Le escavazioni ostiensi hanno avuto principio col corrente mese di dicembre. Il loro scopo è la riunione in un solo gi'uppo monumentale degli avanzi del Teatro e di quelli del Foro.
L'edilìzio più notevole scoperto in queste due prime settimane di lavoro, è un rettangolo di opera quadrata a massi di tufa, collegati insieme mediante perni di ferro. Credo che in origine cotesto rettangolo servisse per ricettacolo d' acqua : poiché non solamente le sue pareti erano (e sono tuttora in parte) rinfiancate da piloni, come avviene in tutte le piscine; ma perchè, a ridosso della parete meridionale, rimane ancora murato al posto un cippo di travertino, alto .m. 1,40, largo 0,43, grosso 0,24, con l'iscrizione:
AQVAE DVCTVS PER P P P P
Prescindendo dalla ripetizione delle sigle P P, della quale non so proporre spiegazione, io credo che la leggenda debba interpretarsi Aqitae ductus per p(uteum) p(ublicimi), per quanto ciò suoni male all'orecchio.
Intorno alle sigle P P veggasi il de Rossi Ann. List. 1873, p. 170 seg. La piscina corrisponde nel lato orientale su d'un' ampia strada (m. 8,48), parallela agli assi del Foro e del Teatro.
Rodolfo Lanciani.
Ad Ostia Antica, la campagna di scavo 1885-1886, incominciata il giorno 30 novembre, è stata condotta a termine col giorno 8 maggio. In questo breve periodo, con n. 1990 opere di manovali, e con n. 600 opere di carri ad un cavallo, sono stati scavati 11952,66 metri cubi di terra, e scoperti 4818 metri quadrati dell'antica città.
Scopo dei lavori era quello, di congiungere il gruppo del Teatro col gruppo del tempio di Vulcano, distanti l'uno dall'altro 202 metrti. L'intervallo fra scavo e scavo è ora ridotto a 103 metri, e sparirà del tutto nella prossima campagna 1886-1887. Gli edificî scoperti nel corso degli ultimi scavi, procedendo in ordine da est verso ovest, ossia dal Teatro verso il tempio, sono:
A. Una domus signorile, forse di L. Apuleio Marcello; B. Un mitréo annesso, come sembra, all'anzidetta domus; C. Quattro tempietti tetrastili, eretti su d'una platea continua; D. Uno stabilimento industriale incerto; E. Una piazza ed una strada; F. La piscina pubblica (?) antichissima, convertita in granaio sotto l'impero.
Il gruppo A, B, C, il più importante fra tutti, è qui descritto:
A) Ho detto che la domus può avere appartenuto ad un L. Apuleio Marcello. La supposizione è fondata sulla scoperta di un tubo di piombo, che si dirige verso la casa, e che porta l’epigrafe: L APVLEI MARCELLI A FABI DIOGENIS. Il tubo era consorziale, a meno che Aulo Fabio Diogene non debba ritenersi come un successore di Apuleio, nella proprietà del fondo. La fronte dell’edificio sulla pubblica via è di met. 12,00. La porta d’ingresso è fiancheggiata da una bottega, alla quale dovea essere annessa una stanza al primo piano: poichè la scaletta « non comunica con l'interno della casa, ma sbocca direttamente nella strada.
B) Dalla cucina, per mezzo di una scaletta e di un passaggio angusto e tortuoso, si entra nel mitreo B, lungo m. 10,59, largo m. 4,56, uno dei più conservati ed importanti mitrèi ch'io abbia visto, o dei quali io abbia avuto notizia. La sua specialità è quella di essere interamente coperto di mosaici, nel pavimento, nei banchi o sedili, e nelle pareti. La disposizione delle varie figure e dei varî simboli, tutte a color nero in campo bianco e-di ottimo disegno.
C) Dei quattro tempietti tetrastili; eretti su d’una platea continua, e convertiti ad altro uso in epoca assai recente, non posso dir molto, perchè i danni da loro sofferti nella trasformazione sono troppo gravi. La platea, o podio sul quale sorgono le quattro celle, è d'opera incerta, ed è coronata da cornice a grandi blocchi di tufa. Di tufa pure erano in origine le pareti delle celle e le sei colonne di ciascun pronao, coronate da capitelli ionici, ed intonacate " di stucco dipinto, furono successivamente restaurate con mattoni tagliati a segmento di circolo. Le soglie delle celle sono di travertino: il vano interno misura m. 5,45 in lunghezza, m. 5,80 in larghezza.
D) L'edificio che fa seguito alla casa ed ai quattro tempietti sopradescritti, verso occidente, sembra essere stato adibito per uso industriale, probabilmente per conciadi pelli. Ciò deduco primieramente dal numero delle vasche e dei bacini, che si ritrovano in molti ambienti: secondariamente dalla grandezza degli ambienti stessi: in terzo luogo della circostanza che alcuni vani hanno pavimento e pentagoni di lava, come le strade ed i cortili.
E) Dinanzi ai quattro tempietti ed al fabbricato ora descritto, si apre una piazza vastissima, la quale (come tutte le piazze ostiensi) non fu mai lastricata, ma messa a terriccio e ghiaia. Una particolarità degna di osservazione si è, che la piazza non è molto antica: fu aperta verso la metà o la fine del primo secolo dell'impero, mediante la demolizione di un’ isola di fabbriche repubblicane, delle quali si veggono le traccie in opera reticolata incerta, e di tufi a fior di terra, ossia al piano di copertura delle chiaviche dell'era imperiale.
F) La piscina pubblica. Anche qui v'è una particolarità da notare, ed è che mentre i muri a cortina si mantengono intatti, quelli costruiti in opera quadrata di tufi sono stati smantellati fin quasi al piano del suolo. Lo smantellamento è avvenuto quando fu costruito il « Casone del sale », dove alloggiano il custode degli scavi e gl'ingegneri del Ministero.
Rodolfo Lanciani.
Scavi presso gli avanzi delle terme di Ostia antica.
Sterrandosi la via, nella quale sbocca l’altra sopra citata, e che venendo dalle « capanne » si dirige verso il teatro, si rinvennero, precipitati a terra, frammenti di colonne di granito (diam. m. 0,55); e bei capitelli marmorei (alt. m. 0,77; diam. inf. m. 0,55), e capitelli di pilastro (m. 0,63 X 1,10 X 0,50) in travertino, oltre a colonne e capitelli di misura minore. Tutto ciò indicava la vicinanza di edifici maggiori.
Infatti a m. 15 dall'angolo destro della strada che viene dalla « via dei sepolcri », di fronte allo sbocco di essa, si sono incontrati dei pilastri in opera laterizia che appartenevano ad un grande portico, il quale, nella parte sinora esplorata, formava la fronte delle « Terme», (v. Notizie 1888 p. 738), ma si prolungava forse, secondo alcuni indizi, più oltre seguendo il lato occidentale della via, che ora si sta sterrando. Questa via, che potremo per ora chiamare « via del teatro », sembra una delle principali, se non forse anche la principale della città.
Questi pilastri, dei quali si sono riconosciuti finora diciotto, sono larghi ciascuno m. 1,20, e distano l'uno dall'altro da m. 3,50 a m. 4,50. All’altezza di m. 0,97 da terra hanno ciascuno una risega, larga m. 0,23, sulla quale posava evidentemente la base in travertino. Dietro ai pilastri è un corridoio largo m. 2,70. In corrispondenza di ciascun pilastro, dopo il corridoio, si alzano i muri divisorii tra un ambiente e l’altro. Uno di essi è destinato alla scala, ed ha a sin. la» prima branca di questa; il muro divisorio è decorato all'esterno con una colonnina in mattoni del diam. di m. 0,39. Degli altri si riferirà quando lo scavo avrà messo meglio in luce la disposizione dell'edificio cui appartengono. I pilastri posano su un muro che correva lungo la fronte. Esaminato questo in un punto, di faccia allo sbocco dell'altra via, si è constatato che scende per due metri sotto il piano stradale e che innanzi ad esso sorgevano altri muri, piantati sulla terra. In uno degli ambienti così costituiti, a m. 1,14 sotto il piano stradale, si rinvennero cinque anfore.
Nel tratto di questa via che, in gran parte non è stato ancora esplorato, tra le « capanne » e lo sbocco dell'altra via, in mezzo alla terra si rinvenne:
Frammenti di sarcofagi marmorei con le seguenti rappresentanze: 1. Corsa di bighe nel circo (m. 0,285 X 0,40 X 0,037); 2. Frammenti in cui vedonsi dei prigionieri (fig. 2). È conservata la parte inferiore di uno di essi che ha le mani legate sul dorso; dalle sue spalle pende un manto guarnito di frangie. La sua catena, pare che lo tenga avvinto ad un altra figura nuda che lo precede, la quale nondimeno non si può dire se sia anch'essa legata, pendendo il suo braccio destro libero in giù; tuttavia l'atteggiamento curvo in avanti farebbe pensare ad un altro prigioniero (m. 0,17 X 0,175 X 0,09); 8. Parte del dorso e delle gambe di bella figura virile ignuda (m. 0,165 X 0,21); 4. Parte di figura di Apollo rivolto a sin., con lira e innanzi ad esso una pianta di lauro (m. 0,265 X 0,23 X 0,085); sul fianco del sarcofago lancia e scudo; 5. Parte di figura nuda in moto verso destra e innanzi ad essa una: pigna tra foglie e fiori (m. 0,46 X 0,33 X 0,09); in un altro frammento dello stesso sarcofago si vede un tirso, preceduto dalle lettere: M L; 6. Torso di figura vestita (m. 0,29 X 0,25 X 0,13); 7. Figura entro clipeo (m. 0,155 X 0,15); 8. Parte di cavallo marino guidato da un amorino, forse coperchio di sarcofago.. (m. 0,25 X 0,22 X 0,06); 9. Parte superiore di corpo virile ignudo (m. 0,190 X 0,21 X 0,06); 10. Parte del torace di figura virile nuda col braccio sin. alzato davanti al petto, di difficile interpretazione. Il collo molto grosso ed alto non permette di conoscere in quale atteggiamento potesse essere la testa, e lascia il sospetto fosse stata di animale (Minotauro ?). Le penne che appariscono dietro le spalle non sembrano riferirsi alla figura medesima (alt. m. 0,115); 11. Parte superiore di figura muliebre acefala (m. 0,16 X 0,175 X 0,65); 12. Parte di pilastro e di figura, e sul lato sin. lancia e scudo (m. 0,30 X 0,44 X 0,19); 13. Testa e parte del petto di figura male conservata (m. 0,15 X 0,75 X 0,057); 14. Parte di figura umana (m. 0,10 x 0,195 x 0,06); 15. Braccio (m. 0,115 X 0,11 X 0,045).
Si raccolsero inoltre: un frammento di coperchio di sarcofago con parte di persona sdraiata (lungh. m. 0,28); altri frammenti di sarcofagi di minore importanza; frammento di grande statua marmorea panneggiata (m. 0,14 X 0,17); plinto marmoreo con piedini di una statua e parte di un tronco di albero e di altro simile, su cui sta una pelle leonina (m. 0,23 X 0,19 X 0,125); frammento di un braccio marmoreo (m. 0,205); una testa di satiro in cattivo stato (m. 0,19); una testa di bambino con foro superiormente (m. 0,145); frammenti di colonnine; parte posteriore di un quadrupede (m. 0,13 X 0,345); frammenti di cornici marmoree; le seguenti lastre marmoree iscritte: 1. (m. 0,29 × 0,395): ...OR... | ...si BI... | ...ELLIO TEL... | ...BELLIOTY... | ...OPELLIAE... | ...OBELLIAE... | ...OBELLIAe... | ...ET CON... | ...MObellio; 2. (m. 0,17 X 0,18): NERV... | ...pARENTES... | ...RE Q A... | ...ANTES...; 3. (m. 0,135 X 0,125): VL... DIEP...; 4. (m. 0,135 X 0,125): VL... | ...DIEP... | ...XI...; 5. (m. 0,195 X 0,11), (di epoca tarda): V PRAE
Mattoni coi bolli C.I.L. XV 12, 25, 77, 103, 106 a, 115, 315, 376, 606, 708, 891 (in opera in un cornicione di terracotta), 992, 1029, 1083, 1348, 1433, 1436, 1508, 2189 e 1) EX PRAED MATAV | CLAVD FORTY testa di Mercurio; 2) LSE... RVFIO; 3) NN SECC... ON... entro cerchio radiato. Un collo d'anfora con una palmetta in luogo del bollo; una punta di lancia, uno stile e lame di coltello in ferro.
Nell'istessa via tra lo sbocco dell'altra e i pilastri, in mezzo alla terra si raccolse: un torso marmoreo di statuina muliebre (Vittoria ?) con veste annodata alla cinta petto scoperto, parte del manto che scende dalla spalla sin. e traccie di attaccatura (ali?) nella parte posteriore (m. 0,15); un frammento di sarcofago marmoreo, su cui si vede una piccola gamba (m. 0,16 x 0,078); una mensoletta, un frammento di trapezoforo e cornici in marmo; lastre marmoree con le seguenti iscrizioni: 1. (m. 0,15 X 0,17): s I M ORYPII... OMPE... Non è improbabile che sia frammento di lapide votiva a Mitra, e debbasi leggere nel primo verso: S(oli) Invicto) Mitrae); 2. (m. 0,17 X 0,14 X 0,08): ...MINIVM... | ... MARIVM... | ... GVNTL... | ... DC...; 3. (m. 0,275 X 0,15): CHIS... | ...SIBI E... 4. (m. 0,14 X 0,10): ...LATROI...
Mattoni con i bolli C.I.L. XV 12, 25 d, 40, 129 (2 es.), 319 (2 es.), 466 a, 474, 693, 1027 (2 es.), 1094 h, 1096 a, 1210, 1226, 1432, 1436 inoltre in due esemplari: a) EX PR VLPI BI ANICI. EX OFFI CATTI SABINI caduceo; b) tempesina q. servi PVDF titian et galLICA a. 127 che si completa con altro, qui appresso riprodotto e con C. I. L. XV 1842; c) BR FFI ONES apro el CATVLI cOS a. 130; d) MRL FL SER cioè di M. Rutilio Lupo (v. C. .L. XV p. 17); e) RSTI M; f) O PICI... M
Tra i pilastri e negli ambienti retrostanti si raccolse: un frammento di bassorilievo marmoreo (m. 0,365 X 0,135), su cui si vede parte di una gamba bracata e del piede con calzare e innanzi un cane in corsa con collare e nel fondo del calcagno zampa ferina; un frammento di statuetta marmorea femminile seduta (m. 0,175); la parte anteriore di un piede marmoreo posato sul plinto, e con sandalo e corregge (lungh. m. 0,145); un frammento di grande capitello di pilastro in marmo (m. 0,41 X 0, 385); un frammento di bel fregio di un angolo smussato (m. 0,36 X 0.36 X 0,06); le seguenti iscrizioni: 1. Piccolo cippo marmoreo (m. 0,44 X 0,20 X 0,14): L HORT ENSIVS HERAC LIDA N FECIT; 2. Frammento di lastra marmorea (m. 0,15 X 0,115), opistografa. L'iscrizione più antica dice: ...NNIVS... | ... GELVS ET... | ... A S VICTOR... | ...me RENTIBVS... | ...fecerVNT.... E dall'altra parte si legge: ...M | ...SEX F CAN... | ...CIT BAEBIVS... | ...MNV...; 3. Id. (m. 0,215 × 0,17); FILI FECER VNT PATRI SALVTAR INCONPA RABILI...; 4. Frammento di lastra di cipollino (m. 0,38 X 0,17)): MIERENTI FEC... | ...aNNIS XVIIII...; 5. Nel piano di posa di una soglia (m. 0,53 X 0,39 X 0,07): L CC; mattoni con i bolli C.I.L. XV 79, 104, 269, 614 (1), 693, 912, 1097 g, uno col bollo sopra riprodotto dell'officina di Cattius Sabinus.
Nel tratto della via tra lo sbocco dell'altra e l'incontro colla via della Fontana a destra, vale a dire innanzi al portico, si rinvenne: Due frammenti di rilievi marmorei, su uno dei quali (m. 0,155) si vede la testa di Diana, e sull'altro (m. 0,13) la testa coronata di una figura virile barbata. Parte sinistra di un grande sarcofago marmoreo (m. 0,61 X 0,73 X 0,39), con figure alte m. 0,67. Sul dinanzi a sin. si vede uomo un barbato, che cammina verso sinistra col viso rivolto a destra. Ha una tenia nei capelli; veste lunga tunica fermata da cinturone, ed è coperto da un manto che scendendo dalla spalla sin. si avvolge sul braccio sinistro. Porta la destra al mento e con la sin. regge un'asta. Innanzi a lui si vede una donna con corto chitone del tipo di Diana o Virtus, ma in atto di camminare rapidamente verso destra; il braccio destro è sollevato forse per togliere una freccia dal turcasso che si vede dietro la spalla destra. Essa è accompagnata da due cani. Questa figura farebbe pensare al mito di Ippolito. Nel lato sinistro del sarcofago si vede un uomo con capelli scomposti, con corto chitone, con un oggetto sulle spalle, in atto di camminare verso destra, ma vôlto con la testa a sin. Due frammenti (m. 0,15 X 0.12; 0,13 X 0,13) forse di stipite quadrato mar- moreo, in cui su tre lati si vedono fasci, fiancheggiati da pilum e due aste, alle quali superiormente è attaccato un vexillum. Alla sommità dei fasci sinistri una testa con berretto frigio. Lastra marmorea (m. 0,195 X 0,175) con l'iscrizione: I) M PO & NOT COLLEGAE Un pezzo di uno specchio di bronzo; un manico di coltello, aghi saccali e crinali di osso ecc.
Nell'istesso tratto a sin., dove s'incontrano pezzi di cornicioni in terracotta e vôlte cadute, innanzi al secondo vano, per chi viene dall'altra via, si vede un pilastro, posato sulla strada, costruito con pezzi di marmo decorativi, una colonnina e una maschera scenica rotta nel mento; è rozzamente rivestito d'intonaco, con traccie di pittura rossa a disegno geometrico. Qui presso si rinvenne: Un frammento di sarcofago marmoreo (m. 0,17 X 0,20 X 0,04) su cui si vede la parte superiore di una vecchia, con cuffia, coi capelli che scendono sulle spalle, volta a destra e piegata innanzi; pare la nutrice quale si riscontra in scene di sarcofagi (Medea, Fedra ecc.). Due frammenti di sarcofago marmoreo, Su uno (m. 0,36 X 0,41 X 0,11) si vede se oi di due donne e il braccio destro di una terza. La donna a sin. ha tunica ferÈ mata Ria cinta, quella a destra, pure con tunica, tiene la gamba destra accavallata SZ sulla sin. e ha un’asta appoggiata al braccio destro, e scendente fino a terra. Sull'altro frammento (m. 0,215 X 0,22) si vede parte di una figura muliebre con chitone e himation e un piccolo avanzo di un'altra. Altro frammento simile con testa di putto con capelli e corona (m. 0,09). Altro simile con testa di amorino e l'ala sin. (m. 0,195 X 0 ,16). Altro di sarcofago baccellato su cui sporge una bella | testa di leone con anello in bocca (m. 0,22 X 0,225). Due frammenti di statue panneggiate (m. 0,16 X 0,28; m. 0,27 X 0,115). Un busto virile senza testa (m. 0,34). Una mensola, frammentata, ornata nella parte in.. feriore piana con una ruota.e un timone e nella curva con foglie (m. 0,85 X 0,16 X 0,105). Frammento di un'urna marmorea (m. 0, 195 X 0,25 X 0,50) con la testa di Giove Ammone agliangoli, dalle cui corna partono nastri. Nella fronte si ha l'iscrizione: DIIS MANIBV S Q MINVCI Q F FELICIS; Lastra marmorea iscritta (m. 0,14 X 0,115 X 0,047): SPO | OMNII | N AG P X; Id. (m. 0,08 X 0,165 X 0,075): VG... IA... | ...DV... | ...EN... Un pilastro per transenna, arrotondato superiormente (m. 1.07 X 0,38 X 0,30). Mattoni con i bolli C.I.L. XV, 12, 90 a, 115, 319, 376, 847, 933 a, 958 a, 1432, 1436 e; a) bruTIA M R L pigna tra due palmette; b) TEM Pesina q. ser VI PVDF TITIan et gALICN COS. Un frammento di decorazione marmorea con foglie di quercia e bacche ed altri frammenti simili. Nei campi fu raccolto un frammento di lastra marmorea (m. 0,20 X 0,26), sulla quale si legge la seguente iscrizione a belle lettere, incisa al posto di altra abrasa: SINI... | ...LIVI...
In una delle stanze presso porta Romana fu raccolta una lastra marmorea (m. 0,18 X 0,215) con la seguente iscrizione: NVMFABVS... | ...TITVS AMIN... | ...NERICVS DO... | ...NVM FECIT (sic) Il nome Aminnericus è nuovo, se non erro, nell'onomastica latina; Aminnaracus è il nome di un cane in C.I.L. VI, 29895. Presso lo stabilimento delle macchine per la bonifica esistono queste due iscrizioni: 1. In due pezzi dello stesso blocco di travertino (m. 0,16 X 0,14; 0,30 X 0,19 X 0,41): GILIVS... ...S FECIT L | ...GILIO L FC... ...FABRICIANO | ETL LIBErtabuQVE | ...POSTERIS... ....V; 2. Frammento di lastra marmorea (m. 0,145 X 0,14 X 0,04): ...D | ...CORN... | ...ZOTIC... | ...FILIODV...
Dante Vaglieri.
Scavi presso gli avanzi delle terme di Ostia antica.
Nel punto in cui, sulla « via dei sepolcri » sbocca l'altra, ora completamente sterrata, dinanzi all'angolo di questa che è rivolto verso sud-est, fu scoperto al piano stradale un muro, alto in media m. 0,70, rivestito d’intonaco a cocciopisto e formante più angoli; sembrerebbe che vi fossero state delle vaschette. Approfondito lo scavo, tornò in luce la parte inferiore di un'anfora a largo ventre, lesionata. Dentro vi erano avanzi di legno carbonizzato. Di fianco all’anfora, alla profondità di circa m. 0,10 rispetto ai muri, fu raccolta una moneta di bronzo insieme ad una lucerna con bollo (C.I.L. XV 6377,27).
Messa completamente in luce la via, appare evidente che essa si conservò nel suo stato soltanto nel primo tratto, fin dove cioè a destra i muri sporgono al di fuori. Il secondo tratto in un certo tempo fu certamente chiuso al pubblico passaggio; in fatti dove essa sbocca nell'altra che ora si sta esplorando, all'altezza però del piano stradale, un muro la chiuse: allora furono murate le porte ai lati e furono anche tolti i poligoni di selce, che trovammo adoperati per altre fabbriche.
Nel sesto ambiente a sinistra, a m. 1,20 sotto il piano stradale si nota la spalletta di una porta entro muro ad opera reticolata, altra prova evidente del rialzamento che ebbero le costruzioni. A m. 2,40 dal piano di campagna si è constatato un forte strato di materie incendiate, sotto il quale si raccolsero molte monete, per lo più medii bronzi del II e specialmente del III secolo, che ora si stanno esaminando e con esse un denaro di argento.
Nel settimo ambiente si notò lo stesso strato d'incendio, entro il quale si rinvennero 141 monete di bronzo, chiodi, serrature, anelli e borchie di bronzo, aghi crinali e saccali di esso, un grano di collana, un anello di ferro con castone, un campanello di ferro, un fondo di vaso di terracotta, al cui esterno è rappresentata la parte superiore di una Menade col tirso e due fondi di vasi aretini con le marche: a) SETVS P CORNEL b) C NAH in orma di piede umano
Tra gli scarichi degli ambienti decimo, undecimo e dodicesimo si raccolsero: 1. Frammento di lastra marmorea (m. 0,31 X 0,29), opistografa. Da un lato si legge in lettere alquanto trascurate: Tra gli scarichi degli ambienti decimo, undecimo e dodicesimo si raccolsero: 1. Frammento di lastra marmorea (m. 0,31 X 0,29), opistografa. Da un lato si legge in lettere alquanto trascurate: ET FILIORV m... | ...ET M CLODIo... | ... ET CLODIAEZ... | ... TENSI CON... | ... AB OCTAVIa... | ...INA ET ABQ clavia... | ...ABVS QV... | ...IN… Nell' altro lato venne ripetuta la stessa iscrizione, ma in caratteri migliori: ...CLOD... | ...TSIBi... | ...TESEC... | ...ILIS SVIS... | ...ET M CLODIO... | ...CLODIAE...; 2. Id. (m. 0,19 X 0,22): ...SID... | ...NIX XI... | ...LARVS; 3. 1d. (m. 0,106 X 0,155) ...ALIA... | ...Q VIC... | ...M V...; 4. Id. (m. 0, 14 X 0,08): ...ICTO... | ...XII M III; 5. Id. (m. 0,15 X 0,46): ...IVS... | ...VGI...
Si ebbero inoltre mattoni con i bolli C.I.L. XV 552, 1029 ec, 1344, 1569 & ed il seguente: OPVS DOLE ALIST SEI. Un collo d’anfora coll’iscrizione dipinta in nero, un collo di vaso con testa virile barbata; una lucerna cristiana col monogramma di Cristo e un'altra comune.
A destra nell'ambiente 15 B, sotto la fognetta, a m.1,25 sotto il piano di campagna: un cerchio in ferro, di ruota, con traccie di tre perni, che a questa l'assicuravano (diam. m. 0,80); un mozzo di bronzo, anche di ruota, con fodera interna di ferro e tra quello e questo traccie di legno (diam. esterno m. 0,117; interno m. 0,07); una scatola quadrilatera di ferro con pernii e traccie di legno nell'interno (m. 0,08 X 0,08 X 0,04); ornamento di bronzo, costituito da un'asta e girali larga m. 0,37 (fig. 1), e altri frammenti dello stesso; lamine sottilissime di rivestitura in piombo; una base circolare di bronzo, con traccie dei piedi della statua che sosteneva e traccie di legno nell'interno (diam. m. 0,40, alt. m. 0,065); un massello di piombo a forma di zeppa con perno in ferro (lungh. m. 0,11, largh. in alto m. 0,07, in basso m. 0,03); ansa attaccata alla foglia di edera che stava fissata sul vaso (m. 0,15).
Dante Vaglieri.
Scavi presso gli avanzi delle terme di Ostia antica. Esplorazione del lato sinistro del Decumano massimo:
È continuata l'esplorazione della via che dalle « capanne » si dirige verso il teatro e che chiamerò per adesso: « via del teatro ». È stata sterrata per il tratto che va dall'imbocco di un’altra via che corre sul lato settentrionale delle « Terme » e si dirige, a quanto sembra, verso l'ingresso della caserma dei vigili fino all'incontro di « via della Fontana », per una lunghezza di circa ottanta metri.
Tra gli scarichi sulla via stessa tornò in luce: un frammento di sarcofago marmoreo (m. 0,265 X 0,40 X 0,045) su cui si vede un uomo sdraiato, vestito di corto chitone, il quale ha il braccio d. appoggiato sul cuscino e tiene sul ginocchio sinistro un cesto con frutta che toglie con la sinistra, mentre un altro cesto egualmente con frutta sta per terra; altro simile baccellato, con busto femminile male conservato entro clipeo (m.0,44X0,49X 0,08); altri simili; un frammento di statua marmorea panneggiata (m. 0,27 X 0,15); altro di statua togata (m. 0,26 X 0,37); una testa di delfino in marmo (m. 0,19 X 0,15); frammenti di cornici marmoree; mattoni con i bolli C.I.L., XV 25e, 71, 815 (2 es.), 319, 552, 847, 958a, 10268, 1029c, 1937, 1435; un fondo di vaso aretino con la marca C.I.L., XV, 5496, i soliti aghi di osso e di bronzo e le seguenti iscrizioni: 1. Frammento di lastra marmorea (m. 0,185 X 0,145); 2. Frammento di sarcofago baccellato (m. 0,43 X 0,47 X 0,08) con l'iscrizione fiancheggiata da colonna.
Nel terzo vano a sinistra di questa via verso il teatro, cominciando dall'angolo dell'altra che viene da quella dei sepolcri, presso l'ingresso, all'altezza del piano stradale, a lato del tombino di una fogna che, venendo dalla via, attraversa il vano, si sono raccolti tre frammenti di una grande iscrizione marmorea, il più grande dei quali misura m. 0,835 X 0,495 X 0,06 portanti a belle lettere: invicto DEO SOLI | omnipOTENTI O CAELESTI | Nu Mini pRAESENTI | FORTVnaE LARIBVS | TVTela EQVE NDVS | sa...C | ...NDVS. Nella terza linea si potrebbe pensare a [domin]o, ma forse lo spazio è troppo non so poi se nell'ultima, dove esiste il nome del dedicante si possa proporre [Venera]ndus, ricordando il P. Clodius Flavius Venerandus dell' iscrizione pubblicat sopra a pag. 22.
I due vani 5 e 6 sull'istessa linea sono perfettamente simmetrici: misurano m. 9,77 X 5,15, hanno un grande ingresso, largo m. 4,35, con soglia in travertino. Nella parete di fondo, verso l'angolo nord-est, si apre una porta, larga m. 1,17 e verso l'angolo sud-est le è addossata una scala, che, come si vede altrove, continuando in legno, doveva condurre al piano superiore. I muri sono a cortina, meno quello di fondo che è in reticolato con ricorsi di mattoni. Alla metà circa della parete settentrionale del vano 5 e di quella meridionale del vano 6 s'alza un pilastro in mattoni. Nel vano 5, tra questo pilastro e il muro verso la strada, è, addossata alla parete, una specie di cassetta rettangolare, costituita con lastre di travertino, messe a coltello (m. 3,75 X 0,32 X 0,52). Nel vano n. 6 il pavimento è ad opera spicata e restaurato più tardi con pezzi di lastre marmoree. Sotto al pavimento eranvi anfore coricate, l'una innestata nell'altra, che servivano forse per scolo di acqua.
L'ingresso del vano 5 era chiuso con una maceria regolarmente fatta con pezzi di tegoloni e frammenti di lastre di marmo bianco e colorato e frammenti di decorazione marmorea di qualche grande edificio. La maceria è stata fatta quando la vòlta era ancora a posto, perchè questa si vede precipitata sopra la maceria. Questi frammenti fanno parte delle seguenti decorazioni: 1. Lastra con due zone, la superiore (alt. m. 0,18) ornata di grandi foglie di acanto con rosone formato di simili foglie o di foglie d'edera; l’ inferiore (alt. m. 0,095) ornata di foglie di quercia; 2. Lastra con quadri, rombi e triangoli con rosoni (m. 0,71 X 0,65 X 0,36); 3. Simile, dove il rombo è circondato da triangoli, in ciascuno dei quali si vede un delfino; 4. Parte di architrave, di intercolumnio, con due zone costituite da foglie di acanto e foglie d'edera (lungh. m. 0,91; alt. m. 0,48; spess. m. 0,07); 5. Simile con due rami di quercia che si incontrano nel centro in un rosone; 6. Frammento di grande lastra (m. 0,31 X 0,12) con ramo a girale e rosone; in grossezza questa lastra ha le seguenti lettere rozzamente incise: AMA PVERV...
In questa stanza si rinvennero pure due colonne di marmo bianco (m. 2,68 X 0,35); due basi (diam. m. 0,35); un capitello di pilastro di arte fine (m. 0,29; largh. su periormente m. 0,36); altri capitelli; parte di colonna di bigio (alt. m. 0,32; diam. m. 0,35); frammento di colonna ornata di foglie e bacche d'ellera (m. 0,15 X 0,105); mattoni con i bolli C. I. L. XV 69, 103, 105 a, 315 (in opera in un arco), 319, 328, 846, 958 a, 1076; un cippo marmoreo (m. 0,81 X 0,35 X 0,29) con l'iscrizione in greco: AGATHI TYCHI I THEO MEGALO SARAPEI PO AKYLLIOS THE ODOTOS YGER ACHILLIOU CHRY SANTHOUS TOY YIOY (cf. le altre iscrizioni greche ostiensi e portuensi dedicate a Sarapide in Kaibel, Inscriptiones graecae Italiae n. 914 sg.); una lastra marmorea (m. 0,44 X 0,41) con l'iscrizione di epoca tarda: TICHI parte di bella statua di Bacco o di Apollo in marmo, alta m. 1 (fig. 2); frammento di gamba di statua marmorea (m. 0.34).
Particolare menzione, per l'arte finissima con cui fu eseguito, merita un sarcofago marmoreo (m. 1,37 X 0,40 X 0,56) scoperto addossato alla parete sud del vano 6. Vi sono rappresentate tre scene del mito di Meleagro (cf. Robert, Sarkophagsreliefs, s. Meleager; Helbig, Ann. d. Inst., 1863, pag. 81 segg.; Matz, ib., 1866, pag. 76 segg. ecc.). La prima scena è quella a destra, dov'è rappresentata l'uccisione degli zii per opera di Meleagro e dove, oltre Atalanta, si vede pure una statua di Artemide in atto, pare, di coprirsi, come quella, il viso. Nel centro è la nota scena della morte di Meleagro: la sorella qui chiude la bocca al defunto o vi mette l'obolo. La madre sta come negli altri esemplari ai piedi del letto in atto di maledire; manca invece la scena consueta del gettare il tizzo sul fuoco. Terza scena è qui invece quella che, in forma simile ma non eguale, ricorre altrove sul lato: la tomba di Meleagro sulla quale piangono qui il padre e una sorella. Notevole è il fatto che il sarcofago venne adoperato già in antico, siccome vasca per quanto naturalmente in epoca molto tarda.
Un altro sarcofago, però di arte scadente (m. 1 X 0,385 X 0,30), fu trovato pure nel vano 5, innanzi ai gradini di fondo. Entro clipeo sostenuto da putti alati si ha il ritratto del fanciullo defunto, con un riccio caratteristico. Sotto si vedono due galli e tra le gambe dei due putti due maschere, una silenica ed una di satiro. Verso ciascun angolo un putto alato: quello a sin. tiene con la d. un ramo e con la sin. solleva due anitre; l'altro tiene nella sin. il pedum e solleva una lepre. Tra questi putti e quelli centrali un cesto di frutta. Su un altro frammento di sarcofago marmoreo (m. 0,19 X 0,26 X 0,07) si vede parte di due figure (camilli? attori?) vestite, (col r7ci27um?) e con capelli pettinati in alto, delle quali una regge un piatto con pezzo della vittima (?) e l’altra la patera ed il prefericolo. In altro frammento simile (m. 0,11 X 0,14 X 0,035) sì vede parte di figura virile seduta.
Dante Vaglieri.
Scavi presso gli avanzi delle terme di Ostia antica. Esplorazione del Portico sul lato destro del Decumano massimo:
I pilastri, distanti l'uno dall’altro poco meno di quattro metri, venuti in luce finora sul lato destro della via del teatro, per chi si dirige verso questa, sono diciannove. Ciascuno di essi presenta un'aggiunzione ai lati. Il corridoio dietro i pilastri, nel quale non è stata trovata traccia del pavimento, e che è stato esplorato per una lunghezza di m. 79,40, è largo circa m. 4,40, meno dove, verso il centro della parte sinora esplorata, sono stati addossati altri pilastri. Innanzi al portico sorgono dei muri piantati sulla terra, i quali formano piccoli ambienti quadrati, corrispondenti alle fabernae; sembrano di costruzione posteriore: sono però tutti tagliati al livello della strada, nè furono forse mai molto alti, limitando delle pergulae.
Negli scarichi si rinvenne: 1. Frammento di lastra marmorea (m. 0,28 X 0,27 X 0,032): D M MAVRELIO. CHRO NIO FILIO DVLCIS SIMO QVI VIXIT. an NO VNO MES II DIEBVS XXII hori II; 2. Id. (m. 0,24 X 0,28 X 0,07): TI ET CL LIBERTAB SVIS 5.C.L CAI VERNA; 3. Id. (m. 0,605 X 0,095 X 0,07) con l'iscrizione in grossezza: D M TAVE N FAVSTINA C CASSIO HERA CLITO DVLCISSIMO FILIO; 4. Id. (m. 0,078 X 0,073 X 0,022): ...NEO N... | ...CIA... | ...STI...; 5. Id. (m. 0,095 X 0,105 X 0,035): O... RIO... T; 6. Id. (m. 0,18 X 0,245 X 0,03): FECIT CON... | ...CARISSIMA... | ... VIXIT ANNIS... | ...SIBVS IIII DIlibus; 7. Id. (m. 0,23 X 0,14 X 0,035) con iscrizione di epoca tarda: RIAG... | ...APVTO; 8. Id. (m. 0,14 X 0,215) ove rimane soltanto: My; 9. Id. (m. 0,24 X 0,26) ove rimane la sola lettera E. mattoni con i bolli C. I. L., XV, 41, 76, 79, 103 (2 es.), 104, 163, 315, 622, 693, 1033 (2 es.), 1035, 1037 b, 1067, 1104, 1435, 1436; parte inferiore di statua marmorea: avanza il piede destro nudo e parte di corazza con pterix (alt. m. 0,28); tre frammenti di statue panneggiate; parte inferiore di urna marmorea rotonda con avanzo di due gambe incrociate e di face rovesciata a d. di targa senza iscrizione (m. 0.12; diam. m. 0,27).
Su questo corridoio, per mezzo di porte larghe per lo più circa m. 2,60, si aprono gl'ingressi delle varie botteghe, che qui descrivo, cominciando da quella che sta sull'angolo con la via dei vigili. Misurano per lo più circa sei metri di lunghezza per circa m. 4,50 di larghezza. I muri sono tutti laterizî; quelli divisorî hanno lo spessore di m. 0,60. Innanzi al muro di fondo corre una fogna.
Il primo vano ha due porte, l'una sulla via dei vigili, larga m. 2,26 con soglia di travertino; l’altra sul portico. Nella parete di fondo c'è una porta chiusa, larga m. 1,18; in quella meridionale una finestra, larga m. 1,17, che dà nella taberna seguente. Il pavimento era ad opera spicata.
Il secondo ha pure una porta chiusa in fondo e pavimento eguale al precedente.
Il terzo ha la soglia di travertino nella porta che dà nel portico; fu però rialzata in tempo posteriore. Anche questo ha in fondo una porta chiusa. Addossato alla parete occidentale si ha un muricciolo e all'angolo nord-ovest un bagiolo quadrato.
Il quarto occupa la larghezza di due taberne, ed ha pure doppia lunghezza; alla metà però ha due pilastri addossati alle pareti, mentre altri quattro si trovano agli angoli. Comunica con le « Terme » e precisamente con la grande sala dal bel mosaico per mezzo di una porta larga m. 2,92. Anch'esso aveva pavimento in mosaico, a quanto sembra figurato, che però non è stato ancora rimesso in luce. Questo vano in origine non aveva apertura sul portico; quella che esiste fu fatta solo più tardi per una larghezza di m. 1,56, ma chiusa poi un'altra volta con muratura a secco, dalla quale fu estratto un bellissimo capitello (m. 0,52 X 0,37), insieme con frammenti di cornice e tre frammenti di una colonna di tufo del diam. di m. 0,57.
Il quinto vano è un corridoio con volta largo m. 2,06, che immette nelle Terme.
Il sesto, ha una scala con sedici gradini, larga m. 1,77. Addossato al muro che divide questa scala dal corridoio precedente, si ha all'esterno una colonna a cortina laterizia, del diam. di m. 0,36.
Il settimo ha una porta nella parete di fondo, larga m. 1,19, e pavimento ad opera spicata. Addossato alla parete verso il portico vi ha un piccolo semicerchio rivestito di lastre irregolari di marmo tanto nel pavimento quanto nel muro. Tra lo scarico, a m. 1 sopra il pavimento, fu trovato uno scheletro umano.
L'ottavo è con pavimento ad opera spicata ed ha, addossato alla parete di fondo, un altro muro. Sotto la soglia della porta passa un tubo di piombo.
Il nono ha pavimento di lastre irregolari di marmo. Nel fondo ha una porta larga m. 1,46: nella parete sinistra un'altra porta larga m. 1,55. A sinistra entrando, una vaschetta rettangolare con intonaco a cocciopisto, e innanzi a questa un'altra semicircolare, rivestita di lastre irregolari di marmo, chiusa nel lato diritto anche con lastre simili. Di fianco a questa, più elevato del pavimento, un piano inclinato verso la parete sud, a cocciopisto, forse per lavaggi. Nell'angolo, a destra entrando, fu rinvenuto un piccolo sarcofago di marmo bianco lavorato a subbia (m. 1,23 X 0,415 X 0,34), coperto di tegole, e che conteneva lo scheletro di un bambino; all'altezza della mano destra fu raccolto un campanello di bronzo.
Il decimo ha tre porte, oltre la consueta sotto il portico, dove la soglia fu rialzata più tardi: una in fondo, larga m. 2,07, una a destra, già indicata nel vano precedente, ed una a sinistra, larga m. 1,49. Addossata agli stipiti della porta d'ingresso sono due colonnine in laterizio.
L'undecimo ha la porta in fondo, larga m. 1,48, e altra a destra, indicata nel vano precedente.
Il dodicesimo ha la porta nella parete di fondo, larga m. 1,50, chiusa posteriormente. A sinistra entrando, vi ha una grande vasca, lunga m. 2,32, rivestita d'intonaco a cocciopisto, con tre gradini verso ovest. Lungo la stessa parete sinistra dopo la vasca si sono rinvenuti tre fondi di dolii rovinati (alt. m. 0,55). In questa taberna furono scoperti tre pavimenti, il superiore ad opera spicata e il medio, m. 0,43 più sotto, in mosaico; dell' infimo, a m. 0,50 sotto il medio, non è rimasta che la massicciata. Addossata ai dolii e messa in opera come pavimento fu trovata una grande iscrizione ridotta in frammenti, spesso minutissimi. Contiene l'albo del collegio dei fontani, quibus ex senatus consulto coire licet, per l'anno 232 d. C.; è importante perchè ci dà completo il nome dei consoli L. Virio Lupo e L. Mario Massimo; il testo sarà pubblicato nel prossimo rapporto, attendendosi ancora all'opera di reintegrazione. Sotto lo stipite sinistro della porta passa un tubo di piombo del diam. di m. 0,07, che alimentava la vasca; accanto a questa e parallelo corre un fognolo che serviva per lo scolo dell'acqua ed aveva lo scarico sotto la soglia della porta.
Il tredicesimo ha porta in fondo, larga m. 3,11, chiusa più tardi, e pavimento ad opera spicata. Ha un baggiolo in muratura addossato alla parete meridionale.
Nel quattordicesimo si trova una scala, larga m. 1,54 con dodici gradini, alcuni dei quali conservano la rivestitura di lastre irregolari di marmo. Questa scala fu chiusa più tardi.
Il quindicesimo rappresenta l'ambiente sotto la seconda branca della scala ed ha una porta a d., larga m. 2,06, che dà nel sottoscala, ed una a sin., larga m. 1,35. Qui fu raccolta una lastra marmorea (m. 0,50 X 0,57 X 0,03), sulla quale da un lato è scritto: en. claudio seveRO II TI claudio pompeiano ii | ordo CORP oratorum | VS PAP A P ANTEIVS | VS FRVCTVS M CAMPVN | S.FELICISSIMVS T POMPEIVS C | VS VICTOR PARRVNTIN | VS SERVILIO Q VENNIVS | m. campu NVS AGATHOP M SVLPICIVS. MAIO | VS BRADV A L LAECANIVS ALEXANDER | VS DEVTE R M MARIVS PRIMITIVO (sic) | VS VICTOR CN RVLLIVS FELI x | VS HILARV S Q CERELLIVS MARINis | S FORTVNATVS A CAEDICIVS CALLISTIAN us | S CORINTHIAN CANINIVS PRIMVs | VS CRISPINVS Q TADIV S CERIAlis | CALLISTIO M VLPIV S FORTnatus | IS M CAMPVNN PRIMIGEnius | M CAMPVNN REST tutus; e sull'altro: ...RI. PTIMIO PO... | ...aNNONAE. La prima iscrizione è del 173 d. C.; e nessuna delle persone quivi menzionate ricorre in altre iscrizioni di Ostia, per cui riesce impossibile di determinare a quale collegio spetti l'albo; inoltre i gentilizi Campunnius e Rullius sono nuovi nell'onomastica ostiense. La seconda iscrizione venne incisa posteriormente e porta il ricordo di un ufficiale dell'annona; un L. Septimius Pontianus Augg. l. ricorre in C.I.L., XIV, 1597.
Il sedicesimo vano oltre la porta che comunica con l'ambiente quindicesimo, presenta un'altra porta a sinistra, ed una terza grande, larga m. 3,25, in fondo. Quest'ultima era stata murata in età tarda, ma con materiale così cattivo, che fu dovuta riaprire perchè il muro pericolava. Addossato allo stipite sinistro un quadrato (vasca ?), rivestito esternamente con intonaco ordinario bianco; ed all'angolo sud-ovest un muro. Quel quadrato e questo muro ostruiscono quasi interamente il passaggio all'ambiente prossimo. La porta in fondo di questo vano, che è il sedicesimo, immette in un altro (tettoia, pergula?), lungo m. 5,80 e largo m. 3,70, che ha pure una porta a nord, larga m. 1,47 ed una ad ovest, larga m. 1,50. Il lato meridionale, che sta sul lato sinistro di via della Fontana, per chi viene dalla caserma dei vigili, era completamente aperto, avendo però una lunga soglia di travertino. Il pavimento era ad opera spicata: sotto di questo passa un tubo di piombo del diam. di m. 0,037, il quale penetra nell'ambiente 16.
Il diciassettesimo è quello che corrisponde al fondo di via della Fontana, sulla quale però non dava con alcuna porta. Porte erano invece, oltre che nel portico, anche negli altri due lati, larghe m. 1,50; ma l'una poi chiusa, l'altra, come si è detto sopra, occupata, nella maggior parte, dalla vasca e dal muro. Il pavimento è a mosaico bianco e nero a grossi tasselli, in parte restaurato in antico con lastre irregolari di marmo. Vi è scritto a grandi lettere, non nel centro, ma piuttosto verso la porta, e in modo che la scritta guarda il vano sedicesimo: ...FORTVNATVS... | ...ATERA QVOD SITIS | BI (cratere) BE. Si tratta evidentemente di un'osteria appartenente a certo Fortunatus, la quale forse si estendeva anche negli ambienti vicini; l'iscrizione si potrà intendere presso a poco così: [Hospes, inquit] Fortunatus, [vinum cr]atera, quod sitis, bibe.
Negli scarichi di questi vani tornò in luce: 1. Frammento di lastra marmorea (m. 0,22 X 0,23 X 0,045): ...T VI VIR... | ...SIBI... | ...CONIVC; 2. Frammento di sarcofago marmoreo striato (m. 0,26 X 0,29 X 0,065) con l'iscrizione entro targa: ...CL... | PRIMI... | ET HERM... | ET HERE...; 3. Frammento di lastra marmorea (m. 0,08 X 0,095): SVS... | ...C DO...; 4. Frammento di sarcofago marmoreo striato (m. 0,19 X 0,21 X 0,07) con l'iscrizione superiormente: ...LAVIO PA...; 5. Frammento di lastra marmorea (m. 0,27 X 0,13 X 0,06): ...N... | ...VNATE...; 6. Lastra marmorea (m. 0,62 X 0,42): D M LIVIAE AF BERONICES MEMORIAM CONSECRAVIT P LVCRETIVS LICINIANVS CONIVGI SANCTISSIMAE; 7. Frammento di lastra marmorea (m. 0,225 X 0,09 X 0,03): ...L PVLLAEinio... | ...FILIO DV... | ...PVLLAE... | ...ET AI...; 8. Id. (m. 0,25 X 0,25 X 0,06): O SVLPICIO FE | ...TILIANILA sic | ...DVLCI... | ...TOVI V... | ...S...; 9. Id. (m. 0,275 X 0,275 X 0,03): D M | P THVRANIVS | CRATER VS ET | MECLASIA BA | SILICE P THVPa | NIO EVPRA... | FILIO DVL... | QVI VIXIT... | VI MES; 10. Busto marmoreo acefalo (m. 0,19 X 0,18) con l'iscrizione sul petto; 11. Frammento di coperchio di sarcofago marmoreo (m. 0,20 X 0,10) sul quale si vede una donna recumbente sul letto con corona nella sin. e sotto l'iscrizione: FEMI; 12. Frammento di lastra marmorea (m. 0,21 X 0,19) a grandi lettere: ...LI... | ...AV...; 13. Id. (m. 0,06 X 0,11 X 0,03), su un lato della quale si legge: ...PV... | ...ONI... | ...RVI... e sull'altro lato restano solamente le lettere CR; 14. Id. (m. 0,72 X 0,26): COIVGIDIC | QVAEBIXIT... | PLVS MINus; 15. Id. (m. 0,13 X 0,10): ...AE... | ...TOPT... | ...MA...; 16. Id. (m. 0,13 X 0,10) colla sola lettera M; mattoni con i bolli C. I. L., XV, 12, 19a, 104, 269, 315, 328, 361 (2 es.), 811 d, 1026 a, 1029 c, 1033, 1435, 1436, 1449 b, 1451, 1566 a e (cfr. 1842): teMPESINA Q A C V | ...ITIAN E GAL | COS, L C S C C C P S P pigna tra due palmette; frammenti di sarcofago con avanzi delle seguenti rappresentanze: satiro recumbente che regge con la destra la zampogna e avanzo di nastro con corona (m. 0,18 X 0,30); parte di figura vestita e festone (m. 0,13 X 0,30 X 0,20); due braccia, uno ignudo, l'altro coperto di manto (m. 0,19 X 0,22); parte di clipeo con testa muliebre (m. 0,15 X 0,21); parte di animali marini (m. 0,19 X 0,18); testina di leone (m. 0,13 X 0,12 X 0,06); un bellissimo busto marmoreo, acefalo, drappeggiato, adoperato in un muro a secco (m. 0,31 X 0,33) ed un altro frammento di busto; un frammento di urna marmorea con coda di delfino; due frammenti di un grande puteale con doppia zona di foglie di acanto (m. 0,23 X 0,32 X 0,065; 0,26 X 0,17 X 0,065); un frammento di pilastro, con colonna scanalata da un lato e nell'altro su onde parte di un cavallo marino (m. 0,21 X 0,225 X 0,15); un altro frammento di stipite sul quale sono scolpiti a rilievo i fasci, simili a quelli del marmo pubblicato sopra a pag. 57; un trapezoforo ornato sul dinanzi di un'anfora (m. 0,24 X 0,20 X 0,05). E inoltre: frammenti di capitelli di pilastro; colonnine; lucerne (C.I.L., XV, 6502); un vaso di terracotta con striature giallognole orizzontali (alt. m. 0,165); altro con vernice verdognola (alt. m. 0,05); coperchio di terracotta portante le lettere: MP incise con lo stile nella creta cruda; frammenti di bassorilievi fittili (satiro che tira un tralcio di vite; gamba sinistra di figura con manto svolazzante); femmina di grappa in piombo circolare con punte (diam. m. 0,035); anelli e un campanello di bronzo; un ago saccale e un frammento di forcone in ferro; monete.
Dante Vaglieri.
Nuove scoperte presso le Terme di Ostia antica.
Nella via del Teatro, è stato completamente ripulito il porticato innanzi alle Terme, sicchè tutto presentasi ora nel modo che vedesi rappresentato qui appresso.
Nei due ultimi vani sotto il portico (nn. 16 e 17, vedi pag. 92) si raccolse: 1. Lastra marmorea opistografa (m. 0,21 X 0,18 X 0,025): da un lato si legge: M C... | ...FECI... | ...OS e dall'altro: ETA... | RVFIN... | LIBERTA... 2. Id. (m. 0,21 X 0,36 X 0,06): ...IRENE | ... EVHEMER | ... B M FECIT 3. Grossa lastra di marmo (m. 0,73 × 0,34 X 0,20) in cui rimane: TREI... | C SEILI... | C SILIVS... | C.SILIVS... | C SILIVS C L E. Le ultime tre linee furono incise posteriormente; 4. Frammento di lastra marmorea (m. 0,16 X 0,12 X 0,025), su cui è graffita una testa di cavallo con palma che s'alza dalla fronte; 5. Otto frammenti di un bassorilievo con doppia fila di strie; a d. un pilastro ornato, e sopra a questo mezza testa con capelli spioventi; in uno dei frammenti avanzo della targa, donde venne abrasa l'iscrizione; 6. Frammento di antefissa in marmo con rilievo rappresentante una foglia (m. 0,46 X 0,18X 0,11); 7. Varie lucerne di cui una con rilievo rappresentante un gallo, ed un’altra a dieci becchi, a forma di barca, destinata ad essere sospesa (fig. 2). Vi si vedono in rilievo, entro edicole, Iside nel centro, Serapide da una parte, ed Arpocrate nella opposta. Altra lucerna portante la marca: VMIS F; 8. Due colli di anfore con le marche C.I.L., XV, 25864 e 2966 sulle anse; 9. Mattoni con i bolli C. I. Z., XV, 12, 76, 79. 10. Fondo di vaso aretino con la marca: L A I in pianta di piede umano (cf. C.I.L., XV, 5081), e inoltre anelli, anelli con chiave ecc.
Nel vano 12 (v. sopra pag. 90) si raccolse la lastra marmorea (m. 1,17 X 0,92 X 0,03) contenente l'albo dei fontani dell'anno 232 d. C., inciso dopo abrasa un'iscrizione precedente: L VIRIO LVPO ET L MARIO MAXIMO COS | CORNVS FONTANORVM Q EX SC COIRE LICE | P PETRONLVS FELIX | LVCIVS POMPEIVS QVINTIN VS | GIVLIVS SATVRVS | NEVIVS CATVLLINVS | AVRELIVS VITALIO | CAECILIVS SOTERICVS | SEXTILLVS SEBERIAN VS | L FLAVIVS ONESI MIANVS. Si ebbero inoltre altri piccoli frammenti della medesima lastra marmorea con una o due lettere, i quali non poterono essere collocati al loro posto. Sul testo epigrafico vanno fatte le seguenti osservazioni: lin. 1. Per quanto concerne îi consoli del 232 Lupo e Massimo citati s'ignorava sinora di essi il prenome ed il gentilizio (v. Vaglieri, / consoli, pag. 169). Il primo può essere stato il figlio di quello che combattè per Severo contro Albino (Dio. Cass., 75, 6) e governò la Britannia sotto Caracalla (Dig. 28, 6, 2, 4). Un Virio Lupo, discendente certo del nostro, fu console con Probo nel 278 (Vaglieri, op. cit., p. 232) e praefectus urbis nel 278-280; un L. Mario Massimo Perpetuo Aureliano fu console per la seconda volta nel 223 (op. cit., pag. 173 seg.). lin. 2. Un collegio di fontani, che corrispondono a quelli detti altrove fullones, non si conosceva ancora per Ostia; notissimo è quello di Roma (Waltzing, Corporations professionnelles, II, pag. 113; Pernier in De Ruggiero, Dizionario epigr., s. v. « fullo »). I, lin. 8. Non intendo le ultime lettere, che pure sembrano certe. Esse o. si riferiscono al nome precedente (cf. lin. 32) o a quello della seconda colonna. lin. 18. Un Iulius Grumentinus ricorre in C.I.L., XIV, 1151. lin. 32. Il VI è certo; che sia errore per IV(mi0r)? II, lin. 3. Un Petronius Felix in C./. Z., XIV, 1461. lin. 7. Un Aurelius Vitalio in C.I.L., XIV, 260 in un albo di collegio ignoto. lin. 8. Un Q. Caecilius Sotericus in C.I.L., XIV, 714.
Negli altri vani, sotto lo stesso portico si raccolse: 1. Lastra marmorea (m. 0,14 X 0,185 X 0,02) con lettere piccole e brutte: D... | Q BILLI... | COIVCI BE... | Q V ANNIS…; 2. Id. (m. 0,46 X0,54X 0,04): D M EVPHROSYNE LIB MERENTISSIMAE A CORNELIVS AMARANTVS L F; 8. Frammento di sarcofago marmoreo (m. 0,11 X 0,35), sul quale si vede parte di due figure; 4. Id. (m. 0,12 X 0,18) con parte di putto alato; 5. Frammento di antefissa, con un leoncino che esce da un tubo (m. 0,08 X 0,08); 6. Un'ansa di anfora con la marca incompleta CCVC, impressa due volte; 7. Fondo di vaso aretino con la marca: L TI TI (sic) e nella parte inferiore un A graffito; 8. Lucerne, di cui una con rilievo rappresentante un amorino. Si ebbero inoltre: un piatto di bilancia di bronzo (diam. m. 0,04), un unguentario di vetro (alt. m. 0,052), un' asta quadrilatera di ferro, ripiegata ad uncino (m. 0,27 X 0,35 X 0,035).
Nel fare una ricerca di fianco ad uno dei pilastri sotto il portico, a m. 0,92 di profondità dalla soglia della taberna n. 1, presso la via dei vigili è venuto in luce un frammento di ornato che conserva traccie di colore bianco e ha superiormente due palmette e inferiormente festoni e volute.
Dante Vaglieri.
Nuove scoperte presso le Terme di Ostia antica.
Sono stati esplorati anche i vani n. 2, 3 e 4 sulla sinistra della via del Teatro per chi viene dalla via dei Sepolcri partendo dalla via che le congiunge (v. pag. 84). Anche questi, come i prossimi, avevano le volte ancora conservate nell'epoca in cui furono abbandonati. Sul pavimento si trovò uno strato di terra misto a frammenti di vasi. Negli scarichi si raccolsero piccoli avanzi di intonaco dipinto.
Il vano n. 2, di m. 9,80 X 5, ha la soglia in travertino sulla porta d'ingresso, larga m. 3,85, avanzi del pavimento fatto con lastre informi di marmo bianco ed una porta nella parete di fondo, che è di opera reticolata con ricorsi di mattoni, mentre le altre pareti sono in laterizio. Nell'angolo sud-est è una scala, in opera reticolata, con sei gradini (m. 0,23 X 0,20 X 0,99), che termina in un pianerottolo (m. 1,13 X 0,99), dal quale partiva la continuazione della scala che era in legno (cf. sopra pag. 116). Nell'angolo sud-ovest si conservano due pezzi di canale di marmo, collocati in modo da formare un rettangolo (m. 1,37 X 0,67). In questo vano si raccolse: 1. Lastra di marmo (m. 0,10 X 0,13 X 0,26) col seguente frammento epigrafico, a destra del quale si vede la mano e parte del braccio di una figura. ...TROPO | ...EFRI | ...TRO; 2. Due frammenti di una grande iscrizione: a) (m. 0,22 X 0,335 X 0,028): MAN... | ...P P DE... | ...T EXS...; b) (m. 0,105 X 0,125): ...ER... | ...COR...; 3. Id. (m. 0,16 X 0,23 X 0,07): AIA | ...CVM QVA VIXIT | ... VLLA QVERELLA ET | ... E CONIVGI CARISSIMA | ... BVS POSTERISQ EORVM | ... XII IN AGRO PED XX
Il vano n. 3 probabilmente fu in origine l'entrata ad un grande edificio, non essendovi nell'ingresso le spallette. Poi fu diviso in due parti, delle quali l'una mantenne la funzione di corridoio di accesso, l'altra fu ridotta a taberna (Sotto questo vano passa una fogna che attraversa la strada. Nel vano stesso vennero in luce due tombini della fogna medesima). La taberna, che ha forma trapezoidale, avendo all'ingresso una larghezza di m. 2,07 e in fondo di m. 3,75, è lunga m. 10,40. Ha soglia di travertino con canaletti, ed una porta a destra; una porta a sin., aperta più tardi, era stata in seguito richiusa con pezzi di tufo, marmo e cocciopesto. Il pavimento era a lastre informi di marmo.
Il corridoio, scoperto per un lunghezza di m. 13, largo m. 2,07 ha nella parete a sin. due porte, delle quali una, larga m. 1,79, mette nella prossima taberna, l'altra in una stanza retrostante a questa; una terza mette nel vano n. 4. Vi è un condotto formato con anfore (Un condotto simile si è rinvenuto nel vano n. 6.), forse per acqua potabile. In questo ambiente si raccolse un frammento di lastra di marmo (m. 0,275 X 0,22 X 0,03) con iscrizione, le cui lettere, appena incise, vennero ornate con piccoli tagli trasversali: ...MEN... | ...TIVS...AIVM
L'ambiente n. 4 (m. 9,78 X 9,87) ha, oltre la porta d'ingresso (m. 3,80), con soglia, una porta in fondo (m. 1,28) ed una a sin. (m. 1,79). Il pavimento era a tegoloni; su uno di essi il bollo C.I.L., XV, 760. Sotto il pavimento passa un tubo di piombo del diam. di m. 0,03, che viene dal terzo vano. Qui si raccolse: 1. Lastra marmorea (m. 0,19 X 0,21 X 0,025): D... | SERVIO... | FELICIO... | FECIT... | SERVIVS SAI... | ISID... | SIBI... ; 2. Mattoni con i bolli C.I.L., XV, 288, 315 (2 es.), 377, 693, 1026 6, 1596 a; 3. Due lucerne fittili, di cui una con due lepri in atto di mangiare un grappolo d'uva e sotto marca irriconoscibile (NICIP ?), e l'altra col monogramma cristiano; 4. Un collo d'anfora col bollo sull'ansa: ISOC; 5. Un peso di bronzo di forma piramidale, alto m. 0,071, largo alla base m. 0,026 X 0,022. 6. Un pendaglio cilindrico di bronzo (lungh. m. 0,055 forse per amuleto. In parte da questo vano e in parte dai prossimi (segnati coi nn. 5 e 6) pro vengono frammenti di un grande bassorilievo marmoreo dello spessore di 5 centimetri.
In due di questi, il primo (a) di m. 0,43 X 0,55 ed il secondo (b) di m. 0,36 X 0,62, si vede, a d. di un cipresso, un satiro, con nebride, rivolto verso d. in atto di danzare: regge con la d. un bastone nodoso con manico ricurvo e porta sulla spalla sin, una capra che regge con la sin. per una zampa. Sotto ai suoi piedi (fig. 3b) vedesi una serpe. Altri frammenti riuniti dello stesso bassorilievo che nel loro insieme misurano m. 0,54 X 0,48, mostrano parte della figura di una Menade danzante, dalle vesti svolazzanti, che suona il crotalo. Se allo stesso bassorilievo appartiene la testa femminile che si vede nella fig. 5, dovremo supporre che le Menadi nel bassorilievo fossero state due e che alla centrale appartenesse il piede e la parte di veste.
Lungo l'istessa via, procedendo verso le « capanne » a d., dopo la via che viene da quella dei sepolcri, si raccolse: 1. Frammento di grossa. lastra di marmo (m. 0,28 X 0,35) con lettere poi abrase; ma di lettura che sembra certa: ...OP MISCVMS... | ...S DIIAIATAM... | ...impeRATORIS IlII C...; 2. Lastra marmorea (m. 0,10 X 0,125 X 0,04): S. BIANC... | ...DUITA...; 3. Id. (m. 0,125 X 0,33 X 0,025): ....ADRIANO...; 4. Frammento di bassorilievo marmoreo, con parte del piede sin. di una figura e parte del panneggio (m. 0,26 X 0,125 X 0,06); 5. Frammento di terracotta architettonica con parte di voluta e parte superiore di figura muliebre alata (m. 0,12 X 0,12).
Dante Vaglieri.
Nuove scoperte presso le Terme e la caserma dei Vigili di Ostia antica.
Si è continuato lo sterro della grande via, oltre lo sbocco di quella dei Vigili, verso le capanne. Sul lato occidentale di essa continua il portico, ma in peggiore stato che nel tratto precedentemente scoperto. Qui invece s'incontra più volte il pavimento, che è di cocciopisto. Delle taberne che danno nel portico sono state interamente sterrate soltanto la prima (all'angolo di via dei Vigili) e l'ottava.
La prima (m. 5,45 X 6) ha due porte (m. 2,70), con soglia in travertino con i soliti canaletti; una che mette nel portico, l'altra nella via dei Vigili. Il pavimento è ad opera spicata, e sulle pareti nella parte inferiore si conserva il consueto intonaco ordinario a cocciopisto. Sulla parete nord rimane la cornice aggettata, su cui posava il piano superiore.
Nella seconda taberna manca la soglia in travertino, che si ritrova invece nella terza, nella quarta e nella quinta.
Il sesto vano è un sottoscala con una scala che ha tredici gradini in mattoni (m. 1,57 x 0,30 X 0,23), e che posa su un grande arco, ora in parte franato. Con questa scala finisce la casa grandiosa, lunga m. 30,60, il cui ingresso fu notato in via dei Vigili, in quanto che dopo di essa sbocca nel portico una via parallela a quella dei Vigili. Anche qui i pilastri del portico hanno innestate basi in travertino, e gli angoli dei muri hanno i paracarri, con battenti verticali a guisa di porta. Il principio della strada era coperto come quello della via dei Vigili.
Il vano ottavo (m. 5,95 X 4,12) è una taberna col pavimento a cocciopisto ed una vaschetta (m. 0,90 X 0,98 X 0,25) all'angolo nord-ovest, rivestita d'intonaco a cocciopisto. Ha due porte sulla via sopra detta, una delle quali aperta più tardi, ed una nel portico..
Dopo le prossime quattro taberne (9, 10, 11, 12) si apre un'altra strada, larga m. 5, parallela alle precedenti e che limita un'altro edificio, lungo m. 22,60. Con questa strada che, nel suo inizio sotto il portico, ha il pavimento a cocciopisto, e che mostra i soliti paracarri, finisce verso questo lato il portico, il quale misura nella parte scavata, cominciando cioè dalla taberna di via della Fontana, quasi m. 145. Dall'altro lato della strada del Teatro dopo la via che viene da quella dei sepolcri procedendo verso le capanne, riapparvero muri di edificii di epoca tarda di cattiva costruzione e presso che rasi al suolo; proseguendo poi se ne rinvennero altri in condizioni migliori e di buona fattura. Cominciando dallo sbocco di quella via, la strada si allarga di due metri.
Nella strada del Teatro si raccolsero gli oggetti seguenti:
Marmo. Testa di giovinetto imberbe (m. 0,18) di tipo evidentemente idealecon capelli ricci che scendono sulle orecchie e sul collo e sono fermati da una tenia; Braccio riportato di grande statua (m. 0,72). Parte inferiore di testa mal conservata (m. 0,17).
Vi si raccolsero inoltre i seguenti frammenti di sculture: 1. Sarcofago (m. 1,82 X 0,52 X 0,39). Nel centro testa cornuta di Oceano, verso la quale si dirigono da ciascun lato due Nereidi su mostri marini, quelle di mezzo su cavalli che rivoltano la testa indietro; quella a sin. su pantera, quella a dr. su un grifo. Sotto onde del mare. Dall'uno e dall'altro lato un grifo marino; 2. Sarcofago, con resti di scultura appena abbozzata (m. 2,05 X 0,56 X 0,32). Vi è la rappresentanza del mito di Selene e di Endimione tra due Amorini con le fiaccole capovolte. A sin. Endimione, con la sin. sulla testa e col pedum nella d. abbassata, dorme sulle ginocchia di Hypnos barbato e coronato, il quale appoggia la d. sulla roccia. Un Amorino, che vola in alto verso sin. con fiaccola accesa, solleva il manto che avvolge il dormiente, scoprendone la parte superiore. Accanto ad Endimione il cane. Un Amorino precede Selene, volgendosi verso questa. Sopra di lui sporge da un granchio la testa di Venere che guarda il pastore. Selene scende dal carro, dirigendosi verso Endimione. Sul carro, che è rivolto verso d., posa un Amorino con fiaccola accesa. Una Vittoria in piedi tiene il cavallo per le redini; 3. Frammento di sarcofago (m. 0,20 X 0,16). Resto di figura loricata con parte di scudo, sul quale si vede la metà superiore di una persona nuda con capelli lunghi, volta verso d., con lancia nella d. e braccio sin. alzato; 4. Id. (m. 0,265 X 0,24). Figura virile acefala con corto chitone e piedi nudi, in moto verso sin., con gerla sul dorso, borsa al fianco e ronca nella mano sinistra; 5. Id. (m. 0,265 X 0,24). Ritratto di donna con tunica e manto; la d. è appoggiata al petto. I capelli divisi scendono dietro le orecchie e sono raccolti sull'alto della testa; a sin. avanzo del vestito di altra figura o del velario; 6. Id. (m. 0,233 X 0,44 X 0,085). Parte di putto con nebride che attraversa il petto, fermata sulla spalla d., e manto con fiocchi, svolazzante in alto, che si attortiglia da una parte al braccio sin. e scende dall'altra innanzi al d.; regge sulla d. alzata un cesto e con la sin. abbassata un grappolo. A sin. il capo svolazzante di una tenia. Appartiene forse ad un sarcofago con rappresentanza delle quattro stagioni; 7. Frammento di sarcofago striato, di m. 0,21 X 0,32 X 0,08. A sin. di un pilastro scanalato parte di figura virile nuda con scudo e balteo; 8. Frammento di m. 0,255 X 0,41 X 0,067. Presenta la metà superiore di una figura virile volta a d., con capelli ricci, coperta di manto, in atto di reggere con la sin. un festone che le passa sul capo. A d. protome muliebre ornata di orecchini e chiusa entro clipeo; 9. Id. di m. 0,30 X 0,21 X 0,155. È l'angolo d. di un sarcofago striato, ove si vede Mercurio con clamide fermata sulla spalla d.; ha le ali nei piedi e nel petaso; regge nella d. la borsa; nella sin. il caduceo. Sul lato d. una testa di grifo; 10. Id. di m. 0,30 X 0,21 X 0,155. Parte superiore di figura virile, colla testa inclinata a sin., col petto coperto di manto. Regge con la d. una face; 11. Id. di m. 0,34 X 0,39. Parte di figura che regge il manto con la sin. A d. traccia di un'altra figura. 12. Id. di m. 0,14 X 0,20. Parte di figura femminile seduta, a d. un quadrupede e più in là un giunco. 13. Parte di cornice, poi ridotta a lastra. Amorino a cavallo di un pesce. 14. Id. di m. 0,18 X 0,13. Testina muliebre con tenia. 15. Id. di m. 0,045. Parte di Amorino, recumbente sul fianco d., in atto di reggere un festone.
Si raccolsero pezzi di lastre marmoree coi seguenti titoli intieri e frammentati: 1. (m. 0,34 X 0,26 X 0,05): ...SEVER; 2. (m. 0,12 X 0,95 X 0,035): O... | ...AVGG...; 3. (m. 0.40 X 0,35 X 0,048) a grandi lettere: ...PO...; 4. (m. 0,27 X 0,46 X 0,13): ...L CHARITO | ... S IDEM Q.Q ...ET | ...RIAE VXORI | ...E ALVMNAE | ...COGNATO | ...VSQVE | ...NAGR P XV; 5. (m. 0,29 X 0,33 X 0,09): D M VALENTINO DIS PENSATORI FILI FECERVNT BENEMERENTI QVI BIXIT ANNIS XLVIII; 6. (m. 0,225 X 0,10 X 0,023): MA... | FECIT CAPRI | ..MIX ET...; 7. (m. 0,21 X 0,195 X 0,08): ... M | ...MIDIVS | ...VS CEMI | ...BERTE | ...MERENTI; 8. (m. 0,33 X 0,05) con l'iscrizione in grossezza: ...LAVDIO RAPIDI; 9. Id. (m. 0,255 X 0,205 X 0,07). Da un lato: D M EGRILI IVLIA NILYCISCVS AMICVS. Dall'altro: D CONCESSA N... | LOCATRIA AB... | EGRILIO TELES... | PORO AEMILIO | PICENTIO ETQVE | LIERVFINE (sic); 10. (m. 0,245 X 0,16 X 0,067): S... AVG ...MLIB | ETAV... P SVO... HEL...; 11. (m. 0,41 X 0,41 X 0,06): A M LIB TYCHE | ...M HERENNIO | ... CONIVGI | ...her ENNIO CLADO | ...ATIMETO ET HEREN | ...IS | ...EORVM | ...XXII; 12. (m. 0,21 X 0,155): D M HIERON SOSTRA TO FRATRI B M FEC VIX AN XXXV MEN V DIEB X; 13. (m. 0,205 X 0,09 X 0,035): ...D | ...M MAN...; 14. (m. 0,135 X 0,165 X 0,065): ...E N... | ...CERNY... | ...DVLCISSIM... Nella lin. 2 la lettera N è in litura; 15. (m. 0,255 X 0,195 X 0,035): MENVS NEA CORVS; 16. (m. 0,25 X 0,23 X 0,048): ...RIO... | ...ADRATO | ...VNT SIBI ET SVIS | ...AGRO P XX; 17. (m. 0,13 X 0,14): ...L VALEI | ...EV…; 18. (m. 0,21 X 0,12 X 0,035): ...LIVS TA... | VALERIAE FILI... | DVLCISSIMAE... | ANN XVI; 19. (m. 0,105 X 0,12 X 0,03): ...C VENTI... | ...OST...; 20. (m. 0,15 X 0,12 X 0,048): D M VIBIA REPENTINA EVTYCHIAE VER NAE SVAE FECIT VIX ANV; 21. (m. 0,247 X 0,15 X 0,035): ...M | ...GONI | ...IIANI | ...LEGAE | ...ENTES; 22. (m. 0,085 X 0,085 X 0,035): ...IMO ...PHORO ...NO LET ...LIB
Travertino. Frammento di sarcofago (m. 0,32 X 0,36 X 0,07), su cui rimangono in rilievo la parte anteriore di un cavallo e la testa di altro cavallo, ambedue in moto verso destra.
Marmo nero. Pezzo cilindrico con buco fatto a tornio a mo' d'imbuto da un lato e il principio di uno consimile dall'altro (m. 0,43; diam. m. 0,55).
Lavagna. Matrice (m. 0,088 X 0,048 X 0,012). Da un lato ha tre incavi circolari e canaletto intercomunicante, senza incisioni; dall'altro lato due zone parallele incavate, nelle quali è incisa una palma, e a due degli angoli opposti avanzi dei perni in ferro.
Terracotta. Lucerne, di cui una col monogramma del Cristo. Mattoni con i bolli C.I.L. XV, 12, 13, 41 (2 es.), 71 (2 es.), 76, 79 (5 es.), 103, 104, 107 (2 es.), 109, 129 (2 es.), 134, 228 (2 es.), 254 b, 319 (2 es.), 361, 475, 552, 635 a, 637 (2 es.), 690, 691, 693 (2 es.), 713, 792, 811 d, 822, 847, 958 a (5 es.), 961, 992 d, 1029 c (2 es.), 1030, 1033 (2 es.), 1066, 1076, 1094, 1116 a, 1130, 1219, 1220, 1435 (4 es.), 1436 (3 es.), 1449 e, 1477, 2185, 2197, 2200, tre esemplari dei consueti di ... Onesimus delle figline Bruttiane (v. sopra, pag. 166) e seguenti: 1. LEFYR paet. et apRON COS (. 123 d. C.); 2. tempeSINA Qab. caed. | titi AN E Gallic. cos (a. 127 d. C. cfr. C..I.L. XV, 1842); 3. EX F TEMP S AB CAED TEG SERV FIRM PATE APR COS (cf. C.I.L. XV, 614); 4. TEMPES in A... VI PVD | TITIAN E GALLICAN | SO... (a. 127 d. C. ); 5. ...AC VI PVD F | ...E GALLICAN cOS (a. 127 d. C.); 6. BASSVS ...R M | OFFICINAT; 7. CASSI...; 8. DOMIT LVCILLA | ...INLI...; 9. DV SHA; 10. EMEI; 11. R S F FO M (cfr. C. I. L. XV, 1592).
Tutti quanti i bolli sopra riferiti vennero rinvenuti sul lato della via del Teatro verso il portico; e dall'altro lato si raccolsero i mattoni con i bolli C.I.L. XV 40, 79, 129, 665 d, 961 (2 es.), 1035, 1130, 2167, 3041 p ed i seguenti: 1. EX PR DOM LVCIL ForVNATI quadrupede in corsa a d., sotto un ramo d'edera; 2. palma N C O
Bronzo. Un piedino di statua (m. 0,15 X 0,29). Una spina. Una palettina triangolare con manico ad asta quadrata. Cinquantatrè monete di piccolo modulo le quali vennero tutte raccolte nella prima taberna.
Dante Vaglieri.
Scoperta di un nuovo portico presso la via del Teatro.
Al termine del grande portico, la via del Teatro si allarga verso est, laddove nell'altro lato tutto lo spazio che innanzi a quel portico è sterrato, occupato lì forse, come si è detto, da pergulae e da marciapiedi, qui è occupato dalle costruzioni. Si incontra in prima linea un ambiente rettangolare (m. 3,22 X 5,85), sporgente sulla via, con muri laterizi e due porte, l'una sulla strada (m. 2,30), l'altra (m. 2,10) con soglia in travertino, con i soliti canaletti, sul lato opposto. Tale ambiente forma il lato settentrionale del primo tratto della seconda via, parallela a quella della caserma dei Vigili.
Segue un altro portico, che dà immediatamente sulla strada, lungo m. 80,50, con quindici aperture, cui corrispondono nell'interno altrettante taberne o scale. I pilastri misurano m. 1,80 X 0,78. Il pavimento è a cocciopisto. Lo spessore dei pilastri e dei muri delle taberne ci fa supporre che questo portico, largo m. 5,10, non avesse copertura a volta, ma un tetto a spiovente, al quale potrebbero appartenere i frammenti di embrici, che qui in grande numero si sono rinvenuti. Delle costruzioni che seguono, non si può ancora dire nulla, come poco si può dire di quelle del lato opposto, che dovrebbero essere notevoli per colonne che stavano loro innanzi e per pilastri. Si vede pure un lato di un grande edificio, che è forse quello dalle colonne di granito, visto dal Visconti nel 1857 (Ann. dell'Instituto, 1857, pag. 314).
Risultato notevolissimo di questo scavo si è che la grande via non va a finire alla supposta Porta Romana, ma continua in linea diritta, allargandosi notevolmente presso le capanne. È evidente quindi che quella porta non è la principale della città, dovendosi supporre principale quella che dà accesso alla via venuta in luce in questi scavi e che corre innanzi alle Terme e al Teatro, e che, secondo tutti gli indizi, dovrebbe attraversare tutta la città, passando innanzi a moltissimi degli edifizi principali, tra cui il Tempio di Vulcano, e toccando per certo anche il Foro. Essa è il cardo di Ostia. E la via dei sepolcri che si è supposta precedentemente dovesse essere l'Ostiense, è una via parallela o quasi, che si doveva staccare dall'Ostiense fuori della città, forse presso il fiume. Se, come è supponibile, qui esistette la porta, essa deve trovarsi tra le due grandi capanne o sotto una di queste, cioè fuori dell’area demaniale. Ad ogni modo, essendosi qui presso dovuto sospendere lo scavo per essersi inoltrata l'estate, la soluzione di questo problema è rimesso alla futura stagione.
È possibile che appartengano alla porta, oltre i frammenti di una grande iscrìzione a belle lettere, della quale possiamo sperare raccoglierne degli altri nell'autunno venturo, questi altri pezzi: a) un frammento di coronamento architettonico marmoreo (m. 1,80 X 0,93 X 0,57); b) id. di un archivolto pure in marmo (m. 0,415 X 0,46 X 0,11); c) id. di lastra con scanalature (m. 0,66 X 0,40 X 0,105). Quivi presso vennero altresì rimesse a luce unitamente ad un pezzo di una gamba di statua marmorea alla grandezza del vero (m. 0,38). Alcuni mattoni con i bolli C.I.L. XV, 712, 1027, 1333.
Proseguiti gli scavi sulla via si raccolsero altri pezzi marmorei, che qui vengono enumerati: 1. Frammento di statua virile acefala (m. 0,29), coperta di chitone e apoptygma. La veste si riunisce, formando un rigonfiamento, sul ventre e presso le gambe. Sulla spalla d. una ciocca di capelli (o l'aletta del berretto frigio di Attis?) Il braccio sin. è posato sul fianco d., il braccio d, manca; 2. Testa virile (m.0,085), rappresentante un uomo attempato, con capelli ravviati, che formano corona sulla fronte. Sulla parte destra di questa, due buchi fatti col trapano; 3. Ritratto di donna del III sec. d. C. (m. 0,35), con capelli divisi, ondulati, che in parte scendono sulle spalle, in parte attortigliati passano sulle orecchie e tutti sono riuniti in treccie sulla nuca; 4. Parte di testa virile (m. 0,12), con capelli corti ed arruffati; 5. Id. di testa muliebre (m. 0,16), con capelli che, divisi in triplice treccia scendono sulla nuca. Ha sulla fronte parte di diadema. Sopra di esso corrono dei buchi nei quali vennero forse inseriti dei raggi di metallo; sul diadema correva una leggenda di cui rimangono le sole lettere PAT SO…; 6. Busto acefalo panneggiato (m. 0,47). 7, Frammento di gamba di statua panneggiata; 8. Piede con sandalo e parte di tronco d'albero su plinto (m. 0,19 X 0,25). 9. Parte di gamba di cavallo di grandezza naturale (m. 0,215); 10. Pezzo cilindrico forse residuo di una sedia (m. 0,145 X 0,155). Nella zona superiore quattro sfingi, affrontate due a due e in mezzo un cane (fig. 2); nella zona sottostante, non completa, la parte superiore di quattro sfingi (?) con orecchie di animali. Superiormente, attorno ad un incavo o dei listelli (avanzi di una sedia?); 11. Parte superiore di plinto circolare (m. 0,075 X 0,20), con fascia e listelli; superiormente, entro un ornato formato di foglie, un buco quadrato dov'era incastrata qualche cosa; 12. Due frammenti di coperchio di sarcofago (m. 0,16 X 0,21 X 0,122; 0,16 X 0,38 X 0,122). In quello a d., con l'orlo conservato, un erote si curva in avanti per posare a terra un vaso in forma di cratere, con frutta; più a sin. una, figura muliebre recumbente in terra, verso sin., con chitone e manto velificante, sul tipo della Tellus. Quello a sin. è rotto ai due lati: si vede un'altra figura recumbente verso d., col solo himazzon velificante, che lascia scoperta la parte superiore del corpo; poggia sul ginocchio sin. un vaso con frutta, di forma identica a quello dell'altro frammento e che viene recato da un altro erote, curvato verso terra e seguìto da un altro, di cui si vede la sola testa piegata verso terra; 13. Frammento di sarcofago che misura (m. 0,82 X0,7X 0,09). Parte di Amorino, con manto dietro il corpo, in atto di volare verso d., per reggere il clipeo; sotto, parte di groppa e coda di leone; a sin., sull'angolo, albero di alloro, su cui è appeso un turcasso. Vi si conserva un pezzo del coperchio, sul cui angolo una maschera imberbe e nel prospetto il principio di una scena con varie figure alte m. 0,18, tutte, meno una femminile, vestite di corta tunica. A sin. un. uomo inginocchiato, volto verso sin.; sembra che con la sin. attizzi il fuoco, mentre con la d. versa da un yaso del liquido in un recipiente. Dietro a lui altro uomo in piedi, vòlto a d.; beve da un rAyton. Un terzo, in moto verso d., regge con la d. un bicchiere e con la sin. un vaso per il collo. Le quarta figura, femminile, egualmente in moto verso d., col volto di fronte, regge con la d. all’altezza del petto un piatto con frutta. La quinta cammina frettolosamente verso d., tenendo la sin. sotto il manto; 14. Frammento di sarcofago (m. 0,25 X 0.27. Entro clipeo, testa di donna di età matura, con capelli divisi che scendono sulle orecchie e sul collo. Doveva essere fiancheggiata da due Amorini, dei quali rimane quello a d., che regge con la sin. un nastro svolazzante. Il clipeo, rotto a sin., è sostenuto a d. dalla mano di una figura che non si vede; dietro fa capolino un Amorino, che guarda nel clipeo; 15. Frammenti di m. 0,10 X 0,07 X 0,026, nel quale rimangono il braccio destro e l'ala di un Amorino, sopra cui conservasi il resto epigrafico: AEOAN; 16. Angolo sin. di sarcofago (m. 0,33 X 0,12 X 0,29). Vi apparisce la parte superiore della figura di un Amorino, che con la destra spinge un disco assicurato ad un'asta. Sul lato sin. veggonsi le gambe di un altro Amorino che regge un festone; 17. Frammento di m. 0,10 X 0,25, su cui rimane una parte di figura virile, vista dal dorso, con la clamide che scende dalle spalle, col braccio d. disteso in alto e col sin., intorno cui si avvolge la clamide, pure disteso; 18. Td. di m. 0,096 X 0,22 con parte di una figura muliebre, vestita, la quale ha il braccio sinistro disteso; 19, 20. Due altri frammenti, il primo di m. 0,11 X 0,15 nel quale sì conserva una parte di figura virile vestita; il secondo di m. 0,11 X 0,07 con parte di un braccio su panneggio; 21, 22. Due altri frammenti scolpiti. Nel primo che misura m. 0,09 X 0,36 vedesi una mano che stringe qualche cosa, e parte della figura di un cavallo che è in movimento verso sinistra. Nel secondo che misura m. 0,14 X 0,34 conservasi il rilievo di una ruota con parte di una coda di delfino.
Vi furono pure raccolti i seguenti pezzi di iscrizioni: 1. Frammento di m. 0,59 X 0,20 X 0,06, nel quale a grandi lettere incavate per l'incastro del bronzo rimane: ...SFISA...; 9. Altro frammento che misura m. 0,24 X 0,14 X 0,03, nel quale resta la parte seguente di un titolo funebre: ...M | ...SENXA | ...ENIVS | ....NVS PA; 3. Id. m. 0,30 X 0,078 X 0,012 nel quale si è conservato solamente: LOCVS DON
Terracotta. Antefissa (m. 0,18 X 0,21) su cui è rappresentata una figura virile, nuda, in piedi, tra due girali. Il collo di un'anfora con la marca C.I.L. XV, 3094 m. Mattoni con i bolli C.I.L. XV, 41,103, 161, 283, 363, 707, 713, 754, 925, 958, 1030, 1051, 1060, 1219, e. EX PRAED MATIDIA auG ex FIG CLAVDI FORTVNATI (testa di Mercurio).
Piombo. Fistola acquaria lunga m. 2,90 del diam. interno di m. 0,065, portante il segno numerale: VIII.
Dante Vaglieri.
Lungo la via del Teatro si sono trovati due pozzi, forse scavati in epoca piuttosto recente. L'uno, prima della via dei Vigili venendo dalle capanne, ha nel piano della strada m. 0,60 di diametro, e più in alto, a m. 1,80 dal piano medesimo, m. 0,50. Il puteale era formato mercè frammenti di tegoloni, messi in piano e frammenti lavorati, cementati con terra e in alto con due frammenti di puteali. in. marmo, l'uno baccellato, l'altro sfaccettato. Di questo ultimo si raccolsero altri frammenti nell'interno del pozzo. sot
Tra i frammenti lavorati si riconobbero i due bassorilievi seguenti: 1. (m 0,165 X 0,205). Parte di figura virile con corta tunica e petto fasciato di cinghie, in atto di reggere con la d. un'asta, appoggiata al petto, e con la sin. un vaso con manico a staffa. A d, è inciso un X; più a d. forse l'orlo; 2. (m. 0,19 X 0,22). Parte posteriore della figura di un toro; sotto di esso una pantera con la testa sollevata, rivolta indietro. L'altro pozzo, che misura m. 0,80 di diametro, venne costruito con frammenti tolti da vecchi edifizî e cementati con terra argillosa. Nello espurgarlo vi sì è incontrata l'acqua alla profondità di m.. 2,40.
Dante Vaglieri.
Nell'autunno si riprende lo sterro nell'area di Ostia antica... mettendo anzitutto allo scoperto le tombe sulla destra della via dei sepolcri tra questa e la grande ria, in cui dovremo riconoscere, a quanto pare, l'Ostiense.
In parte fu qui scavato sotto la direzione di Pietro Ercole Visconti il quale ebbe il torto di far ammucchiare sulle tombe la terra tolta dalla via dei sepolcri, se pure forse già questo non avvenne nei lavori che a suo tempo fece eseguire il cardinale Pacca.
Di fatto però il risultato di questo sterro ha superato ogni mia aspettativa. Non solo ho rimesso in luce un gruppo di monumenti per vari rispetti interessante e in taluni punti di bellissima costruzione, ma ho potuto constatare che i miei predecessori non approfondirono lo scavo, talvolta perchè ingannati da uno strato di terra battuta, ma più spesso, ritengo, perchè furono delusi nella speranza di rinvenire oggetti, il luogo essendo stato in massima parte devastato in antico.
Vi sono stanze sepolcrali con avanzi di pitture e mosaici, con colombari, e olle in nuda terra e inumazioni. Queste, che sembrano le ultime, e ad ogni modo non molto recenti, sono raramente isolate; ma per lo più le fosse sono regolarmente disposte nelle stanze, che occupano interamente e spessissimo a più ripiani. Talvolta contenevano la cassa in terracotta, ma per lo più esse erano semplicemente ricoperte da tegoloni, e questi alla loro volta da un forte strato di calce. Il ripiano più alto era poi spesso ricoperto di mosaico, purtroppo sinora però mai rinvenuto intatto. Nessuna di queste fosse contiene altro all'in fuori dello scheletro, non di rado completamente disfatto.
Riscoperta della Porta romana di ostia antica:
E qui venne in luce la porta desiderata, larga m. 5,10, lunga rimasta solo nella sua parte inferiore, privata della sua rivestitura marmorea. Senonchè sono tanti i begli avanzi di rivestimenti, di basi e cornici, di cui il più grande misura m. 1,85 X 0,85 X 0,39, che per certo ne sarà possibile una ricostruzione grafica. E innanzi alla porta si vede la via Ostiense, fittamente fiancheggiata da tombe.
La porta aveva nell'attico l'iscrizione incisa su varie lastre a grandi lettere, lunga otto piedi e alta quattro, con cinque linee, di altezza degradante, la prima essendo alta circa 20 cm., la quinta 10.
Certamente un'iscrizione era su ambedue le fronti. Lo vediamo, oltre che" per altri indizi, speeialmente perchè nella prima linea ricorreva due volte la parola populus. Le lastre erano di diverso spessore nella stessa facciata.
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