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Santa Cecilia in Trastevere

Gli affreschi nascosti di Pietro Cavallini

La basilica di Santa Cecilia in Trastevere nasce nel V secolo d.C. sul luogo dove vi era la casa della santa. Fu ampiamente ristrutturata durante il pontificato di papa Pasquale I (817-824) nel pieno della cosiddetta "rinascenza carolingia" ed è proprio di questo periodo che si deve lo splendido mosaico del catino absidale. Della fine del duecento conserva intatto il ciborio di Arnolfo di Cambio. Durante i lavori di ristrutturazione nel 1599, venne ritrovato il corpo della santa e la chiesa venne restaurata ed abbellita.

Di questo periodo è la statua di santa Cecilia di Stefano Maderno. L'aspetto attuale della basilica è quello fornito dai lavori di restauro del XVIII secolo ad opera di Ferdinando Fuga e con la ristrutturazione interna del soffitto con la gloria di Santa Cecilia di Sebastiano Conca nel soffitto.

Vera opera d'arte "nascosta" dal coro delle monache è lo straordinario affresco del Giudizio Universale opera di Pietro Cavallini, esponente della fine del trecento della cosiddetta "scuola romana". Riscoperto durante i restauri novecenteschi l'affresco del Giudizio è caratterizzato da figure tridimensionali e chiaroscurali e spesso con una capacità espressiva di grande effetto drammatico.

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