Codice identificativo monumento: 9635
Le escavazioni intraprese fino dal giugno sull'angolo del Palatino rivolto al Foro romano, benchè progrediscano lentamente, a cagione della considerevole profondità delle terre di scarico (la quale rende necessario il taglio e trasporto di 15 met. cubi per ogni met. quadrato d’avanzamento), pure hanno già dato luogo a scoperte di non comune importanza.
La soprappozizione, l'incrociamento dei muri, di ogni epoca e di ogni specie, genera a prima vista una straordinaria confusione: per scioglier la quale è necessario, prima di ogni altra cosa, stabilire nettamente le linee topografiche direttrici di quel gruppo di fabbriche.
La linea fondamentale è quella tracciata dalla Via Nova, la quale dalla sommità del giogo della Velia, presso l'arco di Tito, scende al vico Tusco passando dietro al tempio dei Castori. La Via Nova è già scoperta per un tratto rettilineo di circa 80 metri. Essa segna il confine orientale delle fabbriche palatine di Caligola, le quali si conservano in questo tratto per un’ altezza media di 12 metri.
Il piano terreno è occupato da una serie di taberne: il piano superiore conta varie celle (con pavimenti di mosaico e pitture murali), cui si accede per mezzo di scale con gradini di travertino, assai ben conservate. Sugli inizî del secolo III dell'e. v., tutta la fronte del fabbricato minacciando rovina, sia per vetustà sia per vizio del suolo, furono costruiti arconi di sostegno attraverso la Via Nova, a doppio ordine, e sostenuti da pilastri grossi met. 1,45. Questa serie di fornici si appoggia, da un lato contro le fabbriche di Caligola, dall'altro contro le fabbriche connesse con le taberne margaritarie.
Lo scavo non ha, fino ad ora, restituito alcun monumento scritto o scolpito, ad eccezione di un solo brano di lapide imperiale che dice: IVL IMP VIII
Rodolfo Lanciani.