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Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina

L'area archeologica e il Museo Archeologico a Palazzo Barberini

Il complesso del santuario della Fortuna Primigenia, risalente al II secolo a.C., rappresenta uno dei massimi esempi di architettura scenografica italiana; l’area corrispondeva alla città odierna e vi si trovavano sei terrazze, costruite artificialmente, collegate tra loro da scale e rampe decorate in stile pompeiano, impreziosite da incisioni votive e da esedre asimmetriche.

Al centro vi era una cavea semicircolare, ora inglobata in palazzo Barberini che, edificato nell’XI secolo dai Colonna, sorge, appunto, sulla struttura circolare dell’antico santuario ellenistico. Passato nel 1630 alla famiglia Barberini, il Palazzo mantenne la struttura del tempio a semicerchio, i cui resti sono ancora visibili all’interno dove si trovano affreschi appartenenti alla scuola dei fratelli Zuccari.

Il museo è allestito all'interno di Palazzo Barberini, costruito sulla sommità del santuario ellenistico della Fortuna Primigenia (II sec. a.C.). Esso ospita numerosi reperti: cippi, busti, basi funerarie, statue e oggetti di uso quotidiano provenienti dalle necropoli della Colombella e della Selciata. Di rilievo la sala dedicata ai culti testimoniati a Praeneste.

All’interno un’intera sala dedicata al "Mosaico del Nilo" della fine del II sec. a.C., uno dei più grandi mosaici ellenistici con scene egiziane, proveniente dall'area del Santuario della Fortuna Primigenia. All’ingresso del Museo è esposta la Triade Capitolina di Guidonia della fine del II sec. d.C. che rappresenta Giove, Giunone e Minerva sul trono, unico esemplare della Triade in cui gli dei sono conservati nella quasi totale interezza in una scultura monoblocco.

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