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Arte e musica a Santa Maria del Popolo

Concerto di musica sacra e visita guidata in esclusiva alla Basilica

In occasione delle imminenti festività natalizie quest'anno per la prima volta l'associazione Inforoma propone una serata dove l'arte e la musica trovano fusione in uno dei luoghi più importanti di Roma: la basilica di Santa Maria del Popolo.

L'antica basilica appoggiata alle antiche Mura Aureliane a piazza del Popolo trae origine da una antica leggenda che vuole la sua fondazione nell'anno 1099 in seguito al taglio di una albero di noce infestato dai demoni che era nato sul sepolcro dell'imperatore Nerone, imperatore romano considerato nel Medioevo l'Anticristo. La fondazione della prima chiesa in realtà era anche celebrazione della liberazione del santo Sepolcro a Gerusalemme nel corso della prima Crociata. Fu detta del Popolo Romano perchè dal popolo pagata.
Nel XV secolo i Padri Agostiniani Lombardi, durante il pontificato di Sisto IV Della Rovere, affidarono tra il 1472 ed il 1477 la ricostruzione della chiesa in forme decisamente più monumentali all'architetto lombardo Andrea Bregno. Seguì l'intervento di Donato Bramante per la realizzazione del Coro e quello di Raffaello per la famosa Cappella Chigi (cappella dove riposano i resti del famoso banchiere Agostino Chigi, mecenate di Raffaello).
Notevolissime le opere d'arte custodite nella chiesa. Bernardino di Betto detto il Pinturicchio lavorò nelle due Cappelle Della Rovere verso la fine del '400 con affreschi di grande finezza e smagliante policromia. Nel 1510 Il Pinturicchio torno a lavorare in santa Maria del Popolo decorando la bellissima volta del Coro.
Nella Cappella Cerasi Monsignor Tiberio Cerasi commissionò a Caravaggio due opere famosissime: la Conversione di Paolo e la Crocifissione di Pietro, mentre ad Annibali Carracci la pala d'altare con l'Assunzione della Vergine.
Grandi artisti continuarono ad intervenire nella chiesa, come Gianlorenzo Bernini che si occupò durante il pontificato di papa Alessandro VII Chigi dell'abbellimento interno della chiesa, realizzando due delle quattro statue che si trovano nella Cappella Chigi: Abacuc e l'Angelo e Daniele fra i leoni.

Concerto di musica sacra

Un excursus nell'arte dal Rinascimento al Barocco attraversando la storia e le leggende di Roma. Ed è proprio in questo contesto che si innesta come immagine riflessa alla storia artistica di Santa Maria del Popolo, il nostro percorso musicale che ruota intorno a brani tratti dalla letteratura musicale del Rinascimento come del Barocco.

Tuttavia, saranno solo un punto di partenza poiché - così come l'appetito vien mangiando – dal passato arriveremo sino ad alcuni autori molti vicini ai nostri giorni. In aggiunta, se volessimo trovare un comune denominatore, sicuramente c'è un elemento che avvicina tutti questi brani: la ricerca della costruzione contrappuntistica simile alla ricerca costruttiva, implicita nei lavori degli architetti ed artisti presenti nella fisicità di questa chiesa.
Volendo sorprendere qualche elemento un po' lontano da tale impostazione, potremmo indicare due brani discosti nel tempo, ma simili nel paesaggio costruttivistico: l'Ave Verum di Byrd e lo strawinskiano Pater Noster; ma sono proprio le classiche eccezioni che confermano la regola. Se, ad esempio, Strawinskij ha voluto proporre un intero brano nella semplicità omoritmica, la sua è stata una scrittura volutamente essenziale atta a recuperare - attraverso la chiarezza della parola, vagheggiata dal repertorio Gregoriano – un'antica purezza e semplicità estetica.
Di fatto, la Scuola, o la forma mentis, dei vari compositori ha cercato di edificare la prospettiva musicale mediante l'imitazione tra le voci, e i momenti omoritmici che si possono incontrare in diversi brani sono i testimoni di una circostanza peculiare, quasi un freno, atta ad esplodere seguentemente nella ricercatezza delle volute melodiche che si inseguono l'una con l'altra. In questo è esemplare il magistero palestriniano, costruito perennemente su tale alternanza, ma non sono da meno altri Autori, appartenenti sia al XV e XVI secolo e che saranno proposti questa sera.
Per il mondo novecentesco e contemporaneo, è ovvio che ci siano altre prospettive, ma alcune pagine, anche di compositori conosciuti o meno, sono chiaramente interessanti, perché o c'è un pieno recupero del concetto imitativo (come nel brano di Pizzetti) o – almeno - si rinviene la disposizione verso un interesse eufonico, caratteristiche che forniscono a tali brani una buona comprensione musicale: quest'ultima, soprattutto in Autori viventi, è sicuramente motivo di esaltazione di tale pagine.

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