vecchia Dogana di Terra in piazza di Pietra, sono state riconosciute molte particolarità rispetto la disposizione architettonica del tempio, fra gli avanzi del quale fu costruita la Dogana.
Si sono potuti determinare con esattezza rigorosa gli assi maggiore e minore del rettangolo, e per conseguenza il numero delle colonne dei lati paralleli all'uno ed all'altro asse. Sono state ritrovate tracce delle, cripte sottoposte al pronao ed alla cella, della gradinata rivolta verso la via Lata ecc.
Il giorno 15 settembre, nel cavo sotto la colonna angolare dalla parte di via de' Pastini, è stato trovato il titoletto sepolcrale, edito nelle Notizie del mese precedente.
Da altri cavi sono stati scoperti i seguenti oggetti: un lastrone di granito; un rammento del cornicione del tempio; altro frammento di statua colossale di marmo; frammenti vari ornamentali e figurati di poco conto.
Su iniziativa del Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli e con la direzione dei lavori del Lanciani, parte un ampio ciclo di lavori di risanamento del Pantheon. Viene completo l'isolamento dei fianchi (via della Minerva e Via della Palombella), scavi che portano alla luce la Basilica di Nettuno ed il portico degli Argonauti. Viene eliminata la cancellata e ripristinata la scritta in lettere di bronzo sul frontale del tempio. Ecco la relazione di Rodolfo Lanciani presentata sui lavori intrapresi per l'isolamento del Pantheon:
Ad onta di tutto ciò, fino al corrente anno 1881, due terzi incirca della curva del Pantheon rimanevano deturpati dalle fabbriche di via della Minerva e di via della Palombella, abbenchè i desideri comuni per lo isolamento dell'edificio si fossero manifestati più vivi ed impazienti di ritardo, dopo che il voto unanime della nazione aveva voluto deposta nel Pantheon la salma di Re Vittorio Emmanuele.
« S. E. il Ministro dell'istruzione pubblica, commendatore Guido Baccelli, appena assunto al potere, deliberò di compiere l'opera da tanto tempo desiderata. La demolizione del forno della Palombella fu incominciata il giorno 20 luglio: nel breve spazio di quattro mesi, oltre a 50 metri lineari della curva del Pantheon furono restituiti alla luce, insieme a sei stanzoni delle terme, ed alla quarta parte delle pareti perimetrali del calidario. Le provvide e liberali disposizioni prese da S. E. il Ministro, ne assicurano di vedere intieramente isolata e messa in evidenza la mole di Agrippa, prima che volga l'anno dal principio dei lavori.
I quali lavori hanno avuto la sorte ben rara di trovare plauso presso tutti, nel volgo come fra gli scienziati, il popolo vede con soddisfazione compiersi un' opera di tanto ornamento alla città; opera che per le difi5coltà tecniche, e per l'ingente spesa che richiede, avrebbe dato a pensare a governi e nazioni meno giovani della nostra, e di gran lunga più ricche: sopratutto a quelle che hanno l'abitudine di veder la festuca nell'occhio altrui.
"Molti gruppi di pellegrini si recavano a visitare il Pantheon. Naturalmente, si soffermavavo davanti alla tomba del Gran Re. E parecchi, specie spagunoli e ungheresi, scrissero il loro nome sul registro dei visitatori. Tutto era proceduto con ordine sino al mezzogiorno. A quell'ora, il veterano di guardia alla tomba reale s'accorse che tre individui appartenenti al gruppo di pellegrini francesì avevano scritto sul registro Vive le pape! Indignato, disse: “Chi ha scritto qui Vive le pape? si facci: conoscere. Nessuno si fece avanti: ma alcuni, in tono di protesta, mormorano parole poco confacenti al sacro recinto. Esasperati, i pochi cittadini presenti, rintuzzarono le parole offensive. Sopraggiunsero due carabinieri ai quali il veterano denunciò la cosa. I carabinieri cercarono di scoprire i tre male inspirati, ma invano. Intanto, molti altri pellegrini e altri cittadini erano sopravvenuti, e a un certo punto, quando i carabinieri mostravansi decisi a condorre alla sezione due pellegrini che più davano sospetto d'essere i colpevoli, i loro compagni si diedero a gridare: Liberté, liberté liberté, s'il vous plait; à l'ambassade, à l'ambassade! I cittadini allora reagirono gridando: In questura, in questura, alle Carceri nuove!
Fu in questo momento cle sopraggiunsero due guardie municipali e due di questura con un funzionario di pubblica sicurezza. A questi, uno dei pellegrini più sospettati, un giovinetto smilzo, biondo, pallido, si rese confesso. I carabinieri lo presero in mezzo e lo trassero fuori dal Pantheon. Nello stesso tempo, si arrestava pure l'altro suo complice; e il terzo; — tutti tre francesi.
Giunti che furono gli arrestati sulla piazza, dalla folla che nel frattempo si era adunata in piazza, parti una fischiata assordante, e alcuni popolani non seppero tenersi dall’infliggere una lezione a pugni agli arrestati, mentre erano fatti salire in botte. Le carrozze volarono via verso la sezione di Monterone, in mezzo ai fischi della folla sempre crescente. Il peggio fu che alcuni dei pellegrini si permisero di censurare gli arresti, e di proferire ingiurie contro il nostro paese, e contro il Re. Il popolo fu loro addosso; e se taluni poterono sottrarsi colla fuga, altri ne presero quante ne hanno potuto sopportare. Il popolo era indignatissimo e da tutti si gridava: Come? noi li rispettiamo, ed essi ce’ insultano?
Per tutta Roma, si produsse un'agitazione straordinaria. Si organizzò, in un lampo, una dimostrazione solenne, con bandiere. Si gridò a più riprese “ Viva l'Italia, Viva il Re!, davanti agli alberghi che ricettavano pellegrini. All'albergo Milano, carabinieri e guardie impedirono a stento che i cittadini , esasperati, entrassero! Per salvarsi, i Pellegrini si rifugiavano entro le porte delle case. In Piazza Colonua, passava un omnibus carico di pellegrini: la folla lo accolse a fischiate; lo inseguì; e voleva prenderlo d'assalto; ma ne fa impedita dalle guardie.
Il Pantheon, che, intanto, era stato chiuso, alle 3 e mezzo fu riaperto al pubblico. Una folla enorme di cittadini di ogni classe, si recò alla tomba di Vittorio Emanuele; molte associazioni vi trassero con bandiere, e alcune di queste vennero legate ai cancelli del tempio. Mille e mille firme, anche di stranieri, fra cui fransi, coprirono i registri all'uopo aperti nel Pantheon. Fu un plebiscito imponente , che si ripetò la sera, in piazza Colonna, dove si fecero falò dei giornali clericali. A Firenze, Torino, Napoli, Palermo, Genova, Brescia, e in altre città, si fecero dimostrazioni patriotiche. I pellegrini dovettero tutti ripartire da Roma.
In piazza del Pantheon, per alcuni lavori stradali, è stata ratcolia una sottile lastra di breccia corallina.
Giuseppe Gatti.
Scavi di Beltrami al Pantheon, su iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione. Indagini nella zona di attacco tra il portico e la cella rotonda, portano alla scoperta dei resti di un precedente edificio, identificato come il primitivo tempio realizzato da Agrippa
II Gara Nazionale di Tiro a Segno: "S'inaugura il tiro a segno di Tor Quinto. Un imponente corteo de' tiratori muove in mezzo a una folla sterminata da piazza Termini, percorre le via Nazionale, del Corso, Fontanella di Borghese, della Scrofa, la salita dei Crescenzi e si schiera in piazza del Pantheon.
Il corteo è composto da 301 società. Sono 3285 tiratori in tutto. La società più numerosa è quella di Roma. Precedono il corteo le guardie municipali e gli allievi Carabinieri. Quindi viene la rappresentanza del Comitato centrale della gara, composto dai deputati Menotti Garibaldi, Fortis, Galletti, signor Silvano Lemmi, colonnello Guastalla e comm. Ferrando. La rappresentanza dell'esercito reca una stupenda corona destinata alla tomba di Vittorio Emanuele. Questa corona è deposta sulla tomba del gran Re dal Comitato cent della gara, dalla presidenza della federazione ginnastica italiana, dalle rappresentanze delle società e dell'esercito, mentre, le scorte di Roma, a cui fanno ala i vigili di Roma rimangono nell'atrio del Pantheon. Lungo tutto il percorso del corteo, applausi della folla ai tiratori, applausi alle bandiere, e grida di Viva l'Italia!
Nel pomeriggio, tutte le rappresentanze colle bandiere e colle musiche, si sono riunite oltre Ponte Molle, sulla via del Lazio; il corteo dei tiratori sfila lungo lo stradone di Tor di Quinto e ivi si schiera. Tutte le bandiere si sono raccolte dinanzi al padiglione reale. Scoppiano applausi ai Sovrani che giungono; si trovano già ad attendere le Loro Maestà nella tribuna reale tutti i ministri, i sottosegretari, le rappresentanze della Camera e del Senato, molti generali in divisa, senatori e deputati. L'onorevole Crispi pronuncia un discorso, a cui risponde l'avv. Nova pei tiratori bresciani."
Commemorazione di Umberto I a Roma: "Alle le 17, un corteo immenso si forma nelle vie che stanno attorno a Piazza Indipendenza. Il corteo ha impiegato circa due ore per sfilare; quando la testa del corteo giunge al Pantheon, la coda non si è ancora messà în movimento! Mano mano che arriva, entra nel tempio dai cancelli di destra, gira intorno al tumulo e dinanzi alla tomba di Umberto, depone a piè del catafalco le corone; quindi esce dai cancelli di sinistra e prosegue fino alla piazza di San Luigi dei Francesi, dove si scioglie."
XXV anniversario della morte di Re Vittorio Emanuele II: "Il pellegrinaggio che venerdì 9 gennajo, si recò al Pantheon a riverire le tombe del Re Galantuomo e del Re Martire, esprimeva il sentimento di milioni d'Italiani verso sacre memorie che compendiano tanti anni di aspirazioni, di lotte, di prove.
Nella mattina, alle ore 8, scortato dai corazzieri, il Re, la regina Elena e la regina Madre, accompagnate dalle loro Case civili e militari, s'erano recati mestamente nel Pantheon a ricordare, a pregare.
A mezzogiorno, la vasta piazza dell'Indipendenza si riempiva di rappresentanze. Il cielo non rideva del suo bell'azzurro; un velo di mestizia pareva scendere sulla città. Dodici mila pellegrini erano venuti d'ogni punto d'Italia; e il corteo, che andò formandosi, presentava un insieme magnifico, solenne, di ventimila cittadini uniti in un solo sentimento. In quattro gruppi, dividevasi il corteo: settecento e venticinque gonfaloni, cento corone, venti musiche, che alternavano inni nazionali e armonie funebri.
Alle 14 e un quarto, la testa del corteo entra nel Pantheon, ch'è addobbato a lutto, con maestosi drappi neri, ornati di ricami e di frangie d’oro e d'argento; e, sopra dell’ingresso principale, in un’ ampia targa, si leggon le parole: A Dio ottimo massimo — Governo e popolo innalzano preci — Nel XXV anniversario della morte del Re Vittorio Emanuele Il — Padre della Patria.
Alla sera, nel teatro Argentina, l'avv. Vecchini tenne un’eloquente commemorazione"
Avvio dei lavori di ripavimentazione attorno al Pantheon, grazie ad una donazione del Comune di Buenos Aires. A conclusione dei lavori, viene inaugurata nella piazza una targa a memoria degli eventi:
"A Roma, nelle vie e sulla piazza che circondano il celebre Pantheon, si stanno facendo da qualche mese degli esperimenti di pavimentazione in legno impiegandovi l'algarrobo, tolto ai boschi immensi di Cordoba, uno dei migliori legnida pavimento della Repubblica Argentina, la quale ha voluto fare a Roma ed alla memoria dei due primi re d'Italia, l'omaggio di questa pavimentazione, messa in opera a tutte spese della latina repubblica Platense, che nelle animatissime vie di Buenos-Ayres ha constatati i risultati eccellenti di tale pavimentazione.
A Roma i lavori sono eseguiti sotto la direzione dell'ingegnere argentino Benoit, mandato appositamente dal municipio di Buenos-Ayres. Codesto ingegnere propose al municipio romano un abbassamento del livello nella via della Minerva, per evitare il pericolo che si corre, per la forte pendenza, e per dare un migliore aspetto estetico alla linea severa del finco sinistro del Pantheon.
Anche la piazza subirà lievi modificazioni, per quanto lo permetta la linea della facciata del classico tempio. Il tram, per lasciare libera la piazza, passerà per via dei Crescenzi e via della Rotonda, proseguendo per Torre Argentina. Le vie Palombella e Rotonda sono già pavimentate col nuovo sistema, e già sono iniziati i Javori di abbassamento della piazza e sterro di via della Minerva.
Per la pavimentazione sono già giunti a Roma 400 metri cubi di legno algarrobo, che conta dagli 80 ai 90 anni di vita. Si tratta per ora di 500 mila mattonelle appena sufficienti a coprire la piazza e le vie del Pantheon.
Le mattonelle di algarrobo posano sopra una platea di calcestruzzo, composto di un impasto di Portland, silice ed arena, dello spessore di 25 centimetri, oltre un centimetro e mezzo di puro cemento, col quale sono riunite fra loro.
Il municipio di Buenos-Ayres, oltre al rieco dono fatto a Roma, provvederà anche alla manutenzione delle vie e della piazza pavimentate, fornendole pure di bocchette per l'inaffiamento. Qualunque riparazione necessaria per il deterioramento delle mattonelle, sarà parimente fatta a spese della Capitale Argentina.
Va da sè che i nostri fratelli argentini non fanno tutto questo per mera pompa; Roma è città internazionale ed essi si ripromettono, giustamente, una réclame mondiale, con buoni risultati nell'esportazione del loro algarrobo, sperando che possa diventare il tipo per eccellenza nella pavimentazione delle grandi città moderne."
Fra l'angolo sinistro del pronao del Pantheon e lo sbocco della via del Seminario, facendosi un cavo per rinnovare la fognatura, si è trovato un tratto di antica conduttura d'acqua di piccolo modulo; e su due tubi di piombo della medesima si è riconosciuta l'iscrizione a belle lettere in rilievo: P POSTVMIVS AMERIMNVS FEC.
Il nome di questo stagnaio già si era letto su di altre fistole acquarie ed in lastra di cassetta di Ratiti rinvenuta nel 1658 nell'orto del convento dei ss. Giovanni e Paolo.
Giuseppe Gatti.
Alla fine del comizio all'Orto Agricola della mattina, in memoria dell'anarchico Francisco Ferrer Guardia, due o tremila operai catando l'Internazionale percorsero via Torre Argentina, in Piazza della Rotonda e vennero disciolti da varie squadre di guardie, le quali arrestarono alcuni dimostranti. Un gruppo numeroso di giovani tentò giungere a Piazza di Spagna, ma nelle vicinanze dell'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede fu disperso. Il pomeriggio trascorse senza gravi incidenti. Attratti dalla curiosità, molti cittadini si fermarono a lungo i Piazza Colonna. Avanti il portone di Palazzo Ferraioli, nel cui cortile era il quartier generale della truppa, rimasero ore ed ore numerose persone. Allorquando il Commissario di Pubblica Sicurezza di Trevi, Cav. Ferrari, riteneva necessario sciogliere l'assembramento, le guardie e i carabinieri caricavano la folla. Sul momento riuscivano a sbandarla, ma poi il gruppo dei curiosi si formava di nuovo, e gli agenti eseguivano nuove evoluzioni. Sono durati i piccoli tafferugli specialmente in Piazza Colonna fin quasi le 10 di sera. Poi a calma si è ristabilita intera dappertutto. Sono però rimasti chiusi tutti i teatri, tutti i cinematografi, tutti i ritrovi di pubblici.
Inondazione del Tevere con a 16,08 metri di altezza massima a Ripetta. Il tratto ricostruito al Lungotevere degli Anguillara (dopo il crollo nell'inondazinone del 1910), regge alla prova. Oltre 70 centimetri d'acqua a piazza della rotonda.
Il presidente degli USA Woodrow Wilson si reca in visita al Foro romano, accompagnato da Corrado Ricci. Segue l'altare della Patria, il Colosseo, il Pantheon e il Monumento a Garibaldi ed una udienza con Papa Benedetto XV.
Il giorno seguente riparte per Genova.
Scavi e studi di Antonio Maria Colini e Italo Gismondi al Pantheon.
Funerali di Stato della Regina Margherita.
Il convoglio partito da Bordighera alle 11,30 del 10 gennaio, nel tragitto fino a Roma, effettua 92 soste per permettere l'omaggio delle popolazioni.
Alle ore 9, il convoglio giunge a Termini da dove iniziarono i solenni funerali con arrivo e la sepoltura della Regina al Pantheon.
Scavi e restauri di Giuseppe Cozzo al Pantheon. Allo scopo di riconoscere le condizioni statiche del Pantheon, è stala messa in vista la struttura muraria della cupola, lungo una benda meridiana della superficie interna.
L'Ufficio delle Antichità e Belle Arti del Governatorato, indice un secondo concorso, rivolto ad artisti italiani residenti a Roma, per altre 10 fontanelle in travertino, destinate a sostituire altrettante fontanelle in ghisa del centro storico. Le fontane saranno poste a Via Paolina, Borgo Vecchio, Via del Gianicolo, Piazza Santa Croce, Piazza Madama, Piazza della Cancelleria, Piazza San Pietro in Vincolo, Piazza della Rotonda e Via Rasella, Piazza del Foro di Traiano.
A Piazza della Rotonda vengono rimossi i sanpietrini in legno, a seguito delle tante lamentele dei cittadini (per le frequenti cadute, dovute al grasso spalmato sul pavimento in pendenza, necessario alla conservazione del legname). I pochi sanpietrini lignei rimasti furono donati al Convento Salesiano a Castro Pretorio, dove sono posti in un ingresso carrabile.
A piazza della Rotonda viene inaugurata una targa in memoria di Pietro Mascagni presso l'albergo dove aveva soggiornato la notte precedente alla prima della Cavalleria rusticana.
Sono avviati importanti lavori di riqualificazione di Piazza della Rotonda. Gli scavi per la messa in opera di una nuova galleria di servizi, che riguardano tre lati della piazza, riportano alla luce ampi tratti della pavimentazione adrianea in grandi lastre di travertino.
Si concludono i lavori di riqualificazione della pavimentazione di Piazza della Rotonda. Sono stati eliminati i marciapiedi e il manto stradale in asfalto, sostituito da una pavimentazione a Sanpietrino.
Scavi sulla fronte del Pantheon riscoprono la gradinata originaria.
A Piazza della Rotonda si crea una voragine nel lato ovest. Riemergono i pannelli di travertino della pavimentazione imperiale, già esplorati nel 1996.
Inaugurata la nuova illuminazione artistica del Pantheon. L’evento è stato aperto dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che ha omaggiato il maestro Ennio Morricone eseguendo alcune delle sue più celebri composizioni e dalla Banda della Polizia Locale di Roma Capitale. Il progetto di illuminazione artistica, nato dalla collaborazione tra Roma Capitale – Dipartimento Simu e ACEA, è stato realizzato dalla multiutility con l'utilizzo di 150 luci a LED di ultima generazione (per una potenza complessiva di 7500 W) che hanno sostituito le vecchie apparecchiature, minimizzando l’impatto estetico dei proiettori, migliorando l’effetto cromatico dell’illuminazione d’accento e riducendo i consumi energetici.
Il sindaco Gualtieri presenzia alla cerimonio di fine lavori dei restauri alla Fontana a Piazza della Rotonda.
Monumenti
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Targa in ricordo di Pietro Mascagni a piazza della Rotonda
1963 targhe
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Targa in ricordo del Municipio di Buenos Aires
1906 targhe
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Nasone a Piazza della Rotonda
1874 fontane
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Targa di Pio VII a piazza Rotonda
1823 targhe
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Fontana di piazza della Rotonda
1575 fontane
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Albergo del Montone o del Sole
1432 edifici
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Santa Maria ad Martyres
609 basiliche
★ ★ ★ ★ ★
Pantheon
27 archeologia
☆ ☆ ☆ ★ ★
Portico degli Argonauti e Saepta Iulia
archeologia
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Torre Sinibaldi
torri
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Targa del Rione Colonna a Piazza della Rotonda
targhe
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Casa proprietà di Santa Maria ad Martyres a piazza della Rotonda
edifici
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Casa dell'Arciconfraternita del Gonfalone a piazza della Rotonda
edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Targa in memoria dell'Ariosto sull'Albergo del Sole
targhe
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Obelisco Macuteo
obelischi
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Madonna col bambino a via Crescenzi
edicole sacre
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Palazzo Crescenzi Bonelli
palazzi
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Madonna dell'immacolata di piazza della Rotonda
edicole sacre
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Palazzo della Compagnia dell'Annunziata
palazzi
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzo di Piazza della Rotonda 3
palazzi
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Palazzo di Via Giustiniani 22
palazzi