Alle ore 7 cominciano ad essere illuminate a gas la Via Papale, Piazza di San Pietro (dove sono realizzati 4 lampioni a Candelabro con sette luci), il Corso, il Campidoglio (dove sono posizionati 18 lampioni), Piazza del Gesù e Piazza Venezia. L'Officina ed il gasometro di Via dei Cerchi inizia la sua attività producendo 60.000 mc. di gas al giorno.
Nello scavo assai profondo, ma per mala sorte assai angusto, che si eseguisce per la fognatura del nuovo tronco di via Nazionale, fra le chiese del Gesù e di S. Andrea della Valle, si incominciano a scoprire avanzi dei grandi edifizì pubblici del campo Marzio, di quelli cioè che confinavano col Circo Flaminio e coi Portici Pompeiani.
Queste incerte vestigie, scoperte piuttosto per eccitare che non per soddisfare la curiosità degli studiosi, si presentano costruite a bugna di tufi o di peperini , con cornicioni di travertino, e sono esattamente orientate con l'asse di via Cesarini, o meglio con l'asse degli edifici Pompeiani.
A meno che non si ritrovi qualche brano di iscrizione monumentale, non stimo possibile giudicare della loro pertinenza. Nel sito già occupato dal palazzo Marini, si è trovato un muro costruito con i frantumi di una o più statue colossali. Vi è una testa di squisita fattura, di giovinetto imberbe con capelli corti e ricciuti.
A partire dalla piazza del Gesù fino all'angolo di via de' Ginnasi, si è scoperto (sotto la linea di prospetto delle case abbattute, Colonna, Marini, Ferretti etc.) un muraglione rettilineo, costruito con massi enormi di peperino, la grossezza del quale non è ancora determinata.
A piedi del muraglione v' è un pavimento di travertino, formato con lastre, grosse in media mezzo metro, lunghe m. 1,80, larghe m. 1,00, e solcato da canali di scolo per le acque piovane. Sembra il pavimento di un portico: ma ni'l sito, nel quale avremmo dovuto ritrovare le basi delle colonne, si è trovato invece un muro di tarda costruzione, grosso m. 0,80. La larghezza del portico, o più esattamente del pavimento di travertini, è di 3 metri.
Proseguendo verso ponente, all'altezza dei palazzi Chiassi e Strozzi, si è scoperto un gruppo assai complicato di antichi manufatti, nel quale mi sembra potersi ravvisare l'angolo di un tempio, col peristilio di colonne di travertino, coperte di stucco.
Il diametro delle colonne è di m. 0,79: le basi hanno doppio toro. La fabbrica è circondata da un marciapiede di travertino, largo 3 metri, con profondi canali di scolo, i quali mettono ad una bocca di cloaca.
Sono state ritrovate nello scavo due statuette acefale, a metà del vero. La prima rappresenta Marsia legato all'albero: la seconda una divinità velata.
Dinanzi al portone del palazzo Viscardi, è stato raccolto un grosso tubo di piombo con la seguente iscrizione del secolo IV.
Rodolfo Lanciani.
Funerali di un caduto sul lavoro in piazza del Gesù. L'episodio degenera in uno scontro tra accompagnatori e polizia con quattro morti e diciassette feriti e provoca la proclamazione dello sciopero generale:
"L'autorità s'immischiò nella determinazione dell'itinerario di questo corteo funebre, dicendo chiaro agli organizzatori: “di qui non si passa; di là nemmeno”.
È con truppe, guardie e carabinieri dispose cordoni che impedissero, eventualmente, di passare nei luoghi vietati a chi ne avesse avuto il ghiribizzo. Naturalmente, come il corteo funebre si mosse, i caporioni non ebbero che un'idea fissa: passare precisamente dove le autorità avevano dichiarato che non avrebbero lasciato passare.
Non si passa!..., dissero i delegati. Passeremo ad ogni costo risposero i caporioni della massa rivoluzionaria. Vi fu un momento di attesa; e in quel momento un provvidenziale carro di pietre (il solo che in quell'ora è in quel luogo non avrebbe dovuto passare) capitò in mezzo ai contendenti.
I sopraffattori non potevano desiderare di meglio.
I sassi era Dio che lì mandava, e cominciarono una fitta, furibonda sassaiuola contro guardie, carabinieri e soldati. Fra costoro più di | trenta furono i contusi e feriti; squillarono non ì una, non tre, ma dieci, venti volte le trombe.
Un colpo d'arma da fuoco partì, pare, da un gruppo di rivoluzionari bene intenzionati, e guardie, carabinieri, soldati, dopo una tolleranza forse eccessiva; da cento testimoni accertata (risposero, come qualunque altro cittadino non fatto di pasta frolla avrebbe risposto subito, senza tanta attesa di tanti squilli) risposero sparando rivoltelle e moschetti, in aria preferibilmente, e vi furono un morto, due feriti gravemente, morti poco dopo, ed una trentina di altri feriti, fra quali una signorina che era affacciata a una finestra.
E doloroso constatarlo, ma soltanto dopo questa inevitabile repressione, i fanatici rivoluzionari che volevano “passare ad ogni costo, si persuasero che non era facile passare.
Fu o non fu voluto da costoro codesto tafferuglio? Fu o non fu inevitabile? Ebbene, dopola tristissima scena, riformisti, sindacalisti, integralisti, opportunisti e tutti gli altri isti e tristi in coro, si diedero a proclamare la strage proletaria, e ad eccitare allo sciopero generale di protesta in tutta Italia."
La sede della Serenissima Gran Loggia italiana a Piazza del Gesù, viene completamente distrutta da squadristi fascisi.
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Palazzo Berardi
1888 edifici
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Targa della Madonna Addolorata di piazza del Gesù
1796 targhe
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Palazzo Petroni Bolognetti Cenci
1737 palazzi-corte
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Palazzo Altieri
1655 palazzi
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Targa del Cardinale Odoardo Farnese sulla Casa professa dei Gesuiti
1600 targhe
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Casa Professa dei Gesuiti 1599 conventi-chiostri
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Chiesa del Gesù
1556 chiese
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Cappella dei Nobili nella Casa Professa dei Gesuiti
cappelle
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Cappella di Maria nella Casa Professa dei Gesuiti
cappelle
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Cappella di Sant'Ignazio nella Casa Professa dei Gesuiti cappelle
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Cappella Farnese nella Casa Professa dei Gesuiti
cappelle
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Fontana della Casa Professa dei Gesuiti fontane
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Fontana dei delfini di palazzo Cenci Bolognetti
fontane
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Cappella di Palazzo Altieri
cappelle
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Madonna dell'Addolorata di piazza del Gesù
edicole sacre