Pubblicazione: 1892
Scavi di Heinrich Dressel sul Monte testaccio. Nella pianta annessa (tav. V) sono segnati i dodici punti in cui fu scavato (lettere A-M); furono questi da me prescelti, sia perchè erano quelli che negli strati superficiali del colle mi avevano già anteriormente fornito frammenti scritti, sia per esplorare luoghi che fin allora nulla o poco aveano dato di caratteristico.
Alcuni di questi tasti furono presto abbandonati o perchè le iscrizioni non apparivano copiose, o perchè i cocci erano talmente corrosi o intartariti da rendere irriconoscibile la scrittura che vi poteva essere stata; in altri invece più promettenti lo scavo fu proseguito fino alla maggiore profondità possibile consentita dalla natura del luogo.
I tre metri di profondità raggiunti nello scavo più ampio e più profondo (C) sono invero poca cosa se si consideri l'altezza della collina; ma per penetrare più in basso sarebbero state necessarie armature ed altre cautele ad evitare che l'intero scavo franasse, i quali lavori avrebbero richiesto una spesa assai maggiore di quella assegnata.
Tuttavia anche la profondità poco considerevole raggiunta in questi tasti è stata sufficiente per stabilire una volta per sempre i dati relativi alla storia della formazione del Testaccio.
Come è noto, le anfore, i cui rottami formano il colle, sono in gran parte fornite di iscrizioni dipinte o scritte coll'atramente fra le quali quelle segnate con caratteri di forma corsiva lungo la direzione del manico destro contengono spessissimo la data consolare. Di questi monumenti datati gli scavi intrapresi nel 1881 ne hanno rimesso in luce parecchie centinaia, che si ripartiscono sui dodici saggi di scavo nel modo seguente.
Tasto A (versante settentrionale, circa 3/4 dell'altezza). Qui si raccolsero due soli esempi datati, ambedue dell'anno 145 (Antonino IIII et Aurelio Caesare II cos. ovvero Imp. Antonino IIII COS.).
Tasto B (nel piano della sommità, a 8 metri dalla croce verso sud). Si rinvenne una volta la data dell'anno 145 (Imp. Antonino Aug. IIII et... ), undici volte quella dell'anno 147 (Largo et Messalino cos.), venti volte quella dell'anno 149 (Orfèto et Prisco cos.).
Tasto C (contiguo al tasto B nella direzione S-O). Questo tasto, il più esteso e più profondo di tutti, ha fornito una quantità di anfore datate che cominciando dall'a. 146 giungono fino all'a. 161.
Tasto E (distante circa 40 metri dal tasto B, quasi sul ciglio del versante orientale). Si rinvenne due volte la data dell'anno 147 (Largo et Messalino cos.).
Tasto F (versante orientale). In questo tasto furono trovati soltanto frammenti di anfore bollate.
Tasto G (versante orientale). Otto frammenti, tutti colla data dell'anno 160 (Bradua et Varo cos.).
Tasto H (versante occidentale, vicino al punto di confine col versante settentrionale). Tutte le anfore trovate in questo tasto.
Tasto I (versante occidentale, vicino alla sommità). Tra i pochissimi frammenti scritti nessuno reca la data; in due però lessi la stessa epigrafe Fisci rationis patrimoni provinciae Baeticae trovata in gran copia nel tasto precedente.
Tasto K (nel grande seno del versante occidentale). Tutte le anfore sono della fine del secolo secondo.
Tasto L (versante occidentale, in prossimità della stradella antica, intorno alla quale vedi Ann. dell'Inst. 1878 p. 173).
Tasto M (declivio meridionale). Fra una quarantina di frammenti scritti quivi rinvenuti, nessuno reca la data consolare.