Giovanni Angelini, assessore all'Edilità del Municipio capitolino, incarica Viviani di redigere i progetti dei nuovi quartieri, nominandolo ingegnere direttore dell'Ufficio tecnico provvisorio per i lavori del primo piano regolatore della capitale, con un assegno mensile di 400 lire.
La commissione del Piano Regolatore, dopo 5 mesi di studi, presenta al Consiglio Comunale la relazione dal titolo "Piano edilizio Regolatore e di ampliamento della città di Roma in relazione alla legge sul concorso dello Stato nelle opere edilizie". La commissione apportata diverse modifiche rispetto alle proposte formulate dal Piano Regolatore del 1873 (approvato ma mai reso operante in termini di legge), ad esempio predisponendo precise indicazioni rispetto al tracciato della via che da piazza Venezia conduceva al Tevere ed al Vaticano (l'attuale Corso Vittorio Emanule II).
La commissione del Piano Regolatore, dopo 5 mesi di studi, presenta al Consiglio Comunale la relazione dal titolo "Piano edilizio Regolatore e di ampliamento della città di Roma in relazione alla legge sul concorso dello Stato nelle opere edilizie". La commissione apportata diverse modifiche rispetto alle proposte formulate dal Piano Regolatore del 1873 (approvato ma mai reso operante in termini di legge), ad esempio predisponendo precise indicazioni rispetto al tracciato della via che da piazza Venezia conduceva al Tevere ed al Vaticano (l'attuale Corso Vittorio Emanule II).
Il Consiglio Comunale adotta il Piano regolatore redatto dall'ing. Viviani, sostanzialmente identico a quello del 1873 con alcune modifiche. Progetto per la realizzazione di una strada che colleghi via Cavour con il Quartiere Esquilino (via Giovanni Lanza).
Cominciano gli sventramenti per la realizzazione del primo tratto di Corso Vittorio Emanuele II. Demolizione dei palazzi a destra di Via dei Cesarini e nella strada della Valle (tra Sant'Andrea della Valle e la Cancelleria), i palazzi addossati al Palazzetto Le Roy, Palazzo Galli, parte del Palazzo Pichi Lovatti, Palazzo Trulli, la chiesa di Sant'Elisabetta dei Fornari, le scuderie sul lato settentrionale di Palazzo Vidoni.
Sull'angolo delle vie Cesarini e dei Cestari, nelle fondamenta della casa Ferretti, sono stati scoperti due nicchioni di muro a cortina, i quali sembrano appartenere ad un edificio pubblico del secolo III. Traccie di pavimenti sono apparse alla profondità di met. 5,50 sotto il piano stradale.
Rodolfo Lanciani.
Viene definitivamente approvato il nuovo Piano Regolatore di Roma.
Demolendosi la casa Ferretti, sull'angolo di via Nazionale (già Cesarini) con la piazza delle Stimmate, sono stati ritrovati avanzi di un grande fabbricato, con pareti grosse oltre un metro, di buona e di mediocre cortina. I tegoloni portano i bolli: CN DOMITIVS TFLAVI EVS ARIGNOTVS F.
Nello scavo assai profondo, ma per mala sorte assai angusto, che si eseguisce per la fognatura del nuovo tronco di via Nazionale, fra le chiese del Gesù e di S. Andrea della Valle, si incominciano a scoprire avanzi dei grandi edifizì pubblici del campo Marzio, di quelli cioè che confinavano col Circo Flaminio e coi Portici Pompeiani.
Queste incerte vestigie, scoperte piuttosto per eccitare che non per soddisfare la curiosità degli studiosi, si presentano costruite a bugna di tufi o di peperini , con cornicioni di travertino, e sono esattamente orientate con l'asse di via Cesarini, o meglio con l'asse degli edifici Pompeiani.
A meno che non si ritrovi qualche brano di iscrizione monumentale, non stimo possibile giudicare della loro pertinenza. Nel sito già occupato dal palazzo Marini, si è trovato un muro costruito con i frantumi di una o più statue colossali. Vi è una testa di squisita fattura, di giovinetto imberbe con capelli corti e ricciuti.
A partire dalla piazza del Gesù fino all'angolo di via de' Ginnasi, si è scoperto (sotto la linea di prospetto delle case abbattute, Colonna, Marini, Ferretti etc.) un muraglione rettilineo, costruito con massi enormi di peperino, la grossezza del quale non è ancora determinata.
A piedi del muraglione v' è un pavimento di travertino, formato con lastre, grosse in media mezzo metro, lunghe m. 1,80, larghe m. 1,00, e solcato da canali di scolo per le acque piovane. Sembra il pavimento di un portico: ma ni'l sito, nel quale avremmo dovuto ritrovare le basi delle colonne, si è trovato invece un muro di tarda costruzione, grosso m. 0,80. La larghezza del portico, o più esattamente del pavimento di travertini, è di 3 metri.
Proseguendo verso ponente, all'altezza dei palazzi Chiassi e Strozzi, si è scoperto un gruppo assai complicato di antichi manufatti, nel quale mi sembra potersi ravvisare l'angolo di un tempio, col peristilio di colonne di travertino, coperte di stucco.
Il diametro delle colonne è di m. 0,79: le basi hanno doppio toro. La fabbrica è circondata da un marciapiede di travertino, largo 3 metri, con profondi canali di scolo, i quali mettono ad una bocca di cloaca.
Sono state ritrovate nello scavo due statuette acefale, a metà del vero. La prima rappresenta Marsia legato all'albero: la seconda una divinità velata.
Dinanzi al portone del palazzo Viscardi, è stato raccolto un grosso tubo di piombo con la seguente iscrizione del secolo IV.
Rodolfo Lanciani.
Costruendosi la fogna della via Nazionale, nel tronco compreso fra la piazza Strozzi e la piazza di S. Andrea della Valle, quasi sull' angolo delle vie di Torre Argentina e della Valle, alla profondità di m. 5,00 si è scoperto il pavimento di una strada larghissima, con la sottoposta cloaca. L'asse della strada è perpendicolare a quello delle prossime fabbriche pompeiane, e parallelo a quello delle fabbriche agrippiane.
Rodolfo Lanciani.
Negli scavi che si fanno in piazza S. Andrea della Valle, per le nuove fogne di via Nazionale, e precisamente di fronte al palazzo Massimi, è stato trovato a m. 3,20 di profondità il selciato di un'antica via. Detta via misura in larghezza m. 4,30, ed è formata coi soliti poligoni di lava basaltica. Corre parallela alla odierna via dei Sediari, e da questa distante m. 30.
Rodolfo Lanciani.
Sventramenti per l'apertura di Corso Vittorio Emanuele II nell'area di Largo Sora. Demolizione di due campate del palazzo Sora, che sarà ricostruito con una nuova facciata sul Corso Vittorio.
Nelle demolizioni in via de' Baulari, presso la nuova via Nazionale, fu scoperto un importante frammento degli atti Arvalici.
Luigi Borsari.
In una delle grandi fogne sulla piazza di S. Andrea della Valle, e propriamente incontro alla chiesa, è ritornato in luco un muragliene formato con grossi blocchi di travertino, della grossezza di circa m. 1,00, e benissimo squadrati. La parte ora scoperta misura in lunghezza m. 12,00. Tale muragliene appartiene senza dubbio al gruppo delle fabbriche di Agrippa, costruite nel Campo Marzio.
Luigi Borsari.
Demolendosi la casa che forma angolo tra la via Nazionale e la via dei Leutari, si è riconosciuta la seguente iscrizione incisa in una mensola di travertino, di m. 1,59 X 0,58 X 0,38. Le lettere sono alte 8 centimetri:
HOC MONVMENTVM HEREC SEQVETVR
Rodolfo Lanciani
Dai fabbricati in demolizione fra la piazza Sora e la Cancelleria, provengono i seguenti brani d'iscrizioni.
Il primo si riferisce forse al Cardinale Raffaele Riario, essendo inciso con gli aurei caratteri del rinascimento:
R CARI
Il secondo sembra pure della stessa epoca:
LAVANIE C
Il terzo contiene il titolo sepolcrale:
DIS MANIBV
CLAVDIAE EVPROSINE sic
VIX AN XXXV
POSVIT HERAC
CONIVGI SVAE
Rodolfo Lanciani.
Nelle fondamenta della casa, che forma angolo fra la via Nazionale ed il vicolo de' Leutàri, di contro al palazzo della Cancelleria, è stato ritrovato in suolo di scarico un cippo marmoreo, alto m. 0,70, con l'urceo e la patera sui fianchi, e con l'iscrizione nella fronte:
D M MAGIAE C MAGI PROCVLI
P P F PROCVLAF sic
VXSORIS
T CANVLEIVS IVSTVS
MARITVS VIX A LX
Tutta l'area dell'anzidetta casa è occupata dai ruderi di un edificio, di carattere pubblico, in ottima opera laterizia.
Rodolfo Lanciani
Sventramenti per l'apertura di Corso Vittorio Emanuele II, presso Piazza della Chiesa Nuova. Viene ridotta la facciata di Palazzo Cesi, riedificandola più arretrata, imitante quella originaria sulla laterale via Sora.
Delibera del Consiglio Comunale con cui la nuova direttiva tra Piazza Venezia ed il Vaticano, prende il nome di Corso Vittorio Emanuele II, in onore del primo re d'Italia.
Durante i lavori di demolizione nei pressi di Piazza Cesarini Sforza, per la realizzazione del nuovo Corso Vittorio Emanuele, viene ritrovato un altare dedicato a Dis e Proserpina.
A seguito dell'entrata in servizio della della Stazione di Roma Trastevere, la SRTO chiede e ottiene la concessione per nuove linee tramviarie: da piazza Venezia a San Pietro per corso Vittorio Emanuele; da piazza Venezia alla stazione di Trastevere per ponte Garibaldi, con raccordo alla linea di San Paolo; da via Cernaia a Sant'Agnese per via XX Settembre con diramazione da Porta Pia a Porta Salaria.
Sono attivate due nuove linee di tram elettrici Termini - Via delle Terme - Via Nazionale - San Pietro e Termini - Via Volturno - San Pietro.
Attivata la trazione elettrica a filo aereo nella tratta da piazza Venezia a San Pietro (per corso Vittorio Emanuele ed il ponte provvisorio in ferro).
Grande dimostrazione dei Romani ai bersaglieri in partenza per la guerra in Cina: "Alle 6 e mezzo, nel cortile della Caserma di San Francesco a Ripa un caporal-tromba dei bersaglieri suona assemblea. Immediatamente il cortile si riempie di soldati partenti. Si mettono su due righe. Ciascun tenente ha fatto l’appello del proprio plotone. Nessuno manca. Terminato l'appello, vi è un affettuoso scambio di saluti, di abbracci, di baci, fra ufficiali e soldati.
Alle 7 precise, a passo di corsa, escono dalla caserma. Precede la fanfara; seguono tutti gli ufficiali del 5° con a capo il tenente colonnello Ferrucci: vengono poi i quattro plotoni di partenti. Non appena i berretti rossi si mostrano sulla porta della caserma un applauso fragoroso parte dalla numerosa folla (tutta di trasfeverini) che staziona da oltre mezz'ora sulla piazza. I plotoni che hanno tentato di uscire a passo di corsa, fatti appena cinquanta metri, sono costretti mettersi a passo e non è più possibile mutare, tanta e tale è la folla acclamante.
Traversato il ponte Garibaldi, fin dalla Via Arenula si comincia a veder meglio la grandissima parte che la popolazione romana prende alla partenza. Una ventina di signorine allacciate in cinque finestre al terzo piano del palazzo Del Vecchio lanciano centinaia di mazzolini di fiori ai partenti. Sulla piazza Sant'Elena (in prossimità del teatro Argentina) si sono intanto raccolte la fanfara degli ex-militari, le Società di Tiro a Segno, associazione universitaria, fratellanza italiana, fratellanza militare, exbersaglieri, ex-carabinieri, ecc., tutte con bandiere.
Le fanfare intuonano allegre marcie; quindi insieme colle Società si mettono in testa al corteo che ormai si compone di oltre 50.000 persone. Ma la folla, la maggior folla la troviamo dal largo del Corso Vittorio Emanuele a Via del Plebiscito, e Via Nazionale. Tutta Roma vi è accorsa; dal principe romano al falegname, dalla dama alla stiratrice, dal senatore all'usciere della Camera, dal monsignore al sagrestano. E tutti applaudono.
Parecchi balconi di Via Nazionale sono ornati di bandiere, Affacciato al suo balcone, in Via Nazionale, di fronte al palazzo Aldobrandini, il presidente del Consiglio on. Saracco è commosso. I tramtways, impediti nella loro circolazione, servono di balcone a moltissimi che sì sono arrampicati fin sul cielo di essi.
Le adjacenze della ferrovia rigurgitano di altra folla, che ha acclamato i soldati di artiglieria giunti nella notte a Roma e che già hanno preso posto nello stesso treno che deve accompagnare i nostri bersaglieri.
Nelle sale di aspetto della ferrovia si sono intanto raccolti: il sottosegretario di stato alla guerra generale Zanelli, il sindaco principe Colonna con tutti gli assessori non esclusi quelli clericali; parecchi generali, il maggiore Agliardi, e una larga rappresentanza del ministero della marina.
Non era certo desiderio delle autorità politiche, militari e ferroviare, di far entrare la folla sotto la stazione. Ma contro la volontà della folla non si reagisce; i cordoni sono spezzati, i cancelli aperti, e dai diversi ingressi vere fiumane di popolo entrano sotto la grande tettoia gridando: Evviva l’esercito! Quando i bersaglieri, con la fanfara alla testa entrano sotto la stazione, l'entusiasmo è un delirio, Preso posto alla meglio nei vagoni loro destinati, continuano le scene affettuosissime, fra soldati e popolo.
Alle 8,40 i fischi delle due locomotive annunciano la partenza; allora vi è un secondo di profondo silenzio. Ma quando la prima vampata di vapore si sprigiona dagli stantuffi delle macchine e produce il primo mezzo giro delle ruote delle vetture, un grido solo sì innalza da migliaia di petti: Viva l’esercito, Viva Savoja, Viva l'Italia!"
La SRTO attiva una nuova linea a trazione elettrica, dalla stazione di Trastevere alla stazione Termini (in trazione elettrica mista, con filo aereo e accumulatori in via Nazionale, attraverso piazza Venezia, via del Plebiscito, corso Vittorio Emanuele, via di Torre Argentina, via Arenula, ponte Garibaldi, piazza d'Italia e il viale del Re).
Fra il Corso Vittorio Emanuele e la via dell'Oro, gittandosi le fondamenta dell'edificio che costruisce l'onorevole senatore Baracco per esporvi ordinatamente la sua ricca ed importante collezione di antiche sculture, sì è rinvenuto un sarcofago in travertino, lungo m. 2,20 X 0,75 X 0,55.
Giuseppe Gatti.
Trasporto dei pezzi per la statua equestre del Monumento a Vittorio Emanuele II: "Nella notte del 24, su due carri appositi trascinati da otto pariglie di cavalli, furono trasportati a Piazza Venezia due dei giganteschi pezzi di quella statua, opera del Chiaradia, e cioè la parte posteriore e la parte superiore del cavallo, su cui poserà il torso del Re.
I lavori di caricamento, iniziati la mattina avanti, riuscirono difficilissimi. Si dovette abbattere, per farli uscire, buona parte del portico esistente nell'ospizio di San Michele e prospicente la fonderia Bastianelli dove fu fatta la fusione.
Gli immensi massi di bronzo, del peso complessivo. di circa otto tonnellate, protetti da nizze di castagno, furono quindi trascinati a forza di argani fino sulla via. Occorsero poi sedici uomini per collocare i pezzi sulle piattaforme dei carri.
Il convoglio si mise in moto alle 2 del mattinò proseguendo per Via Anicia, Via San Francesco, Viale del Re, Ponte Garibaldi, Corso Vittorio, Piazza Venezia; ai piedi del monumento il convoglio non giunse che la mattina del 25 alle 8.
Appena i due pezzi saranno sistemati sulla base che li attende verranno trasportate le altre parti della gigantesca statua, cioè la parte centrale del cavallo e il torso del Re. I lavori di collocamento definitivo, di saldatura, di pattinatura, di indoratura totale richiederanno altri quattro mesi."
In occasione del terzo centenario della canonizzazione di san Filippo Neri, l'urna con la salma del santo attraversa le vie con imponente processione per le vie di Roma.
Inizia la rinnovazione del Corso Umberto e Vittorio, con la totale sistema dei servizi esistenti nel sottosuolo, la pavimentazione della carreggiata, e la sistemazione dei maciapiedi.
"L'impossibilità di sospende re il servizio tramviario lungo il Corso ha reso necessario il lancio di un ardito ponte provvisorio sul quale tuttora passano i pesantissimi carrozzoni della tramvia, mentre al di sotto squadre di operai lavorano incessantemente giorno e notte per il completamento della pavimentazione. Con questo primo gruppo di ope re volgenti ormai al termine, restano definitivamente sistemati il Corso Vittorio Emanuele da Piazza Venezia alla Chiesa Nuova.
Il tipo di pavimenzione adottato, come quello praticamente riconosciuto più confacente per resistenza, durata, elasticità ed igiene, è l'asfalto natuurale compresso, che viene collocato a caldo per uno spessore di mm. 50 sopra banco fondazione in calcestruzzo appositamente predisposto.
Al Corso Vittorio e Umberto, all'asfalto monolitico gettato senza interruzione si è preferito l'asfalto confezionato in mattonelle compresse, facilmente amovibili in caso di manomissioni del sottosuolo."
Firmata la convenzione tra l'Istituto romano beni Stabili ed il Governatore di Roma per la riqualificazione della zona dei Cesarini (attuale Largo Argentina). Avvio dei lavori di demolizione che si svolsero in tre tempi: · demolizione dei palazzi Acquari e Rossi che si affacciavano su via di Torre Argentina; demolizione di parte del palazzo Chiassi-Cesarini fino al limite della retrostante chiesa di S. Nicola ai Cesarini; demolizione del fronte prospettante su Corso Vittorio; demolizione dei fronti prospettanti sulle vie Florida e S. Nicola ai Cesarini.
Per esigenze di traffico, il Governatorato decide lo spostare di alcuni monumenti che gravitano presso Corso Vittorio Emnauele II. Il monumento a Nicola Spedalieri viene spostato da Piazza Vidoni a Piazza Sforza Cesarini, al posto della statua di Terenzio Mamiani, che viene a sua volta spostata nel giardino di via degli Acciaioli. Il monumento a Pietro Cossa viene smantellato da Largo Arenula e portato nel deposito dei Marmi al Bastione Ardeatino.
Presentazione al Duce Mussolini e al Governatore Gian Giacomo Borghese, del progetto definitivo per la grandiosa sistemazione dell'area della Farnesina e delle falde del Gianicolo, in conformità del Piano regolatore generale dell'Urbe:
"...in occasione di un'adunanza della Classe delle Arti all'Accademia d'Italia, alla presenza del Governatore di Roma, di un gran numero di Accademici e di una rapresentanza della stampa, il Presidente Luigi Federzoni ha posto in rilievo le ragioni dell'iniziativa ed i caratteri salienti della sistemazione della zona in parola, plaudendo în modo particolare all'opera di Marcello Piacentini, il quale è riuscito a dare (come ha detto il Presidente) la prova più alta e convincente del suo eccezionale talento nel campo dell'urbanistica.
Ed ha anche ricordato e lodato, il lungo e intelligente lavoro compiuto dalla Commissione presieduta da Ugo Ojetti e composta degli Accademici Giovannoni, Marangoni e Pession. È giusto accennare che al progetto Piacentini hanno collaborato l'ing. Fuselli del Governatorato di Roma e gli ingegneri Jacopini e Massari dell'ufficio tecnico dell'Accademia d'Italia.
Dopo il breve discorso del Presidente dell'Accademia, Marcello Piacentini ha fatto un'ampia lucida e colorita illustrazione del progetto di sistemazione della zona, con l'ausilio di fotografie, di piante topografiche e di un grande plastico.
Da piazza della Chiesa Nuova si dipartirà un grande rettifilo che, attraverso il ponte Mazzini, salirà fino alla terrazza belvedere aperta in cima al colle Gianicolense, in mezzo a un succedersi di scenari architettonici che avranno una cornice e un fondale di verde, mentre l'accesso al Gianicolo assumerà un'aspetto imponente che ricorderà quanto Valadier fece in Piazza del Papolo e sul Pincio. Roma si arriechirà così di una nuova magnifica prospettiva.
Subito dopo il ponte Mazzini si snoderà sul declivio del colle, un ampio viale inquadrato da nuovi edifici. La caratteristica via della Lungara sarà mantenuta nella sua attuale direttrice, ma rialzata nel piano stradale. Ancora più in alto, dipartendosi dal grande viale di accesso, si biforcheranno due rampe, una delle quali sì inserirà nella nuova strada dal Gianicolo a San Paolo e alla zona dell'E. 42, e l'altra discenderà verso le poetiche pendici di Sant'Onofrio.
La nuova sistemazione impone la demolizione di case di poco conto e dell'edificio del carcere giudiziario di Regina Coeli, mette in valore gli edifici monumentali della Farnesina e di Palazzo Corsini, la cui facciata verso il colle ha un aspetto elegante e severo ad un tempo, e dà un nuovo accesso alla R. Accademia d'Italia da un viale di alberi dell'Orto Botanico.
Il progetto di massima comprende edifici per il Conservatorio di Santa Cecilia, per l'Istituto dell'Arte Drammatica, per la Sala dei grandi concerti sinfonici, per un Teatro all'aperto e forse per la Biblioteca Nazionale. Comprenderà anche un edificio per la Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte, l'istituto fondato, da Corrado Ricci già a Palazzo Venezia e da poco trasferito in questa zona.
Attorno alla più importante istituzione della cultura quale è la R. Accademia d'Italia, dovrebbero sorgere quando il progetto sarà diventato realtà, enti culturali e artistici tali da formare di questo settore dell'Urbe la zona accademica per eccellenza.
In luogo adatto, quale sfondo al complesso architettonico, verrà collocata la fontana del Mosè, che per ragioni urbanistiche verrà spostata da Piazza S. Bernardo dove attualmente si trova e che nella nuova sede, verrà sistemata con opportuni, ampliamenti alle parti laterali in modo da renderla più proporzionata alla vastità dell'ambiente.
Ma la parte architettonica ed edilizia del progetto in discorso è subordinata all'importanza e alla vastità della zona arborea che deliberatimente si vuol lasciare protagonista di tutto il nuovo ordinamento, facendo assurgere la zona alla magnificenza delle ville tuscolane e tiburtine.
Parte essenziale del progetto è quindi l'utilizzazione, come parco pubblico, dell'Orto Botanico [...] di Villa Corsini, fatto risorgere a nuova Vita dal Pirotta nel 1885, ed ora affidato alle vigili cure dell'illustre prof. Enrico Carano, che l'insegnamento della botanica impartisce con l'ausilio anche del «giardino didattico» annesso alla Città Unversitaria, con la sistemazione ideata dal Piacentini potrà essere valorizzato e aperto al pubblico, mentre attualmento è si può dire, sconosciuto alla cittadinanza romana.
Il visitatore della zona, quando questa sarà opportunamente sistemata resa accessibile non soltanto a pochi privilegiati, sostando all'ombra delle palme e al murmure delle fontane e di cadute d'acqua, salendo la scalea cosiddetta garibaldina centro di uno degli episodi della gloriosa resistenza del '49, inoltrandosi poi lungo il viale che porta all’aerea terrazza da cui il monumento di Garibaldi e il monumento’ di Anita dominano il panorama dell'Urbe, respirerà il clima eroico di fasti memorabili, in cui Italia, nel brivido di un'ora sacra, ritrovava a Roma il suo cuore pulsante.
GIOVANNI BIADENE
In occasione delle celebrazioni fasciste per l'anniversario della Marcia su Roma, i partigiani dei GAP attaccano con bombe a mano e colpi d'arma da fuoco un corteo fascista che sfila nei pressi di Sant'Andrea della Valle, ferendo dodici fascisti.
Remo Croce fonda a Corso Vittorio Emnauele II la libreria omonima.
La Fontana di Piazza Scossacavalli, in deposito nei giardini del Casino Bessarione, viene ricostruita dinanzi alla facciata della chiesa di Sant'Andrea della Valle, sostituendo con elementi moderni il bacino superiore disperso. Il beveratoio di Pietro Lombardi viene invece posto a Via Cassia (altezza civico 726).
Il vice sindaco Luca bergamo inaugura una targa in ricordo della storica Liberia Croce.
Inaugurata sulla facciata di Palazzo Sforza Cesarini la Madonna dell'Accoglienza, alla presenza del sottosegretario ai Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni, del Soprintendente di Roma Francesco Prosperetti, di Giovanna Sacchetti e Moroello Diaz della Vittoria, rispettivamente presidente e consigliere della Fondazione Sacchetti, che l'ha donata alla Capitale. L'opera inaugura un progetto che vede il restauro di 50 edicole sacre presenti a Roma, con l'obiettivo di recuperare l'antica tradizione devozionale popolare.
Inaugurata sulla facciata di Palazzo Sforza Cesarini la Madonna dell'Accoglienza, alla presenza del sottosegretario ai Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni, del Soprintendente di Roma Francesco Prosperetti, di Giovanna Sacchetti e Moroello Diaz della Vittoria, rispettivamente presidente e consigliere della Fondazione Sacchetti, che l'ha donata alla Capitale. L'opera inaugura un progetto che vede il restauro di 50 edicole sacre presenti a Roma, con l'obiettivo di recuperare l'antica tradizione devozionale popolare.
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Targa in memoria della Libreria Croce
2017 targhe
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Museo Barracco
1947 musei
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Palazzo INA a Piazza della Valle
1934 edifici
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Cinematografo Augustus
1934 cinematografi
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Palazzi Propilei di Piazza Pasquale Paoli
1926 edifici
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Palazzetto del Museo Barracco
1902 edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzo Avogadro Martel
1898 edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Giardino di Piazza Sforza Cesarini
1895 giardini
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Palazzo di Corso Vittorio Emanuele II, 323
1889 palazzi
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzo Amici
1889 palazzi
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Palazzo Berardi
1888 edifici
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzo Trocchi
1888 palazzi
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Palazzo Lavaggi Pacelli poi Hotel Tiziano
1886 palazzi
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Palazzo Bacelli
1886 edifici
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Palazzo Samuelli Ferretti
1883 palazzi
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Palazzo di Corso Vittorio 21
1879 palazzi
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Targa del 1879 in memoria di Giocchino Belli
1879 targhe
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Collegio Calasanziano
1746 scuole
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Palazzo Celsi Viscardi
1678 palazzi-corte
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Fontana di piazza Scossacavalli
1614 fontane
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Casa Professa dei Chierici Regolari Teatini
1602 conventi
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Palazzo Ruggeri a Pigna
1588 palazzi-corte
☆ ★ ★ ★ ★
Palazzo Massimo alle colonne
1532 palazzi-corte
☆ ☆ ★ ★ ★
Palazzetto Le Roy
1523 palazzi-corte
☆ ☆ ☆ ★ ★
Palazzo Bini
1520 palazzi
☆ ☆ ★ ★ ★
Palazzo Della Valle
1517 palazzi-corte
☆ ☆ ★ ★ ★
Palazzo Caffarelli Vidoni
1515 palazzi-corte
☆ ☆ ★ ★ ★
Palazzo Fieschi Sora
1505 palazzi
☆ ☆ ☆ ★ ★
Palazzo Pichi Manfroni Lovatti
1490 palazzi
☆ ★ ★ ★ ★
Palazzo della Cancelleria
1483 palazzi-corte
☆ ☆ ★ ★ ★
Palazzo Sforza Cesarini o Cancelleria Vecchia
1460 palazzi-corte
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzo Colonna Rosolino
edifici
☆ ☆ ☆ ★ ★
Madonna col bambino di Palazzo Ruggeri
edicole sacre
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Diribitorium
archeologia
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Cappella del Collegio Calasanziano
cappelle
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Edificio con absidi a largo della Stimmate
archeologia
☆ ☆ ★ ★ ★
Palazzo Olgiati Strozzi Besso
palazzi
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Palazzo Origo
palazzi
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Palazzo Roberti Conti Datti
palazzi
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Palazzo Alberini
palazzi-corte
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Fontana dei putti di palazzo Caffarelli Vidoni
fontane
☆ ☆ ☆ ☆ ★
Palazzo Trulli
palazzi
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Ninfeo di palazzo Massimo alle colonne
fontane
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Cappella di San Filippo Neri a palazzo Massimo alle colonne
cappelle
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Palazzo Massimo di Pirro
palazzi-corte
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Madonna su palazzo Massimo di Pirro
edicole sacre
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Domus magna dei Massimo
palazzi
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Portico Romano nei sotterranei del Palazzetto Le Roy
archeologia
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Targa in Memori di Guido Baccelli
targhe
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Stabilimento Fotografico Borghese
edifici
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Palazzo Italiani
palazzi
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Casa Leonini Scaglioli
edifici istoriati
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Centrale Teti Centro
palazzi
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Palazzo Cerri Baleani
palazzi
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Ninfeo di palazzo Cerri
fontane
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Palazzo Zandotti Costa
palazzi-corte
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Ninfeo di Palazzo Costa
fontane
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Palazzo Bassi
palazzi
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Madonna dell'Accoglienza
edicole sacre
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Ara Ditis Patris et Proserpinae
archeologia
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Ninfeo della Naiade a via Vittorio Emanuele 287
fontane
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Santa Maria della Purificazione
chiese
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Palazzo Pizzicaria
edifici
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Sant'Orsola della Pietà
oratori