Papa Pio IV fa allargare il primo tratto di Via Nomentana per metterla in asse con la nuova Porta Pia e con via Antica Semita, l'attuale via XX Settembre.
Papa Urbano VIII, su richiesta di alcuni nobili della Dalmazia (devoti al santo papa del III secolo Caio), incarica gli Architetti Peparelli e Della Grace della ricostruzione della chiesa di San Caio a via Pia.
In un area della Villa Barberini, angolo Quattro Fontane e Via XX Settembre, viene realizzato uno Sferisterio, campo destinato al gioco del pallone con bracciale all'uso toscano.
Regio decreto in cui si approvata la Proposta della sottocommissione governativa per l'esproprio, per ragioni di pubblico servizio dei monasteri (comprese le chiese e gli orti retrostanti) di S. Teresa (articolato in 97 ambienti, per complessivi 8.990 metri quadrati) e dell'Incarnazione (composto di 146 vani e 17.650 metri quadrati complessivi).
Dinanzi al palazzo delle Finanze, in via Venti Settembre, è stata ritrovata a fior di terra una mirabile piscina dei giardini di Sallustio, la conservazione della quale è perfetta. Consta di due gallerie lunghe almeno met. 50, larghe met. 2,20, parallele fra loro, e divise da una fila di pilastri di met. 1,00 x 0,70. Le volte a crociera hanno spiracoli di met. 0,60 in quadro. La costruzione è laterizia fino all'altezza di met. 1,40, e di pietra nel culmine. L'altezza totale, misurata dal pavimento al cervello della volta, è di met. 4,05.
Rodolfo Lanciani.
Iniziano i lavori di costruzione del nuovo prospetto del Ministero della Guerra a via Pia. Sono demolite le chiese di Santa Teseresa e della Santissima incarnazione del divin verbo.
Per far posto a nuove costruzioni, viene demolito lo Sferisterio Barberini su via XX Settembre. Un nuovo impianto viene costruito in un lotto libero tra via Sallustiana e Via Calabria.
Dirimpetto al palazzo delle Finanze, nel terreno Spithover sulla via Venti settembre, si stanno eseguendo i cavi di fondazione delle nuove case. Sono stati scoperti muri laterizi della buona epoca imperiale, con archi a tutto sesto di grandi mattoni, segnati con bolli.
Un collo d'anfora col sigillo HONOR. Una base di colonna, col toro intagliato a foglie di quercia. Alcuni pesi, cosidetti da tessitore, ed il seguente pezzo d'iscrizione: M FABIV FECIT MO ET AI
Rodolfo Lanciani.
In via Venti Settembre demolendosi un muro per costruire una conduttura, tra i materiali di costruzione fu rinvenuto sul finire dello scorso marzo un pezzo di giallo brecciato, rappresentante uno scudo di Achille, con rilievi che ritraggono le scene descritte nel lib. XVIII dell'Iliade. Intorno all'orlo dello scudo sono ripetuti i versi di Omero, in caratteri minutissimi. Questo frammento fu dal proprietario donato al Municipio di Roma, per essere esposto accanto alla tavola iliaca nel Museo Capitolino.
Il sig. Giuseppe Spithoever cominciò gli scavi del ninfeo negli orti Sallustiani, sotto la vigilanza dell'ing. cav. Rololfo Lanciani, il quale intorno alle scoperte finora avvenute in quel luogo e nelle adiacenze, compilò il rapporto che qui appresso trascrivo:
Furono rinvenute finora cinque opere di scultura, di non comune importanza, queste sono: 1. Statua marmorea grande al vero, rappresentante il giovinetto Endimione addormentato sulle rupi del Latmos. Benchè la scultura sia men che perfetta, pure la rarità della rappresentanza rende questo marmo pregevolissimo. 2. Statua marmorea alquanto minore del vero, rappresentante Leda col cigno stretto al seno, sul motivo della Leda capitolina. Il volto è alquanto corroso; il cigno è appena riconoscibile. 3. Statua marmorea grande al vero, riproduzione trascurata del Fauno di Prassitele. Manca della testa e delle mani. Al tronco d'albero è sostituita una stele. 4. Statua marmorea grande al vero, di personaggio barbato e togato. Manca delle braccia. 5. Figura di montone in rosso antico, molto danneggiata. I num. 1,2, 4, 5, sono stati trovati negli sterri per le nuove strade del quartiere, e nelle fondazioni delle nuove case sull'area già occupata dagli orti Sallustiani. Il n.3 è stato trovato negli scavi del ninfeo. Per ciò che spetta alla topografia degli orti Sallustiani, due scoperte meritano speciale attenzione.
La prima è quella del selciato della Salaria, a circa 150 met. dalla porta Collina, dalla quale aveva origine. È avvenuto presso l’attuale bivio delle vie Venti settembre e di porta Salaria.
La seconda è quella delle fondamenta del famoso tempio di Venere Ericina, più comunemente detta Venus hortorum Sallustianorum. Il tempio, fondato com'è sul terrapieno Serviano, ha sostruzioni robustissime, grosse più che due metri, profonde dodici.
Sono costruite a scaglie di selce, impastate col cemento fra le shadacchiature, delle quali possono riconoscersi i più minuti particolari. In due mesi di lavoro continuo, non si è riusciti a demolirne che una piccola parte, non ostante l’uso della dinamite. Dalla pianta delle fondamenta può dedursi, che il tempio fosse periptero esastilo. All’infuori degli accennati muri -a sacco, non è stato ritrovato il più piccolo frammento d’architettura. Ho visto un solo tronco di colonna di granito rosso, troppo piccolo per potersi attribuire ad una fabbrica così grande.
Sulla via Venti Settembre, quasi dirimpetto il portone del palazzo delle Finanze, sono stati ritrovati alcuni ruderi di opera laterizia-reticolata, orientati con l’asse del tempio della Venere Sallustiana. Vi si distingue una fila di celle, di m. 4,10 X 4,50, addossate ad un SO assai robusto, e (in parte) coperte con volta a tutto sesto.
Rodolfo Lanciani.
Nell'angolo della Villa Barberini con la via Venti Settembre e col vicolo sterrato di S. Niccolò da Tolentino, si sta discoprendo un vasto e elegante fabbricato dei buoni tempi.
Vi si distingue, fino da ora, un'area quadrilunga, larga m. 7,90, lunga oltre ai 40 m., sui lati maggiori della corrono due porticati a pilastri di cortina di m. 1,20 X 1,00, i quali riposano s cuscini di travertino. L'ala orientale del portico è larga m, 4,40, ed ha pavimen di mosaico bianco. La parete di fondo è intonacata di signino, sul fo sono app cate incrostazioni marmoree.
L'ala occidentale non è ancora pienamente scoperta. Però vi si ravvisa. particolare curioso, ed è questo. Il pavimento a musaico bianco è stato ricoperta in epoca più recente, da un selciato a pentagoni basaltini.
Rodolfo Lanciani.
Nei disterri pel nuovo Ministero della guerra, si incominciarono a scoprire avanzi di fabbricati vastissimi del secolo III dell'impero. È molto difficile rilevarne la pianta, stante che i muri si abbattono man mano che vengono ad apparire nella fronte di scavo. Sembra che non si tratti di case o di palazzi privati, ma piuttosto di una fabbrica disposta alla maniera di castra o di horrea. I dipinti murali che ho visti sino ad ora, appartengono alla più rozza maniera del secolo IV.
Gli oggetti più notevoli raccolti in questi scavi, sono due colli di anfora con iscrizione. La prima iscrizione è dipinta a color nero, da mano abilissima ed in modo perfetto.
Rodolfo Lanciani.
Negli scavi del palazzo del Ministero della guerra, sono stati ritrovati i due seguenti frustuli d'una istessa iscrizione, a lettere di tipo severiano: a) NVM MARCI, b) ENT VSC, i quali non mancano d’importanza, essendo noto come l'area del palazzo in costruzione occupi parte della domus della gente Nummia.
Nell'anno 1629 costruendosi dai Barberini l'attigua chiesa di S. Caio, fu scoperto il piedistallo di M. Nummio Albino, cos. 246-263, C.I L. VI, 1748. Nell’anno 1877 costruendosi dal sig. Mariani la casa, posta fra s. Caio e la piazza di s. Bernardo, fu scoperto il frammento di iscrizione, Bull. com. 1877, p. 168, n. 145, dedicata ad un M. Nummio Attidi(ano?) da uno o più municipî africani.
Fra le dignità di questo personaggio, è notata anche quella di curatore del municipio Tusculano: laonde sarà facile supplire le sigle della seconda linea del frammento.
Rodolfo Lanciani.
Negli scavi di fondazione pel nuovo palazzo del Ministero della Guerra, e precisamente verso il mezzo della facciata che è rivolta al sud, alla profondità di m. 4,00 sotto il piano delle cantine, di m. 8,00 sotto il piano dell' antico orto delle monache Barberino, è stata fatta un'importante scoperta, nell'area ove fu la casa di Vulcacio Rufino.
La scoperta consiste in un piedistallo di statua, scolpito in marmo, alto m. 1,40, largo met. 0,86, profondo met. 0,77 con l'urceo nel lato sinistro. Il lato destro, il quale oltre alla patera deve contenere la data della dedicazione, non è ancora visibile. L'iscrizione della fronte è a lettere ignobili ; l'A presenta quasi sempre la forma A, e le lettore E, F, L, T sono talvolta espresse con semplici asticciuole. Essendo ora impossibile fare sull'originale nuovi e maggiori studi, finché il piedistallo non sia estratto dal cavo, mi limito a dare l'iscrizione nel modo con cui mi fu possibile di trascriverla, appena avvenne la scoperta.
SINGVLARI AUCIORITATIS SPLENDORE POLLEN TI ADMIRABILISQUE ELOQUENTIAE BENI UOLENTIE FELICITATE GLORIOSO CUNC TARUMQ DIGNITAIUM FASTIGIA FABO RABILI MODERATIONE IUSIIIIAE SUPER UC CONS GRESSOUULCACIO RUFINO ORDIN PRAEI PRAETORIO COMITI PER ORLENTEM AECYPTI ET MESOPOTAMIAE PER PASDEMVICE SACRA IVDICANTI COMITI ORDINIS PRIMI INTRA CONSISTORI VM NVMIDIAE CONSVLARI PONTIFICI MAIORI OB INNVMRRABILES SVBLIMIS BENIGTATIS TIIVLOS RAVENNATES MONVMENTVM PFRENNIS MEMORIAE IN VESTIBVLO DOMVS STATVALI VENE RATIONE DICAVERVNT VT
Il piedistallo rimane al posto, sopra un pavimento marmoreo bellissimo, e appoggiato ad una parete incrostata pure di marmi. Vulcacio Rufino, era fratello di Galla, zio di Giuliano aug. e di Gallo cesare, parente di Vulcacio Gallicano, scrittore dei tempi di Costantino. La sua casa urbana confina a n. con quella dei Valerli, ad e. con quella dei Nummii, a s. probabilmente col Vicus Longus, ad o. con le Horrea Severiana.
Nelle fondamenta del Ministero della Guerra si ritrovarono, fuori di posto, i seguenti oggetti: Rocchio di colonna di breccia d'Egitto. Tazza di marmo liaccellata, integra, col suo balaustro di sostegno. Titolo inciso a lettere quasi corsive: VLPIA • EVTERPE • HIC SITA.
Quindi vi avvennero le scoperte seguenti.
Dentro quella porzione del chiostro delle monache Barberino, che sarà, conservata ed innestata alla nuova fabbrica, è stata rimessa in luce la fronte di un antico ninfeo, ornata di nicchie di varia forma e misura. La maggiore, rettangola, è larga m. 1,10, profonda m. 0,51, alta m. 1,35: le due laterali sono pure rettangole, larghe m. 0,55, profonde m. 0,40. Le due estreme sono curvilinee. Fondo, fianchi, architrave, e mostra di queste nicchie, sono decorati con bellissimi mosaici colorati a grandi tessere, rappresentanti ramoscelli fiioriti, rami di semprevivo, uccelli etc.
Questo grazioso avanzo appartiene alla casa di Valerio Vegeto. Dalla parte della chiesa di S. Caio, e della via Firenze, alla profondità di m. 6,90, sotto il piano delle cantine, sono stati trovati due vasi scanalati di marmo, di m. 0,65 di diametro, sostenuti da pieduccio parimenti scanalato. L'altezza totale della tazza e del sostegno è di m. 1,35.
Finalmente, verso il mezzo della fabbrica, si sta scoprendo un voltone a tutto sesto, con l'intradosso incrostato di tartari alla maniera dei ninfei. Sull'estradosso, già rivestito di mosaici ora perduti, giaceva un rocchio di colonna di breccia d'Egitto.
Rodolfo Lanciani.
In quella porzione del terreno già Barberini, ora Spithover, che è compresa dentro il muro serviano, alla profondità di m. 8,50 dall'antica superficie, ed alla distanza di m. 46,70 da detto muro, quasi dirimpetto all'avancorpo centrale del palazzo delle Finanze, sono stati scoperti due sepolcri arcaici, di tipo nuovo e singolarissimo, distanti l'uno dall'altro m. 2,50.
L'uno e l'altro sono composti di due mezzi cilindri di terracotta, lunghi il primo m. 1,50, il secondo m. 1,78, larghi nel diametro m. 0,36, messi a combaciare in modo, che formano un tubo rotondo, chiuso alle due estremità da tramezzi. Sull'orlo di ciascuna metà sporgono cinque manichi 0 bottoni, per mezzo dei quali potevasi facilmente muovere e maneggiare l'enorme fittile.
Io mi sono trovato presente alla scoperta del secondo avello. Le ossa stavano tutte al loro posto (impastate con melma finissima, penetrata attraverso gli interstizi dei battenti), ad eccezione del cranio, il quale è stato ritrovato in mezzo ai due femori.
Sul petto, ossia fra le costole, si è raccolta una fibula di rame, con l'ardiglione chiuso, al quale è appesa un'armilla pure di rame. Sulla spalla sinistra un' altra fibuletta. Sulla spalla destra due cerchiellini a spira. Dietro le vertebre delle schiena un globulo pure di metallo. Fra le tibie una fusaiola d'argilla.
L'altro cilindro conteneva, oltre gli ossami, una fusaiuola d'argilla; un arnese di ferro rotto in tre pezzi ; un anello di rame lavorato a giorno ; un orciuolo di tipo laziale tornito, con una sola ansa, largo alla bocca m-. 0,12 alto m. 0,115; altro simile, largo m. 0,076, alto m. 0,11; un coccio laziale con isporgeuze coniche, e strie segnate con l'unghia; una pignatta tornita a due anse, di buona fattura, larga m. 0,14, alta m. 0,122.
Rodolfo Lanciani.
Nell'area già dei Barberini in via del Quirinale, dirimpetto al portone grande del palazzo del Ministero della Guerra, scavandosi per le fondamenta della chiesa scozzese, sono stati ritrovati più pezzi di piedistallo marmoreo con iscrizione. Nello stesso luogo sono stati scoperti avanzi di un grande peristilio (corrispondenti a quelli scoperti sotto l'attiguo palazzo Caprara), con cuscini di travertino al posto, basi di marmo bianco e colonne di bigio.
Rodolfo Lanciani.
Nella costruzione dei piloni d'una casa prospiciente la via Venti Settembre, davanti al Ministero delle Finanze, e precisamente sotto il pilone n. 8, è stata trovata una camera tagliata nel tufo, posta a m. 14,50 sotto il piano stradale, ed in perfetto stato di conservazione.
Nelle sue pareti sono incavate delle piccole nicchie, terminanti a capuccina e di varie dimensioni. Nel centro vi ha un banco di tufo, alto m. 0,80, e largo m. 1,00. Due piccole scale, in parte interrate, conducono a due pozzi, anch'essi ricolmi di terra.
Nella parete che guarda mezzogiorno è un ingresso, conducente ad un cunicolo parimente tagliato nel tufo e lungo m. 2,40, il quale mette in altro cunicolo, e così via, formando una rete di cunicoli, larghi tutti m. 0,70, alti m. 2,00, ed alcuni colla pendenza del 40% al termine d'uno di essi si è trovato una camera, colla superficie di m. 3,80X2,10, contenente cinque nicchie; tre nella parete di fondo e due lateralmente a questa. In una di tali nicchie fu trovato ancora in posto un piatto di terracotta, di m. 0,90 di diametro, m. 0,12 di profondità, e m. 0,08 di spessore. Al centro della camera era uno scalino di tufo, con piccolo quadro ad incavo di m. 0,10, e con foro circolare di m. 1,00, di diametro, coperto da piccola volta, e con pavimento formato da tegole e battente rovesciato.
L'originalità di questa costruzione, il non trovarvisi nè ossa nò ceneri, fanno escludere l'idea di sepolcreto o catacomba; la strana pendenza dei cunicoli e la loro costruzione, non acccnano ad opere di drenaggio o ad altri lavori idraulici, sicché dobbiamo piuttosto riconoscere in questo labirinto sotterraneo uno speleo di Mitra; e così si spiegheranno le uicchie ed i banchi di tufo, tutte cose proprie del culto mitriaco. Probabilmente la camera colle cinque uicchie , ov' era il piatto, era luogo destinato ai sacrifici, mentre nella prima si dovrebbe riconoscere il triclinium.
Luigi Borsari.
Presso lo sbocco di via Firenze nella via del Quirinale, nel sito già occupato dalla chiesa di S. Caio, è stato scoperto un antico ambiente sotterraneo coperto a volta lunettata, e ricolmo di rottami per due terzi. NeUa lunetta verso oriente si veggono traccio di un eccellente affresco, rappresentante Miti-a taurottono, fra i due Genii dei solstizii.
Questo affresco fu ab antico ricoperto di tinta bianca, e sul nuovo strato fu ripetuto il gruppo mitriaco (in proporzione alquanto minore), con alto rilievo di stucco. Anche di questa seconda rappresentazione è quasi scomparsa ogni traccia.
A poca distanza dal descritto mitrèo, si è ritrovata una bella testa giovanile mamorea, di buona conservazione.
Rodolfo Lanciani.
Inaugurazione a Via XX settembre 30 dell'Hotel Royal o Albergo Reale, di proprietà di Giovanni Mazzeri.
Essendosi posto mano alla fondazione del nuovo monastero di s. Susanna, in via Venti Settembre, presso la caserma delle Guardie del Re, si è rinvenuto un lastrone marmoreo, che in origine costituiva la fronte di un sarcofago baccellato. L'antica scoltura fu totalmente scarpellata, e ne restano appena poche tracce. Nel rovescio vi si legge, inciso a grandi lettere, l’epitaffio cristiano: LEA QVEVX ANNOS LX | BEN MEN IMP | ETEM PEC (colomba su ramo d’olivo).
Giuseppe Gatti.
Facendosi il cavo per una piccola fogna sotto il marciapiedi della via Venti Settembre, dinanzi al monastero di s. Susanna, si sono incontrati avanzi di antiche costruzioni in laterizio; ed è stato ricuperato un capitello marmoreo, di rozza fattura e ridotto in cattivo stato.
A seguito dell'entrata in servizio della della Stazione di Roma Trastevere, la SRTO chiede e ottiene la concessione per nuove linee tramviarie: da piazza Venezia a San Pietro per corso Vittorio Emanuele; da piazza Venezia alla stazione di Trastevere per ponte Garibaldi, con raccordo alla linea di San Paolo; da via Cernaia a Sant'Agnese per via XX Settembre con diramazione da Porta Pia a Porta Salaria.
Per le fondazioni del monumento a Quintino Sella, fu aperto un cavo, che misura m. 4,80 di lato, disposto secondo l’asse mediano del palazzo delle Finanze, sul prospetto della via Venti Settembre. Ivi, alla profondità di m. 1,90, sotto il piano stradale, sonosi rinvenuti tre muri laterizî tra loro normali e di grossezze differenti. Il muro di mezzo, grosso m. 1,40 è stato spezzato per esplorare il sottosuolo, e si è rilevato che aveva la profondità di m. 3,60 e che era piantato sopra un banco di terra tufarina dello spessore di circa m. 2, al disotto del cp esistono dei vuoti di gallerie sotterranee.
Fra le terre scavate si rinvennero varî frammenti di embrici bipedali, in uno de'quali era impresso il bollo (C.I.L. XV, 1088). DOL DE PR DOM LVC ulpius ANICETIAN FEc
In altro frammento si legge un avanzo di bollo, che sembra riprodurre quello edito nel C.I.L. XV, 375: L BRVTTIDI AVG... | OPVS DOL EX...
D. Marchetti.
Alla presenza di re Umberto, viene inaugurato il Monumento a Quintino Sella, posto nel piazzale antistante il Ministero delle Finanze su via XX Settembre.
In via Venti Settembre, scavandosi per una fogna alla distanza di circa m. 200 da porta Pia, è tornato in luce un muro di eccellente cortina laterizia, largo m. 0,85, che traversa quasi perpendicolarmente la detta strada.
Giuseppe Gatti.
Sull'angolo della via Venti Settembre con la via Firenze si è posto mano ad un grande sterro per la costruzione di una chiesa metodista-episcopale.
Sono apparse costruzione antiche in opera laterizia. Un mattone, tratto da quelle rovine, porta il bollo del secolo quarto, C.I.L XV, n. 1642. Fra le terre si è raccolto un pezzo di lastra marmorea.
Giuseppe Gatti.
Sull'angolo della via Firenze con la via Venti Settembre, continuandosi lo sterro per la costruzione di una chiesa metodista episcopale, sono stati scoperti altri avanzi delle antiche fabbriche spettanti alla casa dei Nummii Albini.
Una parte considerevole di siffatto edificio fu riconosciuta, alcuni anni or sono, nei lavori pel prolungamento di via Firenze e nelle fondazioni del Ministero della Guerra (cfr. Bull. archeol. com. 1886, p. 17 sgg., tav. IV, n. 3). I muri ora tornati in luce sono ia continuazione, verso nord-ovest, di quelli scoperti nel 1885.
Gli oggetti ritrovati fra le terre sono i seguenti: Marmo. Statua di giovanetto che suona la tibia traversa alta, compreso lo zoccolo, m. 1,15: manca la testa e l'avambraccio destro. La figura è riproduzione di un originale attribuito a Prassitele. Una copia ne è nel Braccio Nuovo del Museo Vaticano (Helbig, rer 19); un altro nel Museo Capitolino (ib: 130).
Per la letteratura sopra questo tipo, che, come si è detto, viene da un originale di Prassitele, cfr. Friedrich-Wolters Bausteine 1501, 1502. La statuetta è ignuda, e solo la spalla sinistra è coperta dalla pelle di una tigre, parte della quale scendeva lungo il tronco d'albero, cui la figura stessa era appoggiata. Si rinvenne rotta in più pezzi, che sono stati ricomposti. È ben modellata, e di eccellente esecuzione artistica.
Statua di Ninfa, ignuda nella metà superiore, che sostiene con ambo le mani una grande conchiglia. È alta, compreso lo zoccolo, m. 1,00: e manca soltanto la testa, che era riportata ed impernata sul collo. Plinto di statuetta, della quale rimangono i soli piedi con un frammento di tronco d'albero. Piccola testa muliebre, alta m. 0,11 coi capelli raccolti sul vertice e legati da nastro.
Mano di statuetta, di piccolissime proporzioni. Parte superiore di una face, alta m. 0,21. Frammento di transenna. Frammento di fregio, di m. 0,25 X 0,10. — Terracotta. Frammento di fregio, di m. 0,25 X 0,15, ove in rilievo è rappresentato un putto che cavalca un animale marino. Quattro pezzi di tegoloni, improntati coi bolli €. LZ. £. XV, n. 474, 680, 846, 1451: gli ultimi tre spettano all'anno 123; il primo è incirca contemporaneo.
Furono inoltre recuperati: Due lastroni di breccia (broccatello), di cui l'uno misura m., 0,86X0,68X 0,25; l’altro m. 0,70 X 0,35 X 0,20. Due frammenti di colonne d’alabastro, l'uno di m. 0,20 X 1,40; l'altro di m. 0,75 X 0,32. Un pezzo di transenna in travertino, di m. 0,55 X 0,45. Un peso di calcare
Giuseppe Gatti.
Nella fondazione del pilone sull'angolo nord-est della nuova chiesa metodista-episcopale in via Firenze, alla profondità di circa 9 metri, si è incontrato un cunicolo scavato nel tufo, che ha la direzione da nord a sud, ed è alto m. 2,00, largo m. 1,80. Verso nord termina in due nicchie quadrate, a forma di croce, profonde m. 2,00; verso sud si è trovato interrotto da un muro di costruzione non antica. Sull'angolo nord-ovest del fabbricato medesimo, cioè presso la via Venti Settembre, è stato scoperto un piccolo tratto di mnraglione in grandi parallelepipedi di tufo, che sì dirige verso sud-est.
Alla distanza poi di m. 18 dalla via Firenze, entro l'area dello stesso fabbricato ed alla profondità di m. 1,50 si è trovato un tubo acquario di piombo, lungo m. 1,30, che porta il nome: T FLAVI SABINI
Questo personaggio spetta certamente alla famiglia imperiale dei Flavii, che in quella regione ebbe la propria casa ad Malum punicum, ove nacque Domiziano. Fra le terre è stato raccolto un frammento di samba marmorea, appartenente ad una statua di fanciullo.
Giuseppe Gatti.
Presso l'angolo di via Firenze e via Venti Settembre, ove per la costruzione della chiesa metodista-episcopale sono stati scoperti altri avanzi delle fabbriche spettanti. ai Nummii Albini (cfr. Nolizie 1898, p. 418), si è incontrata un'antica fogna, che ha direzione parallela alla predetta via Firenze. Era formata di grandi tegoli con copertura a capanna; e su due di essi è improntato il bollo delle figline Quinziane dall'imperatore Traiano (C. I. L. XV, 439).
Giuseppe Gatti.
Proseguendosi i lavori di fondazione della nuova chiesa americana in via Firenze, presso l'angolo orientale del fabbricato, è stata scoperta la parte superiore di una colonna, che sembra tuttora al suo posto primitivo. Essa ha il diametro di m.0,50 e sì compone di più rocchi. Il primo, alto m. 1,10, è di tufo scanalato e presenta molte traccie dell'antico rivestimento di stucco ; l’altro, non ancora dissotterrato, è in peperino. Due frammenti di capitello ionico, in travertino, sono stati trovati al disopra della descritta colonna e forse ad essa appartenevano.
Giuseppe Gatti.
Negli sterri per la nuova chiesa americana sull'angolo di via Venti Settembre e via Firenze, sono stati ritrovati: un pezzo di panneggio di statua, in marmo bianco; un frammento di cornice, ingiallo antico, e varie lastrine squadrate di marmo bianco, che dovettero appartenere ad un pavimento ; un frammento di colonna scanalata in tufo, lungo m. 0,37; ed un piccolo frammento di capitello dorico, in travertino. Nel sito medesimo è stato compiuto lo sterro di una colonna, formata di vari rocchi trovata al suo posto. Al primo rocchio di tufo, alto m. 1,15, era sottoposto un altro rocchio di pietra sperone, anch'esso scanalato ed alto m. 1,10.
Il diametro della colonna è di m. 0,60. Essa poggia sulla propria base di travertino, alta m. 0,30, del diametro di m. 0,70 ; e questa è piantata sopra un fondamento a massi squadrati di tufo, il quale è congiunto perpendicolarmente con un altro tratto di simile costruzione. Il piano di posa della base è a m. 5 sotto il livello stradale della via Venti Settembre.
Giuseppe Gatti.
Nel cavo per costruire una piccola fogna entro l'area, ove si sta edificando la nuova chiesa americana, presso l'angolo di via Firenze e via Venti Settembre, è stato recuperato un braccio di statua marmorea lungo m. 0,48, di buona fattm'a e bene modellato, mancante delle estremità della mano.
Giuseppe Gatti.
Il sig. Pietro Cantarini, negoziante di ferramenta in via Venti Settembre n. 53, abbassando il terreno lungo la parete di un magazzino sottostante al suo negozio, per aver modo di collocarvi lunghe verghe di ferro, ha scoperto l'angolo di una antica camera, con pareti rivestite di grosso intonaco dipinto a varî colori; e quivi in mezzo alla terra ed a rottami di anfore fittili ha rinvenuto giacente una bella statua muliebre, in marmo, mancante delle braccia e della testa che era lavorata a parte ed innestata nel collo.
La statua è alta m. 1,35, compreso il plinto; e rappresenta una figura di donna che insistendo sulla gamba destra, porta la gamba sinistra, leggermente piegata, in avanti. Essa è rivestita di lunga tunica ed ampio manto, il quale avvolge tutta la persona fino alle ginocchia e ricade dalla spalla sinistra lungo il fianco.
Per alcuni lavori di ampliamento negli edifici annessi al Grand Hotel, dal lato della via Venti settembre, sono stati rimessi all'aperto, alla profondità di tre metri dal livello stradale, resti di un'antica costruzione in laterizio con archi in tegoloni, forse appartenenti al lato settentrionale delle terme diocleziane. Fra la terra si è raccolta un'ara arcaica, in peperino, alta m. 0,90 X 0,73 X 0,80; un frammento di grossa lastra di travertino, su cui restano le lettere LIE alte m. 0.11; una base marmorea di colonna, diam. 0,15; un catino in terracotta, ddiam. di m. 0,28; una lucerna di terra rossa fina, senza ornati, rotonda, col diam.
di m. 0,07.
Giuseppe Gatti.
Nell'area dove si costruisce il nuovo palazzo del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio, sono stati rimessi a luce altri frammenti fittili appartenenti all'ornato architettonico.
Uno di essi, del periodo repubblicano, faceva parte di una cornice strigilata, destinata a ricoprire i capreoli sulla facciata di un'edicola o di un tempietto; un altro, pure di età repubblicana, era parimenti di un antepagmento, notevole pel motivo ornamentale di una palmetta, chiusa entro nastri che inferiormente si avvicinano e si risolvono in volute.
Gli altri, appartenenti al periodo imperiale, ripetono le decorazioni del così detto terzo stile pompeiano nel quale predominano i meandri con ricorsi di Satiri. Molti di questi frammenti decorativi conservavano i colori rosso e turchino.
Si rinvenne inoltre: la parte inferiore dell'erma di Socrate; un torso di statuetta marmorea; due braccia di statue marmoree; due frammenti di statue marmoree panneggiate; frammenti di cornice marmorea; un peso di marmo; piccoli rocchi di colonna, uno di africano, due di marmo; sei frammenti di mattoni con bollo.
Nell'area tra le vie Venti Settembre, Castelfidardo, Cernala e Goito, dove sorgerà il nuovo palazzo per la Cassa Depositi e Prestiti, si sono scoperti avanzi di tre muri a reticolato in direzione da nord a sud, dello spessore di ni. 0,45 ciascuno.
Posa della prima pietra del palazzo Ministri dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia.
I lavori per il nuovo anello tramviario, impongono lo spostamento del monumento a Quintino Sella da Via XX settembre a via Cernaia, in posizione simmetrica rispetto a quello di Silvio Spaventa.
La linea tramviaria 46 è prolungata ad entrambi gli estremi (da piazza Indipendenza al Policlinico e dal capolinea al quartiere Trionfale a piazza Bainsizza). La 25 è prolungata da piazza Barberini a via Piemonte. La 10 è sdoppiata nella 10 nero (che mantiene l'attuale itinerario) e nella 10 rosso (che limiterà il percorso tra l'Acqua Bullicante ed il Ministero delle Finanze, per le vie XX Settembre, Pastrengo, Cernaia e Volturno).
Il Palazzo Amici a Via XX settembre viene demolito per avviare la costruzione della nuova strada di collegamento tra Via XX settenbre e Via Veneto.
Roma perde lo status di Città Aperta. Il governatore Calvi di Bergolo viene rimosso dal generale tedesco Stahel. Le truppe tedesche circondano la sede dello stato maggiore dell'esercito a palazzo baracchini, minacciando gli alti ufficiali presenti di giurare fedeltà al neocostituito governo della Repubblica sociale italiana. Il colonnello del genio Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, alle dirette dipendenze di Calvi di Bergolo, riesce a sfuggire alla cattura allontanandosi in abiti borghesi dal palazzo del Ministero della Guerra. Sarà a capo del Fronte Militare Clandestino sino 25 gennaio 1944, quando verrà arrestato, tradito da un delatore, morirà nella strage delle Ardeatine.
Un attentato organizzato da israeliani del movimento irgun distrugge la sede dell'ambasciata inglese presso la villa Torlonia di Bracciano.
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Ambasciata Britannica
1968 edifici
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Palazzo di Vetro
1939 edifici
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Palazzo della Famiglia Barberini
1938 edifici
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Palazzo dell'Istituto Romano Beni Stabili a Via delle Quattro Fontane
1938 edifici
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Monumento ai caduti della chiesa Metodista
1924 memoriali
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Convento di Santa Maria della Vittoria
1920 conventi
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Palazzo Cartoni
1910 palazzi
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Palazzo della Cassa depositi e prestiti
1910 palazzi
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Villino Volpicelli
1906 villini
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Ministero dell'Agricoltura Industria e Commercio
1902 palazzi
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Chiesa evangelica metodista in Castro Pretorio
1893 luoghi di culto
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Polietama Nazionale
1893 teatri
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Palazzetto Boncompagni a Villa Paolina
1889 edifici
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Ex Hotel Royal
1887 palazzi
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Palazzo Bourbon Artom
1884 palazzi
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Palazzo Caprara - Stato maggiore della difesa
1884 palazzi
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Chiesa presbiteriana scozzese di Sant'Andrea
1883 luoghi di culto
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Palazzo Amici
1883 palazzi
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Palazzo Calabresi
1882 palazzi
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Palazzo Ministero delle Finanze
1877 edifici
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Palazzo del Ministero della Guerra
1876 palazzi
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Palazzo Baracchini
1876 palazzi
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Caserma Alessandro Negri di Sanfront
1870 caserme
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Lapide di Gregorio XVI dietro la Mostra dell'Acqua Felice
1835 targhe
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Sferisterio Barberini
1814 impianti sportivi
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Villa Paolina Bonaparte
1750 ville
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Fontane di Villa Paolina Bonaparte
1750 fontane
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Lapide dietro la Mostra dell'Acqua Felice
1696 targhe
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Santissima Incarnazione del Divino Verbo
1670 chiese
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San Caio a Via Pia
1631 chiese
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Santa Teresa alle Quattro Fontane
1621 chiese
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Santa Maria della Vittoria 1608 chiese
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Santa Susanna alle Terme di Diocleziano
1592 chiese
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Fontana dell'Arno alle Quattro fontane 1588 fontane
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Fontana di Diana alle Quattro fontane 1588 fontane
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Monastero di Santa Susanna
1587 conventi
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Mostra dell'Acqua Felice
1585 fontane
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Porta Pia
1561 porte
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Madonna della pietà a via XX Settembre
edicole sacre
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Portale del giardino Barberini
edifici
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Fontana del giardino di Palazzo Barberini fontane
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Domus Valeri Vegeti
palazzi
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Ninefo del giardino di Palazzo Barberini fontane
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Domus Vulcaci Rufino
palazzi
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Ninfeo di Palazzo Baracchini
fontane
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Domus Alfeni Ceioni Iuliani
domus
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Mura serviane presso la Caserma dei Corazzieri
fortificazioni
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Domus Nummiorum
domus
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Tempio e casa della gente Flavia
templi
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Ospizio degli Eremiti Camaldolesi Toscani
edifici
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Tempio arcaico sotto l'Ufficio Geologico
templi
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Museo Numismatico della Zecca Italiana
musei
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Piscina dell'Aqua Marcia, Tepula, Iulia
cisterne
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Porticus Miliarensis
archeologia
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Palazzo di Via XX settembre 48
palazzi
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Porta Collina
porte
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Villa Alberini
ville
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Convento delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù
conventi
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Villa Costaguti Torlonia a Porta Pia
ville
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Museo storico dei bersaglieri musei
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Monumento a Enrico Toti presso Porta Pia
memoriali
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Sacrario del Museo storico dei bersaglieri cappelle
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Porta Nomentana
porte