Codice identificativo monumento: 646
A seguito del pericolo per un'ennesima invasione di Alemanni e Goti, l'imperatore Aureliano commissiona la costruzione di una nuova cinta difensiva della città. Il progetto, improntato alla massima velocità di realizzazione e semplicità strutturale, ingloba moltissime strutture preesistenti, tra cui i Bastioni del Pincio, la piramide Cestia, l'Anfiteatro Castrenze, il muro del Castro Pretorio e ampi tratti dell'Acquedotto Claudio e Marcio, dove sono trasformati gli archi monumentali in porte difensive.
A causa dei danni subiti durante i bombardamenti per la breccia di porta Pia, la Porta Salaria viene demolita. Nell'occasione vengono ritrovati i resti di tre sepolcri della necropoli salaria, inglobati durante la costruzione delle torrette. I ruderi vengono lasciati davanti alla nuova porta: una struttura di epoca Sillana, composta da una cella rettangolare costruita in grossi blocchi di peperino, con cornici e lesene in calcare e sottobasi di ardesia; il sepolcro di Quinto Sulpicio Massimo (secondo Due lunghe iscrizioni in latino e in greco, costruita da Quinto Euganeo e da Licinia Ianuaria), di cui si conserva lo zoccolo in travertino e da un cippo marmoreo con frontoni ed acroteri; la tomba di Cornelia (Secondo una iscrizione trovata in loco, figlia di L.Scipione e moglie di Vatenius), di cui si conserva il tamburo cilindrico realizzato in opera cementizia con il rivestimento in travertino, un merlo del coronamento decorato da un bucranio ed un torso di leone funerario.
Porta Salaria viene demolita per esigenze di viabilità. Vengono spostati nelle vicinanze anche i sepolcri riscoperti con la prima demolizione del 1871.
Secondo le lunghe iscrizioni in latino e in greco, la tomba fu costruita da Quinto Euganeo e da Licinia Ianuaria per il figlio Quinto Sulpicio Massimo, morto a soli 11 anni. Il bambino prodigio nel 94 d.C. aveva partecipato brillantemente al terzo agone capitolino, concorso estemporaneo di poesia greca, gareggiando con cinquantadue poeti e incantando la platea con la sua bravura e le sue composizioni.