Data: 1882 / 1884
Codice identificativo monumento: 4356
Il forte che si è incominciato a costruire fuori di porta S. Paolo, al quarto chilometro della via Ostiense, confina col sito del Vicus Alexandri (vigna Venerati), e coi sepolcreti della via Ostiense e Laurentina. I trovamenti avvenuti finora interessano piuttosto la geologia. Vi sono tronchi di alberi fossili, nella cui sezione si ravvisano ventisette circoli di annua vegetazione, uno strato di torba di grande potenza, nel quale è stato ritrovato un grandissimo tronco di pino, non ancora mineralizzato.
Dei monumenti antichi uno solo presenta qualche importanza. È una tomba a cassettone, coperta con cinque tegoli, e con una lastra di marmo scritta a questo modo: D M CRESCENTI ALVMNO C IVLIVS LEVCIVS FECIT
Sulla collina di Pontefratto, continuandosi i lavori di costruzione del forte Ostiense, sono state scoperte antiche latomie di tufa litoide, le più vaste di quante furono visitate finora.
Le gallerie hanno pareti ben tagliate a piombo, alte non meno di quattordici metri. Che poi queste latomie sieno antiche, si può dedurre dai fatti seguenti. Sopra una scheggia di sasso, nella parete sinistra della galleria centrale, è sfata ritrovata una bellissima lucerna fittile, intatta, e nel suo proprio luogo. Dalla volta delle cripte pendono stalattiti alabastrini, i quali in terreno tufaceo, non possono non essere l'opera de' secoli.
Finalmente è probabile, che queste cave abbiano fornito i materiali per la costruzione di una diga, a difesa della sponda del Tevere, lungo la base della collina. Questa diga, assai robusta e ben fatta, è stata scoperta dal sig. tenente Brauzzi, forando la sponda con un tunnel, allo scopo di condurre l'acqua del fiume nei serbatoi della fortezza.
Nel medesimo luogo si rinvennero due lapidi, tra cui una in marmo bigio con scritto: DIS MANIB MARITIMAE MARTIALIS SVAE KARISSIMAE VIXIT ANNIS XX MENSIB VII.
Benchè i disterri che si eseguiscono per l'ordinamento del forte ostiense, sieno i più considerevoli di tutto il suburbano, e per estensione e per profondità, pure non hanno dato alcun frutto archeologico. Tutta intera la collina è perforata da latomie di tufa e di pozzolana, sull'epoca relativa delle quali non ho potuto sino ad ora formarmi un criterio positivo.
Le cave di pozzolana sono superficiali, discendendo ad una profondità massima di sette metri. L’ irregolarità del loro tracciato, della loro forma, del loro scavamento, la cattiva o mediocre qualità della pozzolana, mi sembrano indizî di un’ epoca certamente posteriore alla caduta dell’ impero : laonde può ad esse attribuirsi la distruzione completa delle fabbriche, che certamente ritrovavansi sulla collina nei buoni tempi. Tutte le loro volte sono infatti crollate, e tutte le gallerie sono riempite di detriti, o condottivi dalle acque, o scaricativi ad arte.
Le latomie di pietra, profondissime, e di ampiezza che non trova riscontro in tutto il sistema delle cave del suburbano, appartengono ad epoche molto antiche. Ne ho visitata una, le cui pareti sono diligentemente appiombate, ed alte, fino al nascimento della volta, ben 12 metri. Ho già raccontato, in una mia antecedente relazione, come in questa galleria colossale sia stata ritrovata una bella lucerna fittile, del I secolo, collocata su di uno sporto del sasso.
Nella pendice del colle che guarda il Tevere, e il vetusto vicus Alexandri, sono stati ritrovati avanzi di un sepolcro, costruito con massi di tufa, e di peperino. Stavano tutti fuori di posto, e molti di essi erano crollati in fondo alle gallerie di pozzolana. Il sepolcro era decorato con tre statue dei titolari.
Una statua rappresentante una matrona, nell'atteggiamento della Pudicizia Vaticana, ed una seconda virile, acefala, e mancante della parte inferiore delle gambe, sono state già da me descritte. Ora se ne è trovata una terza. È forse la più brutta del gruppo bruttissimo. Esprime la figura di un uomo d’età provetta, col braccio destro ripiegato sul petto fra le pieghe della toga, e col braccio sinistro proteso all'ingiù. Manca della testa, ed è alta fino alla frattura m. 2,05.
Rodolfo Lanciani.
Costruiti i tre Padiglioni dell'Infantiae Salus, venne dall'on Giunta affidato il loro funzionamento a un Comitato autonomo così composto. Presidente: Gr. Uff. Rag. Augusto Guadagnoli consigliere comunale. Commissarî: Comm. Avv. Angelo Sereni, consigliere comunale; Signora Alice Schiavoni Bosio; Comm Pietro De Matthaeis Sabbatini; Cav Uff Alessandro Fontana; Signor Romolo Dottor Roberto Gruppioni.
Detto Comitato seguendo le istruzioni sommariamente dettate dall'on. Giunta stessa sulle proposte presentate dall'on. Di Benedetto e valendosi di anticipi sul fondo di L. 450,000 circa messe a sua disposizione essendo occorse sul milione L. 550,000 circa per la costruzione dei Padiglioni, iniziò l'esercizio dei Padiglioni anzidetti raccogliendo circa 200 bambini poverissimi e che appunto si trovavano neila condizione di stare o di dover finire sulla strada per mancanza di vigilanza e di cure familiari.
Raccolti essi furono amorosamente custoditi dal mattino alla sera nutriti con tre pasti nella giornata educati istruiti vestiti Fu curata la loro pulizia con bagni settimanali e provveduto anche alla loro salute con l ausilio della benemerita Croce Rossa italiana che con vero slancio umanitario volle associarsi alla Infantiae Salus dando medici e medicinali
Il vero benessere che hanno ottenuto i bimbi ricoverati e che si traduce in un evidente e constatato miglioramento fisico l'accoglienza plaudente fatta dal pub blico e dalla stampa cittadina alla nuova istituzione che ebbe anche il sovrano elogio di S.M. la Regina Madre sempre prima ad accorrere dove si fa del bene e che volle onorare di una sua visita il Padiglione di Trestevere stanno a di mostrare che l'iniziativa presa dal Comitato d'Organizzazione Civile rispondeva ad una vera necessità e che la nuova istituzione merita quindi che si provveda al suo avvenire alla sua stabilità ed al suo maggiore incremento perchè possa sempre piú estendere la sua benefica azione.
La città di Trieste ha già messo a disposizione del Comitato L 150,000 e l'Istituto Nazionale delle Assicurazioni ha raccolto fra i vari Enti assicuratori italiani tra i quali la Cassa Nazionale Infortuni glione da intitolarsi alla Previdenza L 100,000 per la erezione di un Padiglione. E da augurarsi che questi esempi siano seguiti da Enti pubblici e dai privati così tra non molto i più importanti quartieri della città avranno il loro Padiglione vera oasi di pace dove la fanciullezza potrà crescere fisicamente rigogliosa e mo ralmente sana per i migliori destini di Roma e della Patria.
Il Forte Ostiense viene affidato dalle autorità militari, in uso all'Istituto medico pedagogico Forense per la rieducazione dei traviati.
Il Forte Ostiense viene affidato in uso alla Polizia di Stato, che svolge diverse opere di adeguamento funzionale e statico che interessano le scale, i serramenti, le pavimentazioni; è stata inoltre asfaltata la ex-piazza d’armi.