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Sant'Ignazio di Loyola

Gli spettacolari affreschi prospettici di Andrea Pozzo

La piazza di Sant'Ignazio, alle spalle del Collegio Romano, è uno degli spazi più rappresentativi della Roma barocca. Già alla fine del XVII secolo era stata ideata una piazza che potesse accogliere la nuova chiesa dedicata a Ignazio di Loyola, fondatore dell’ordine gesuita, ma la sistemazione finale fu realizzata da Filippo Raguzzini tra il 1727-28.

Chiusa su un lato dall’incredibile scenografica rococò dei tre palazzotti detti i Burrò (da Bureaux, nome dei panciuti scrittoi francesi), questa particolarissima piazza e la sua imponente chiesa.

Nel 1584 papa Gregorio XIII inaugurò l’imponente edificio del Collegio Romano, voluto da Ignazio di Loyola, per coloro che aspiravano a militare nella Compagnia di Gesù. Con il crescere della sua influenza, e per il conseguente aumento degli studenti, le strutture messe inizialmente a disposizione dal pontefice risultarono non essere più sufficienti. Gregorio XV decise allora di innalzare una nuova chiesa sul luogo dove sorgeva quella della Ss. Annunziata, dedicandola allo stesso Ignazio di Lodola, che nel 1622 era stato canonizzato.

La struttura architettonica, realizzata su progetto di Carlo Maderno, Paolo Marucelli e Filippo Torrioni, rappresenta la compiuta evoluzione del modello di chiesa richiesto dalla controriforma. La stessa facciata in travertino, articolata con grande rilievo plastico da semicolonne e paraste in due ordini, riprende il prototipo romano della chiesa del Gesù.

Nel 1685, tuttavia, a distanza di oltre mezzo secolo dall’inizio dei lavori, la cupola della chiesa non era ancora stata realizzata. Fu così che al suo posto venne issata all’interno della chiesa una grande tela dipinta con una impressionante prospettiva illusionistica, in modo da dare al visitatore l’impressione di una cupola con tamburo sorretto da colonne.

Il pittore che eseguì la particolarissima opera, Andrea Pozzo, fu scelto tra gli stessi esponenti della Compagnia del Gesù, egli viene infatti conosciuto anche col nome di Padre Pozzo. La sua cupola a trompe-l’oeil divenne una tra le principali attrazioni della chiesa di S. Ignazio, e di Roma in genere, e fu talmente apprezzata dai committenti che il pittore gesuita fu chiamato a ripetere “l’incanto” anche nella chiesa del Gesù di Frascati.

Allo stesso pittore si devono anche le figure di Giuditta, David, Sansone e Jaele nei pennacchi della finta cupola, l’affresco con la Gloria di S. Ignazio sulla navata -un altro capolavoro d’illusionismo prospettico- , e l’affresco del catino absidale con S. Ignazio che guarisce gli appestati.

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