Codice identificativo monumento: 19986
Durante i lavori nella villa Massimo, già Peretti, per la realizzazione della stazione centrale delle ferrovie romane, viene scoperto un monumentale Ninfeo. Ennio Quirino Visconti descrive la scoperta in una sua relazione:
Il luogo dell'escavazione giaceva al di quà dell'altura suddetta, fra questa e la Torretta, ora demolita, della villa Massimo, il che vuol dire che trovavasi appiè del terrapieno dell'Argine, dalla parte interna dell'antica città. Poco tardarono i lavori di sterro ad abbattersi alle mine molto profonde di un gran fabbricato che correa parallelo all'Argine stesso, e la cui pianta, può vedersi anche delineata, in piccolissime proporzioni, nel tipo topografico, con che i sigg. Bergau e Pinder corredarono una loro memoria sugli avanzi del muro, e dell'argine serviano, discoperti quasi ad un tempo ne' medesimi luoghi. L'edifizio peraltro non fu tutto allora sgombrato, ma solo due grandi sale con alcune parti accessorie: nella prima delle quali, che vedremo fra poco aver servito ad uso di ninfèo, furono disseppellite ben quattro statue, pressoché intere, più qualche frammento di alcun'altra; nella seconda, ch'era per l'uso del bagno, ed assai nobilmente decorata, conservavansi ancora in parte le pitture delle pareti, che furono di poi pubblicate dal eh. sig. doit. Pinder, accompagnandole colla descrizione, e con una piccola iconografia dell'edifizio nel quale erano state scoperte....
Premetto adunque che l'edilizio appartenne all'epoca dei primi Antonini, siccome potè riconoscersi:
1° dalla buona, ma non perfetta opera laterizia, senza mistura di reticolato. È noto che cotesto genere di costruzione (opus,
reticulatumj negli edilizi di Koma scomparisce del tutto dopo l'età di Adriano.
2° dai seguenti bolli dei mattoni; uno dei quali col nome dell'Augusta Faustina: NFEST...PRFAYSTAVGE. Un altro colla data consolare, come sembra, di Apro e Catullino, che segna 1* anno dell'era volgare 130: PROET......PDECIM.
3° Dalla statua semicolossale di Faustina Seniore, ch'era il più cospicuo ornamento di una delle sale: cosa che difficilmente sarebbe avvenuta dopo i regni di Antonino Pio, e di Marc'Aurelio e Lucio Vero: ed anche dallo stile delle pitture dell'altra sala, che non potevano attribuirsi al primo secolo imperiale.
Le due parti principali dell'edilizio erano: una grande sala ottagona, contenente alcune fontane; ed un'altra, pur grande, rettangola, colle due testate curvilinee, servita già per uso dei bagni. Di questa seconda, che pure si osserva nelle nostre piante, nulla mi resta a dire dopo la descrizione data dal eh. Pinder tanto della sua struttura, quanto delle pitture che ne ornavano le pareti. Dirò dunque dell'altra, sì perchè la disposizione e gli ornamenti di essa furono espostimeli pienamente; e sì ancora perchè in questa ebbe luogo il gruppo di figure del quale mi proposi di porre in luce il significato.
La detta sala era dunque di figura ottagona, coperta con volta o tribuna della medesima forma, nel cui centro aprivasi una fenestra pure ottangolare, la sola onde tutto l'interno di essa prendesse la luce. Il suo diametro era di m. 11; l'altezza, dal piano all'occhio del tolo, di m. circa 15; ed è a notarsi che si trovò conservata fin quasi all'occhio suddetto ; sicché la piccolissima parte che ne mancava, presso la sommità, può dirsi che nulla togliesse alla integrità dell'edilìzio.
Delle otto facce dell'ottagono erasi tratto il partito seguente : in quattro di esse diagonalmente opposte si erano ricavate quattro grandi nicchie due di coteste, situate dalla medesima parte, aveano un passaggio tagliato a sghembo che metteva in altra stanza contigua: le due dirimpetto aveano servito ad uso di fonti, ed una di esse ne conserva tuttora il bacino marmoreo, di forma semicircolare, per adattarsi alla cavità della nicchia senza sporgere nell'area della sala: nell'una e nell'altra si vedeano, ad una certa altezza, inseriti nel muro i boccagli onde si erano versate le acque.
Tutte e quattro le nicchie aveano avuto un rivestimento di fini musaici a colori, del quale non rimaneano che pochi brani a testimonianza del partito della decorazione. Degli altri quattro lati dell'ottagono, alternati colle quattro nicchie, due avevano una porta ; e per una di queste, maggiore dell'altra, si entrava nella sala del bagno: nel lato dirimpetto a quest'ultima rimaneano ancora addossate al muro due basi di marmo, mentre una terza più grande assai, situata in origine fra le due suddette, giacea rovesciata e capovolta a piccola distanza dal muro.
Una statua molto maggior del vero, e due molto minori, si discopersero circa il mezzo della sala, ed in modo, che alla loro giacitura potea riconoscersi ch'elle erano precipitate dalle basi poco innanzi accennate. Diremo or ora dei soggetti che rappresentavano. L'ultimo lato dall'ottagono, che solo ci resta a descrivere, si è quello dirimpetto alla porta minore della sala.
Questo si apriva per accogliere una fonte, assai più ampia ed ornata delle due che mostrammo stabilite nelle nicchie. Il suo bacino, di forma quasi ellittica, toccava per un solo lato la sala e dilatavasi al di fuori di essa in altra stanza contigua, quella, cioè, alla quale si andava mediante i passaggi praticati obliquamente nelle due nicchie opposte a quelle che conteneano le due fonti: questa camera posteriore si trovò conservata per modo ch'ella avea intatta anche la volta; ed anche questa ricevea la luce soltanto da una fenestra circolare, che aprivasi nella volta medesima, non però nel centro di essa.
Alle sue pareti aderivano ancora gli avanzi di tre diversi strati d'intonaco, e vi si poteano riconoscere1 i vari generi di pittorica decorazione adottati nelle occasioni dei diversi ristauri. Vestige del rivestimento di marmo si osservavano ancora neir interno del bacino: il quale ne' due lati rettilinei (di cui l'uno avvertimmo toccare la sala ottagona, e l'altro quella posteriore) avea le sponde molto basse, per guisa, che nulla impediva che dall'interno di una sala si scorgesse l'interno dell' altra: questa fonte, in somma, e i due passaggi aperti nelle nicchie ond'era fiancheggiata, faceano delle due sale quasi un corpo medesimo.
Alla sponda posteriore di detto bacino era addossata un' altra base marmorea (che doveva in origine stare immersa nell'acqua) la quale sostenne una statua che dominava la fonte : questa in tre o quattro grandi frammenti si trovò caduta poco discosto. Ne' due lati curvilinei del bacino erano praticate, ad una certa altezza, due .nicchie capaci di contenere due busti, anche maggiori del vero.
Il pavimento della sala ottangolare era di musaici bianchi e neri, con figure ed ornati, e con varie tracce di tardi e grossolani restauri. Le pareti fino all'imposta della volta erano state rivestite di marmi. Che decorazione si avesse la volta non ricordo precisamente, nò lo trovo segnato nelle mie note: ricordo però benissimo , che non vi appariano tracce che fosse incrostata di musaici come le nicchie; nò che avesse pitturche avvertimmo , Annia Galeria Faustina , detta comunemente Faustina Seniore, consorte di Antonino Pio.
Ella vi è rappresentata, siccome io penso, cogli attributi della Concordia, cioè, il cornucopia nella dritta , e la patera nella sinistra, come appunto la simbolica figura della Concordia ci viene espressa dalle monete di questa imperatrice. Non mi estendo a dirne altro, posciachè detta statua, ora capitolina è già divulgata negli annali dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica.
Ricordo solo ch'ella si rese notabile pei molti residui che serbava di policromia e di doratura: e aggiungo che la testa, fatta d'altro pezzo di marmo più fino, e riportata, e di squisito lavoro ed offre uno de' migliori ritratti che si abbiano di quell' Augusta. Delle due statue minori del vero, ambedue acefale e mancanti di parte delle braccia, l'una rappresentava Diana lucifera, e l'altra Apollo; quella, vestita eli lunga tunica e corta sopravveste, attraversata dal balteo del turcasso, mostrava di aver tenuto le braccia sollevate colle due faci; questo, del tutto ignudo, avea presso di se un tronco onde pendea la faretra: qual fosse l'azione delle mani non potea ravvisarsi ; è molto probabile che reggesse 1' arco. L' una e F altra statua erano in marmo pentelico, di buono stile, e di pregevole lavoro...
Vedemmo che un'altra statua era posta nel mezzo della fontana maggiore; e notammo che anche di questa si rinvenne la maggior parte. Era una statua muliebre, grande al vero, vestita di tunica spartana e sopravveste corta fdiploidionj', acefala, e mancante di gran parte delle braccia. Dalla movenza eli quella parte che ne restava attaccata alle spalle, e da un qualche frammento del corpo e delle spire di un serpente fu giudicato che detta figura potesse rappresentare Igia, nell'atto consueto di nutrire il rettile sacro.
Frattanto da tutte le narrate circostanze apparisce chiaramente che in questa sala ottangolare la cosa principale furono le fontane; e che perciò nella medesima noi dovremo ravvisare un di que'luoghi, che dalle ninfe presidi delle fonti, e dalle loro immagini ornamento di esse, presero il nome di ninfei: edifìzì e luoghi, cioè, nei quali gratiae et voluptatis causa aqua deducebatur.
Scavato nel 1861.