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Via Giulia

Strada maestra del rinascimento

Attraverso i sogni ed i progetti dei suoi due principali rappresentanti del casato della Rovere, i Papi Sisto IV e Giulio II, la città medievale viene ridisegnata per ottenere la Renovatio Romae, un programma politico di vaste proporzioni improntato sull'idea di fondare uno Stato-Chiesa a carattere assolutista, ben inserito nella scena politica europea.

Un programma del genere non può non coinvolgere anche l'assetto urbanistico di Roma, ancora legato al periodo medievale. Per questo viene realizzato il cosiddetto rettangolo della Rovere, un area presso l'ansa del Tevere il cui perimetro è scandito dai due lunghi rettifili di Via Giulia e di Via della Lungaretta, nuovi rapidi collegamenti verso la zona di Borgo e del Vaticano.

Per meglio comprendere questo ambizioso programma, bisogna in primo luogo ricostruire la situazione urbanistica della Roma inizio Cinquecento. Tutti gli edifici pubblici di maggior rilievo vengono costruiti in un'area compresa tra la via Papale e l'ansa del Tevere e precisamente il palazzo della Camera Apostolica, accanto alla chiesa di San Lorenzo in Damaso, la Zecca nelle immediate vicinanze della chiesa di Ss. Celso e Giuliano, il palazzo della Cancelleria Vecchia ed infine il maestoso palazzo dei Tribunali.

Il progetto, purtroppo non terminato, viene affidato al grande architetto Donato Bramante. Al suo interno dovevano essere riuniti non solo le corti giudiziarie, all'epoca sparse in varie sedi, ma anche tutti i notai ed i contabili, cosi da diventare una sorta di Campidoglio papale, centro della vita amministrativa cittadina.

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