Nei disterri di villa Ludovisi, prosegue a scoprirsi la condottura plumbea col nome della proprietaria Devia Ilarità da un lato, e dallo stagnaio Evelpisto dall'altro.
Prosegue pure la scoperta del grande deposito di anfore, che dovranno essere esaminate una ad una. Anche più importante è lo scoprimento, nel suolo vergine, di tazze finissime a vernice nera iridescente.
Rodolfo Lanciani.
Negli sterri per il tracciamento delle nuove strade nella villa già Ludovisi, e sopra tutto nello sterro per il grande viale, che deve condurre dalla piazza Barberini alla porta Pinciana, si discoprono le fondamenta di grandiose costruzioni dell'epoca imperiale, di reticolato, di laterizio-reticolato, di laterizio, e di maniera così detta massenziana.
La linea topografica più importante è quella di un lunghissimo colonnato, il quale dalla porta Pinciana discende verso il casino dell'Aurora.
Vi rimangono in opera oltre a quaranta cuscini o dadi di travertino, di m.c. 0,80, sui quali stavano impernate le basi delle colonne. Vi è poi uno spazio recinto da muraglioni, grossi un metro, il quale è pieno di anfore, messe una sull'altra con la bocca all'ingiù.
Rodolfo Lanciani.
Essendosi posto mano agli sterri per la fogna della nuova via, che da s. Nicola da Tolentino si dirige alla porta Pinciana, attraverso l'area della già villa Ludovisi, si è trovato un grande deposito di anfore disposte in più ordini. Sono tutte eguali nella forma, ed alte m. 0,70. La massima parte non hanno veruna iscrizione: solamente in tre sono state osservate, vicino al collo, alcune tracce di parole scritte a pennello.
Giuseppe Gatti
I lavori pel nuovo quartiere, che si viene costruendo nella già villa Ludovisi, a poca distanza dalla porta Pinciana, hanno messo allo scoperto due colonne di cipollino del diametro di m, 0,65, lunghe m. 4,92. Sono intiere, ma fuori di posto, essendo collocate l'una presso l'altra orizzontalmente sul terreno. A. lato di esse giace un pezzo di grande cornicione marmoreo.
Giuseppe Gatti
Nell orto dei Cappuccini, presso piazza Barberini, è stato recuperato un frammento di grande masso rettangolare di marmo, sul quale rimane questo avanzo di antica iscrizione:
...OMANVM COGNATVM AMICVM SOCIV...
...IAEI BENEFICIQVE ERGA LVCIOS IN COMV...
Questo frammento epigrafico dee confrontarsi con la dedicazione 4 Roma, a Giove Capitolino ed al popolo Romano, fatta parimenti dal popolo di Licia, per confermare l'alleanza coi Romani, dopo la vittoria di Silla su Mitridate, e che fu incisa nel tempio stesso di Giove capitolino.
Il Mommsen ha dimostrato (?), che allo scopo di serbare la memoria delle confederazioni con gli esteri, nell'età repubblicana erano in uso due sacrarii: quello di Giove Ottimo Massimo, prossimo all'aedes Fidei populi Romani sul Campidoglio, e quello più antico che denominavasi Capitolzum vetus, prossimo all'aedes dei Fidii sul Quirinale.
Il luogo ove è stato rinvenuto il nuovo frammento, non è molto lontano dall'altura ove sorgeva il Capitolium vetus, che i topografi collocano fra il palazzo Barberini e il giardino del palazzo Quirinale.
Ed è a notare, che due di cotesti massi marmorei con dedicazione scritta l'una degli Efesini, l'altra dei Laodiceni (C.I.L. VI, 373, 374) furono appunto trovati presso il palazzo Barberini nell'anno 1637 ed ora si conservano nella galleria lapidaria al Vaticano.
I lavori che si eseguiscono nell'orto dei Cappuccini, per la nuova strada che deve congiungere il quartiere Spithòver con la piazza Barberini, hanno fatto recuperare una colonna di alabastro, lunga m. 2,70 col diametro di m. 0,35, e due lastroni di pavonazzetto, che uniti insieme danno una lunghezza di m. 3,71, e sono alti circa un metro.
Nel sito medesimo sono stati raccolti alcuni frammenti di vasi aretini; due lucerne fittili communi; un grande ago in osso, ed una piccola fibula di bronzo
Proseguendosi gli sterri per una nuova strada attraverso l'orto dei Cappuccini, presso piazza Barberini, sono stati raccolti: un piccolo anello di bronzo, che finisce in testa di serpe; un'ametista, servita probabilmente per gemma di anello; ed alcuni vasetti fittili comuni.
Per collocare la condottura dell'acqua Marcia sotto il fornice della porta Pinciana, si sono tolti d'opera varî massi di travertino, i quali ne costituivano l'antica soglia. Uno di questi massi porta scritto in grandi e belle lettere, EROTID, ed appartenne probabilmente al sepolcro di una donna, cognominata Erozîs, che non doveva trovarsi lungi dalla medesima porta Pinciana, e le cui pietre furono adoperate nella prima costruzione della porta.
Continuandosi gli sterri nell'antico orto dei Cappuccini, presso la piazza Barberini, per il prolungamento della via delle Provincie, si sono raccolti i seguenti oggetti: Antefissa fittile, in forma di testa di lupo; lastrina di lapislazzuli, servita per lavoro d'intarsio a qualche mobile; cerchietto di bronzo, liscio, del diametro di m. 0,04; un grano da collana, di pasta vitrea; due monete di bronzo, guaste ed ossidate.
Negli sterri per la grande strada, che traversa l'antico orto dei Cappuccini presso piazza Barberini, si è raccolta una grande lucerna in terra rossa, la quale nel piatto porta in rilievo il busto di Giove, con l'aquila ad ali spiegate, e nel fondo ha il marchio di fabbrica:
C CLOC SVG
Per i lavori edilizi fra la villa Ludovisi e l'orto dei Cappuccini, sono stati recuperati i seguenti oggetti fittili: a) Lucerna, che nel piatto porta in rilievo il busto di un attore scenico, e nel fondo il bollo FORTIS; b) Altra, con una piccola maschera in rilievo, e col bollo STROBILI; c) Altra con simile rilievo, e col bollo L M ADIEC.; d) Altra col rilievo di un cane in corsa, e col bollo MVN REST; e) Altra con una colomba in rilievo, e col bollo a lettere graffite OPPI FEL; f) Piatto di lucerna, con grande manico ad anello, e con una mascheretta scenica in rilievo; g) Manico di patera fittile, terminato in testa di ariete; h) Grande balsamario semplice, di terracotta ordinaria; i) Tazzetta liscia, senza piede; h) Frammenti di vasi aretini e di altre lucerne di forma comune.
Eseguendosi nell'area dell'antica villa Ludovisi gli sterri per la strada, che deve congiungere quel nuovo quartiere con la piazza Barberini, si è incontrato un grandissimo scarico di frammenti di anfore, vasi ed altri fittili di ogni genere.
In mezzo a quell'enorme cumulo sono state raccolte alcune lucerne monolicni, di forma comune; una delle quali, di terra rossa e più grande delle altre, porta in rilievo una ghirlanda ed una maschera. Un'altra, di terra quasi nera, ha nel piatto due busti barbati, e nel fondo il bollo: C CLO SVC
Altre simili lucerne hanno i marchi di fabbrica seguenti: a) L M ADIEC stella a quattro raggi 6) OPPI (graffito) anfora con due anse c) C OPPI RES protome di Diana.
Ivi stesso sono stati recuperati: due piccoli balsamari di vetro, il manico di un piccolo caldaio di bronzo, un campanello parimenti di bronzo, il piatto di un cucchiaio d'osso, ed alcune monete dell'età imperiale, assai consunte dall’ossido.
Gli sterri per apertura di nuove strade nell’area dell’antico orto dei Cappuccini, presso piazza Barberini, hanno fatto tornare in luce parecchie lucerne ed altri vasetti fittili.
Dagli sterri nell'antico orto dei Cappuccini, fra la piazza Barberini e il nuovo quartiere Sallustiano, ove negli scorsi mesi tornarono in luce molti oggetti in terracotta, provengono altre sei lucerne fittili, alcune delle quali con rilievi comuni, ed una rappresentante i Lari, con ara accesa in mezzo ad essi. Ivi stesso è stato trovato un frammento di testa di leone, parimenti in terracotta, ed un piccolo balsamario di vetro.
Giuseppe Gatti.
Dallo sterro per l'apertura della nuova strada dalla via Ludovisi a s. Isidoro, attraverso l'antico orto dei Cappuccini, proviene una statuetta muliebre in marmo, panneggiata, alta m.0,65. Manca la testa e la parte anteriore di ambedue le braccia. Dai varî movimenti di terra, che per la sistemazione delle strade hanno luogo nel nuovo quartiere di villa Ludovisi, proviene un piccolo cippo di marmo, che porta scritto sulla fronte: SILVANO CVSTODI PAPIRII.
Giuseppe Gatti.
Dai vari sterri per la sistemazione delle strade nel nuovo quartiere della villa Ludovisi provengono questi oggetti: Bronzo. Arnese semicircolare, a forma di ferro di cavallo: diam. m. 0,17, grossezza m. 0,018. Anellino con chiave. Manico di piccolo specchio, od altro simile oggetto, che termina in tre punte: lungh. m. 0,085; Terracotta. Lucerna monolychne, col busto di Giove e l'aquila ad ali aperte, in rilievo; nel fondo, il marchio di fabbrica VA 2. Altra simile, con ghirlanda ed il bollo C : CLOSVCC- Altra simile, col rilievo di due foglie d’edera. Altra a sei becchi, dei quali quattro soli sono conservati; il piatto è infranto.
Giuseppe Gatti.
Continuandosi i movimenti di terra per la sistemazione delle strade nel nuovo quartiere di villa Ludovisi, è stato raccolto un plinto di marmo, lungo m. 0,23X0,045, che nel piano superiore conserva l'impiombatura, con la quale vi era fissata una statuetta di metallo. Vi si legge, incisa a belli caratteri, l'epigrafe: LACO PRAEF VIG XIII
P. Graecinius Laco ebbe la prefettura dei vigili sotto Tiberio, e poi fu procuratore di Claudio nella Gallia; nella quale magistratura fu onorato delle insegne consolari (Dio 58, 9. 10; 60, 23: cf. C. ZL Z. V, 3340).
Giuseppe Gatti.
Da uno sterro presso l'orto dei Cappuccini provengono i seguenti oggetti: Lucerna fiittile, monolicne, con la figura di Minerva. Altra a due becchi, col rilievo del busto di Giove. Altra di terra rossa, a sette becchi, uno dei quali è rotto. Un'anfora intiera, di bella forma, alta circa un metro. Una colonnina di breccia corallina, alta: m. 1,95, diam. m. 0,30.
Giuseppe Gatti.
Dagli sterri nell'orto dei Cappuccini provengono: un frammento di fregio fittile, con un coccodrillo e tre anitre in rilievo; un balsamario di vetro; una lucerna a tre becchi, mancante del manico; e due altre lucerne monolicni, una delle quali ha scolpito un genietto, e l'altra una biga in corsa.
Giuseppe Gatti.
Per i lavori di sistemazione della via principale nel nuovo quartiere di villa Ludovisi, è stata recuperata una statuetta marmorea di fanciullo, dal cui collo pende la bulla. Mancano la testa, le braccia ed i piedi; presso i quali è lo scrinium coi volumi.
Giuseppe Gatti.
In via Veneto, e precisamente incontro alla porta Pinciana, eseguendosi lo sterro per un nuovo casamento, alla profondità di m. 0,40 dal piano stradale, è tornato in luce un tratto di antica via, lastricata con grandi poligoni di selce, la cui direzione è parallela alla detta via Veneto.
Alla profondità poi di oltre 9 metri nel centro dell'area suddetta, si è incontrata un'antichissima latomia; un cunicolo della quale termina in ima cella quadrata, scavata anch'essa nel tufo, con volta a crociera e tre grandi nicchioni nelle pareti.
Giuseppe Gatti.
In via Veneto, e precisamente incontro alla porta Pinciana, eseguendosi lo sterro per un nuovo casamento, alla profondità di m. 0,40 dal piano stradale, è tornato in luce un tratto di antica via, lastricata con grandi poligoni di selce, la cui direzione è parallela alla detta via Veneto.
Alla profondità poi di oltre 9 metri nel centro dell'area suddetta, si è incontrata un'antichissima latomia; un cunicolo della quale termina in una cella quadrata, scavata anch'essa nel tufo, con volta a crociera e tre grandi nicchioni nelle pareti.
Giuseppe Gatti.
Negli sterri intrapresi dal sig. Augusto Cadlolo per la costruzione di un nuovo fabbricato allo svolto di via Veneto, in angolo con la via Liguria, si sono incontrati piccoli avanzi di antichi muri in laterizio ed un altro muro reticolato in tufa.
Fra le terre erano molti frantumi di anfore e di altri grandi vasi vinarî: una sola anfora intiera è stata raccolta, dell'altezza di m. 1,30.
Spianandosi il terreno nel sito ov'era l'orto annesso all'ex-monastero delle Cappuccine, al Quirinale, sono apparsi incerti ruderi di antiche fabbriche in laterizio. Fra la terra si raccolsero uno stilo di bronzo, uno spillo d’osso, ed un gruppo di oggetti in ferro, che sembrano essere stati adoperati per incatenare muri fatiscenti. Vi sono tre grandi staffoni e parecchi pezzi di grosse catene.
Giuseppe Gatti.
In via Veneto, presso l'angolo con la via Lazio, nel sito corrispondente al grande viale, che era nella villa Ludovisi e metteva a porta Pinciana, si è nuovamente incontrato, per i lavori di una fogna, quel vasto deposito di anfore, che già altre volte è riapparso in quella medesima zona, ed occupa una superficie assai estesa.
Ne sono state raccolte dieci, intiere e beu conservate, sei delle quali recano impressi sopra uno dei manichi, bolli rettilinei: a) APOLLON b) RSN c) SAT d) THAL e) L V TRPHM f) L VR F. Su due altri manichi, che si trovarono distaccati, leggonsi i bolli: g) P MA N L h) PASS RI
Sotto il collo di due delle suddette anfore si veggono pure tracce di ìscrinioni dipinte in colore nero, ma di lettura assai difficile ed incerta.
Giuseppe Gatti.
Sulle vie Veneto ed Emilia facendosi sterri per la costruzione di nuovi fabbricati, sono state trovate parecchie anfore fittili, di forma comune, alte in media da m. 0,70 a m. 0,90. Alcune soltanto di queste anfore erano intiere, e quasi tutte mancanti del collo.
Giuseppe Gatti.
In prossimità del palazzo Balestra, sulla via Veneto, è stata trovata una bella lastra di pavonazzetto, lunga m. 1,60 X 0,80 X 0,30, che sembra essere stata adoperata come soglia di porta in qualche antico edificio.
Costruendosi in via Veneto un nuovo fabbricato, presso il palazzo Balestra, è tornato in luce un avanzo di muro in opera reticolata di tufo, al quale era appoggiato un pilastrino in laterizio. Fra la terra si sono rinvenute molte anfore fittili, quasi tutte in pezzi, ed un frammento di mattone col bollo di T. Greio Januario (C.I.L. Z. XV, 119%). Sopra il collo d'un'anfora è impresso, a lettere incavate e nitide, il sigillo: CHIVL GFRE SEC C
Giuseppe Gatti.
Scavandosi una galleria sotterranea fra la via Veneto e la via s. Basilio, per congiungere il villino di S. M. la Regina Madre con la Casa materna Jolanda-Margherita, a m. 1,30 sotto il piano stradale si è rinvenuta un’anfora di terracotta, a due manichi, alta poco più di un metro.
Giuseppe Gatti.
In via Veneto, nei lavori per costruire i piloni di fondazione di un nuovo casamento sull'angolo con la via Emilia, alla profondità di tre metri dal piano stradale si è rinvenuta una condottura di acqua, di medio modulo, la cui direzione era da nord-est a sud-ovest.
Si sono potuti estrarre, finora, due tubi di piombo, saldati l'uno coll’altro, lunghi ciascuno m. 1,80. Vi sono impresse rispettivamente, a lettere rilevate, le seguenti iscrizioni: IMP CAES AVG VESPASIANI SVB CVRA CALLISTI AVG L PROC Il IXX; IMP CAES AVG VESPASIANI SVB RA CALLISTI VXA.
Ivi stesso, a m. 1,50 sotto il piano di via Veneto, sono stati scoperti alcuni poligoni di selce che appartengono ad un'antica strada, della quale però non si è potuta riconoscere la direzione, attesa la ristrettezza del cavo.
Giuseppe Gatti
In via Veneto, nell'area ove si costruisce un nuovo fabbricato per albergo, fra la Scuola internazionale e il palazzo Balestra, sono venuti in luce, a poca profondità dal suolo, varî resti di muri in opera laterizia e reticolati. Si rinvennero pure due avanzi di pavimenti, uno di mattoncini ad opera spicata, l'altro a grossolano musaico con tasselli neri. Fra la terra si trovarono molti pezzi di anfore fittili.
Continuandosi il medesimo sterro, (dopo un mese) sono stati trovati altri quattro pezzi di quell'antica condottura, due dei quali ne erano la continuazione dalla parte destra, e due dalla parte sinistra. In ogni fistola che aveva la lunghezza di m. 2,80, compresa la parte innestata e saldata, il sigillo era segnato due volte, cioè alle due ‘estremità presso la saldatura; e sempre è ripetuto nella stessa forma: IMP CAES AVG VESPASIANI SVB CVRA CALLISTI AVG L PROC
I numeri sono segnati nella parte opposta alla iscrizione e con cifre retrograde. Nei cinque tubi intieri che formano una parte continua della condottura, essi si succedono con quest'ordine: IXXX VXX IIIXX IVXX I
È quindi evidente che tale numerazione progressiva era fatta dallo stagnaio pet indicare la quantità delle fistole che erano state commesse, e di cui doveva dar consegna al procuratore imperiale; ma nel mettere in opera î tubi, non si manteneva l'ordine con cui essi erano stati precedentemente numerati. Nel tratto ora scoperto furono saldati in serie continua quelli che portavano i numeri 1, 26, 23, 25,81.
Giuseppe Gatti.
Proseguendo i lavori di sterro per la costruzione del nuovo albergo in via Veneto è stato trovato un altro pezzo della condottura plumbea col sigillo (cfr. Motizie 1902, pag. 95, 269).
IMP CAES AVG VESPASIANI SVB CVRA CALLISTI AVG L PROC
Questo tubo formava continuazione con quelli scoperti nel mese di marzo p. p., e porta impresso, nel lato opposto all’ inscrizione, il numero IXYX. Onde apparisce, che nelle fistule saldate una appresso l'altra la serie dei numeri impressi su ciascuna era disposta in questo modo: I XXVI, XXV, XXXI
E perciò tali cifre saltuarie non rappresentano nè la portata dei tubi, nè il numero ordinale dei medesimi nella condottura; ma spettano alle lastre di cui si servì lo stagnaio, e furono da lui segnate per proprio conto.
Inaugurato l'Hotel Excelsior a Via Veneto:
"Nel quartiere più elegante e aristocratico della Capitale, fra l’aria salubre e profumata del Pincio, di Villa Umberto I, dei Giardini di Villa Margherita, è sorto, come per incanto, l’Ezcelsior Hotel, una costruzione colossale, un'opera d’arte genialmente ideata ed abilmente diretta dall’architetto Vogt. E Roma si è arricchita di un nuovo albergo; che emula i più rinomati del mondo!
Su oltre 5000 metri quadrati di terreno, si innalzano i sei piani del sontuoso Hotel, provvisto di 320 camere y iaggiatori, 100 pei domestici e 150 bagni. Superfluo sarebbe intrattenerci dell'arredamento, dei mobili, dell'igiene, del comfort, perchè tutto risponde nell’ Excelsior Hotel alle ultime concezioni della scienza, dell’arte e del gusto più raffinato."
Per i lavori stradali in via Veneto è stata recuperata, fra la terra di scarico,
una lastrina di colombario, ansata, di m. 0,22 X 0,09, sulla quale leggesi il titoletto sepolcrale: T POMPEIVS T F VOL NIGER SPECVLAT OLLA INFERIO. Nell'ultima parola fu omessa la lettera finale R.
Giuseppe Gatti.
Sistemandosi la via Sicilia, nel tratto prossimo alla porta Salaria, è stato riconosciuto anche in quel luogo il grande deposito di anfore, a largo ventre, alte in media m. 0,80, che più volte, a pochi centimetri sotto il pavimento stradale, sì è incontrato sulla via Veneto e nelle adiacenze.
È stata pure ricuperata una stele di marmo, mancante della parte superiore, alta m. 0,90 X 0,30, nella quale entro una cornice intagliata e decorata con mezzi ovoli ad altorilievo, leggesi l'epigrafe sepolcrale: CHRYSIIDI VIXIT AN VIII M XI D XV POSVIT EROSSER CAESAR VERNAE SVAE
Giuseppe Gatti.
Il Consiglio Comunale di Roma Delibera sulla toponomastica delle strade vicino al nuovo edificio della Camera: Via del Parlamento, mantenendo i preesistenti nomi di Via della Missione e Via del Giardino (Theodoli), Largo dell'Impresa. Nel quartiere dei Ferrovieri presso Santa Croce in Gerusalemme: Vicolo di Porta Maggiore, Via Sessoriana, Via Germano Sommeiller, Via Sebastiano Grandis, Via Saverio Grattoni. Nel quartiere della Cooperativa Case ed alloggi per impiegati: Piazza Caprera; Via delle Alpi; Via degli Appennini. Denominazione di nuove strade: Via Po; Via Aniene; Via Luisa di Savoia; Via Giuseppe Zanardelli; Via del Teatro Costanzi (oggi parte di Via del Viminale); Largo Carlo Goldoni; Via Carlo Sturbinetti. Soppresse: Via Cacciabove (assorbita da Via del Tritone); Via Ericina (assorbita da Via Collina); Piazza dei Cappuccini (assorbita dalla nuova strada di Via Veneto); Via di Sant'Isidoro è accorciata.
In via Veneto, facendosi gli sterri per l'ampliamento del Palace Hotel, alla profondità di m. 4,50 sotto il piano stradale, è stato messo in luce, nell'angolo sudest lungo la detta via, un tratto di antica strada a poligoni di selce, larga m. 4,30, limitata da lastroni di travertino, larghi m. 0,60. La direzione di detta strada va da nord-ovest a sud-est. Inoltre, a poca profondità dal piano stradale, un piccolo tratto di pavimento ad opus spicatum.
D'Annunzio a Roma per rinnovare le giornate del maggio 1915. Improvvisa una comizio dal balcone dell'Hòtel Regina a via Veneto.
Inaugurazione di una lapide in memoria della Regina Margherita sul muro esterno della sua residenza romana, palazzo Margherita. La cerimonia si svolge alla presenza del Re e dei feriti di guerra dell'Ospedale Margherita.
Alla presenza di Mussolini, viene inaugurata la Galleria di Roma a Palazzo Coppedè in Via Veneto 7, finanziata dal Sindacato degli artisti e diretta da Pietro Maria Bardi e Anna Normandia (amante del duce). La prima mostra è una retrospettiva di Armando Spadini.
Il Duce Mussolini inaugura la II Esposizione Italiana di Architettura Razionale in mostra nei locali della Galleria d'Arte di Roma di via Veneto 7. Pier Maria Bardi, famoso giornalista ‘amico’ dei razionalisti nonché direttore della Galleria d’Arte, prende sottobraccio Benito Mussolini e lo guida nella mostra. All'ingresso ha affisso la cosiddetta “Tavola degli orrori”, un collage di esempi di architetture da lui considerate, appunto, “orrende”. Si assicura che il Duce la osservi bene, e poi gli consegna un plico, contenente il manifesto del razionalismo italiano: “Mussolini – gli dice con tono seducente – il fascismo è un qualcosa di rivoluzionario. E rivoluzionario deve essere anche nell’architettura”. Poi, la proposta: “Faccia del razionalismo un’arte di Stato, costruisca tutti gli edifici pubblici con questo stile. Non se ne pentirà”.
L’Istituto Nazionale delle Assicurazioni acquista dal Foreign Mission Board of the Southern Baptist Convention (Comitato delle missioni estere della Convenzione Battista), il complesso immobiliare fra piazza Barberini, via Vittorio Veneto, via dei Cappuccini (anticamente denominata via Ferrea) e via della Purificazione, per la cifra di 350.000 dollari.
La Galleria di Roma si trasferisce da Via Veneto a Palazzo Wedekind. Il governatore Giuseppe Bottai visita la prima mostra, Omaggio a sedici artisti italiani (fra gli altri, Boccioni, Carrà, Modigliani, Casorati, de Chirico , Morandi, Ferrazzi, Martini, Severini, Sironi). Dario Sabatello è il nuovo direttore.
I GAP uccidono un ufficiale tedesco a via Veneto, mentre due fascisti subiscono la stessa sorte in via Donizetti e in via Cola di Rienzo.
All'interno della manifestazione Contemporanea, promossa dagli Incontri internazionali d'arte presiediuti da Graziella Lonardi Buontempo, l'artista Christo, con un intervento complesso impacchetta letteralmente Porta Pinciana mediante un sofisticato sistema di enormi teloni e corde arancioni. La struttura rimane esposta per quaranta giorni.
Esponenti dell'organizzazione Rivoluzionaria dei Socialisti Musulmani lancia una bomba a mano lanciata contro il Cafè de Paris a Via Veneto e ferisce 40 persone.
La E.G.A. Esercizio Grandi alberghi srl, proprietaria dell'Hotel Majestic, decide di chiudere la struttura e licenziare il personale motivando la decisione con la gravissima situazione finanziaria che si è venuta a creare dopo due anni consecutivi di pandemia.
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Fontanella del Cane a Via Veneto
1940 fontane
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Palazzo della banca Nazionale del Lavoro
1934 edifici
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Palazzo ex Ministero delle Corporazioni
1928 edifici
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Palazzo INA a Via Veneto
1928 palazzi
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Palazzo Coppedè a Via Veneto
1927 palazzi
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Memoriale alla Regina Margherita
1927 memoriali
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Hotel Ambasciatori Palace
1926 palazzi
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Monumento ai caduti del rione Ludovisi nella prima guerra mondiale
1921 memoriali
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Hotel Excelsior
1905 palazzi
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Palace Hotel
1902 palazzi-corte
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Hotel Majestic
1896 palazzi
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Hotel Flora
1895 palazzi
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Hotel Regina Carlton
1892 palazzi
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Palazzo Balestra
1891 palazzi
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Palazzo Margherita
1886 palazzi
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Targa del Rione Colonna a Via Veneto
1744 targhe
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Beveratoio delle Api di Piazza Barberini
1644 fontane
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Santa Maria dell'Immacolata Concezione
1626 chiese
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Parco di Villa Ludovisi
1621 parchi
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Cimitero dei Cappuccini
cimiteri
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Convento dei Cappuccini
conventi
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Palazzo Frontini
palazzi
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Casa materna Jolanda Margherita
scuole
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Fontana di Giunione di Villa Ludovisi
fontane
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Fontana del Sileno dormiente di Villa Ludovisi
fontane
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Fontana del Tritone di Villa Ludovisi
fontane
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Deposito di Anfore a Via Veneto
archeologia
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Madonna con bambino angolo via Veneto via Sicilia
edicole sacre
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Porta Pinciana
porte