Negli scavi dell'alveo del fiume, e precisamente nel luogo ove si sta praticando la fondazione del pilone centrale del nuovo ponte alla Regola, mediante l'approfondimento di cassoni ad aria compressa, si scoprì una statua di bronzo, di bellissima modellatura, rappresentante Bacco giovinetto.
La statua poggia su pianta cilindrica con guscio e toro, di m. 0,525 di diametro e m. 0,075 di altezza. La figura misura m. 1,58; insiste sulla gamba destra, ed ha il ginocchio sinistro alquanto piegato.
Con la destra un poco distesa in avanti, doveva reggere un orciuolo, che manca; con la sinistra regge il tirso, che è stato ritrovato a pezzi d'a ricongiungersi senza mancanza di sorta.
La testa con acconciatura muliebre vaghissima è coronata di edera, con vitta sulla fronte, ornata di triaugoletti alternativamente di rame e di argento. Le due ciocche scendenti sulle spalle sono riportate. Gli occhi sono di marmo palombino, le labbra intarsiate di rame. Nel collo e nelle spalle vedonsi vari tasselli, per riparare ai difetti della fusione.
Da alcune impronte di saldature che rimangono sulla pianta si deduce, che il simulacro del nume giovinetto fosse accompagnato da una figura di pantera, accovacciata presso la gamba destra.
Questa rara opera di arte , di cui si darà una riproduzione , appena ne sarà finita la ripolitura, è singolarissima per questo, che ha dietro il ginocchio sinistro l'impronta di una moneta, la quale secondo si può argomentare dallo stato presente del bronzo, sembra un aureo del primo secolo dell'impero, impresso nella cera prima della fusione.
Vicino alla statua si trovò una patera di bronzo di m. 0,40 di diametro, con bordo 0 battente elegantissimo.
Dentro l'istesso cassone, e a poca distanza dal punto nel quale si rinvenne la statua, sono stati ritrovati due scaglioni di cippi terminali rettangoli di travertino, larghi nella fronte m. 0,42 grossi m. 0,15. Nel primo è incisa l'epigrafe:
M AGRIPPA PRIVAT ITER
Nel secondo poi leggesi il titolo:
SEPTVMIVS ABINVS AED CVRAREAS ACIPPO AB TIBERIM ATTRIB
Rodolfo Lanciani.
Sotto il seconde arco di Ponte Sisto, verso la sponda destra del Tevere, nella metà di agosto fu recuperato un piedistallo di marmo, alto m.1,20, largo m. 0,87, e dello spessore di m. 0,76.
Vi si legge la seguente iscrizione dedicatoria: VICTORIAE AVGVSTA cOMITI DOMINORVM saNCTI..MO NOSTROR SPQR cuRANTE ET DEDICANte l. AVR AVIANIO SYMMACHO eX PRAEFECTIS VRBI
È uno dei pilastri intramezzati nel parapetto del ponte, ed è del {tutto simile all’altro, coll’iscrizione VOTIS DECENNALIBVS scoperto nel 1878 (cfr. Notizie 1878 D. 344). Appartiene alla decorazione del ponte Valentiniano ora Ponte Sisto, il quale nelle opere fattevi sotto Valentiniano (a. 364-375 e. v.) doveva avere nella fronte verso il Campo Marzio le due statue di Valentiniano e Valente, e nei pilastri del parapetto altre statue, una delle quali, sappiamo del nuovo marmo essere stata la Vittoria.
Delle statue dei due personaggi si recuperarono varij frammenti di bronzo dorato. Si recuperò pure la base della statua di Valente posta dal Senato e dal Popolo Romano, e dedicata, come questa, da L. Aurelio Simmaco, che fu prefetto della città negli anni 364, 365. Cfr. Motzsze 1878, p. 344. Eph. £pigr. 4, n. 800. Bull. com. 1878, p. 243 segg. i Furono pure estratti dall’alveo del fiume alcuni poderosi pezzi di parapetto, nei quali si distinguono le lettere che probabilmente ripetevano il nome di Valentiniano.
Felice Bernabei.
Il giorno 2 settembre sotto ponte Sisto, a valle della penultima arcata verso Trastevere, dove fu ripescata la iscrizione alla Vittoria Augusta, di cui si disse nelle Notizie dello scorso mese (cfr. p. 251), la draga riportò su un elmo di bronzo della grandezza di un elmo ordinario, senza cresta, con piccola visiera, ed ornati in rilievo a meandri e fogliami elegantissimi. Lateralmente, i fiori nei quali si risolve il motivo ornamentale, hanno nel centro un buco, dove si ficcavano delle penne. Si notano le attaccature per le paragnatidi, con saldature d’argento. Essendo di metallo fuso e di considerevole spessore, e però di non lieve peso, parve che questo oggetto, di cui si offre un disegno, avesse avuto uno scopo votivo, o fosse stato destinato per essere retto da qualche statua.
Nel punto medesimo del Tevere il giorno 9 di settembre la draga ripescò una grande ala di bronzo, alta m. 0,04, larga m. 0,39, conservatissima, e ben trattata, la quale dovè appartenere ad una statua pure di bronzo, rappresentante la Vittoria. Pare altresì probabile che fosse stata di quella statua che posava sul piedistallo recante l'iscrizione alla Vittoria Augusta, che fu ricuperato nel luogo stesso, come sopra è stato accennato. In questo caso la statua sarebbe lavoro del periodo di Valentiniano e Valente e riferibile agli anni 366-67 dell'e. v., quando il ponte Valentiniano fu costruito (cfr. Bull. Com. 1878, p. 246).
Felice Bernabei.
Il consiglio comunale approva la messa in dimora di due filari di platani, uno per ciascuno dei lungotevere. I primi a essere piantati sono quelli tra Ponte Umberto e Ponte Margherita.
In un terreno del signor Alfredo Ciribelli, posto al Lungotevere Raffaello Sanzio, è fra il ponte Sisto e il ponte Garibaldi, si sono ricaperate due piccole basi di marmo, che rispettivamente misurano, alt. m. 0,10, X 0,28 e m. 0,30 X 0,25; una mensola di travertino, alta m. 0,30 X 0,18; un frammento di sarcofago baccellato, che È sulla fronte ha una tabella quadrata con iscrizione.
Giuseppe Gatti.
Apposta una targa commemorativa dei Trentini, in ricordo della battaglia di Bezzecca, sulla spalletta del Ponte Garibaldi:
"Si compì in Roma, una modesta ma altamente patriottica cerimonia, alla quale, se il momento politico e le circostanze attuali non concessero (da parte delle antorità costituite) di dare un carattere ufficiale e solenne, non fu per questo meno commovente ed intima manifestazione di amor patrio e di alti ricordi di riconoscenza e d’idealità la più pura.
I Trentini residenti in Roma, per mezzo del loro Circolo Trentino di Roma, avevano ideato di apporre, sul ponte Garibaldi, alla coJonna onoraria che allo sbocco di esso nel Trastevere, reca in lettere di bronzo i nomi di Volturno e di Bezzecca, una targa commemorativa che ricordasse implicitamente la giornata del Volturno, decisiva per le sorti della nuova Italia e che fu vinta con l'erdico sacrificio del maggiore trentino Pilade Bronzetti ed esplicitamente quella giornata di Bezzecca che, nella campagna del 1866, diede per un momento il Trentino alle armi italiane, a quelle armi garibaldine che poi, all'ordine ricevuto, dovettero ritirarsi col famoso obbediseo, di Garibaldi.
Raccolto il piccolo fondo necessario, si voleva apporre la targa lo scorso anno, nella propizia occasione del centenario dell'Eroe dei due Mondi, ma varie cause fecero differire tutto.
Ora il Comune di Roma, con deliberazioni di Giunta, concesse il permesso dell'apposizione di essa, e perciò, l'inaugurazione ebbe luogo sabato 18 luglio.
Rappresentava il Municipio il cav. uff. Pompeo Colonnelli, direttore dell’Ufticio Comunale di Storia ed Arte, al quale, da parte della Commissione dei Trentini, la targa venne consegnata, con poche ma concettose parole.
Era presente un piccolo nucleo di persone, tra le quali i rappresentanti della Società superstiti garibaldini Giuseppe Garibaldi, della Società fra i reduci delle patrie battaglie, della Società Giuditta Tavani Arquati, e del Convitto Nazionale di Roma.
La targa, in bronzo antico, opera dello scultore romano; Ginseppe Guastalla, semplicemente e gustosamente modellata, fascia la colonna, per metà della sua curva, è ornata di un fascio romano e di rami di quercia, e non disdice alla semplicità della colonna.
Posta immediatamenta sotto l'epigrafe di Bezzecca, reca seritto: I Trentini Nel centenario dell'Eroe."
Avvio dei lavori per la costruzione della nuova sede del Collegio Rabbinico a Trastevere.
Inaugurazione della nuova sede del Collegio Rabbinico a Trastevere.