Nel giardino de PP. di Monte Citorio si vedeva sopra terra eretta l'estremità d'una gran colonna di granito orientale reputata da molti autori falsamente la supposta colonna citatoria, nel passato pontificato d'Innocenzo XII, allhora che fabricò ivi appresso la Curia, si divulgo che sarebbe stata cavata e portata sulla piazza della medesima Curia, il che non segui, hora S. B. la fa scoprire tutta, ed è stata ritrovata alta palmi 67 et la base guasta posta all'istesso piano di Piazza Colonna e disopra v'è intagliato in lettere greche Traiano Augusto, la base l'hanno scoperta nella casa che è quasi a mezzo il vicolo che è alle radici del Monte Citorio che viene da una banda formato dal muro del monastero delle monache di Campo Marzo.
Francesco Fontana dissotterra i resti del basamento della colonna di Antonio Pio. I materiali sono spostati di pochi metri in alcuni capanni a Piazza Montecitorio: "Fu questa mattina con l'intervento di molti personaggi fatta dal cav. Frane. Fontana l'operazione di tirare al piano della strada il piedestallo della Colonna Antonina alla forma che si legge descritta nel l'annessa relazione, restando delusi coloro che credevano dovervisi ritrovare sotto qualche numero di medaglie, se pure non sono tra il medesimo et il primo piano della platea di trevertino che attaccato adesso con perni impiombati è venuto fuori unito al medesimo."
I frammenti della colonna di Antonio Pio, depositati in alcuni capannoni a Montecitorio, sono danneggiati da un incendio.
Durante alcuni scavi presso il monastero di Santa Maria della Concezione a Campo Marzio, viene scoperta una colonna di marmo cipollino alta 11,81 metri con capitello corinzio. Dopo essere stata estratta viene adagiata in Piazza Montecitorio.
Papa Pio VI trasferisce la base della Colonna di Antonio Pio dal deposito a Montecitorio ai Musei Vaticani. I frammemti in granito rosso della colonna, sono adibiti al restauro dell'Obelisco della Meridiana di Augusto, Montecitorio, ritrovato nel 1748, dopo la decisione di posizionarlo al centro della piazza di Montecitorio. La scelta viene effettuata poiché il granito rosso, presente solo in Egitto, non poteva essere più importato, sia per questioni politiche che economiche.
Si concludono i restauri e la ricollocazione dell'Obelisco della meridiana di Augusto al centro della piazza Montecitorio.
Sistemati a Piazza di Montecitorio i fili elettrici del telegrafo elettrico da attivare tra Roma e Terracina. Il primo ufficio telegrafico di Roma, viene installato nel Casamento a piazza Montecitorio 127.
Apre il Caffè Guardabassi a Piazza Di Montecitorio 117. Sorbetteria napoletana con déjeuners alla forchetta.
Manifestazioni di protesta di una folla di operai disoccupati, che sfociano in saccheggi e scontri: "A piazza San Lorenzo in Lucina la massa dei dimostranti si disgregò in due o tre gruppi. Il principale zi avviò per via Frattina, che sbocca nel Corso dirimpetto alla piazza qui sopra nominata, e va diritta a piazza di Spagna. In via Frattina vi sono molti nogozi importanti. Ebbero tutti i cristalli rotti. Giunto in piazza di Spagna, il gruppo principale voltò a destra per via Due Macelli, dove fece gravi danni al Grande Orfeo. Il gruppo principale continuò le sue devastazioni in via del Tritono, poi si avviò verso i quartieri alti portandovi lo spavento e finì per capitare in piazza dell'Esquilino fra due o tre compagnie di fanteria, che lo dispersero arrestando i riottosi alle intimazioni. Un altro gruppo intanto erasi diretto per il Corso verso Montecitorio dove i deputati si trovavano adunati in seduta. Il portone principale del palazzo fu chiuso per un quarto d'ora. Sopraggiunta altra truppa e fatte le intimazioni di legge, i dimostranti si persuasero ad andarsene, dirige di fianco al Pantheon e per piazza della Minerva, verso il nuovo corso Vittorio Emahuele."
"Molti gruppi di pellegrini si recavano a visitare il Pantheon. Naturalmente, si soffermavavo davanti alla tomba del Gran Re. E parecchi, specie spagunoli e ungheresi, scrissero il loro nome sul registro dei visitatori. Tutto era proceduto con ordine sino al mezzogiorno. A quell'ora, il veterano di guardia alla tomba reale s'accorse che tre individui appartenenti al gruppo di pellegrini francesì avevano scritto sul registro Vive le pape! Indignato, disse: “Chi ha scritto qui Vive le pape? si facci: conoscere. Nessuno si fece avanti: ma alcuni, in tono di protesta, mormorano parole poco confacenti al sacro recinto. Esasperati, i pochi cittadini presenti, rintuzzarono le parole offensive. Sopraggiunsero due carabinieri ai quali il veterano denunciò la cosa. I carabinieri cercarono di scoprire i tre male inspirati, ma invano. Intanto, molti altri pellegrini e altri cittadini erano sopravvenuti, e a un certo punto, quando i carabinieri mostravansi decisi a condorre alla sezione due pellegrini che più davano sospetto d'essere i colpevoli, i loro compagni si diedero a gridare: Liberté, liberté liberté, s'il vous plait; à l'ambassade, à l'ambassade! I cittadini allora reagirono gridando: In questura, in questura, alle Carceri nuove!
Fu in questo momento cle sopraggiunsero due guardie municipali e due di questura con un funzionario di pubblica sicurezza. A questi, uno dei pellegrini più sospettati, un giovinetto smilzo, biondo, pallido, si rese confesso. I carabinieri lo presero in mezzo e lo trassero fuori dal Pantheon. Nello stesso tempo, si arrestava pure l'altro suo complice; e il terzo; — tutti tre francesi.
Giunti che furono gli arrestati sulla piazza, dalla folla che nel frattempo si era adunata in piazza, parti una fischiata assordante, e alcuni popolani non seppero tenersi dall’infliggere una lezione a pugni agli arrestati, mentre erano fatti salire in botte. Le carrozze volarono via verso la sezione di Monterone, in mezzo ai fischi della folla sempre crescente. Il peggio fu che alcuni dei pellegrini si permisero di censurare gli arresti, e di proferire ingiurie contro il nostro paese, e contro il Re. Il popolo fu loro addosso; e se taluni poterono sottrarsi colla fuga, altri ne presero quante ne hanno potuto sopportare. Il popolo era indignatissimo e da tutti si gridava: Come? noi li rispettiamo, ed essi ce’ insultano?
Per tutta Roma, si produsse un'agitazione straordinaria. Si organizzò, in un lampo, una dimostrazione solenne, con bandiere. Si gridò a più riprese “ Viva l'Italia, Viva il Re!, davanti agli alberghi che ricettavano pellegrini. All'albergo Milano, carabinieri e guardie impedirono a stento che i cittadini , esasperati, entrassero! Per salvarsi, i Pellegrini si rifugiavano entro le porte delle case. In Piazza Colonua, passava un omnibus carico di pellegrini: la folla lo accolse a fischiate; lo inseguì; e voleva prenderlo d'assalto; ma ne fa impedita dalle guardie.
Il Pantheon, che, intanto, era stato chiuso, alle 3 e mezzo fu riaperto al pubblico. Una folla enorme di cittadini di ogni classe, si recò alla tomba di Vittorio Emanuele; molte associazioni vi trassero con bandiere, e alcune di queste vennero legate ai cancelli del tempio. Mille e mille firme, anche di stranieri, fra cui fransi, coprirono i registri all'uopo aperti nel Pantheon. Fu un plebiscito imponente , che si ripetò la sera, in piazza Colonna, dove si fecero falò dei giornali clericali. A Firenze, Torino, Napoli, Palermo, Genova, Brescia, e in altre città, si fecero dimostrazioni patriotiche. I pellegrini dovettero tutti ripartire da Roma.
Una bomba, destinata all'aula della Camera, scoppia sotto una finestra del Palazzo di Montecitorio, provocando 2 morti. L'attentato è una reazione ai provvedimenti contro i fatti di Sicilia.
In piazza di Montecitorio, rinforzandosi le fondamenta dell'albergo Milano, a m. 2 sotto il livello stradale si è scoperto un avanzo di muro a cortina lungo m. 2,50, grosso m. 0,50. Presso il medesimo è apparso nel cavo un piccolo pilastro laterizio.
Giuseppe Gatti.
In piazza di Montecitorio, rinforzandosi le fondamenta sull'angolo del palazzo Wedekind, è stato recuperato un frammento di busto marmoreo, assai danneggiato. Si conserva soltanto il pieduceio di sostegno, e parte del petto della figura, che era vestita di clamide.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori per rinforzare le fondazioni del palazzo Wedekind, sull'angolo che guarda la piazza di Montecitorio, si è rinvenuto un frammento di piccolo torso mu- liebre, alto m. 0,17. Sulle spalle e sul petto scendono i capelli in ciocche ondulate.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori di sterro per la costruzione della nuova fogna che deve allacciare quella di via del Tritone con l'altra di via della Scrofa, è stato trovato, in prossimità dei magazzini Bocconi, un pezzo di mattone che Dia il bolla E circolare inedito e fin qui sconosciuto: IVVENTI SATVRNINI Ex F SEI A E S ISAVRIC OPVS DOLIAR ASIATICO II COS
È dell’anno 125, e nel cerchietto porta in rilievo la protome di Mereuro, volta a destra, con la borsa e il caduceo ai due lati. Per i medesimi lavori in piazza di Montecitorio, alla profondità di quattro metri sotto il piano stradale, si sono incontrati piccoli avanzi di muri, costruiti parte in laterizio e parte in pietrame.
Giuseppe Gatti.
In piazza di Montecitorio, per i lavori medesimi, si è recuperato un pezzo di lapide scorniciata, su cui leggesi questo avanzo di antica iscrizione sepolcrale.
Giuseppe Gatti.
Durante la prima riunione del Gran Consiglio del fascismo, allo scopo di trasformare le squadre d'azione in un vero e proprio corpo di forza armata, istituiscono la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale: "La Camera si è riaperta senza presentare l'imponente aspetto delle altre riprese parlament.iri. Ma in Piazza Montecitot c'è stato però molto movimento non essendo mancata una nota esterna, di viva curiosità. Il solenne debutto, cioè, della Milizia per la sicurezza nazionale. I militi, in tenuta grigio-verde all'alpina e camicia nera, armati di moschetto, formavano col loro schieramento un reticolato che andava dall'estremo limite di Piazza Montecitorio al centro di Piazza Colonna. La folla, ammassata dietro i cordoni. ha seguito con fervoroso interesse tutti i movimenti della caratteristica milizia, sottolineando il passaggio attraverso lo sbarramento dei deputati più noti. Quando fu annunciato l'arrivo del Duce, con tre squilli di tromba, la coorte fascista presentò le armi e gli ufficiali comandanti di plotone salutarono, romanamente, alzando il braccio, mentre la banda intonava con festosità il canto Giovinezza, giovinezza. La prima giornata della ripresa parlamentare si è aperta coll'annuncio del fidanzamento di S. A. R. la principessa Jolanda. Tutti i deputati si sono alzati ad applaudire meno l'unico socialista presente : l'on. Bellotti (gli altri socialisti entrarono alla spiccialata appena finita la manifestazione dinastica). Dopo, Mussolini ha pronunciato un breve discorso metttendo in rilievo lo spirito con cui l'Italia aderisce alla limitazione degli armamenti: e la discussione si chiuse con l'approvazione delle convenzioni stipulate a Washington. All'uscita il Capo del Governo ha passato in rivista le squadre della Milizia Nazionale fra l'entusiasmo della folla ch'era rimasta fuori in attesa."
Esperimento di difesa contraerea nella Capitale. Vigili e Croce Rossa all'opera all'Esquilino e a Piazza di Montecitorio.
Chiude il Caffè Guardabassi a Piazza di Montecitorio.
Papa Pio XII inizia la tradizione papale di recarsi personalmente in piazza di Spagna a portare i fiori alla Colonna dell'Immacolata, in occasione della solennità mariana.
La Giunta del Comune di Roma approva il progetto di riqualificazione ambientale di Piazza Montecitorio.
Inaugurazione della nuova sistemazione di piazza Montecitorio. Sono stati impiantati dodici selci-guida sulle gradinate antistanti il palazzo, permettendo all'obelisco di segnalare nuovamente l'ora.
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Targa in memoria di Marco Mastrofini
1876 targhe
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Palazzo Wedekind
1838 palazzi
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Palazzo Del Cinque a Montecitorio
1738 palazzi
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Curia Innocenziana 1653 palazzi
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Palazzo della Casa degli Orfani di Santa Maria in Aquiro
edifici
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Fontana di Piazza Montecitorio
fontane
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Obelisco di Montecitorio
obelischi
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Palazzo Capranica Macchi di Cellere
palazzi
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Targa del Hospitii Apostolici pauperum invalidorum presso la Curia Innocenziana
targhe
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San Biagio de hortis
chiese
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Madonna di via della Missione
edicole sacre