Codice identificativo monumento: 1894
Francesco Borgia, ottiene dal vescovo di Tivoli Giovanni Andrea Croce, la diruta chiesa di Sant'Andrea presso la via Pia, per farne sede del noviziato dei Gesuiti.
Luigi Gonzaga arriva a Roma e soggiorna nel noviziato di Sant'Andrea al Quirinale.
A seguito della canonizzazione di sant'Ignazio di Loyola, il cardinale Ludovico Ludovisi, decide di finanziare 100.000 scudi la costruzione di un vasto tempio per il culto del nuovo santo «...per l'ampiezza e bellezza fosse inferiore a pochi». La prima scelta del sito è l'area vicina al noviziato di Sant'Andrea ma il papa obietta che l'altezza del nuovo edificio avrebbe impedito la vista del Quirinale. Il cardinale si concentra allora al complesso del Collegio Romano, dove la vicina chiesa dell'Anninziata, risulta già troppo piccola per ospitare tutti gli studenti della scuola.
Papa Alessandro VII autorizza la costruzione della nuova chiesa del noviziato Gesuita al Quirinale.
Il cardinale Benedetto Odescalchi benedice la prima pietra ed i lavori alla nuova chiesa ed al noviziato dei Gesuiti al Quirinale.
Il Noviziato Gesuita al Quirinale viene sequestrato per farne la sede del Ministero della Real Casa.
Gli sterri che si vanno facendo nel terreno appartenente alla Real Casa, presso la chiesa di S. Andrea al Quirinale, hanno restituito alla luce molti avanzi di antiche fabbriche laterizie, in una delle qnali rimane ancora in piedi una grande colonna di travertino.
In una parete vedesi una specie di edicoletta absidata, che in antico era adorna di lastre marmoree e di musaici. Un'altra stanza ha sotto il pavimento uno strato di anfore, disposte orizzontalmente, per difenderla forse dall'umidità.
Fra la terra sono state rinvenute due statue, una virile panneggiata, l'altra muliebre. In ambedue manca la testa; e la seconda è anche priva delle braccia. Un grande dolio porta inciso sul ventre il nome PRIMVS
Alcuni avanzi di un antica casa privata, costruita in laterizio del primo secolo dell’ impero, sono tornati in luce per gli sterri che si fanno in via Genova, di fianco al palazzo dell'Esposizione di belle arti.
Ivi stesso si sono rinvenute tre fistole aquarie di piombo, due di modulo medio, una più piccola, con la leggenda:
AEMILIAE PAVLINAE ASIATICE
Eseguendosi alcuni sterri nel terreno di proprietà della R. Casa, ad est dell'ex-noviziato dei Gesuiti, sono tornati in luce alcuni grandi pilastri costruiti con massì rettangoli di travertino. Sopra tre di cotesti massi sono dipinte in colore rosso ed a grandi caratteri le sigle seguenti, trascritte dal prot. Lanciani.
Le lettere notate su due facce del primo travertino, manifestamente indicano il giorno 30 di marzo: III K(alendas) APR(iles). Il nome Totil(a), in lettere corsive, non pare dubbio sopra un lato della stessa pietra, a sinistra della sigla TR commune a tutti i massi.
Nelle fondamenta delle nuove fabbriche della Real Casa in via Venti settembre, tra la chiesa di s. Andrea del Quirinale e l'ex noviziato dei Gesuiti, riapparvero alcuni tratti di antica gradinata; quindi una parte di costruzione rettangolare in travertino di età augustea, coi fori per fissarvi le lastre marmoree, che ne formavano la ricopertura. Riconducendo a quel luogo le memorie topografiche, relative al famoso tempio di Quirino, restaurato da Augusto e ricordato nella tavola ancirana, in Vitruvio ed in Dione, parve manifesto che la costruzione rimessa all'aperto fosse stata l'ara del celebre santuario.
Ma le ulteriori indagini dimostreranno se il giudizio non sia prematuro, e se nei resti del monumento ritrovato sia piuttosto da riconoscere l'ara compitalicia dell'antichissima spartizione della città, restaurata pure da Augusto, come gli altri sacelli del culto primitivo, uno dei quali fu scoperto pochi mesi or sono presso s. Martino ai Monti nell’Esquilino (Bull. Com. 1888, p. 221, tav. XII; Motizie 1888, p. 224).
Nei lavori medesimi fu recuperata una lastra di marmo con iscrizione mutila, che dice: DIAE... | ...CLAUDIAE... | ...ILIA DVLCSSI... | ...E FECERVNT V... | ...VM MENSES... La lastra è alta m. 0,14 e larga m. 0,18.
In altro frammento marmoreo si legge: ERNO FR | ISXVVMEII | M P
In un mattone leggesi il bollo (Marini 347): APRO ET PAE COS PDECIMEPITYN
In altro il bollo (ib. n. 395): apron et PAET COS | pom PVIT EX PR | anni VERIQVINT
Giuseppe Gatti
Il Ministero della Real Casa viene sostituito dalla Direzione Generale del Demanio.
Ora sede dell'Archivio storico del Quirinale.
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