Prima della televisione e di internet, la satira a Roma passava attraverso le cosiddette statue parlanti. La più famosa è, tra tutte, Pasquino, misero frammento di un antico gruppo scultoreo ritrovato nei pressi di piazza Navona durante la costruzione del palazzo del cardinal Oliviero Carafa, che pensò bene di collocarlo in bella mostra avanti la sua abitazione.
La consuetudine di affiggere componimenti in versi sul basamento della statua nasce nel 1501: non si tratta ancora delle tremende e pungenti pasquinate, ma di ben più inoffensivi (e a volte francamente pesanti) componimenti in latino, realizzati da studenti del Ginnasio e successivamente raccolti in antologie. Ma poco a poco si fa strada il desiderio di mettere in ridicolo e stigmatizzare i comportamenti dei personaggi più in vista del tempo, primo tra tutti il pontefice, seguito da cardinali e da chi, di volta in volta, colpiva l’immaginazione dei romani.
Pasquino non è l'unica statua parlante della città pontificia, anzi presto comincia a “conversare” con una vera e propria congrega di marmi antichi sparsi qua e là: suo compare prediletto è il Marforio, sulla piazza del Campidoglio, ma abbiamo anche l'Abate Luigi, la Madama Lucrezia, il Babuino ed il seminascosto e trascurato Facchino di via Lata.
La passeggiata offrirà l’occasione di ripercorrere quattrocento anni di storia romana attraverso la voce più vera e beffarda della roma papalina.