Codice identificativo monumento: 12515
Presso l'angolo dei viali principessa Margherita e Manzoni, è stata scoperta una grande essedra, delle fabbriche attribuite agli orti liciniani. Misura nel diametro met. 11,75. La costruzione laterizia è simile a quella del vicino ninfeo detto di Minerva Medica , ed i mattoni sono improntati con questi sigilli:
OP DOL EX PRAED AVG N FIG OCEANAS MAIORES ruota
OPDOLIARDOM AVGGNNFIG PAOR I AN CALVENTIA MAXIMA figura stante
OP DOLEX TR AVG N FIG TERENTI LAELII SECVND E APRIL due orsi
Rodolfo Lanciani.
Nelle fondamenta del viadotto della ferrovia, sul viale che da s. Bibiana conduce alla nuova porta s. Lorenzo, è stata ritrovata la prosecuzione dell'antica strada, la quale partendo dall'angolo dei Trofei di Mario, si dirige verso un punto delle mura, intermedio fra le porte s. Lorenzo e Maggiore. Neil'istesso luogo è stato scoperto una specie di castello di divisione, con sette condotture di terra cotta, destinato forse alla irrigazione degli orti Liciniani.
Rodolfo Lanciani.
Nei lavori per il prolungamento del viale Principessa Margherita, dal ninfeo degli orti Liciniani a porta Maggiore, si è raccolta fra le terre una piccola aquila, in bronzo, alta m. 0,09 di elegante fattura. Ha le ali aperte, e volge alquanto la testa a dritta, mentre insiste sopra un semicerchio. Appartenne probabilmente all'ornamentazione di un vaso.
In fondo al viale Manzoni, ed in prossimità del ninfeo degli orti Liciniani, si è rinvenuto un graude blocco di marmo, alto m. 0,30, che in bassorilievo porta scolpita la testa di una figura virile imberbe, coronata di alloro, in atto di guardare in alto.
Giuseppe Gatti.
Facendosi un piccolo movimento di terra nella scarpata della ferrovia, sul lato orientale della via di s. Bibiana, e propriamente nel tratto compreso fra i due ponti, si è scoperta una parte di antico pavimento a musaico, il quale trovasi a m. 2,65 al di sopra del piano stradale.
Verso la strada il musaico apparisce essere stato tagliato, quando furono costruiti i grandi archi su cui passa la ferrovia: la parte ora rimessa in luce misura m. 5,20 × 2,30, il resto è ancora nascosto sotto il terrapieno.
Il musaico è di buona fattura, a tasselli di marmi colorati, di mezzana grandezza, su fondo tutto bianco, e rappresenta una delle consuete scene di caccia ad animali selvatici. Nella zona inferiore vedesi un daino rivolto con la testa indietro, ed inseguito da un cane che è sul punto di raggiungerlo: un altro cane, effigiato poco al di sotto, volge la testa indietro per guardare uno stambecco che correndo cade nella rete, ed anche questo animale volge indietro la testa, in atteggiamento di di essere rincorso.
Nella parte superiore veggonsi soltanto le zampe di un cervo, o caprio, che corre, come tutti gli altri, verso sinistra. Fra i diversi animali sono figurati degli alberi, e con fasce ondulate è rappresentata l'ineguaglianza del terreno.
Giuseppe Gatti.