Esondazione del fiume Tevere che entra da Porta del Popolo, giungendo ai piedi del Campidoglio.
Carlo VIII di Francia, ottiene dal papa Alessandro VI il permesso di entrare a Roma. Dopo aver attraversato il Tevere a Ponte Milvio, entra con le sue truppe da porta del Popolo, dove riceve in dono le chiavi di tutte le porte di Roma. Prende poi alloggio nel palazzo del Cardinale Barbo.
150 Mercenari Svizzeri dal Canton Uri sotto il Comando del Capitano Kaspar von Silenen, dopo avere percorso un lungo e tortuoso cammino lungo quasi 800 km, entrano a Roma dalla Porta del Popolo. Giunti al Vaticano, sono benedetti dal papa Giulio II, che li aveva arruolati per diventare guardia pontificia.
Papa Sisto V incarica Domenico Fontana di recuperare i due obelischi presenti tra le rovine del circo Massimo. Trovati entrambi rotti in tre pezzi, vengono restaurati per essere collocati a a piazza del Popolo e a piazza San Giovanni in Laterano.
Sotto la direzione di Domenico Fontana, viene eretto a Piazza del Popolo uno dei due obelischi del Circo Massimo.
La Regina Cristina di Svezia, dopo aver passato alcuni giorni a Villa Giulia per riposarsi dal lungo viaggio, entra trionfalmente a Roma da Porta del Popolo.
Papa Pio VII, torna a Roma passando da Porta del Popolo. Il capitano del corpo del Genio Benedetto Piernicolo, realizza a spese della nobiltà romana un arco di trionfo all'imbocco del Tridente. Per tre notti la città resta illuminata.
Giuseppe Valadier riceve dalla Commissione degli abbellimenti della città di Roma, l'incarico della sistemazione di piazza del Popolo, prevedendo l’abbattimento dei conventi di S. Agostino e di S. Bonaventura per la realizzazione di una passeggiata a giardino.
Avvio della demolizione dei chiostri del Convento agostiniano di Santa maria del Popolo, per poter ubicare gli emicicli e le rampe di risalita al parco del Pincio. Le colonne spogliate ai demoliti chiostri quattrocenteschi, sono reimpiegate a decoro della Casina e del belvedere.
Il Consiglio dei lavori pubblici e delle fabbriche civili, sfiduciando Valadier nell'impresa di sistemare la piazza del Popolo, e decide di affidare il difficile compito di "giungere a una simbiosi arte-natura" a Berthault e a Guy de Gisors.
Dopo il ritorno di Louis-Martin Berthault in Francia, Giuseppe Valadier riprende i lavori di sistemazione di piazza del Popolo, mettendo in opera dei lavoro di terrazzamenti secondo i disegni di Berthault , con l’unica eccezione che per ascendere alla sommità del Pincio, ove era l’Accademia Reale Imperiale di Francia collegata attraverso una nuova strada, è prevista una rampa continua di due viali asimmetrici.
Entrano da Porta del Popolo le truppe del generale Michele Carascosa, avanguardia dell'esercito di Murat.
Francesco Monti, Domenico Taschini e Luigi Onelli vengono decapitati a piazza del Popolo.
La fontana di Piazza del Popolo viene spostata a Piazza di San pietro in Montorio e sostituita da una nuova, progettata dal Valadier.
Giustiziati i due carbonari Targhini e Montanari. L’esecuzione viene eseguita da Mastro Titta a Piazza del popolo.
La creazione di nuovo spazio espositivo a Piazza del Popolo, aveva posto l’attenzione sulla necessità della creazione di un sistema espositivo organico e regolare, al di fuori della pratica privatistica delle visite negli studi. Un gruppo composto da artisti e da sostenitori delle arti si riunisce a Palazzo Colonna per organizzare modalità e tempi di un’esposizione pubblica annuale, da svolgere in una sede ancora da definire. Prima riunione per la fondazione della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti.
Visita di Pio IX alla Basilica di Santa Maria del Popolo. Un comitato spontaneo popolare, composto tra gli altri da Ciceruacchio, ha costruire un arco di trionfo temporaneo in legno, collocato all'ingresso di Piazza del Popolo, dal lato di Via del Corso, dove transitato il corteo papale. Autore del progetto dell'Arco fu l'architetto Felice Cicconetti.
In occasione del ritorno del Papa Pio IX, viene costruire un arco di trionfo temporaneo in legno, collocato all'ingresso di Piazza del Popolo, dal lato di Via del Corso.
Primo servizio di collegamento con omnibus, con partenze ad orario prestabilito, sul tragitto piazza del Popolo – San Pietro, gestito dall'Impresa Romana degli Omnibus di Francesco Marini.
Lavori di allargamento della Porta del Popolo per agevolare il traffico intenso, aumentato con l'istituzione di una linea di omnibus a cavalli (collegante piazzale Flaminio a ponte Milvio). Per poter aprire due nuovi fornici laterali, si avvia la demolizione dei due Bastioni quadrati, poste a protezione della porta.
La Impresa Tramways, dopo il successo della tramvia a cavalli di via Flaminia, prolunga il binario al di là del Tevere, su ponte Milvio e realizzazione due nuovi raddoppi intermedi. Il deposito delle vetture è realizzato a circa due chilometri da piazza del Popolo, in località villa Massani (circa all'altezza dell’attuale palazzetto dello sport).
Portati ornai da qualche tempo a compimento i lavori della porta Flaminia, non essendovi più luogo ad aspettarsene altre scoperte, a noi corre il debito di ripigliare e concludere la esposizione dei marmi scolpiti o scritti, che ne tornarono in luce. Non molto, in vero, ci resterà ad esporre: perciocché i monumenti di cui si tratta, col venire adoperati ad infarcire i torrioni di Sisto IV, furono sì crudamente rotti e malconci, che per lo più dai loro frammenti, e dalle parti scompagnate e disperse non può ricavarsi la forma primitiva dell'edilìzio al quale appartennero, o veramente il senso ed il tenore del testo epigrafico da cui furono spezzati.
Prendendo a considerare con attenzione i molti e grandi frammenti di membri architettonici, che per cura di questa Commissione si conservano presso la piazza del Popolo, dietro l'emiciclo dirimpetto al Pincio, da un occhio esperto con facilità si ravvisa, come oltre un certo numero di marmi e pietre, appartenenti a piccoli edilizi sepolcrali, ed altre memorie funebri di vario genere, vi siano parecchie parti di tre sepolcri di granmole, e di architettura ornatissima, che si elevarono già sui margini della via Flaminia, iu prossimità della porta omonima di Aureliano, della quale ci fu dato rivedere le vecchie torri onoriane.
Due di cotesti monumenti erano di forma quadrata, ed uno di forma circolare. Di questo ultimo furono ricuperati moltissimi avanzi, sì del rivestimento del corpo rotondo, tagliato a bugne piane; e sì della base, con le sue modanature vagamente intagliate. Non può quasi esser dubbio, che tali avanzi non debbano assegnarsi a quel monumento medesimo, il cui massiccio notammo essere segnato nella pianta del Bufalini, pochi passi fuori della porta Flaminia, a sinistra; e che perciò dovea esistere ancora nella seconda metà del secolo XVI.
Vi si acconciano e le dimensioni ed il grado di curvatura di più marmi che possediamo, dei quali più sotto si darà in succinto la descrizione. Se questo monumento ebbe, come quello di Cecilia Metella, un gran cartello nell'alto con la iscrizione, può darsi che nel medesimo stesse infìssa, o la epigrafe di Quinto Trebellio Cattilo, questore della Gallia narbonese, circa i tempi di Claudio3; o quella di Caio Gallonio, e del prefetto del pretorio Quinto Marcio Turbone, dell'età di Adriano; ovvero una terza, che daremo nell'articolo presente: giacche tutte e tre queste lapidi, essendo in forma di cartello, ed essendo massicce e grandissime, poteano bene adattarsi ad un sepolcro rotondo di vasta mole.
Di un altro monumento di forma quadrata, e molto decorato anche questo, si hanno pure alcuni frammenti estratti dai muri della torre sinistra. Dalle medesime strutture essendosi ricavata ad un tempo anche la iscrizione del console Lucio Nonio Asprenate, che ricorrea, come sembra, sul fregio dell'edilizio, non sarà forse improbabile congettura il supporre, che a tale cospicuo personaggio avesse appartenuto il monumento di cui si tratta.
I molti marmi scolpiti, che per suoi rivendica il terzo edifizio, alla natura istessa delle loro rappresentanze, dichiaransi adoperati nel sepolcro di un qualche rinomato agitatore circense. Avvertimmo già da lungo tempo, che in cotesti marmi si hanno per certo a riconoscere gli avanzi del mausoleo di Publio Elio Gutta Calpurniano, auriga fortunato e famoso, dei tempi forse di Adriano, o dei primi Antonini: monumento che durava ancora nel secolo VIII, poco al di fuori della porta Flaminia, siccome raccogliesi dall'Itinerario Einsiedlense, il quale registra la lunga iscrizione di detto sepolcro immediatamente dopo la legge di Marco Aurelio, e di Severo Alessandro, concernente la esazione dei dazi, che stava collocata dinanzi la medesima porta.
La suddetta iscrizione, che sembra mancare di qualche parte e che dal compilatore dell'itinerario non fu descritta con piena esattezza, è stata di poi presa a disamina, e dottamente supplita dal Friedlaender: qualche nuova osservazione vi aggiunse in appresso anche il Wilmanns.
Insieme colla coincidenza del luogo cospira nell'appropriazione teste accennata eziandio la considerazione della forma del monumento. Perchè i frammenti che abbiamo icuperati del sepolcro dell'auriga si acconciano a formare un monumento quadrato: e che tal fosse quello di Calpurniano ce lo dà ad intendere il fatto, che l'autore dell'itinerario suddetto trascrisse, dividendola in tre parti, la epigrafe del mausoleo; apponendo alla prima la indicazione in ipsa via flaminia; alla seconda: item ibidem in ipso monumento; e medesimamente alla terza: item in ipso monumento: con che si viene a fare intendere, che le tre divisioni della iscrizione appellano a tre lati del monumento; rimanendone forse priva soltanto la parte posteriore di esso.
Cosa tanto più verisimile, in quanto che sembra evidente, che il descrittore abbia, per inavvertenza, trasposto l'ordine delle leggende, siccome i recenti espositori di questa lapide hanno saviamente osservato: il che in effetto potea facilmente intervenire copiandosi, dopo la iscrizione della fronte, prima quella del lato sinistro, e poi quella del lato dritto. Opinò per tanto il Wilmanns, che la epigrafe fosse incisa su di una base quadrata: ma di presente ci sembra possa affermarsi ch'ella si leggesse in diversi lati del monumento. Accennammo noi già, che avremmo tentato di dare in disegno un'idea dell'insieme di questo edilizio, traendo profitto dai frammenti superstiti, che spettano sicuramente al medesimo. Ma, chiamati tutti questi pezzi a rassegna, abbiamo veduto, che la sola parte inferiore e media di esso erano capaci di un ristauro, che quasi non ammetta dubbiezza; laddove quello della parte superiore avrebbe a riuscire di necessità più o meno arbitrario. Si aggiunge, che un grande marmo coi nomi di tre cavalli, appartenuto di sicuro alla struttura di detto sepolcro, per la mancanza assoluta di qualunque parte corrispondente non si potea ravvisare dove, o in qnal modo vi fosse stato inserito.
Laonde ci è sembrato più savio partito il restringerci a farne una descrizione succinta, che valga a dare un'idea della forma e della sontuosità di questo funebre monumento. Sorgeva dunque il sepolcro, di forma rettangola, su di un basamento riccamente intagliato, di cui possediamo alcune parti, che più sotto ricorderemo. Si ergeva su questo una mole quadrata, nei lati, o specchi, della quale erano scolpite di basso rilievo, una per lato, le quadrighe correnti, nel momento decisivo di girare le mete. Di cotesti rilievi abbiamo undici frammenti, spettanti a tre quadrighe diverse: indizio anche questo che, raffrontandosi con quello della iscrizione divisa in tre parti, può confermare il sospetto, che il lato posteriore del monumento non fosse così riccamente decorato come i tre più esposti alla vista dei passanti. Dicevamo testé, che in ciascuno dei lati figurava una sola quadriga.
Ne può credersi altrimenti al considerare, che ciascuna quadriga, eseguita nella proporzione di circa due terzi del vero, occupa una larghezza di metri 4,45, compresivi i due pilastri che racchiudono la composizione. Con cinque frammenti, che benissimo si ricommettono, abbiamo potuto formare pressoché intera una quadriga. Con franco e maestrevole artificio, sebbene di lavoro non molto accurato (trattandosi di cosa da osservarsi ad una certa distanza) vi si esprime la foga e l'ansietà dei cavalli anelanti alla meta, incalzati dal flagello dell'auriga; le vene si gonfiano per lo sforzo sotto i muscoli dei focosi animali.
Nell'armatura dei cavalli è notabile quella striscia di cuoio che ne stringe i garetti delle zampe anteriori, onde ovviare ai danni di qualche sforzo anormale e soverchio; prattica non ignota alla moderna ippiatria, ma che in fatto di antichi monumenti non rammentiamo di avere osservato altrove. Della figura dell'auriga si è pur conservata una buona parte, ma senza la testa.
Essendosi nel medesimo luogo trovata una testa di cavallo circa il vero, di tutto rilievo, simile di stile e di arnese a quelle dei cavalli, possiamo di buon dritto inferirne, che una marmorea quadriga di tutto rilievo, guidata senz'altro dalla figura di Calpurniano, dovea formare il corona-mento dell'edifizio sepolcrale. Resterebbe quindi ad immaginarsi soltanto quel piano del monumento che servia di sostegno alla quadriga medesima: ma questa parte, nella quale, secondo noi, si leggeva la triplice iscrizione, sembra essere al tutto scomparsa ; il che non ci ha consentito di eseguire in disegno il ristauro di questo nobile mausoleo; facile del resto, e sicuro.
Che un semplice auriga si facesse un sepolcro di tanta magnificenza, ed in luogo sì cospicuo della Flaminia, ninno potrà meravigliarsene, il quale ricordi le ingenti somme che sovente fruttavano agli aurighi le loro vittorie ; secondo impariamo, non meno da classiche testimonianze, che dalle loro stesse iscrizioni. Ed ecco il monumento di un auriga, il quale con la sua sontuosità ci dimostra, come costoro, gonfi dell'aura popolare che li esaltava, si argomentassero di perpetuare, col fasto dei loro funebri marmi, quella vana rinomanza e quel grido, che gli avea lusingati, accompagnandoli durante la vita, ma l'eco del quale non dovea durar lungo tratto di là dalla tomba.
Ennio Quirino Visconti, Carlo Ludovico; Vespignani.
In un cavo aperto nel mezzo della piazza del Popolo, sul prolungamento dell'asse del Corso, e fra lo sbocco di questa strada e l'obelisco, alla profondità di m. 4,00, è stato scoperto il selciato dell'antica via Flaminia.
Rodolfo Lanciani.
Dinanzi alla chiesa di S. Carlo, nel centro stesso della via del Corso ed alla profondità di m. 3,95, è stato scoperto il pavimento della Flaminia, in eccellente stato di conservazione.
Rodolfo Lanciani.
Il Kaiser di Germania Guglielmo II giunge a Roma per una visita ufficiale. Arriva in treno alla Stazione, dove è riceveto da re Umberto, col principe ereditario, il duca d'Aosta e il duca di Genova, con le loro case militari, il presidente del Consiglio, il generale Pallavicini e D'Oncieu (comandanti dell'VIII corpo e della divisione di Roma), il prefetto Gravina ed il prosindaco marchese Guiccioli. Verso il piazzale esterno è stato eretto un padiglione în velluto e broccato: copre il marciapiede un ricco tappeto di Bruxelles. Alle due estremità del padiglione s'ergevano due pennoni che sorreggono, quello di destra lo stendardo imperiale tedesco, quello di sinistra lo stendardo italiano. Guglielmo II ed Umberto I prendono posto insieme al principe di Napoli, in una carrozza di Corte scoperta, con le livree rosse, percorrono la piazza di Termini dove è rinnovata l'antica fontana, e s'avviano per Via Nazionale. La grande strada, lungo la quale s'innalzavano più di 300 pennoni, eguali a quello del quale diamo il disegno, è straordinariamente affollata. Dai balconi e dalle finestre stipate di signore cadono sulla carrozza fiori e piccole bandiere con i ritratti dei due sovrani e i colori delle due nazioni alleate. La carrozza dei due sovrani si fa strada lentamente in mezzo alla folla fino al portone del Quirinale, dove l'imperatore sarà ospitato negli appartamenti imperiali realizzati al piano nobile della Manica Lunga. In onore di Guglielmo Il, si è preparata una grande dimostrazione popolare. L'architetto comunale Giocchino Ersoch è stato incaricato di realizzare un palco in stile eclettico intorno all'obelisco di piazza del Popolo e un quinta scenica al fondo di piazza del Campiglio, collegando Palazzo Senatorio e Palazzo Nuovo con una costruzione effimera in stile.
L'Ex generale Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte, muore il 17 marzo nella sua residenza all'Albergo Di Russia. Il Re da disposizioni per i funerali e ordina un lutto di corte di 90 giorni. Senato e Camera commemorano il principe con affettuose parole, il Sindaco in Consiglio ricorda che Girolamo era stato «il vincolo d’amicizia fra noi e la Francia. Il 19 marzo, alle otto di mattina il Re, la Regina, le duchesse di Genova e Aosta, il duca degli Abruzzi, che doveva rappresentare il Sovrano ai funerali, e tutti i Bonaparte, parteciano alla messa detta da Monsignor Anzino. Poi il Re e i Principi accompagnano la salma fino al carro funebre. L'associazione viene data a Santa Maria del Popolo, e da quella piazza fino alla stazione è schierata la guarnigione per rendere gli onori. Il corpo del principe viene trasportata a Torino, e di là a Superga.
La SRTO ottiene in concessione le nuove linee tramviarie, piazza Venezia - stazione Termini (attraverso via Cavour) e piazza Venezia - piazza del Popolo (attraverso via Ripetta). Sono inoltre previsti un collegamento della linea di San Giovanni da via Cavour al largo Brancaccio (attraverso via Giovanni Lanza) ed il prolungamento della linea di San Paolo (da piazza Bocca della Verità a Piazza venezia, passando per via di Sant'Eufemia lungo il Foro Romano, sotto il Campidoglio, via della Consolazione, e la via Bonella).
Giunge a Roma una carovana di velocipedisti lombardi (una sessantina dei migliori): "Fu il cav. Johnson, presidente del Veloce-Club di Milano, che ideò la loro bella passeggiata da Milano a Roma. La carovana dei ciclisti si divise in due squadre, che sì riunirono a Castelnuovo di Porto ed entrarono a Roma insieme, trionfalmente. Una enorme folla li accolse: andò loro incontro anche S. M. la Regina. La lunga schiera passò per Ponte Molle, via Flaminia, piazza del Popolo, fino a piazza della Minerva."
Girandola per il Giubileo della liberazione di Roma: "Festa del fuoco, che nella sera sfolgorò sul Pincio e chiamò ad ammirarla tutta Roma che si sparse ai Prati di Castello. Sul ponte Margherita, nel Corso, in via Ripetta e in piazza del Popolo, la moltitudine era indescrivibile. Caratteristici i tetti delle case ch'erano di gente come piazze. Con tanta folla, non s'ebbe a deplorare il minimo incidente. Infinito l'entusiasmo, infiniti gli applausi allo spettacolo veramente fantastico."
La linea a cavalli via del Plebiscito - piazza del Popolo (per le vie della Scrofa e di Ripetta) inizia ad essere esercitata con trazione elettrica ad accumulatori.
A Piazza del Popolo viene organizzato un Torne Medievale Equestre Schermistico: "L'idea di offrire uno spettacolo estivo alla popolazione romana con un torneo medioevale, fu propugnata dal forte schermitore Agesilao Greco che trovò subito adesioni fra maestri e dilettanti. La cosa non si potè attuare senza difficoltà, ma il successo ne fu grandissimo."
Il sistema di elettrificazione a filo aereo dei mezzi pubblici è esteso alla tratte da San Pietro a piazza del Popolo e via della Scrofa. Ciò che rende possibile un percorso circolare da piazza Venezia a San Pietro e ritorno a piazza Venezia.
Il Consiglio Comunale di Roma delibera sulla toponomastica, per omaggire il defunto Re Umberto I. La galleria in costruzione sotto il Quirinale viene denominata Galleria Umberto I e Via del Corso cambia il nome di Corso Umberto I. Per la realizzazione dell'opera e proseguire la strada verso piazza di spagna, verranno sacrificati il lato sinistro del Palazzo Boccapaduli Gentili Del Drago e la chiesa di San Nicola in Arcione. A sera viene organizzata una grande dimostrazione popolare di lutto. "Alle ore 21 un immenso corteo delle Associazioni con bandiere abbrunate partì da piazza del Popolo tra fitte ali di popolo in religioso silenzio, traversò il Corso, piazza Venezia e sì recò al Campidoglio.
Il sindaco e il Consiglio Comunale, che avevano allora deliberato sulle onoranze ad Umberto con singolare unanimità, ricevettero il Comitato del corteo nella sala degli Orazii e Curiazii.
Il sindaco pronunziò un applaudito discorso concludendo così: “ Romani, il Re è morto, evviva il Re!Lungo il passaggio del corteo, composto di migliaia e migliaia di persone, tutti i pubblici esercizi furono chiusi."
Al Campo da Tiro della Farensina si svolge la IV Gara generale Campionati Mondiali di Tiro a Segno. Per l'occasione sono realizzate vaste e monumentali strutture provvisorie: "Sabato, 18, ebbe Iuogo a Roma la solenne inaugurazione della IV gara del tiro a segno nazionale. La cerimonia d'inaugurazione alla Farnesina fu preceduta dalla formazione in Campidoglio e dallo sfilamento del corteo per via Aracoeli, via del Plebiscito Corso Umnberto I e Piazza del Popolo, fino al campo del tiro. Apriva la marcia la bandiera della società di tiro a segno di Roma; seguivano’un plotone delle guardie municipali, la musica del 94° reggimento: veniva quindi la bandiera d'Italia fiancheggiata dal cav.
Macagnini direttore del corteo, dal sindaco dì Pisa e da altri membri del Comitato; poi, formando un pittoresco gruppo nel mezzo, lo scudo di Roma e lo stendardo di Torino. Poco dopo il corteo arrivarono alla Farnesina le LL. MM., i membri del corpo diplomatico, i ministri, quanto ba di più eletto la capitale.
Il presidente del Consiglio, on. Zanardelli, pronunziò il di scorso inaugurale con slancio giovanile, salutando con parole elevate 6 vibranti i giovani italiani accorsi alla nobile gara delle armi.
Dopo l’applaudito di. si recarono alla galleria del tiro; e di là il Re sparò tre colpi. "
Dopo che è stato inaugurato il Traforo del Quirinale, la linea San Pietro - via Due Macelli viene prolungata fino a via Nazionale. La nuova linea, partendo da San Pietro, raggiunge piazza Cola di Rienzo, passa sul ponte Margherita e attraverso piazza del Popolo, via del Babuino, piazza di Spagna, via della Mercede e via Due Macelli giunge al Traforo; immettendosi poi in via Nazionale, fa capolinea alla stazione Termini
Viene elettrificata l'ultima linea ancora con trazione a cavalli, quella da piazza del Popolo a ponte Milvio.
Alla presenza di una grande folla e di personalità politiche, tra cui l’on. Salvatore Barzilai, autore del testo dell’iscrizione, viene inaugurata una Lapide dedicata alla memoria di Angelo Targhini e Leonida Montanari a Piazza del Popolo, presso il luogo della loro esecuzione.
Trionfali accoglienze di Roma alle sue truppe reduci dalla vittoria, che rientrano a Roma da Porta del Popolo. ll sindaco Prospero Colonna porge il saluto della Capitale al Generale Chionetti.
I fratelli Rosati acquistano una latteria nel palazzo anoglo di Piazza del Popolo e via Ripetta e vi fondano un il Caffè Rosati.
Partiti da piazza del Popolo, migliaia di camicie nere marciarono per le vie della città, salutati dal balcone del Quirinale dal re Vittorio Emanuele III come dal duca della vittoria Armando Diaz.
Italo Balbo guida una spedizione punitiva fascista contro il quartiere di San Lorenzo. Il giorno prima alcuni operai avevano accolto con colpi d'arma da fuoco la colonna delle camice nere guidata da Giuseppe Bottai e Ulisse Igliori.
Si concludono a Roma le celebrazioni per il primo aniversario della Marcia su Roma dei fascisti. Le camicie nere, sfilano da Piazza del popolo al Vittoriano, mentre cinquecento aerei volteggiavano nel cielo della capitale. Le celebrazioni si conclusero con un ricevimento a Palazzo Venezia, al quale parteciparono il re, il governo e le più alte cariche civili e militari, e rappresentanti diplomatici: tutti resero omaggio al duce del fascismo, che per l'occasione aveva sostituito l'uniforme di caporale della Milizia con quella di presidente del Consiglio.
Nelll'VIII anniversario della fondazione dei fasci di combattimento, il duce Mussolini passa in rivista a Piazza del Popolo, gli avangardisti diciottenni inquadrati nella milizia volontaria. La consegna del moschetto agli avanguardisti passati nella Milizia Volontaria, si era precedentemente svolta nella nuova Caserma della Milizia volontaria sicurezza nazionale, appena inaugurata a Piazza d'Armi.
Solenni onoranze funebri di Armando Diaz, Duca della Vittoria. Presenziano il Re e il Duce. La salma viene portata in corteo dalla sua abitazione presso porta Flaminia, attraverso via del Corso, fino all'Altare della Patria, in modo da consentire alla folla popolare, di rendere omaggio.
Segue il trasporto nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, dove si svolgono i funerali e la salma viene tumulata.
A Piazza del Popolo si svolge la seconda leva fascista nel IX annuale della fondazione dei fasci di combattimento.
Adunata delle guide alpine italiane a Piazza del popolo. 350 Guide delle Alpi, dell'Appennino abruzzese e dell' Etna, convocate in Roma dal Club Alpino. Il gruppo viene passato in rassegna dal Capo del Governo Mussolini, rende omaggio al milite ignoto e ottiene un'udienza dal Santo Padre in Vaticano.
A Piazza del Popolo si svolge la IV Leva Fascista. Il Duce Mussolini e il ministro Paribeni assistono alla cerimonia.
Il Duce presenzia la manifestazione per la IV Leva Fascista a Pizza del Popolo.
In occasione del Natale di Roma, a Piazza del Popolo, alla presenza del Duce Mussolini, si svolge la cerimonia della VI Leva Fascista.
In servizio le prime linee filoviarie, 137 e 138 nel Quartiere Flaminio. Due percorsi che collegano Piazza del Popolo con Piazza Risorgimento e Ponte Milvio.
Inaugurazione di Quindici nuovi cipressi nei giardini dell'esedra di piazza del Popolo. Piantumazioni realizzate con l'obiettivo di ricostituire l'assetto originario della cortina arborea.
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Terrazza del Pincio e Mostra dell'Acqua Vergine
1834 fontane
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Hotel des Iles Britanniques
1823 palazzi
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Palazzo Torlonia a Piazza del Popolo
1823 palazzi
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Convento e chiostro degli Agostiniani di Santa Maria del popolo
1818 conventi
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Dogana di Piazza del Popolo
1816 caserme
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Prospetti e Ninfei di piazza del Popolo
1811 fontane
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Targa in memoria dell'istituzione delle sale espositive del Popolo
1804 targhe
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Santa Maria dei Miracoli
1675 chiese
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Santa Maria di Montesanto
1661 basiliche
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Porta Flaminia
1562 porte
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Santa Maria del popolo
1475 basiliche
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Obelisco Flaminio
-10 obelischi
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Fontana dei leoni di piazza del Popolo
fontane
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Giardini dell'Emiciclo del Nettuno
giardini
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Fontane sarcofago di piazza del Popolo
fontane
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Monumento dei carbonari Targhini e Montanari
memoriali
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Targhe di Clemente VIII presso porta del popolo
targhe