Sull'intersezione della salita di S. Pietro in Vincoli con il prolungamento della via dei Serpenti, costruendosi un convento di religiosi francesi, sono tornate in luce costruzioni di opera laterizia e reticolata, pavimenti di marmo e di mosaico.
Appartenevano forse all'edificio atletico, mentovato nelle basi illustrate dal Falconieri. Ora si sta discoprendo un vastissimo ambiente sotterraneo, coperto a volta, ed in parte scavato nel tufa.
Può notarsi come elemento per lo studio della configurazione del suolo urbano, che mentre in questo luogo il banco di tufa rossastro sfiora quasi la superficie del suolo, a pochi metri di distanza, lungo la via Cavour, non si ò trovato terreno solido fino ad enorme profondità.
Rodolfo Lanciani
Nello scavo per la cloaca sul proseguimento di via dei Serpenti, al disotto dell'oratorio di s. Francesco di Paola, alla profondità di met. 2,50 e fra terre di scarico, si è scoperto un grazioso simulacro marmoreo di un Erote dormiente sotto gli attributi di Ercole.
La figurina, che è lunga m. 0,80, riposa il capo sul braccio sinistro, stringe con la mano destra la clava, e porta sulle spalle una faretra vuota. Nell'istesso scavo si è trovata una tazza di bronzo alquanto corrosa, del diametro di centimetri 35.
Nella escavazione per il prolungamento di via de Serpenti verso s. Francesco di Paola, alla profondità di met. 2,50 si è scoperta fra le terre di scarico una testa marmorea virile di buona scoltura, col naso scheggiato, ed un frammento di lastra marmorea opistografa, sulla quale, nella faccia principale, si legge in carattere dlel primo secolo: LIVIO SCIRT SACERDOS LOCO III
Nel rovescio poi è il titolo funebre, in lettere del terzo secolo: D M SENTIO TITI ANO IANVARIO CETITININD RVEVS&RLLIO SVO DVLcISSIMO BM F.
Rodolfo Lanciani.
Intrapresi gli sterri pel prolungamento della via dei Serpenti, incontro il lato settentrionale del Colosseo, sono incominciati ad apparire ruderi di antiche fabbriche, e sovrapposti nuclei di fondazione, appartenenti ad epoche diverse.
Alcuni muri sono in laterizio, altri in opera reticolata di tufo.
Uno di questi ultimi conserva gran parte dell'intonaco dipinto, che sarà intieramente messo allo scoperto approfondendo l'escavazione.
Giuseppe Gatti.
I lavori per il prolungamento della via de' Serpenti hanno fatto tornare all'aperto altri avanzi di antiche costruzioni. Alcune di queste, in opera reticolata e dei primi secoli dell'impero, trovansi a maggiore profondità; altre di età posteriore sono in gran parte ad esse sovrapposte.
È stata totalmente sgombrata dalle terre l'antica stanza, il cui rinvenimento fu ricordato nelle Nolizie del corrente anno. Misura m. 5,80 X 4,50. Solo tre pareti sono conservate, ed hanno l'altezza di m. 5,50 ; la quarta fu distrutta in antico per le fabbriche posteriori. La loro costruzione è d'opera reticolata nella parte superiore, e di parallelepipedi di tufo nella parte più bassa. Il pavimento è formato a piccoli cubetti di marmo bianco, con una semplice fascia nera che gira tutt' attorno alla stanza. La parete di fondo, che ha una porta verso l'angolo orientale, è decorata di mediocri pitture su fondo bianco: lo zoccolo è di color nero. Circa la metà dell'altezza v'è una fascia rossa, sulla quale sono dipinti genietti ed animali. Sopra e sotto di questa fascia, con linee di vario colore sono disegnati scompartimenti architettonici assai semplici; e fra questi sono dipinti due piccoli quadretti rappresentanti scene di campagna, in cattivo stato di conservazione.
A m. 13 dalla stanza ora descritta, verso nord, ne è stata scoperta un'altra (larga m. 3,75X4,00), similmente costruita in reticolato. Una parete conserva un frammento d'intonaco, sul quale è dipinto un festone con foglie e frutti di pino.
Nello sterro è stato trovato un frammento di tavola marmorea, altom. 0,20 X (J,21, che conserva questa parte di antico calendario romano. Nella parte sinistra si contengono le indicazioni dei giorni 11-22 di settembre; nella parte destra quelle dei giorni 12-20 di ottobre. Le lettere maggiori, che riproducono le antichissime tabulae fastorum, cioè le lettere mindinali e le note e i nomi proprii di ciascun giorno, sono alte un centimetro: le minori hanno l'altezza da tre a quattro millimetri. L'incisione è nitida e regolare; parecchie lettere, specialmente nelle note del settembre, conservano tuttora le tracce della primitiva rubricazione.
Oltre al ricordato frammento di calendario, sono stati ricuperati i seguenti oggetti: Marmo. Statuetta virile, mancante delle braccia e della testa, alta m. 0,16. Eappresenta una figura nuda nella metà superiore del corpo, e coperta col solo pallio che dalla spalla sinistra scende dietro l'omero destro ed avvolge la metà inferiore della persona. Può riconoscervisi l'imagine di Esculapio. Rocchio di colonna di portasanta con baccellature, lungo ra. 0,93, diam. m. 0,18. Simile di breccia, lungo m. 0,.57, diam. m. 0,19. Simile di cipollino, lungo m. 0,44, diam. m. 0,30. Piccolo frammento di colonna scanalata, e pezzo di base, di marmo bianco. Vetro. Tre piccoli balsamarii interi, e due mancanti del collo. Ferro. Tre spilli ed im cucchiaio. Bronzo. Parecchi frammenti informi. Terracotla. Lucerna monolicne rotonda, con due grappoli d'uva in rilievo e col bollo L CAE SAR. Simile, di grossolana fattura, che nel fondo ha il bollo R frammezzato da otto piccoli cerchietti. Simile, di terra rossa, senza manico, che porta in rilievo una figura muliebre nuda accovacciata. Simile di terra gialla, con ornato di foglie intorno al piatto e con manico ad anello. Simile, di terra grezza, con giro di globotti. Grande manico di lucerna, in forma di mezzaluna, con protome di Giove che stringe il fulmine nella destra, ed aquila. Ciotola di terra rossa, senza verun ornato, del diam. di m. 0,15. Manico di anfora, col bollo P N N. Tegolone col bollo di Primigenio, figulo dei Domizii Lucano e Tulio (C.I.L. XV, 1000a)
Frammento di fregio, lungo m. 0,.58, mancante della metà inferiore, e decorato in alto con una serie di ovoli sotto la cornice. Vi è rappresentata una figura muliebre seduta sopra un cigno, il quale cammina ad ali spiegate verso destra. La donna è volta a sinistra, ed ha una veste che lascia scoperto il seno e tutta la spalla sinistra. Con la mano destra regge il manto, che a modo di vela svolazza dietro le spalle. Vi restano tracce di policromia: il fondo è colorato in turchino, la veste ed il velo in rosso, le ali del cigno in giallo. Tre altri piccoli frammenti di simile fregio: in uno dei quali resta la parte superiore di una donna seminuda: nel secondo una mezza figura, pure muliebre, col braccio destro sollevato ; nel terzo, un avanzo di architettura con due arcate, in ognuna delle quali si vede la testa di una figura virile.
Giuseppe Gatti.
Continuandosi gli sterri pel prolungamento della via de' Serpenti, sono stati scoperti gli avanzi di im antico ninfeo. Era costruito in opera reticolata di tufo, con le pareti incrostate di pomici ed ornate di conchiglie, di smalti, di piccoli pezzi di marmo; la volta era coperta di sole pomici.
Poco più innanzi, cioè nel punto ove detta via traversa quella della Polveriera, è riapparsa una stanza, costruita in laterizio, con pavimento a lastrine romboidali di marmi diversi. Nel sito medesimo, ad un metro sotto il livello stradale, si sono incontrati altri avanzi di costruzioni di varia età, ed un tratto di antica strada selciata; ed a poca distanza, alla profondità di m. 2, è riapparso per la lunghezza di circa 5 metri un pezzo di muragliene, costruito in massi rettangolari di tufo (di m. 0,60 X 0,40 X 0,40) , in direzione da nord a sud.
Fra le terre si è raccolto: un grande bacino di basalto, del diam. di m. 0,75, alto m. 0,4.5, grosso m. 0,06; un frammento di fregio fittile con piccola parte di figura femminile ignuda; uno stilo d'osso; e due bolli figlili che sembrano inediti: M TITINI D PR D P F LVCILLAE HELENVS SER
Giuseppe Gatti.
Per i lavori della nuova strada, che dalla via dei Serpenti condurrà al Colosseo, è stata scoperta un'altra parte dell'antico ninfeo, tornato in luce nel passato agosto (cfr. Notizie 1894 p. 277). È ornata di pomici, conchiglie e smalti, disposti con bell’effetto.
Giuseppe Gatti.
Per rendere meglio visibile la parte esterna più conservata dell'Anfiteatro Flavio, S. E. il Ministro della pubblica Istruzione, on. prof. Guido Baccelli, d'accordo col Municipio di Roma, ha disposto che l'attuale via del Colosseo sia spostata verso nord, facendola girare sulla pendice dell'Oppio, e che sia sterrata una larga zona di terreno fino al piano dell'anfiteatro.
Per tal modo il grandioso e nobilissimo monumento, che in quel lato rimane ora quasi sepolto, potrà essere ammirato in tutta la grandezza delle sue proporzioni e nella magnificenza della sua architettura.
Gli sterri sono incominciati dal punto che corrisponde all'estremità orientale dell'asse maggiore dell'anfiteatro, e proseguono alacremente verso la via del Colosseo.
Giuseppe Gatti.
È stata intieramente sgombrata dalla terra quella parte di antico ninfeo, che nello scorso mese fu scoperta per i lavori del prolungamento di via de’ Serpenti, fra la via della Polveriera e quella del Colosseo. Il pavimento, battuto a semplice coccio pesto, si è trovato a m. 6 sotto il piano stradale.
Il ninfeo è costruito con mura reticolate di tufo. Aveva forma ellittica, oppure era curvilinea la sola parete di fondo, che è quella superstite ed ha il diametro di m. 6,00. L'edificio fu troncato da un grosso muro di fondazione di bassa età, che si trova quasi normale alla nuova strada. La volta era tutta incrostata di pomici e di formazioni calcari: le pareti erano intieramente coperte con grande varietà di conchiglie, di pietruzze colorate, di paste vitreo e di smalti, disposti con elegante disegno architettonico.
Nella parte più alta, sotto una larga fascia ornata di conchiglie, restano tre grandi rosoni, del diametro di m. 1, frammezzati da pilastri, alti m. 1,40 e larghi m. 0,24. Sull'asse maggiore della ellissi un simile pilastro tiene il luogo del rosone. Questi pilastri posano sopra una larga cornice di stucco, ornata anch’ essa di valve di con chiglie; e al disotto di essa, in corrispondenza dei rosoni superiori, si aprono quattro nicchie, alte m. 1,15 larghe m. 0,60, profonde m. 0,40, le quali dovevano contenere piccole statue di marmo. Fra una nicchia e l'altra ricorrono pilastri, come nella parete superiore. Fino all'altezza di m. 1,45 dal pavimento il muro forma un risalto, largo m. 0,48, a modo di basamento.
La parte migliore della vaghissima decorazione si è trovata mancante; ma dalle impronte rimaste sull'intonaco apparisce che vi erano simmetricamente disposte, fra le diverse incrostazioni, anche. figurine di aquile, trofei, animali ed altro, in vetro smaltato. Si è raccolta fra la terra la metà posteriore di un serpe in smalto, di colore giallo e nero.
Sono stati pure trovati nello sterro, oltre grande quantità di pezzetti colorati di marmo e di paste vitree, alcuni piccoli cannelli di bronzo, che servivano al getto dell’acqua. Delle sculture marmoree, che dovevano ornare il ninfeo, sono stati recuperati meschini frammenti: un plinto su cui restano i piedi di una statuetta, largo m. 0,06; una mano, lunga m. 0,055; un piccolo braccio, lungo m. 0,09; una zampa di cavallo, lunga m. 0,08; due piccole basi; un pezzo di tazza intagliata.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori di sterro per il prolungamento della via de’ Serpenti verso la chiesa di s. Francesco di Paola, si è rinvenuto un frammento di vaso marmoreo scolpito a basso rilievo. Vi restano tre figure.
In mezzo è una donna seduta, in atteggiamento di meditazione o di tristezza, tenendo il capo alquanto inclinato e sorretto con la mano destra. Dinanzi ad essa è un uomo in piedi avvolto nel pallio; e dietro vedesi un braccio e parte di gamba di un’altra figura nuda.
Fra la terra è stato raccolto questo pezzo di lapide sepolcrale: ELIVS ... CIT Si ... Dic...
Inoltre si rinvenne un capitello marmoreo di pilastro, intagliato con foglie di acanto, alto m. 0,30, largo m. 0,30; un fodero di pugnale in bronzo; uno spillo di osso e quattro lucerne fittili, senza ornati.
Giuseppe Gatti.
Per i lavori del prolungamento di via de' Serpenti, sono stati rimessi in luce, fra la via di s. Pietro in Vincoli e quella della Polveriera, parecchi avanzi di antiche fabbriche, parte costruite in opera reticolata di tufo e parte in laterizio.
Sui tegoloni caduti da coteste rovine si trovano impressi i bolli: C.I.L. XV, n. 408e, 732 (otto esemplari), 881 (tre esemplari), 10264, 1093c (due esemplari), 13184, 1665 (due esemplari), 16652, ed il seguente, che sembra inedito: FORTVNATVS S
Sopra un blocco di travertino si è trovata una base marmorea quadrata, di m. 0,80 per ciascun lato, ed alta m. 0,28, che sosteneva una colonna di marmo bigio; e di questa rimaneva al posto un rocchio lungo m. 1,30 col diametro di m. ( cinanza di questi ruderi si sono rinvenuti quattro pezzi di un condo sui quali si legge: VMBRIAE C F ALBINAE; ...ALBINAE; L FABI GALLI
Fra la terra accumulata nel medesimo luogo sono stati raccol di iscrizioni cristiane incise in marmo: qua EVIX it annos... mENSES V.... VL IN PACE
Furono pure recuperati: un pezzo di braccio, di statua marmorea; un frammento di sarcofago con figura femminile, in rilievo, mancante della testa; molti pezzi di cornice in marmo giallo; una lastra di marmo lunga m. 2,25 X 0,40; un'anfora fit- tile, di forma sottile, alta m. 1,10.
Giuseppe Gatti.
Ripresi i lavori per la sistemazione della nuova via fra quella dei Serpenti e quella del Colosseo, nello sterro dalla parte di oriente poco oltre la via della Polveriera, è tornato in luce un avanzo di antica parete, larga m. 1,20 e costruita in buona opera reticolata di tufo, che conserva una piccola parte d'intonaco dipinto con semplici riquadrature e scomparti geometrici.
Giuseppe Gatti.
Sono stati ripresi gli sterri per congiungere la via dei Serpenti con la nuova via del Colosseo: e presso la strada che conduce a s. Pietro in Vincoli sono stati scoperti avanzi di antiche costruzioni laterizie, che appartengono al gruppo di ruderi già quivi rimessi all'aperto nello seorso anno.
Fra la terra sono stati ritrovati due rocchi di colonne marmoree, del diametro di m. 0,95. Uno è lungo m. 1,30; dell'altro non si è potuta misurare la lunghezza, essendone riapparsa soltanto l'estremità. Furono inoltre raccolti un pezzo di fregio fittile con ornati e parte di figura in rilievo, un peso in basalte, ed un pilastrino di marmo, alto m. 1,15 X 0,21 X 0,32, decorato con fogliami a basso.
Giuseppe Gatti.
Negli sterri per il prolungamento della via dei Serpenti sono riapparsi altri avanzi di antichi muri laterizi; e sono stati raccolti parecchi pezzi di mattoni, che portano il bollo di fabbrica, tutti dell'età adrianea. In due di essi si legge il bollo seguente, che nel vol. XV del C.I.L. n. 1363 fu edito alquanto imperfettamente da un esemplare che finora era unico: EX FIG PLAETO R NEPO A ARIST THAL PATNO ET APRONAN COS
Gli altri riproducono quelli dati nel citato volume del C.I.L. n. 71, 126, 161 (quattro esemplari), 639, 648 è (sei esempl.), 992 4 (due esempl.), 1033, 1094, 1212 è (quattro esempl.), 1342 (due esempl.).
Giuseppe Gatti.
Nei lavori di sterro per il prolungamento di via dei Serpenti, verso la via Cavour, si sono incontrati alcuni pochi resti di muri spettanti ad antichi edificî privati; ed alla profondità di m. 2 sotto il piano della via di s. Pietro in Vincoli, sono stati scoperti gli avanzi di una stanza col pavimento di musaico a tasselli bianchi. Su questo pavimento si raccolsero due caldaie di rame, del diametro di m. 0,35, in gran parte schiacciate e guaste dall'ossido; due manichi di simili vasi, in bronzo, lunghi m. 0,24; ed il fondo di un altro utensile in bronzo, del diametro di m. 0,24, con sei fori triangolari.
Furono pure recuperati nel medesimo sterro: 35 pezzi di altri vasi di rame; un disco di bronzo, del diam. di m. 0,045; due piccoli campanelli, due chiodi, e due anelli, in bronzo; molti pezzi di arnesi varî, in ferro; quattro vasetti fittili di varia grandezza; una lucerna di terra rossa e di fino impasto, ma senza ornati; ed altra lucerna fittile, mancante del becco.
Proseguendo in seguito i lavori al di là della via di s. Pietro in Vincoli, si trovarono fra la terra: una caldaia di rame, molto consunta, alta m. 0,20, col diam. di m. 0,35, entro la quale aderiva per l'ossidazione un altro simile recipiente alto m. 0,16, diam. m. 0,24; due serrature di ferro; un ramaiolo di bronzo; una tazza fittile, con alto piede, del diametro di m. 0,15; una lucerna di terra fina, bilicne, con manico a forma di mezza luna; due balsamarî di vetro; due spilli di osso; ed un peso marmoreo di una libbra, di forma ovale, su cui è scritto: EXACT I
Giuseppe Gatti.
Negli sterri che si eseguiscono al colle Oppio, per il prolun— —gamento della via de' Serpenti, sono stati recuperati questi antichi oggetti: Peso da a di cinque libbre, in pietra arenaria, di figura ellittica. Macinello per colori, in marmo, in forma di grosso dito piegato. Catino in bronzo, alto m. 0,04, diam. m. 0,185. Altro | catino fittile, alto m. 0,095, diam. m. 0,275. Lucerna di terra gialla, assai fina, di forma circolare (diam. m. 0,095): vi è rappresentato in rilievo il cavallo Pegaseo, che incede a dr., ed è tenuto per le redini da un auriga armato di scudiscio, il quale si sforza di trattenerlo e tirarlo indietro. Varî frammenti di vasetti in vetro ed in terracotta. Ciotola aretina, in terra rossa, alta m. 0,03, diam. m. 0,10: nel fondo vi è impresso il bollo rettangolare: MAXI MVS
Altri frammenti di vasetti aretini ripetono i seguenti bolli in forma di piede umano, che sono della notissima fabbrica di C. Amurio, le cui stoviglie si smerciavano in tutte le parti d'Italia e delle isole, essendosene trovati dei rottami da per ogni dove: a) CAMVRI; b) CMRI. In altro frammento, esso pure aretino, leggesi il nome dell'artefice: c) TIILIX
Giuseppe Gatti.
Pei lavori del prolungamento di via de' Serpenti, fra la via Cavour
e quella di s. Pietro in Vincoli, è stata recuperata fra la terra una ciotola aretina, quasi intiera, alta m. 0,058 col diam. di m. 0,115. Nel fondo ha un piccolo bollo piediforme, ma impresso male ed illegibile, Si è pure trovato un vaso di terra fina, giallastra, alto m. 0,06, diam. m. 0,13; ed un anello con chiave, in bronzo.
Giuseppe Gatti.
Nel rimuovere la terra per il prolungamento della via de’ Serpenti, fra la via Cavour e quella di s. Pietro in Vincoli, è stato raccolto un frammento di decorazione fittile, spettante ad un tempio, del secolo in circa quarto avanti l’èra volgare. Sembra parte di un acroterio semicircolare, nel cui mezzo restano le zampe di un volatile, forse un grifo: il resto è ornato di palmette a colori alternati, rosso e nero, di quella maniera che comunemente dicesi etrusca.
Giuseppe Gatti.
Negli sterri per il prolungamento della via de’ Serpenti, al di là della via Cavour, si è rinvenuto un pezzo di grossa lastra marmorea, alto m. 0,25 X 0,20, nel quale resta questo avanzo d'iscrizione relativa, come sembra, ad un magistrato: ...VETI.... leg. pr. PP PROVinciae...
Giuseppe Gatti.
Nei lavori pel prolungamento della via dei Serpenti, in prossimità della chiesa di s. Francesco di Paola, si è rinvenuta quasi a fior di terra la metà superiore di un'ara antichissima, in pietra gabina. È larga in ogni lato m. 0,75 ed alta ra. 0,60. Nella forma e nelle proporzioni è eguale a quella, che nel 1876 fn scoperta al Maccao con la dedicazione al dio Vermine, e ad altre simili che isolatamente furono erette nel secolo settimo di Roma e consacrate a divinità topiche. Nella fronte del dado, ove forse era incisa l' iscrizione primitiva col nome della divinità e del dedicante, la superficie della pietra apparisce alquanto abbassata, ed entro una semplice cornice si legge l' iscrizione: NERO CLAVDIVS DRVSVS GERMANIO TQVINCTIVS CRISPINVS COS EXSC-RESTITVER. Druso seniore e Quinzio Crispino ebbero il consolato nell' anno 9 a. C, ed in questa magistratura per decreto del Senato ristabilirono l'ara sacra, che circa un secolo innanzi era stata dedicata sul colle Cispio, non sappiamo a quale nume tutelare del luogo.
Nello spianare il terreno per il prolungamento della via dei Serpenti verso il Colosseo, si è rinvenuto un frammento di scultura in alto rilievo. Vi rimane quasi intiera una testa femminile, coi capelli inanellati, di grandezza quasi naturale, ma molto danneggiata.
Giuseppe Gatti.
Nel prolungamento della via de’ Serpenti, sistemandosi il terrapieno sottoposto alla torre medievale esistente nell’area dei Maroniti presso s. Pietro in Vincoli, è stato trovato fra la terra un frammento di antica iscrizione incisa su lastra di marmo, che dice: C LICINIVS FA... C LICINIVS MIT... LICINIA HEVREsisi ALVMNO SVO FECErubt SER CORNELIO SER f. VIX ANN XIIX MENs.. Questa lastra marmorea fu poi adoperata per chiudere un sepolero cristiano, forse del secolo V, come risulta dall'iscrizione che leggesi nel lato opposto di essa: ...TILL BENEMER eNTIOVE VIXIT ANNOS XVII M VIII D XIII QVE VIXIT CVM MAR ITO ANVM VII D XII PRIMV ARITVS FECIT. La pietra misura m. 0,58 x 0,50.
Nello stesso luogo è stato raccolto un mattone quadrato, di m. 0,23 di lato, che porta impresso il bollo rettangolare, finora sconosciuto: MA F QVINTAN. Spetta alle figline che erano poste nei presidi Quintanensi sulla via. Labicana intorno alle quali cfr. Dressel, C.I.L. XIV, p. 181 seg.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori per la sistemazione del nuovo tratto della via dei Serpenti, sotto la torre detta dei Maroniti, sono stati scoperti alcuni avanzi di muri laterizî di bassa età, ed un sepolcro composto di tegole e coperto alla cappuccina, quasi totalmente disfatto.
Giuseppe Gatti.
Sul prolungamento della via dei Serpenti, costruendosi il muraglione in prossimità della torre dei Maroniti, alla profondità di un metro dal nuovo piano stradale, si è rinvenuta una tomba formata di lastre fittili e coperta alla cappuccina, lunga m. 2 X 0,50, alta m. 0,75. Conteneva pochi resti di ossa umane, frammisti alla terra.
Alla distanza di m. 42 dalla torre predetta, verso sud, si sono incontrati dei cunicoli scavati nel tufo, larghi m. 0,80 ed alti m. 2,60 alla sommità della volta. Le pareti laterali sono rivestite di intonaco bianco, grossolano.
Giuseppe Gatti.
Attivata un tronco della linea a trazione elettrica che partendo per Via nazionale, devia su via dei Serpenti, Colosseo, via Labicana per raggiungere San Giovanni.
Continuandosi lo sterro per l'ampliamento dell'Istituto tecnico a via degli Annibaldi, sono stati messi in luce varii muri in opera reticolata ed a cortina. Essi appartengono a costruzioni di diverse epoche, perchè alcuni tagliano altri «muri o sono poggiati su di essi. Consistono specialmente in pilastri dello spessore di _ m. 0,60, limitanti degli ambienti, la cui larghezza varia da m. 3,30 a m. 3,80. _ Pare che fossero coperti a volta ed avessero il pavimento a mosaico, di cui sì è trovato un piccolo avanzo a tasselli bianchi.
In occasione del Giubileo del 2000, sopra via degli Annibaldi viene realizzato un ponte pedonale, posto a ripercorre il tracciato della vecchia Via della Polveriera.
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Muraglioni di contenimento del Fugatale
1895 edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Istituto Leonardo da Vinci
1893 scuole
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Studentato degli Oblati di Maria Immacolata
1884 scuole
☆ ☆ ☆ ★ ★
San Francesco di Paola
1623 chiese
☆ ☆ ★ ★ ★
Torre degli Annibaldi
1216 torri
☆ ☆ ☆ ★ ★
Scuola Vittorino Da Feltre
scuole
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Domus Albinae Fabi Galli
archeologia
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Torre dei Margani al Fugatale
torri
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Villa del Duca di Paganica al Fugatale
ville
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Cavalcavia degli Annibaldi
ponti
☆ ☆ ☆ ★ ★
Ninfeo di via degli Annibaldi ipogei