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Villa di Livia ad gallinas albas

La dimora imperiale al IX miglio della Via Flaminia

Dal 1982 la Soprintendenza Archeologica di Roma conduce indagini nella Villa di Livia, denominata dalle fonti antiche 'ad gallinas albas', in ricordo di uno straordinario evento occorso a Livia, sposa di Ottaviano Augusto, mentre si recava nei suoi possedimenti: “…a Livia Drusilla…un’aquila lasciò cadere dall’alto in grembo…una gallina di straordinario candore che teneva nel becco un ramo di alloro con le sue bacche. Gli aruspici ingiunsero di allevare il volatile e la sua prole, di piantare il ramo e custodirlo religiosamente. Questo fu fatto nella villa dei Cesari che domina il fiume Tevere presso il IX miglio della Via Flaminia, che perciò è chiamata alle Galline; e ne nacque prodigiosamente un boschetto.”.

La precisa collocazione topografica e gli imponenti muri di sostruzione della 'basis villae', da sempre in vista, hanno esposto il complesso a ripetute spoliazione dalla fine dell’impero in poi. Nel 1863 alcune fortunate ma non adeguatamente documentate esplorazioni hanno portato al rinvenimento dapprima della famosa statua di Augusto loricato, ora ai Musei Vaticani, e subito dopo della stanza seminterrata con le pareti affrescate dalle note pitture di giardino, staccate nel 1951 a scopo conservativo e trasferite al Museo Nazionale Romano e ora esposte a Palazzo Massimo alle Terme.

Nell’area, acquisita dallo stato italiano, sono state condotte diverse campagne di scavo che hanno consentito di scoprire buona parte delle strutture antiche, in particolare della zona privata con atrio e piccolo giardino interno, di quella di rappresentanza con grandi ambienti affrescati e pavimentati a mosaico e in 'opus sectile' che si affacciano sul peristilio. Recenti esplorazioni dell’ampio impianto termale hanno portato alla definizione di una prima fase degli inizi dell’età flavia con la presenza di ben due 'piscinae calidae' e una 'natatio' seguita da una radicale ristrutturazione nel periodo severiano. Una grande terrazza porticata ad U con giardino, probabilmente il 'lauretum' ricordato dalle fonti, ornava il lato orientale della residenza imperiale.

Nell’Antiquarium, posto presso l’ingresso attuale dell’area archeologica, sono esposti i reperti più significativi rinvenuti nel sito.

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