Informazioni storicheCodice identificativo monumento: 300
CronologiaResti di maggiore importanza vennero a luce nei lavori della via nazionale, sia presso il giardino Aldobrandini, che nelle fondamenta del palazzo Antonelli, di fronte alla chiesa di s. Caterina da Siena.
Quivi comparve il grande emiciclo che prospettava lo stadio delle Terme di Costantino, con una parte delle mura dello stesso stadio con nicchie, nonchè varie stanze, frammenti di colonne, ed un’ampia scala dispogliata de’ suoi marmi, che metteva al piano superiore dell'edifizio medesimo.
Giuseppe Fiorelli.
I lavori di sistemazione della via Nazionale al Quirinale portarono la scoperta di una parte del vasto emiciclo dello stadio o palestra, innanzi alle Terme Costantiniane, della cui esistenza sotto il giardino Aldobrandini non avevano dubitato i topografi.
Delle medesime Terme tornò pure a luce nello scorso mese, presso la via della Consulta, un ambiente largo circa m. 5,80, con residui del suo pavimento marmoreo, nonchè un muro di costruzione laterizia in forma di abside, il quale internandosi sotto il palazzo, in corrispondenza di un muro consimile esistente presso il lato orientale non ancora interamente dissotterrato, costituiva l'altro limite dell'indicata palestra.
All'interno di questo emiciclo è addossato un terrapieno fatto di scaglioni marmorei e selci, e disposto a guisa di gradini. Sembra che tale abside segnasse, il termine occidentale delle menzionate Terme, poichè esternamente ad esso apparvero avanzi considerevoli di una strada lastricata a grandi poligoni, che dirigendosi verso la non discosta palazzina Antonelli, tiene dall'altro lato una serie di solide costruzioni laterizie dell'epoca antoniniana, con piani soprapposti.
Fra le terre si raccolsero taluni bolli di mattoni spettanti alle figuline di Domitia Lucilla, oltre a pochi frammenti insignificanti di epigrafi sepolcrali.
Giuseppe Fiorelli.
I lavori proseguiti pel taglio delle terre, e per la demolizione dei fabbricati nella via Mazzarino e nel giardino Aldobrandini, hanno fatto conoscere da quali officine fossero usciti i mattoni impiegati in quella fila di botteghe del tempo degli Antonini, corrispondenti alle X Tabernae dei Regionari, poste sul limite del grande emiciclo o exedra dello Stadio presso le Terme Costantiniane.
Si lessero in alcuni di essi i bolli della officina Domitiana, in altri quello dei predi di Caio Giulio Apollinare, ed in altri il consolato di Serviano e Varo rispondente all’ anno 134 dell'e. v.
Poco lungi dallo stesso luogo, e propriamente nella via Mazzarino sotto il palazzo Rospigliosi, con poche reliquie delle mura delle stesse Terme, si scoprirono frammenti di sculture, parte di una tazza marmorea, la cui ansa esibisce strumenti di sacrificio con disco e prefericolo, altra parte di vaso in porfido, ed un pezzo del piede di un thymiaterion marmoreo, ove in bassorilievo è scolpita in buono stile una ierodula danzante.
Vi si rinvenne inoltre un torso di Giove di non cattivo stile, con tracce di colori nei capelli e nella barba, alquante teste di marmo, parte di un bassorilievo dell’ ultima epoca imperiale, parecchie anfore, monete comuni di bronzo, e molte lucerne, alcune delle quali di argilla finissima col monogramma cristiano.
Giuseppe Fiorelli.
Nella Via Nazionale, sotto il palazzo Rospigliosi, e propriamente fra l'orto Mercurelli e la via Mazzarino, apparvero alcuni muri di opera laterizia, che costituivano una delle grandi sale delle Terme di Costantino, aderente all’esedra ornata di portici, nonchè una stanza con pezzi del suo pavimento, e più frammenti di cornici di marmo colorato. Vi si trovò pure gran parte di una statua di Marte, un’ erma di Bacco imberbe, una testa barbata forse ritratto, un pezzo di cristallo di monte, e tre capitelli corintii di giallo antico.
Seguì la scoperta di tre muri di età anteriore, con arco a tutto sesto, che avevano nell’opposto lato un lungo andito con altri archi a volta, su cui erasi disteso il piano di un edifizio più recente. Nei bolli dei mattoni onde questi archi erano fatti, s’ incontrarono quelli noti co’ nomi dei consoli Gallicano e Vetere (a. 150 e. v.), Macrino e Celso (a. 164 e. v.), uno che offre leggiera variante alla epigrafe edita dal Fabretti (p. 515 n. 202): ed altro simile a quello pubblicato dallo stesso dotto illustratore (p. 521, n. 355).
Qui si videro ricomparire nel medesimo sito due muri a cortina, con archi e mensole, in tutta la lunghezza del nuovo tratto di via, i quali chiudendo il lato orientale della cinta esterna delle Terme, avevano a destra gli avanzi di camere più antiche, ove a livello delle Terme stesse si raccolse un capitello corintio; una statuetta di Mercurio priva della testa; un'ermetta di rosso antico, con testa di Satiro coronato di edera e corimbi, mancante però del petto e del mento; porzione di un grande disco marmoreo, con fascia intorno di animali in rilievo; un torso acefalo di statuetta muliebre, avente il monile e la veste; una testa di Paride; un busto acefalo, forse ritratto; ed un braccio della statua di un fanciullo, con più pezzi del pavimento sectile delle medesime Terme.
Demolite le anzidette mura, si trovarono nelle fondamenta adoperati per materiali di costruzione quattro parallelepipedi di travertino segnati di rosso, mezzo capitello ionico, e poco lungi fra le terre tre pezzi di fistula aquaria, uno con epigrafe T FL CLAVDI CLAVDIANI, altro con la medesima iscrizione da un lato, e dalla parte opposta APOLAVSTVS FECIT, l’ultimo portante le lettere L NA.... (C)LEMENTIS. Nè mancarono frammenti di sculture, quali un braccio di statua di Ercole poco maggiore del naturale, un torso di statuetta di Silvano avente in mano varie frutta, col pallio ripiegato sull’ omero, parte d’ una statuetta di Niobide, oltre il residuo di un musaico a colori con nascimenti di fogliami, ed un pezzo di epistilio marmoreo, in cui restano le lettere STAN alte m. 0.13, appartenuto forse alla grande iscrizione delle Terme.
Attirò maggiormente la nostra attenzione una fontana comparsa in prossimità delle descritte rovine, consistente di un muro con nicchia nel mezzo, decorato da pilastri e riquadrature, festoni, quadretti figuranti Genii alati in bighe o cavalcando mostri marini, fasce di musaici e conchiglie, oltre a quattro scalette marmoree, per le quali l’acqua discendeva in un sottoposto bacino. Nell’aggregato poi delle botteghe conosciuto col nome di X tabernae, si rinvenne altra parte di fistola in piombo col nome VLPIA EVTYCHIA, un pezzo di colonna di breccia corallina, ed altro di granito del Giglio bigio e rossastro.
Giuseppe Fiorelli.
Nella via Nazionale, e propriamente fra l'orto Mercurelli e la via Mazzarino, sotto il palazzo Rospigliosi, continuò la scoperta di quella località che potè quali, ficarsi per criptoportico appartenuto a ricca abitazione. Rimesso a luce il lato meridionale di esso, comparve l'ordine medesimo delle decorazioni, con altra fontana avente la scaleita marmorea per la discesa delle acque, ed i quadretti laterali di musaico, uno dei quali tuttavia conservato figura un Genio in biga, e porta scritto in lettere bianche su fondo scuro NOTHI. Si scoprì in quelle vicinanze una fistula aquaria, con l'epigrafe TAVIDI QVIET... e XX nell'opposto lato.
Rimpetto al descritto muro altro ne sorgeva in linea esattamente parallela, con eguali ornati a musaico, che insieme al primo formava una specie di ambulacro, il cui termine resta ancora a determinare.
Si disotterrò pure l'estrema parte orientale della grande esedra dello Stadio o Palestra, situata di fronte alle Terme Costantiniane, e vi si trovò porzione della strada lastricata a poligoni di selce, che rasentando in salita l’emiciclo, continuava dall’ altra parte attraverso le X tabernae ultimamente distrutte. Dietro l’imbasamento dell’esedra cominciò poi a comparire una sala od ambulacro, con volta dipinta a paesaggi nello stile che dicesi pompeiano, e poco discosto si rimisero a luce due capitelli corintii con parte di architrave marmoreo, ed una scala larga più di un metro, che dal piano inferiore verso la via della Consulta ascendeva ad un edifizio soprastante.
Giuseppe Fiorelli.
Nel proseguimento della via Nazionale, continuandosi il taglio delle terre sotto il palazzo Rospigliosi, nel declivio del Quirinale, s'incontrarono altri avanzi di fabbriche private di epoca diversa, sottostanti alle Terme Costantiniane, presso le quali si raccolse una statuetta di putto dormiente sopra pelle di leone, larga alla base met. 0.80; e metà di una testa marmorea, quasi di grandezza naturale, coperta da pileo come nel tipo solito delle figure dei Daci.
Vi si scoprirono pure quindici anfore, ed al livello delle Terme, nella parte superiore, un avanzo di musaico bianco e nero a figure geometriche di non cattivo stile.
Furono quindi rimessi a luce muri laterizii, attaccati esteriormente alla grande exedra delle menzionate Terme, in direzione dell'orto Mercurelli; archi in continuazione del criptoportico o ninfeo, annunziato precedentemente; ed infine sotto la palazzina Lattanzi, accanto alla chiesa di s. Silvestro, residui delle mura urbane di Servio, con indizi di abitazione privata, ivi costruita nei tempi imperiali.
Giuseppe Fiorelli.
Sul declivio del Quirinale, in continuazione della via Nazionale, di sotto alle fondamenta degli edifizi, apparve il suolo vergine diviso in quattro strati, dei quali il primo alto met. 0.75 di cappellaccio, il secondo di met. 0.56 di terra vergine disciolta, il terzo di met. 1.40 di terra vergine compattissima, il quarto di argilla biancastra. Nell’altro taglio delle stesse terre, tra l’orto Mercurelli e la via Mazzarino, si scoprirono mura dell’ epoca costantiniana, con porta di mediocre grandezza ed arco piano, il tutto di opera laterizia. Ivi presso, aperto un profondo fosso per la fognatura, seguendo la linea della nuova strada, si rintracciarono grandi muri trasversi a breve distanza l’uno dall’altro, appartenuti senza dubbio ad un edifizio privato, ricoperto poi nella costruzione delle Terme; e si terminò di rimettere a luce quei muri laterizii, che attaccandosi al raggio esterno della grande esedra, costituivano tre anditi con finestre, cortina e porte di comunicazione fra loro. Tra gli oggetti rinvenuti nei dintorni si notarono parecchi frammenti di vasi italo-greci; una testa di giovinetto in marmo statuario; un torsetto panneggiato in rosso antico ed un frammento d'’ iscrizione in cui si legge: VIG GIORDAN... REI TIBERIVS TRIB...
Giuseppe Fiorelli.
Proseguendosi nel mese di aprile, i lavori (di sistemazione pel secondo tronco della via Nazionale), specialmente nella zona posta fra le chiese di s. Caterina da Siena e dei ss. Domenico e Sisto, furono scoperti avanzi di edifici privati del secolo III e IV, i quali intersecano e ricoprono in parte il muraglione Serviano. Essi apparvero spogliati del tutto, avendo i pavimenti di opera spicata, o di semplice signino.
A piccolissima distanza dal piede del muro di opera quadrata si scoprì un'angusta grotta, tagliata nel sasso vivo, la cui volta fu troncata o distrutta, allorquando vennero innalzati gli edifizi privati sopradescritti. E poichè nelle terre che riempivano il vano della grotticella, si raccolsero moltissime scheggie di fittili italo-greci, monocromi e policromi, come pure alcune arule con rilievo di Tetide recante le armi ad Achille, oggetti identici a quelli ritrovati in gran numero nei più vetusti ipogei dell’Esquilino, così può certamente ritenersi quel vano per una cella sepolcrale, contemporanea forse delle tre tombe arcaiche, scoperte non ha guari innanzi la chiesa di s. Caterina da Siena.
Giuseppe Fiorelli.
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