Codice identificativo monumento: 8513
A causa dei danni subiti durante i bombardamenti per la breccia di porta Pia, la Porta Salaria viene demolita. Nell'occasione vengono ritrovati i resti di tre sepolcri della necropoli salaria, inglobati durante la costruzione delle torrette. I ruderi vengono lasciati davanti alla nuova porta: una struttura di epoca Sillana, composta da una cella rettangolare costruita in grossi blocchi di peperino, con cornici e lesene in calcare e sottobasi di ardesia; il sepolcro di Quinto Sulpicio Massimo (secondo Due lunghe iscrizioni in latino e in greco, costruita da Quinto Euganeo e da Licinia Ianuaria), di cui si conserva lo zoccolo in travertino e da un cippo marmoreo con frontoni ed acroteri; la tomba di Cornelia (Secondo una iscrizione trovata in loco, figlia di L.Scipione e moglie di Vatenius), di cui si conserva il tamburo cilindrico realizzato in opera cementizia con il rivestimento in travertino, un merlo del coronamento decorato da un bucranio ed un torso di leone funerario.
Fondandosi una nuova casa sul lato meridionale di via dello Statuto, in prossimità di S. Martino ai monti, si è trovato un sepolcro arcaico in terracotta, incassato nel vergine e composto di tredici pezzi.
Rodolfo Lanciani.
Un sepolereto degli ultimi anni della repubblica e dei primi tempi imperiali, si va discoprendo tra le vie Salaria e Pinciana, ma più vicino a quella, a 40 e 50 metri di distanza dalle mura di Aureliano. I monumenti consistono in tanti piccoli colombari, costrutti in buonissimo reticolato, e generalmente ben conservati. Vi si raccolsero le seguenti iscrizioni incise su piccole lastre marmoree, alcune confuse tra le terre, altre infisse alle pareti dei colombari, sopra i loculi.
Nelle Notizie dello scorso mese (p. 328) fu riferito, che tra la via Salaria e la Pinciana, in occasione dei lavori pel nuovo quartiere, fu riconosciuta l’area di un vasto sepolcreto, relativo al periodo tra la fine della repubblica ed il primo secolo dell'impero.
Debbo ora aggiungere che il materiale epigrafico quivi raccolto fu copiosissimo, essendovi state finora rimesse all’ aperto cinquecento iscrizioni; delle quali alcune poche soltanto vennero date nel fascicolo del mese scorso (p. 329, 330).
E poichè un materiale così cospicuo merita di essere conosciuto nel suo insieme, mi affretto a comunicarle agli studiosi per mezzo degli accurati apografi del ch. prof. Gatti.
Nei terreni della Società dell'Esquilino, a sinistra della via Salaria moderna, ed a circa 60 metri di distanza dalla terza torre del recinto urbano, sono stati scoperti gli avanzi di un grandioso sepolcro, costruito a parallelepipedi di tufa con sovrapposti lastroni di peperino. Aveva la fronte curvilinea; e sorgeva sul margine sinistro dell'antica via Salaria, della quale si sono trovati i selcioni, fuori di posto, presso il monumento predetto. Dell'iscrizione incisa su grandi blocchi di marmo (lunghezza totale m. 1,65; altezza m. 0,65), e rotta fino da antico in molti pezzi, sono stati recuperati quasi tutti i frammenti.
Di fianco al descritto monumento di M. Giunio Menandro, si è incominciato a sterrare un altro grandioso sepolcro d'età repubblicana, posto egualmente sul margine sinistro dell'antica Salaria. È di forma rettangolare, e si compone di grandi massi di peperino regolarmente squadrati: il basamento è scorniciato. Addosso al lato sinistro, che è il solo finora scoperto, si sono trovati muri laterizi del terzo secolo.
Continuandosi poi gli sterri del vasto sepolcreto fra la via Salaria e la Pinciana, è stata scoperta una stanza sepolcrale, che conserva soltanto una piccola parte dell'antico pavimento decorato di musaico a colori. Vi si vede rappresentato un vaso con tralci di vite, ed un uomo che salito sopra una scala, è intento a raccogliere i grappoli delle uve.
Giuseppe Gatti
Incominciati i lavori per le fondamenta di una nuova casa, nell'area occupata dal vasto sepolcreto (fuori la posterula Salaria), e propriamente nell'isolato corrispondente al sito ove sorgeva il monumento di Giunio Menandro, è stato scoperto un antichissimo sepolcro, alla profondità di m. 1,80 dall’odierno livello stradale.
Consisteva in una semplice fossa quadrangolare scavata nel terreno vergine, e coperta con lastroni di cappellaccio. Oltre a pochi avanzi dello scheletro, vi si rinvennero sette fibule di bronzo, un anello e vari frantumi di vasi e di altri oggetti egualmente di bronzo.
Continuandosi gli sterri in altra parte dell'area suddetta, si sono incontrate nuove stanze sepolerali con colombari incavati nelle pareti, e con cippi infissi nel terreno al di fuori. Per coteste scavazioni sono tornati in luce vari monumenti epigrafici.
Giuseppe Gatti e Luigi Borsari.
Altre iscrizioni sono tornate in luce dal sepolereto fra la via Salaria e la Pinciana.
Giuseppe Gatti e Luigi Borsari.
Altre lapidi inscritte, che qui si riproducono sugli apografi del prof. Gatti, sono ritornate in luce dagli sterri, che si eseguiscono per conto della Società dell'Esquilino, nell'area del vasto gruppo di sepolcri fra la via Salaria e la Pinciana.
I lavori di sterro, che la Società dell’Esquilino viene continuando nei terreni fra la via Salaria e la Pinciana, hanno rimesso all'aperto un'altra stanza di colombari, faciente parte del vasto gruppo altre volte descritto (cf. Notizie 1886, p. 328, 364, 420, 454; 1887, p. 21, 74, 118).
È larga e lunga circa 3 metri: le pareti, nelle quali sono incavati i loculi, conservano qua e là sullo stucco qualche traccia di pittura decorativa. Fra le terre sono stati raccolti: un frammento di olla vitrea, un altro di ossuario in alabastro, molti unguentarii in vetro e in terracotta, e un gran numero di lucerne fittili, di varia forma, ma tutte comuni e monolicni.
Una di esse presenta sul piatto in rilievo il busto del Sole radiato; un’ altra, di terra assai fina, ha scolpiti due delfini; in una terza, che porta impresso al di sotto il sigillo del fabbricante EROTIS, si vede la figura consueta della Fortuna col governale nella d. e il cornucopia nella sin.; in altre semplici si leggono i bolli di fabbrica BASSA L CAESAE.
Parecchi colombari di questa stanza conservano tuttora al loro posto titoletti di marmo, anepigrafi. Le iscrizioni recuperate nello scavo sono state trascritte dal ch. prof. Gatti.
Dal medesimo colombario è stato tratto in luce un piccolo sarcofago di marmo, lungo m. 0,87, largo m. 0,35, alto m. 0,30. Per mezzo di una lastra mobile, di marmo, fu diviso in modo da formare due ossuari. Sulla metà destra della fronte, che corrisponde ad uno degli ossuari, è scolpito in bassorilievo un uomo seminudo, giacente sul letto tricliniare, con la destra levata in alto, e la patera nella sinistra. Dinanzi a lui è la mensa tripode; e in un piccolo cartello ricavato fra la linea media del sarcofago e il piede del tripode, si legge l'iscrizione:
C HELVIVS APRONIVS HIC-SITVS VIXIT ANNIS LXXXII FECIT SIBI POSTE RISQVE SVIS
Sulla fronte opposta del monumento, e nella parte corrispondente all’altro ossuario fu incominciata a scolpire una simile rappresentanza; essendovi abbozzata la figura di una donna seduta sul letto, ed avente dinanzi a sè la consueta mensa tripode.
In altri movimenti di terra, che sono stati fatti in diversa parte del medesimo fondo, ma sempre entro l’area dell’antico sepolereto, si sono rinvenuti questi due altri monumenti epigrafici.
Continuandosi gli sterri nei terreni della Società dell'Esquilino, fuori di porta Salaria, sono stati trovati altri avanzi di antichi sepolcri; dai quali provengono le diverse iscrizioni, trscritte dal prof. G. Gatti.
Via Salaria. Nuove scoperte di celle sepolcrali sono avvenute nel proseguire gli sterri fra la via Salaria e la Pinciana, nei terreni appartenenti alla Società dell'Esquilino.
Le tombe si trovano generalmente già frugate da antico; e delle iscrizioni appena qualcuna ne è conservata al posto.
Niun oggetto notevole è stato rimesso in luce, ad eccezione di un grande vaso cinerario in marmo, assai ben conservato, munito del suo coperchio, e tuttora ripieno di ceneri ed ossa combuste.
Le iscrizioni raccolte in questi ultimi movimenti di terra sono le seguenti, trascritte dal ch. prof. G. Gatti.
I movimenti di terra per l'apertura di strade e per la costruzione di nuovi edifici nel terreno della Società dell'Esquilino, rimettono continuamente in luce avanzi di colombari e lapidi iscritte ad essi appartenenti. Da una di tali stanze sepolcrali provengono i seguenti cippi di travertino, che ricordano servi e liberti della famiglia di Ottavia, sorella di Augusto.
E vi sono specialmente nominati: due servi di C. Ottavio (n. 669, 670); un liberto e sei servi di Ottavia (n. 675-677, 681-684); un liberto ed un servo di M. Claudio Marcello, figlio nato dal primo matri- monio di lei (n. 671, 679); un servo di Marcella, parimenti sua figlia (n. 668); quattro servi di M. Antonio, secondo marito di Ottavia (n. 672, 674, 678, 685); un servo di Antonia minore, loro figlia, e moglie di Druso (n. 673).
I movimenti di terra praticati nei terreni della Società dell'Esquilino, fra la via Salaria e la Pinciana, hanno restituito in luce nuovi avanzi di sepolcri, consistenti in piccole stanze in reticolato od in laterizio, con loculi incavati nelle pareti. Fra le terre sono state raccolte diverse iscrizioni.
Gli sterri, che si vengono continuando nell'area occupata anticamente da quel vasto gruppo di sepolcri, fra la via Salaria e la Pinciana, del quale più volte si è detto nelle Mozisie, hanno fatto recuperare queste altre iscrizioni, copiate dal prof. G. Gatti.
Nei terreni della Società dell'Esquilino, fra la porta Pinciana e la Salaria, è stato rimesso all'aperto un piccolo colombario benissimo conservato, ma già frugato in altri tempi e spogliato della funebre suppellettile. È costruito in buon laterizio, rivestito di stucco.
La parete di fondo ha una piccola abside semicircolare, nella quale si aprono tre piccole nicchie, ove probabilmente erano state collocate urne cinerarie in marmo. Nella parete di contro è ricavato una specie di podio, sul quale dovea poggiare un piccolo sarcofago : tre nicchiette stanno al di sopra, destinate a vasi ossuarii od anche a piccoli busti o statuette.
Le due pareti laterali contengono i loculi per le olle, in due ordini: a sin. sono tre loculi in ciascuna fila; due a dr., essendo occupato il rimanente della parete dalla piccola scala che discendeva all’ipogeo. Ogni loculo ha due olle di terracotta ; e sotto ciascuno di essi è dipinta in color.bianco una tabella ansata, su cui avrebbero dovuto leggersi i nomi dei morti quivi deposti. Niuna però di coteste tabelle presenta la minima traccia di scrittura.
Nello sterro si ritrovò una straordinaria quantita di ossami; che certamente fu accumulata in quel luogo, quando vennero espilati questo ed altri sepoleri vicini, vuotandone le olle. Fra la terra si rinvennero circa 80 lucerne, di forme communi; una delle quali porta il bollo CAE MERC; un'altra GABINIA; ed una terza ha graffite sul fondo esterno le sigle IVV VII.
Il pavimento della descritta stanza sepolerale è a musaico bianco e nero, a semplici fasce e riquadrature. Sopra questo movimento sorgeva un altro simile colombario, del quale restano soltanto poche olle, dell'ordine più prossimo al pavimento.
Provengono poi dai vari movimenti di terra nell’area medesima, i seguenti titoli sepolcrali copiati dal prof. G. Gatti (cfr. Notizie 1887, p. 375).
Nel fare i cavi necessari per la fondazione di un nuovo casamento di proprietà del sig. Niccolò Fandozzi, nei terreni ceduti dalla Società dell’Esquilino fra le vie Salaria e Pinciana, e propriamente nel tratto più vicino alla via Pinciana, quasi di fronte al cancello della villa Borghese, si sono incontrati molti altri sepolcri spettanti al vasto gruppo, di cui più volte è stato riferito nelle notizie del passato e del corrente anno. Malauguratamente le escavazioni, eseguite col sistema dei pozzi per i piloni delle fondamenta, hanno fatto riconoscere una parte asaai scarsa dei monumenti sepolcrali; e si sono potuti ricuperare soltanto quei pochi oggetti, che cadevano entro spazi così limitati.
Da uno di cotesti cavi è tornata in luce una cassa di piombo, che giaceva sul pavimento di una cella sepolcrale. È munita del suo coperchio, parimenti in lastra di piombo: misura m. 0,95 di lunghèzza, m. 0,24 di altezza, e m. 0,30 di larghezza. Vi era racchiuso lo scheletro di un fanciullo, senza verun oggetto di funebre suppellettile. Fra le terre si sono raccolti due pezzi di mattoni, che recano impresso a belle e nitide lettere il bollo semicircolare (Marini 937): ISMARI DOMITI. Ismaro fu servo di Domizio Afro: ed essendo questi morto nell’anno 59, ne risulta che il riferito bollo ficulino è anteriore a tale età (v. Dressel, Ziegelstempel der Gens Domitia p. 21).
Continuandosi la fondazione di muovi fabbricati nei terreni della Società dell'Esquilino, fra le vie Pinciana e Salaria (cfr. Notizie 1887, p. 558), nei pozzi per i piloni dei fondamenti sono state riconosciute numerose celle sepolcrali, che sembrano quasi del tutto inesplorate. Negli sterri sono state recuperate le seguenti iscrizioni, copiate dal prof. G. Gatti.
Continuandosi i cavi per le fondazioni di nuovi casamenti, nell’area più volte descritta, fra le vie Pinciana e Salaria, sono stati riconosciuti altri sepoleri del primo secolo; ma attesa la natura dei lavori, non si sono potuti esplorare.
Sono stati estratti dai pozzi alcuni frammenti di cornici laterizie, ed una scultura in marmo bianco, rappresentante un vitello coricato in terra. Il simulacro conserva la propria base, ed è intiero, eccetto alcuni piccoli danni sofferti nell’estremità della testa.
Dai medesimi cavi provengono iscrizioni, copiate dal prof. G. Gatti.
Per alcuni piccoli movimenti di terra nell'area spettante all'impresa dell'Esquilino, fra la via Salaria e la Pinciana, donde sono tornati in luce numerosissimi sepoleri dell'ultimo periodo repubblicano e dei primi tempi dell'impero, si sono rinvenute queste altre iscrizioni sepolcrali, copiate dal prof. G. Gatti.
Nel terreno del sig. Adone Fellini, posto sulla sinistra della via Salaria, a m. 100 dalla porta, scavandosi per le fondamenta di una nuova casa, sono stati scoperti, in parte, due antichi mausolei dei quali restano in piedi le sole pareti perimetrali. Il primo, che è il piii vicino alla porta, misura circa 10 metri di fronte, ed 8 metri di lato, ed è costruito con blocchi di tufo, lunghi in media m. 1,20 alti m. 0,59 e squadrati con molta cura. Ne rimangono otto ordini, murati con sottilissimo strato di colla di calce. Il nucleo interno è costruito a sacco con iscaglie di tufo.
Ad 8 metri di distanza si è incominciato a scoprire Io spigolo di un secondo mausoleo costruito, come sembra, nella maniera istessa dell'autecedeute.
Rodolfo Lanciani
Per i lavori della sistemazione stradale fra la via Salaria e la via Pinciana è stato recuperato un frammento di stele marmorea, che conserva: D ...| TI CLAVD...| V A LXXXX ...| CLAVDIA T...| PATRON...| CONIVGI...| ET SIBI POSTI...| SVIS...
Ivi stesso si è rinvenuto un avanzo di cippo sepolcrale in travertino, sul quale si legge: M LICINI...| LANTIC...| IN FRONT...| IN AGRO...
Giuseppe Gatti.
Continuandosi i lavori per la sistemazione della strada delle mura, in prossimità di porta Salaria, sono stati rinvenuti avanzi di celle sepolcrali. Alcune sono costruite in opera reticolata, altre in mattoni, ed appartengono alla vasta necropoli, della quale in questi ultimi anni tornarono in luce copiosissime memorie.
In uno di questi sepoleri si rinvennero, fra le terre, i seguenti oggetti: Maschera muliebre in terracotta, alta m. 0,14, con larga benda sulla fronte e coronata di fiori. Testa di Sileno, alta m. 0,09, modellata con buona arte, e mancante soltanto di piccola parte del cranio sulla tempia sinistra: ha le orecchie appuntate e la corona di edera. Lucerna fittile, di forma circolare e senza manico, sul cui piatto sono rilevate quattro lepri in corsa, che si inseguono. Altra simile, a lungo becco e con la marca di fabbrica CASSI. Altra simile, di terra fina, con la marca V. Vaso di vetro, in forma di fiasco, mancante della metà del collo, ed alto m. 0,12. Piccolo balsamario di vetro ed un altro di terracotta. Campanello di bronzo, senza pendaglio, alto m. 0,03. Alcune monete di bronzo ossidate ed irriconoscibili.
Presso il medesimo luogo fu recuperato un pezzo di lastrina marmorea, di metri 0,15 X 0,11, che conserva: ...MANIB |... MIGENIVS |... QVINTA |... CERVNT |... ET SVIS POS EORVM
Giuseppe Gatti
Nell'abbassare il livello della strada delle mura, a sinistra della porta Salaria, si è trovato presso la terza torre, a circa tre metri sotto il piano stradale, un tratto d'antica via, lastricata a poligoni di selce, che s'interna sotto le mura della città. Ad altrettanta profondità si è incontrata un'altra strada più antica, coperta semplicemente di ghiaia.
Fra la quinta e la sesta torre, dal medesimo lato delle mura, è stato rimesso all'aperto un muraglione in blocchi squadrati di tufa, sul quale poggia la costruzione del recinto aureliano.
Nel sito medesimo è stata recuperata un'urna cineraria, rotonda, di travertino, alta m. 0,27, in buono stato di conservazione. È munita di due anse, ed ha tuttora il suo coperchio leggermente conico.
Provengono pure dallo stesso luogo: Una lastra di marmo di m. 0,36 X 0,28, che da un lato porta rozzamente inciso, a grandi lettere, il numero VII, e dall'altro reca il titolo sepolcrale: D M MARTIAE V A X M IL DXXII ANTONIVS FIL KARISSIME FEC
Un frammento di strigile in bronzo. Un'olla di vetro ridotta in minuti frantumi, dai quali apparisce essere stata forse alta m. 0,25 col diametro, al piede, di circa m. 0,15. Metà di titoletto marmoreo, alt. m. 0,16 X 0,12: M CALPVI...| M CALPVRN...| M CALPVR...
Plinto circolare, di marmo, dal diam. di m. 0,10; vi rimangono due piedi nudi di una figurina, ed un avanzo di tronco d'albero, alto m. 0,12, al quale è addossata una basetta circolare, alta m. 0,05. Su questa basetta veggonsi i piedi di una piccola statuetta. G. GATTI.
Giuseppe Gatti.
Via Salaria. Proseguiti i lavori per la sistemazione della strada e per la fogna lungo le mura, a sinistra della porta Salaria, a pochi centimetri di profondità sono tornati in luce i seguenti monumenti sepolcrali:
a) Sarcofago di marmo, lungo m. 2,17, largo m. 0,73, alto m. 0,05. È ben coservato; e conteneva una grande quantità di ossa umane. La fronte è decorata con strie ondulate: nel mezzo, entro un clipeo, sono scolpiti due busti, le teste dei quali furono soltanto abbozzate. Rappresentano un personaggio senatorio con la toga adorna della trabea, ed una donna con tunica e pallio. Al di sotto delle figure sono scolpiti due pastori: l'uno è seduto, e munge due capre, l'altro sta in piedi, appoggiato al pedo, e suona la zampogna. Sugli angoli del sarcofago sono due belle figure in alto rilievo. A destra, un uomo barbato, il quale è coperto dal solo pallio che gli scende dalla spalla sinistra, avvolgendo la metà inferiore della persona: a sinistra, una donna vestita di tunica e pallio. I due lati minori del sarcofago portano incisi i soliti grifoni, simbolici custodi del sepolcro; b) Altro sarcofago di marmo, di m. 1,60 X 0,46 X 0,35. È semplicemente decorato di baccellature ondulate, ed ha nel mezzo un cartello ansato per il titolo funebre, il quale però non vi fu mai scritto. In ambedue i fianchi sono incisi due scudi incrociati; c) Lastra di marmo, con cornice, lunga m. 0,50, alta m. 0,40, incisa con belli caratteri: t. cALIDIVST T T C | PRIMVS VESTIARIVS | TENVIARIVS DE VICO | TVSCO CALIDIA T T O L | HILARA PRISCO LIBERTO | ET SIBI ET SVIS; d) Titoletto da Colombario di m. 0,21 x 0,12: M PLAETORius | FRVCTVS | V ANN XI; e) Frammento di lastra marmorea: dis maniBVS | ...lucrETIVS | ...VS FECIT
Giuseppe Gatti.
Per i lavori della fogna nella via delle Mura, a sinistra della porta Salaria, è stato ritrovato, a circa m. 4,00 sotto il piano stradale, un antico coltello, forse venatorio, a larga lama, benissimo conservato. Il manico è in bronzo, di forma ottagona, e termina in una testa di cinghiale accuratamente modellata, della quale sono perdute soltanto l’orecchia e la zanna dal lato sinistro. La lama è in ferro, lunga m. 0,245 e larga m. 0,045: il manico è lungo m. 0,16, tutto il coltello m. 0,405. Nello stesso luogo sono stati recuperati un piccolo torso muliebre, alto m. 0,50, copertò del solo manto, ed due frammenti d'iscrizioni in marmo.
Giuseppe Gatti.
Fuori di porta Salaria, ripresa la fabbricazione di un casamento, fra via Adige e via Bacchiglione, nel punto ove fu scoperto nel 1886 un gruppo di colombarî spettanti a liberti della gente Appuleia (cf. Bull. camun., 1884, p. 394), si sono incontrati avanzi di altri monumenti funerarî dell' ultima età repubblicana e dei primi tempi dell'impero, che facevano parte del vastissimo sepolcreto quivi altre volte riconosciuto.
Presso i resti di una camera sepolcrale, costruita in massi squadrati di tufo, i cui lati misurano m. 6,00 X 5,55, si è trovato tuttora infisso al proprio luogo un grande cippo quadrangolare di tufo, alto m. 2,30, largo m. 0,56, e profondo m. 0,48. Nella fronte vi sono incavate due nicchie cinerarie, ed incise le seguenti iscrizioni, che ricordano due liberti del grande Pompeo: CN POMPE | MAGN L SODALI | POMPEIAE | MAGN L LYDE
Sono stati parimente ritrovati nello sterro questi altri monumenti epigrafici:
Cippo rettangolare di travertino, alto m. 0,85 X 0,28 X 0,09: Q ATVBEIVS sic QL HILARGVRIS IN FR P III IN AG P II. Simile, alto m. 0,82 X 0,36 X 0,09: BAEBIANIS
SOTERINIS OSSVA H S S; Simile, alto m. 0,47 X 0,30 X 0,08: ROMA MARCIA Q F SEVNDA sic C; Frammento di lastra marmorea, di m. 0,24 X 0,19: ...S MA... | ...AXIAL... | ...MILIA R... | ...IMA CY... | ...FECIT; Titoletto di colombaio, di m. 0,10 X 0,09: ALLIVS SYNERos; Simile, di m. 0,30 X 0,09: M CARMINIVs EYT...; Simile, di m. 0,14 X 0,11: NICER... TREBON; Simile, di m. 0,12 x 0,05: Q VALERIV...| Q L | CNISMVS; Simile, di m. 0,13 X 0,14: ILIENVS... | ...PHEVS... | ...LIB... | ...ANNIS IX; Simile, di m. 0,06 X 0,09: ...ILAD... | ...OSSID...;Simile, di m. 0,13 X 0,14: ...IVS... | ...VITAR ...|... R...
Si raccolsero pure in gran copia vasetti e balsamarî fittili; alcuni balsamarî di vetro; parecchie lucerne in terracotta, una delle quali col noto bollo CIVNBIT; due tazzette di terra fina rossa; un manico di anfora col bollo POR; un coperchio di ur- netta cineraria quadrata, ornato di timpano ed acroterî, e qualche piccolo frammento di marmi scolpiti. Una tazza aretina, alta m. 0,05, col diam. di m. 0,15, ha nel fondo impresso il bollo: ROGAVS. Un piatto, della stessa fabbrica d' Arezzo, porta il bollo: DOCI MAS
I sepolcri, come fu già riconosciuto negli sterri del 1886, sono tutti orientati
secondo la direzione dell'antica via Salaria, lungo la quale erano costituiti. E di questa antica strada, in prossimità del monumento ricordato in principio, è stato scoperto un tratto lungo circa tre metri, lastricato coi soliti poligoni di selce.
Giuseppe Gatti.
In fondo alla via Piemonte, demolendosi una parte restaurata delle mura urbane, per aprire una strada di comunicazione fra il quartiere di villa Ludovisi e quello estramuraneo fra le vie Pinciana e Salaria, si è trovato fra i materiali di costruzione un pezzo di lastra marmorea, che conserva queste poche lettere: ....| C MO...|... ARE VO...|...O POV...|...MERIT
Vi si riconosce facilmente la comminazione di una multa, a tutela della inalienabilità del monumento sepolcrale, imposta con la formola: sîé quis ROC MOnzmentum vendere | vel donARE VOluerit, inferet | aerari0 POPVli romani hs.... m. n. | aut îs qui eMERIT (cf. per es. C.I.L. VI, 14930, 18385, 29926).
Giuseppe Gatti.
Facendosi un cavo per condottura di gas al Corso d'Italia, di rimpetto al nuovo convento dei Religiosi Carmelitani, quasi alla superficie del suolo, sono state trovate due antiche arche in terracotta, e presso ciascuna di esse un'olla, pure fittile, contenente ossa bruciate e ceneri.
Giuseppe Gatti.
Intrapresa dal sig. Rosellini la costruzione di un nuovo fabbricato sul Corso d'Italia, in prossimità della via Mincio, sono stati scoperti vari pezzi di muri in opera reticolata, spettanti ai sepolcri di quella vasta necropoli che si estendeva in tutto il tratto di terreno compreso fra le mura della città, e le vie Salaria vetere e Pinciana.
In uno di quei muri erano ancora murate, nei propri loculi, due olle fittili cinerarie. Fra la terra sono stati raccolti i seguenti titoli funerari: a) Lastra di marmo, lunga m. 0,50 X 0,29: DIS MANIBVS ITVRIAE NICE VIX A XXXI L ITVRIVS ZOSIMVS PATRONVS LIBERTAE PIENTISSIMAE IDEM CONIVGI; B) Titoletto da colombario, di m. 0,31 X0,15: IVLIA GNOME VIX ANN XXV; c) Blocco rettangolare di marmo, lungo m. 0,39, alto m. 0,18, grosso m. 0,14: IVLIA GL TRYPHERAPIASIBIET C AVFIDIO G L DAVO CONIVGl SVO ETG IVLIO DIVI AVG L HALYT FRARI SVO ET LIBERTIS POSTERIS QVE EORVM; d) Titoletto da colombario, di m. 0,28X0,10: CN NVMONIVS CN L ARISTO; e) Lastra di marmo, luuga m. 0,42 XU,U1, uulla cui grossezza (m. 0,08) è inciso a nitidi e minuti caratteri: P OPPIus p. l. HlLARVS OPPIA P L HERMIONA; f) Lastra di marmo, lunga m. 0,91 X 0,18: T PINNIVS T I LL ES DVLCISSVMAE COLLIBERTAE PINNIAE ICONIONl POSTERlSQ EORVM; g) Titoletto da colombario, di m. 0,30X0,08: POMPEIA SEXTIL L CARI S VAXIIX; h) Lastra di marmo, alta m. 0,49, larga m. 0,20: D M SESTIO ATTI CO FILIOBENE MERENTI FECIT ATTICVS PATERVIXIT AN XV M XID XV; i) Frammento di lastra marmorea, lungo m. 0,32X0,12: MEMORIAE M STLACCIO P; l) Lastra di marmo, di m. 0,27 X 0,29, che reca la muta di un dopino titolo funerario, il quale era inciso su due lastre diverse: ET M VLPIVS AVGLIB CHARITO SIBI ET SVIS POSTERISQVE EORVM IN AG P III
Nel medesimo sterro sono state recuperate parecchie lucerne fittili, di tipo comune ; sette delle quali hanno impressi i bolli già conosciuti: 1) FLORENTI; 2) GAB MERC; 3) GABINIA; 4) C LOL DIA; 5) L MVN ADIE; 6) L MVN PHILE; 7) M OPPI SOSI
Un'altra lucerna è di t'orma quadrata, senza ornati di sorta, ed ha nel piatto, a lettere sottili rilevate, il nome: AMAR HAMILLVS
Approfondati poi i cavi per i piloni di fondazione, a poco più di m. 8 dal piano stradale, si è incontrato un piccolo ipogeo cimiteriale, scavato nel tufo. Si è potuto riconoscere un ambulacro largo m. 0,70, con tre ordini di loculi nelle pareti laterali, i quali in origine erano chiusi con semplici mattoni. Un' altra galleria, larga m. 2,40, senza loculi, è stata scoperta in un altro cavo, sulla quale, dopo un tratto di m. 10, si apre un cubicolo largo m. 1,85 X 0,95. Anche questo cubicolo è scavato nel tufo, con pilastrini ai quattro angoli ; nelle pareti vi sono ricavati tre arcosoli, con la fossa per il cadavere. Tutto questo ipogeo apparisce devastato, e non vi si è rinvenuto alcun oggetto.
Giuseppe Gatti.
Nel terreno adiacente alla casa dei religiosi Carmelitani, sul corso d' Italia, facendosi lavori agricoli, è stato ritrovato un lastrone di travertino, lungo m. 0,65 X 0,54 X 0,06, sul quale è inciso il titolo funerario: Q CALPVRNIVS ZABDA Q CALPVRNIVS DIOMEDES Q CALPVRNIVS DAPNVS T MAMIVS EPITYNCANVS MV BAEBIVS SAMPSARO
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Ivi stesso è stato raccolto uu pezzo di titoletto da colombario, di m. 0,11 X 0,10, che conserva il nome: P CLOlUus THALlus.
Continuandosi gli sterri per la fondazione del nuovo casamento Rosellini, fra le vie Mincio (oggi via Puccini) e Tanaro (oggi via Po), sono tornate in luce altre lapidi inscritte, spettanti all' antico sepolcreto, che si estendeva sulla sinistra della via Salaria vetere. Sopra uno scaglione informe di marmo, lungo m. 0,25 X 0,06, che fu posto sopra un loculo di colombario, si legge: OSSA TI ACVTI L GNATONIS
Una lastra marmorea, di in. 0,23 X (i,li>, porta inciso in belle lettere il titolo: D M LESBIAE CAES VIXAXXV FECITP|ARIS CONIVG SVAEBMET POS TERISQ SVIS
In un lastrone di travertino, lunngo m. 0,37X0,25, è scritto: RVSTIA L LHILARA FECET SE VIVA MO NVM SIBI
Un frammento di lastra marmorea, di m. 0,12X0,15, conserva: VIX AN... FRATRi... PIISSIMO
Giuseppe Gatti.
Nel costruire il muro di recinto del terreno annesso alla casa dei pp. Carmelitani Scalzi, al Corso d'Italia, presso la via Adige, si è scoperta una parete di antico colombario, che conserva due ordini di loculi, contenenti le olle cinerarie. Quatto loculi sono incavati nel piano inferiore, due nel superiore.
Sono state rimesse all'aperto, nel sito medesimo e quasi a fior di terra, due delle solite tombe formate con tegoloni fittili, e coperte alla cappuccina, contenenti pochi avanzi di ossa. Fra la terra si raccolsero due olle e due piccoli balsamarii in terracotta.
Giuseppe Gatti.
Presso la casa religiosa dei Carmelitani Scalzi, al Corso d’Italia, nell'abbassare il terreno per costruirvi la chiesa, sono stati rimessi all'aperto numerosi resti di camere sepolcrali, in forma di colombarî; e sono stati trovati molti cippi e titoli marmorei inscritti, dei quali si darà piena relazione, allorquando lo sterro sarà stato compiuto.
Giuseppe Gatti.
Gli avanzi di antichi colombari, che sono ritornati all'aperto per gli sterri eseguiti nel terreno adiacente alla casa religiosa dei Carmelitani scalzi, al Corso d'Italia (cfr. Notizie 1896, p. 369), formano un gruppo assai insigne di sepolcri degli ultimi tempi repubblicani e del principio dell'impero. Queste celle sepolcrali, di forma quadrilatera, ed addossate l'una all'altra, occupano una superficie di oltre 1500 metri quadrati, e sono disposte su quattro file, separate da tre piccole strade, larghe circa m. 1,50 e parallele all'antica via Salaria.
In generale le stanze si compongono di due piani, l'uno dei quali è sotterraneo. Sono costruite quasi tutte ad opera reticolata di tufo e solo qualcuna è in laterizio, con cortina assai accurata. Le pareti, che conservano molte nicchie semicircolari con le olle cinerarie, in origine erano intonacate e dipinte; ma di questa decorazione restano appena pochi avanzi. In alcune stanze si conserva parte del pavimento, a musaico bianco e nero; e in due di esse è scavato un pozzo circolare, per attinger acqua.
Molte iscrizioni sono state raccolte nel liberare dalla terra i descritti sepoleri. Una sola di esse (n. 15) porta la data consolare dell'anno 4 d. C.; ma i nomi delle famiglie, a cui appartenevano i sepolti, quasi tutti di condizione libertina o servile, manifestamente ci riportano alla fine della repubblica.
Ed allo stesso tempo in circa spetta pure la massima parte delle iscrizioni, rinvenute in grandissima copia nei terreni circostanti (cfr. Bull. comun. 1897, p. 58), dove si svolse il più denso sepolereto romano, che sia mai tornato in luce, e che occupava tutto lo spazio interposto fra la Salaria vetere e la Pinciana.
Vari titoli sepolcrali sono stati recuperati in questi ultimi lavori, e trascritti dal ch. prof. Dante Vaglieri.
Giuseppe Gatti.
Nello sterro dei colombari scoperti nel terreno dei pp. Carmelitani Scalzi, al Corso d'Italia, sono state recuperate le altre iscrizioni sepolerali, che qui seguono (cfr. Notizie 1899, p. 51 sgg.), trascritte dal prof. Dante Vaglieri.
Giuseppe Gatti.
Dall'antico sepolcro posto fra la via Salaria e la Pinciana provengono queste altre iscrizioni, raccolte nel terreno adiacente alla casa religiosa dei Carmelitani scalzi, al Corso d'Italia (cfr. Notizie 1899, p. 78), trascritte dal prof. Dante Vaglieri.
Giuseppe Gatti.
Nel terreno adiacente alla casa dei religiosi Carmelitani, sul Corso d'Italia, si è messo mano a nuovi sterri per la costruzione di una chiesa; e sono tornati in luce avanzi di altre piccole celle sepolcrali, con loculi, costruite per lo più in opera reticolata di tufo, che spettano alla vasta necropoli quivi più volte riconosciuta (cfr. Notizie 1899 p. 51).
Sono stati raccolti fra la terra molti titoletti sepolcrali (le cui iscrizioni, sono copiate diligentemente dal prof. Dante Vaglieri) ed inoltre un cippo marmoreo, con cornice e zoccolo, alto m. 0,76 X 0,46 X 0,30, anepigrafo, che porta scolpiti sui lati il prefericolo e la patera; un vaso cinerario rotondo di marmo bianco, con anse, alto m. 0,22, diam. m. 0,24; un'arca fittile, lunga m. 0,70; quattro anfore, dieci lucerne, cinque balsamarii, parecchi vasetti di varia grandezza e molte olle parimente in terracotta. Una di queste olle, insieme alle ceneri ed al terriccio, conteneva una statuetta fittile, alta m. 0,12, di fattura assai rozza, la quale ha un foro nella sommità del capo; e due altri simili fori veggonsi alle spalle, che forse servivano per innestarvi le braccia.
Sono stati inoltre raccolti fra la terra: alcuni piccoli frammenti di fregi in terracotta; un pezzo di tazza d'alabastro; tre balsamarî di vetro ed otto lucerne, una delle quali, decalicne, è di forma ovale e misura m. 0,18 X 0,08.
Giuseppe Gatti.
Nell'eseguire i cavi per la fondazione di una chiesa adiacente alla casa religiosa dei Carmelitani scalzi, sul Corso d'Italia, alla profondità di m. 8 dal piano stradale, sono stati incontrati alcuni tratti di gallerie scavate nel tufo e spettanti ad un antico cimitero sotterraneo cristiano.
Nelle pareti di questi ambulacri, che in gran parte sono ripieni di terra ed hanno le volte franate, sono incavati i loculi sepolcrali in più ordini sovrapposti uno all'altro.
Parecchi loculi si trovarono tuttora chiusi con tegole e mattoni fittili, su cui era tracciata, a grandi lettere di colore rosso, l'epigrafe sepolcrale.
Alcune delle tegole, che chiudevano i loculi, recano il bollo di fabbrica; e questi bolli, che sono tutti noti (C.I.L. XV, 61. 1194 354. 785), appartengono agli ultimi decennî del primo secolo ed alla prima metà del secolo secondo.
Giuseppe Gatti.
Un cippo sepolcrale in travertino, alto m. 0,75 x 0,27 X 0,15, si è rinvenuto nel terreno dei PP. Carmelitani Scalzi, al Corso d'Italia. Vi si legge l'iscrizione: VIV MEME (sic) OPTATVS O. Se nella voce MEME non ha da riconoscersi un nome proprio della persona che viveva quando fu sepolto Optatus, e che con lui aveva comune il diritto di sepoltura, si potrebbe pensare al sepolcro che lo stesso Optatus, vivente, si era preparato (VIVO MEME); nel qual caso la lettera (obitus) sarebbe stata aggiunta allorquando egli vi fu deposto.
Nella proprietà del sig. Voghera, al Corso d'Italia, sono state trovate le seguenti iscrizioni: 1. Lastra di marmo, opistografa, in tre pezzi, che misura m. 0,27 X 0,24. Da un lato vi si legge: d M SABINEIVS NARCISSVS CALEMERA FILIA FECit PATRi. Dall'altro: ...IVS NILVS ... DIGNAE QVAE ... ANNIS III DIE ... V DEFVNCT... CALIBVS PATER AEFECIT; 2. Lastra di marmo, m. 0,27 X 0,20: DIS MANIBVS POMPEIAE PANNYCIIDI; 3. Frammento di cippo in travertino di m. 0,65 x 0,28: HILAI... IN FR P XII... IN AGR P XII...
Giuseppe Gatti.
Sul Corso d'Italia, nella proprietà Voghera, sono tornate a luce due altre iscrizioni spettanti a sepolcri dell'antica necropoli, che occupava tutta l'area compresa fra le vie Pinciana e Salaria.
La prima è incisa sopra una stele marmorea, alta m. 0,81 X 0,31, terminata superiormente a semicerchio, con antefisse agli angoli, e dice: D S AM PARESIAE MAT PIENTISSIMAE ET PVTIOLANO FILIO EIVS AVI VIEXAECSANNIS XI MENSE VNO DIES XX FECIT AGATHOPVS
L'altra si legge sulla fronte di un'urna rettangolare, in marmo, larga m. 0,53 X 0,34 X 0,26, mancante di quasi tutta la parte destra: D M AVXETVS VIx.... ET ET SATVRNINVs vx... V VMBRICIA RESTItVTA FIL SVIS KARissimis FEC. Nella parte superiore dell'urna sono incavati due loculi circolari, del diametro di m. 0,25 e profondi m. 0,32. 36
Giuseppe Gatti.
Nel rimuovere le terre adiacenti al lato nord della nuova chiesa costruita dai PP. Carmelitani Scalzi sul Corso d'Italia, sono riapparsi altri muri appartenenti agli antichi colombarî, quivi scoperti in gran numero in questi ultimi anni. La maggior parte dei muri sono in opera reticolata di tufo; ed in alcune pareti si conservano ancora le piccole nicchie con le olle contenenti le ossa combuste dei defunti. Oltre vari iscrizioni funerarie, si raccolsero inoltre, fra la terra: un architrave marmoreo, lungo m. 1,47 X 0,50, sul quale è scolpita un'ascia; due balsamarî di terracotta; una lucerna, di tipo comune, col bollo: C CLO SVC
Giuseppe Gatti.
Continuandosi a rimuovere la terra dall'area adiacente alla nuova chiesa dei pp. Carmelitani Scalzi sul Corso d'Italia, sono state rimesse all’aperto, alla sinistra dell'abside della chiesa stessa, due stanze sepolcrali appartenenti all'antica e vasta necropoli, quivi da lungo tempo riconosciuta. Le due camerette, separate da un corridoio largo m. 1,50, sono costruite in opera reticolata di tufo ed internamente intonacate: sull'intonaco resta qualche traccia di pittura.
La prima stanza, di m. 3,55 X 2,30, conserva in tre pareti i loculi con le olle sepolcrali. Sotto uno dei loculi è inserita nell'intonaco un'iscrizione a musaico colorato, chiusa da una cornice a cubetti rossi, larga m. 0,45 ed alta m. 0,19. Il titoletto dice: D M
CLAVDIAE ACTE SCANTIVS TFLES DHORVS COIVGIR M
Alle due estremità del lato nord-est del monumento sono affissi due cippi di travertino, che portano iscrizioni. All'angolo poi sud ovest è parimenti affisso all'esterno un altro cippo di travertino su ci si legge: C SALLVSTIVS FAVSTVS CVRATOR PERPETVVS
Il cippo conteneva precedentemente un'altra iscrizione, che fu abrasa: ad essa appartengono le lettere segnate qui sopra in corsivo. Nel pavimento di questo colombario fu scavata più tardi una tomba, rivestendola di lastre marmoree tolte ad altri monumenti. In uno di tali marmi è inciso il titoletto VINICIA M F SYNHETE.
L'altra stanzetta misura m. 2,35 X 2,32, ed anche in essa sono incavati, in due pareti, i loculi sepolcrali, con le olle. Presso un angolo v'è un gradino, costruito in muratura, che apparteneva alla scala per cui si discendeva al piccolo colombario. Questo gradino fu risarcito in età posteriore, e vi fu adattato un cippo di travertino che in lettere assai antiche porta scritto: Q BRVTIVS PF QVIR V MERCATOR BOVA DE CAMPO HEIC CVBA FRVGI CASTV AMABILI OMINIBVS BRVTIA Q L RVFA PIA PATRONO DVM VIXSIT PLACVIT
Adiacente a questo monumento era un altro sepolcro, del quale però non rimane alcun avanzo di costruzione, ma è indicato da due cippi di travertino, tuttora infissi nel terreno e distanti fra loro m. 1,80. In ambedue si legge: VETTIA P F PRIMA IN FR P VI IN AG P XII
A destra poi dell'abside della chiesa sopra indicata sono stati scoperti tre altri cippi, parimenti in travertino, ed infissi nel terreno sopra la medesima linea. Il primo di essi dice POLLA FLAMINIA IN FRO P XII IN AGR P XVI
Gli altri due, che distano fra loro m. 5,40, erano collocati sugli angoli esterni di un sepolcro, ora totalmente scomparso. Ambedue portano la stessa iscrizione: OCTAVIA P F MACRI IN FR P XIIX IN AGR P XII
Fra la terra sono state raccolte altre epigrafi sepolcrali. Il frammento n. 5 ricorda un magister del collegio funeraticio, composto dei servi e dei liberti di P. Grattio.
Giuseppe Gatti.
Per i lavori d'ingrandimento delle officine tipografiche Voghera, al Corso d'Italia, si è rinvenuta un'urna ossuaria in travertino, di forma ovoidale, con coperchio a cono. L'urna è alta m. 0,20 ed ha alla bocca il diametro di m. 0,25: il coperchio è alto m. 0,17. Vi si legge, in belli caratteri dell'ultima età repubblicana, il titoletto: AGBINIA CR PISTA
Nei lavori medesimi si sono incontrate, alla profondità di m. 2 sotto il livello stradale, alcune tombe terragne, coperte con tegoloni alla cappuccina, in parte guaste e disfatte, nelle quali erano tuttora resti di scheletri umani.
Giuseppe Gatti.
Nel terreno adiacente allo stabilimento tipografico Voghera, al Corso d'Italia, si è rinvenuta un'olla ossuaria, in travertino, sulla quale è inciso il titoletto sepolcrale: Q VOLVSIVS LF ARN SABINVS AN XVIII. L'olla, alta m. 0,30, col diametro di m. 0,20, ha la consueta forma semiovoidale 3 ed è munita tuttora del suo coperchio, parimenti in travertino.
Giuseppe Gatti.
Aprendosi una nuova strada sul Corso d'Italia, fra lo stabilimento Voghera e la chiesa dei Carmelitani, sono stati trovati fra la terra due cippi in travertino, appartenenti ad un medesimo sepolcro. Uno di essi è alto m. 0,61 X 0,33 X 0,18, l'altro m. 0,76 x 0,33 x 0,09; e portano rispettivamente le seguenti iscrizioni, in parte consunte:
SEX OPPI T L SVRI ET TREBIA Q F TERT...; SEX OPPIVS T L SVRVS ET TREBIA QF TERTIA; HOC MONVMENTVM HEREDEM SEQVITVR; HOC MONVMENTVM; IN FR P XII IN AG P XVI
Ivi stesso è stata recuperata una lastrina di marmo, alta m. 0,34 × 0,34, rotta in molti pezzi; i quali ricomposti danno il titoletto funerario:
D M ROMVLO FECIT AGE LE VRNAE SVO VIXIT ANNIS XI ME VI...
Queste memorie sepolcrali spettano alla vasta necropoli, che più volte è stata quivi riconosciuta e che occupava tutto il terreno compreso fra la via Salaria e la via Pinciana.
Giuseppe Gatti.
Per l'apertura della nuova strada denominata Corso di porta Pinciana, che partendo dallo spazio interposto fra lo stabilimento Voghera e la proprietà dei religiosi Carmelitani, dovrà congiungere il Corso d'Italia con la via Salaria, si è intrapreso lo sterro anche nel tratto che attraversa la grande area occupata dal Velodromo. Quivi si sono incontrati molti avanzi di colombarii, appartenenti alla vasta necropoli che si svolgeva in quel sito e che seguiva l'andamento dell'antica via Salaria uscente dalla porta Collina. I sepolcri, come tutti gli altri precedentemente scoperti in quella zona, sono in genere poveri e di piccole dimensioni; e consistono in camerette, per lo più costruite in opera reticolata di tufo, nelle cui pareti sono incavati i loculi per le olle cinerarie.
Una di queste stanze, la cui volta si trovò completamente franata, conservava qualche parte dell'intonaco che è finamente dipinto, ma assai scolorito e danneggiato. In alto di una parete rimane una fascia di color verde, e poco al di sotto una più sottile di color nero: sul campo bianco è dipinta una figura, quasi completamente svanita, che apparisce di colore rossastro; presso il suo capo, a destra, si legge scritto con eleganti minute lettere: DITE PATER.
Altri frammenti dello stesso intonaco sono stati raccolti fra la terra accumulata nella cella. Uno di questi conserva una figura muliebre, con veste di color verde, che incede verso sinistra, sollevando in alto, come pare, un ramoscello, mentre un animale le va incontro. Sotto questa figura è scritto in nero, su fascia bianca, il nome CERES. Altri pezzi presentano figurine in atteg- giamenti diversi, e vasi con nascimenti di fiori: su di un altro restano soltanto le lettere VPIDO.
Nell'interno di questa stanzetta si raccolsero cinque titoli sepolcrali. Uno è inciso a grandi lettere sopra un lastrone di travertino, con cornice, che misura m. 0,65 X 0,65: L VOLVMNIVS L F CLV PAETVS PATER INFELIX FECIT ALLIA A F GALLA VXOR L VOLVMNIVS LF CLV BARO F
Altri tre sono piccole lastrine di marmo, cadute dai loculi sepolcrali, ai quali erano state affisse. Vi si legge: a) lastrina di m. 0,35 X 0,17: L ARRVNTIVS ARCHELAVS MAELIAE HEDONE CONIVGI CARISSIMAE b) simile, di m. 29 X 16: POMPEIA QVARTILLAE (sic) L'ARRVNTIVS IAZEMVS CONIVGI SVAE. c) frammento di simile tabella da colombario, di m. 0,15 X 0,15: C CESTIius c. l. ANTEros MATRINIA...
L'ultimo titoletto, di m. 0,39 x 0,29, contiene un'elegante iscrizione metrica nella quale è notevole la menzione nigri Ditis, la cui immagine era dipinta sopra una parete del colombario. Il carme è scritto con minute e nitide lettere, e vi è da notare il largo uso degli accenti posti sulle sillabe lunghe, specialmente nell'ultimo distico: ECCE SVB HOC TITVLO SITA SVNT SOTERIDIS OSSA CONSVMPTA INMITI MORTE SEPVLTA IACET NONDV. Nello stesso colombario si rinvennero alcuni vasetti fittili comuni, di varia forma, ed alcune lucerne.
Proseguendo lo sterro fu scoperta un'altra cameretta sepolcrale, di due metri per lato, la cui fronte era intieramente caduta. Conservava all'ingresso tre gradini in travertino, e nelle pareti superstiti aveva due ordini ‘di nicchie con le olle cinerarie. Il pavimento era battuto con un grosso strato di calcestruzzo. In questa stanza si trovarono alcuni dei soliti vasetti; otto piccoli balsamarii di vetro; parecchie lucerne fittili monolicni, ed i seguenti sei titoletti marmorei da colombario: a) lastrina, di m. 0,27 × 0,25: C CESTIVS. HERACLIDA V CESTIA C L IVCVNDA V CESTIVS C L PRIMVS b) simile, di m. 0,17 X 0,20: LIVLIVS PRIMIGENIV V A XIIII c) lastrina con doppio titolo, di m. 0,43 X 0,20: TI IVLIVS VRBANVS FECIT SIBI ET HELPIDI LIB SVAE QVAE VIXIT AN XXII ET POSTERIS SVIS TI IVLIVS DISCVS FECIT SIBI ET CONIVGI SVAE POSTERIS QVE SVIS d) lastrina di m. 0,24 X 0,18: CLARENNIA NATALIS FECIT SIBI ET C HERENNio PROBO CONTVBErn SVO ET LIBERTIS LIBER tabus POSTERIS QVE Forum e) simile, di m. 0,17 X 0,15: C IVLIVS IVLIA LA C IVLIO AP VIX ANN 1 M f) simile, di m. 0,23 X 0,13: T PRECILIVS T C(rovesciata) L DAVOS
Al suddetto colombario ne era addossato un altro, i cui muri laterali erano sufficientemente conservati. Non vi si trovò alcuna iscrizione sepolcrale; ma fra la terra si raccolsero alcuni dei soliti vasetti e balsamarii fittili, ed un considerevole numero di lucerne. Sulla stessa linea tornò in luce un'altra piccola stanza, sulla cui porta rimaneva un grande lastrone di travertino, lungo m. 1,20 X 0,45, posto come architrave, che porta incisa in grandi lettere l'iscrizione: IN FRO PX IN AGR P XII
In un angolo di questa stanza si rinvenne un bocchettone per scolo d'acqua, in terracotta, decorato con una bella maschera scenica a grande rilievo. Nella parte rispondente alla bocca del mascherone rimanevano ancora innestati due tubi, parimente fittili, della condottura.
In prossimità di questo sepolcro ne fu scoperto un altro di dimensioni minori, costruito in opera reticolata di tufo. Vi si trovò soltanto una lastrina di colombario, in rosso antico, che misura m. 0,21 x 0,06, e reca i nomi: C VOLCEIVS MVCAPOR vOLCEIA C L APROSIDIA
Di due altre piccole stanze con loculi, precedentemente devastate, furono rimessi all'aperto pochi avanzi, non lungi da quelle già descritte. In una di esse fu raccolto un lastrone di travertino, di m. 0,60 X 0.54, mancante di piccola parte nei due lati, che reca il titolo funerario: TI MEMMIVS C(rovesciata) L FELIX MEMMIA C(rovesciata) L ALPA SIBI ET SVIS ET l. PLOTIO L L ASCLAE VXOR ET FILIVS FEC
Nell'altra rimaneva soltanto, tuttora affissa sopra un loculo, una lastra di travertino, di m. 0,50 X 0,60, con l'iscrizione: ...IA C(rovesciata) L HILARA SIBI ET SVIS FECIT Alla distanza di circa 14 metri dai sepolcri sopra descritti, ed in linea ad essi parallela, si scoprì una costruzione in blocchi rettangolari di tufo, che forse recingeva una cameretta sepolcrale. Allato ad essa si riconobbero i resti di un piccolo monumento, che aveva il basamento, di m. 3,50 per lato, in opera quadrata di tufo, sul quale sorgeva una cella, di forma forse semicircolare, rivestita all'esterno con lastroni di travertino, aventi il zoccolo sagomato.
Fra i ruderi di questo sepolcro si rinvenne un vaso ossuario in travertino, ben conservato, alto m. 0,35, ricolmo di ossa bruciate, ed una lastrina marmorea, di m. 0,17 X 0,21, su cui è inciso il titoletto funerario: CARPVS NATALIS AMARYLLIS MARITIMAE F VIX AN VI MEN V
A fianco dello stesso monumento si scoprì un altro colombario, di m. 2,10 X 2,10, costruito in parte con mattoncini di tufo e ricorsi di mattoni fittili, ed in parte in opera reticolata di tufo. Nelle pareti rimanevano due ordini di loculi con le olle in terracotta; e ad uno di questi loculi si trovò affissa una lastra scorniciata di travertino, di m. 0,50 X 0,60, che in lettere assai rozze porta la seguente iscrizione, in gran parte cancellata fino da antico: LIBERTIIS... NONIAE C F Q MVSAE CHRESTVS LP DS F. Le ultime sigle possono ragionevolmente essere interpretate: /(1ber/us) p(alronae) d(e) s(uo) f(ecit).
Presso lo stesso luogo si rinvenne infitto nel terreno un cippo in travertino, alto m. 0,95 X 0,30, terminato superiormente a semicerchio, che reca l'iscrizione: L SALLVIVS L L THEVDA SAGARI L SALEVIVS L L ASCLA L SALLVIVS L L GATTA IN FR P XII IN AGR P XX
Continuandosi lo sterro, a non molta distanza dalle celle sepolcrali sopra indicate, ne è stata scoperta un'altra di m. 2,50 X 1,30, che conserva il vano della porta, largo m. 0,60, e poche nicchie con le olle. Queste sono tutte in terracotta, della solita forma; eccctto una, che è di vetro, alta m. 0,30, col diametro di m. 0,15, ben conservata e ripiena di ceneri ed ossa bruciate. Il coperchio, di forma conica, rotto in pezzi, si è ritrovato dentro l’olla medesima. Ai due angoli della stanza e nel mezzo di essa si trovarono collocate quattro anfore a due manichi, nelle quali erano pari menti contenuti gli avanzi del rogo. Una di esse, alta m. 0,60, è tuttora chiusa con un disco fittile solidamente ingessato; un'altra ha parimenti un piccolo coperchio in ter- racotta, con un foro nel centro, ove è inserito un tubetto di rame, che penetrando nell'interno dell'anfora serviva alle libazioni funerarie. Addosso ad una parete rima- nevano cinque gradini, che formavano una scala di descenso al colombario, nel cui sterro furono raccolte dua lastrine di marmo, con le iscrizioni: a) lastrina di m. 0,25 X 0,15: ROSIA TILI VALENTILLA V A XXIV CLYMENVS POSVIT b) simile, di m. 0,28 X 0,12: POBLICIA HEBENE
Presso lo stesso luogo si rinvenne, tuttora infisso nel terreno, un cippo di travertino, alto m. 1,20 X 0,40 X 0,12, superiormente terminato a semicerchio, su cui leggesi: C SALLVSTIVS C L THYRS VS IN FR P XII IN AG P XX. Fra la terra poi, che è stata rimossa per raggiungere il livello della nuova strada, sono state recuperate in luoghi diversi le altre memorie sepolcrali che seguono: a) lastrina da colombario, di m. 0,15 x 0,23: XV ..aeMILI PAVLLI L sYNISTORIS ..A M-L APHRODISIA b) simile, di m. 0,23 X 0,20: DI C F CELERIS sIBI ET SVIS et libertis liBERTABVS EX PARTE dimidia posterisVE AEORVM ET NDA EX PARTE DIMI c) simile, di m. 0,52 X 0,30: C GENICILIVS LAMYRVS SIBI ET AMICO LIBERT d) simile, di m. 0,21 X 0,09: VERGILIA C L EVPRHOSYNE LIBRARIA e) frammento, di m. 0,09 X 0,10: NYC C TA f) simile dim. 0,04×0,10: seRVAT g) lastra di travertino, di m. 0,49 X 0,40: in moNVMENTVM CONTVLERVNT ET L POMPONIO L L PAMPHILO P ARGENTARIO INGENVO P ARGENTARIO DEMETRIO P ARGENTARIO P ARGENTARIVS AMO ZAPM... P ARGENTARIVS CRV... h) cippo in travertino, di m. 0,47 × 0,31: A L PHILEROS P MVNATIVS PL CRESTVS P MVNATIVS P L RVFIO IN FR P XII IN AGR P XII i) simile, di m. 0,60 x 0,40: L GALONIO L L AGATHOCLI IN FR P IIII IN AGR P XX l) simile, di m. 0,75 X 0,52: CN TVDICIO TVDICIAEL SALVIO TVDICIAE CLEMENTI VIX AN TRES D XXII m) frammento di simle cippo: IN FR P IN AGR P XIIX
Le iscrizioni, qui sopra pubblicate, come la maggior parte di tutte le altre in varî tempi rinvenute nell'area di questo vasto sepolcreto, appartengono agli ultimi tempi della repubblica ed al principio dell'impero. Di una lastrina in terracotta, che doveva essere stata affissa ad una nicchia, è stato trovato un piccolo frammento, che in let- tere a doppia linea, alte m. 0,09, conserva parte di un nome: ...ANI...
Delle numerose lucerne, tutte monolicni, di varia forma e grandezza, che sono state trovate o fra i ruderi delle celle sepolcrali, o sparse fra la terra, molte portano impresso nel fondo il sigillo col sone del fabbricante. Di questi bolli, alcuni sono illeggibili; quattro sembrano inediti. Parecchie di queste lucerne erano ornate con qualche rilievo; ma quasi tutte sono rotte nel piatto superiore, e rimane appena una traccia delle figure che vi erano rappresentate.
Due soli pezzi di tegole con bollo di fabbrica sono stati trovati in tutto lo sterro. I sigilli, che vi sono impressi, sono i seguenti: a) sigillo circolare, con la leggenda a versi falcati: L AQV FAVSTI DOLIA b) sigillo rettangolare: C CAVISI AMR
Questo secondo bollo è del primo secolo dell'impero; l'altro spetta all'età di Traiano o di Adriano (v. Dressel, C. I. L. XV, n. 828 e 911d).
Giuseppe Gatti.
Continuandosi gli sterri per l'apertura del nuovo Corso di Porta Pinciana nell'area già occupata dal Velodromo in seguito ad un franamento del terreno è tornata in luce un'altra cameretta sepolcrale, abbastanza bene conservata, che trovavasi sotto il pavimento di un colombario precedentemente esplorato.
Al piccolo ipogeo si discendeva per quattro gradini ricavati in un corridoio largo appena m. 0,75; e poi, voltando a destra, altri tre gradini immettevano nella cella. Di fronte alla prima scaletta era costruito un loculo con sei olle.
La stanza misurava m. 2,50 X 1,75, ed era tutta costruita in opera reticolata di tufo. La parete principale, di fronte all'ingresso, era adornata con una edicoletta, larga m. 0,50, il cui basamento era formato con lastre di pietra albana, le quali chiudevano un sepolcro contenente un’olla di terracotta, tuttora chiusa dal suo coperchio e ripiena di ossa combuste e ceneri. Sui lati del basamento poggiavano due tegoloni, fra i quali era posta una bella lastra fittile, larga m. 0,42 X 0,37, che sotto un elegante fregio porta in rilievo, dipinta a colori, la scena di un teatro con due attori tragici, un fanciullo e due giovanetti.
Al di sopra di questo rilievo sorgeva l'edicola composta di due colonnine fittili, con basi e capitelli di stucco, alte m. 0,63, le quali sostenevano un architrave di marmo, lungo m. 0,43, ed il timpano parimenti di marmo, adorno di cornice intagliata. Nel mezzo del timpano era una tabella marmorea, anepigrafa. Ai lati dell'edicola erano costruite due grandi nicchie, ciascuna delle quali conteneva quattro olle cinerarie fittili. Simili loculi erano anche nelle altre pareti del colombario, disposti in due ordini, con tre o quattro olle ciascuno.
I gradini, per i quali si discendeva alla stanza sepolcrale, erano in muratura, ed il piano era formato da grandi tegole, o da lastre in terracotta appartenute a fregi. Una di queste lastre nella parte volta all’interno è decorata con palmette e volute in rilievo; un'altra presenta un frammento della nota rappresentanza di un canale del Nilo con due arcate.
Nel mezzo della tegola che copriva il secondo gradino sì osservò un piccolo foro al quale era ipnestato un tubetto fittile. Tolta di posto la tegola, si trovò sotto ad essa un pozzetto circolare, costruito in pietrame, del diametro di m. 0,50, che discendeva fino al piano del corridoio.
Questo pozzetto fino alla sommità era pieno di cenere bianca, residuo di legna bruciate; ed essendo stato vuotato intieramente alla mia presenza e con ogni cautela, si trovò frammisto alla cenere ammassata soltanto qualche piccolo avanzo di ossa umane, specialmente di costole e vertebre. Tale fatto, per la prima volta, come a me pare, qui osservato, dimostra che dopo la combustione dei cadaveri, raccolte le ossa che venivano deposte nelle olle, si aveva cura di raccogliere anche tutta la cenere del rogo per conservarla religiosamente; e, nel caso presente, essa fu collocata entro il pozzetto appositamente costruito nel sottoscala del colombario.
Sul pavimento della cella si trovarono giacenti due scheletri, quasi intieramente disfatti; alla bocca di uno di questi erano applicati due tubetti fittili, innestati l’uno all'altro, del diametro di m. 0,10, ed alti ciascuno m. 0,40. In due angoli poi si rinvennero due olle di terracotta, ricolme di ceneri ed ossa combuste; una di esse è della forma comune, l’altra è di terra assai fina ed ha dimensioni alquanto minori del consueto.
Due soli titoletti sepolcrali si trovarono affissi tuttora al proprio loculo: uno nella parete destra, l'altro nella parete sinistra.
Sul primo, che misura m. 0,18 X 0,22, si legge: 1. EPIGONIO VOLVSIANO OPERIEX ACTORI AB LVCO FERONIAE P NVMITORIVS HILARVS CLIENTI LOCVM OLLAEDONAVIT. 2. L'altro titoletto, di m. 0,32X0,17, dice: PNVMITORIO P L SECVNDO FECIT P NVMITORIVS ILARVS LIBSVO RARISSIMO ET GEMELLOCRVSTOPI SER OLLA DONAVIT
Da queste due iscrizioni risulta che il colombario, o intieramente od almeno in gran parte, spettava a P. Numitorio Ilaro, il quale vi concesse il luogo di sepoltura al suo cliente Epigono, al suo liberto Secondo, e a Gemello, il quale era servo di un personaggio, il cui nome fu dapprima scritto dal lapicida CRVSTOPI e poi malamente corretto, in modo che non si riesce facilmente ad intendere se fu Crustidio, o C. Rustio, od altro simile.
Varie altre iscrizioni, incise in tabelle marmoree, furono raccolte fra la terra accumulata nella stanzetta sepolcrale, e assai probabilmente appartengono tutte al medesimo monumento.
Le iscrizioni che seguono, incise in tabelle marmoree, furono raccolte fra la terra accumulata nella stanzetta sepolcrale, e assai probabilmente appartengono tutte al medesimo monumento. 3. Lastrina da colombario, di m. 0,20 X 0,15: coRNELI ANTIGOni; 4. Simile, con anse, lunga m. 0,30 X 0,07: MARCIA C L EPHIPANIA; 5. Simile, di m. 0,16X0,12: caESARIS ...SER ...ANVS | ACCA C IVLIVS IVLIA C IVLIus; 6. Simile, di m. 0,18X0,13: muNATIA C (rovesciata) vix. AN XXXVII M V l. muNATIVS ANOPTES coniuGI SVAE FECIT; 7. Simile, di m. 0,32X0,17: LlCINlAEDVORVMLICINiorum l. SATVRNINAE VIX AN XIX L LICINIVS VRBANVS CONIVGI CARISSIMAE DE SVO FECIT; 8. Simile, di m. 0,32 X 0,14: SEX OLIO SEX L PRISCO PATRI SEX OLIO SEX F SEMNO viXIT AN I MENs... DIES XX... SEX OLIVS SEX L EVSEBES PATRI ET FIlio fecit; 9. Simile, rotta in piti pezzi, di m. 0,33 X 0,20: SEX OLIVS SEX L SPINTHER VIXit aNNIS IV ET MEnsibus VII; 10. Simile, dira. 0,15 X 0,11, scritta con caratteri minuti: ...DONAVIT... HERMEROTI ...ATRI SVO; 11. Simile, alta m. 0,16 X 0,22: ...eusEBES ...IS ...CARISIMAE; 12. Simile, di m. 0,11 X 0,10, con residuo d'iscrizione metrica: PARCARVM POST HAEC; 13. Frammento di lastra marmorea, di m. 0,09 X 0,06: hOSTILIAE cAECILIVS; 14. Frammento di lastra in travertino: saturNINAE
Oltre i descritti titoli sepolcrali, si rinvennero due piccoli capitelli in marmo, alti m. 0,10, con due basette corrispondenti; molte olle fittili, di varie dimensioni, eoi loro coperchi; una sessantina di vasetti e tazze in terracotta, di diversa forma; un vasetto di fabbrica aretina, col bollo impresso in forma di piede: CCLoS^B (cfr. C. I. L. XV, 5107 e): due tazze parimenti aretine, col bollo piediforme C M R (ibid., 5302 a); sessantasette lucerne fittili, monolicni , trentasei delle quali senza bollo di fabbrica, o rotte nel fondo, e le altre trentuno recanti bolli (6319e, 6320, 6377a, 6377b, 6377g, 6400, 6433, 6433a, 6433c, 6433k, 6450, 6494a, 6562a, 6565a, 6565e, 6573a, 6583a, 6593a, 6593b, 6593om 6595, 6684a, 6721, 6741g). Parecchie di queste lucerne sono adorne, nel piatto, di figure in rilievo, ed in generale sono ben conservate. Quella che porta il bollo C CLO SVCC esibisce una nuova varietà del notissimo sigillo di C. Clodio Successo, ed ha il rilievo di due delfini, posti l'uno di fronte all'altro.
I lavori per la medesima nuova strada sono stati anche continuati dalla Società italiana per imprese fondiarie nel terreno che si estende verso il Corso d'Italia ; ed in questo tratto sono stati ritrovati i seguenti titoli sepolcrali: 1. Cippo in travertino, di m. 0,75 X 0,37: DETELIA BACCIS VIXITANXLV POSViT SIBI ET T STATILIO CORVMBO VIRO SVO VIXIT ANXXX ET ATTICE SORORI VlXIT AN XV; 2. Simile cippo in travertino, di m. 1,00 X 0,43: LIBERTORVM ET FAMILIAE C PACVIPAETI ET ARRANIAE SCAVRAE IN FR P XII IN AG P XIV; 3. Simile, rotto inferiormente, di m. 0,33 X 0,38: F CILANIVS PLGALATA QAGRINIVS Q L ANTIOC IN AGR P XII; 4. Simile, mancante della parte superiore, alto m. 0,53 X 0,33: VIX AN... MILITAVIT SPECLATOR ANN XIIX TEST P IVSSIT; 4. Frammento di simile cippo di m. 0,40 X 0,25: A L SABINus A L EVNOMus AL HYGIA ...RA; 5, 6. Frammenti di lastrine marmoree: D AEM, ABVS
Nello stesso luogo sono state recuperate due anfore, in piccola parte rotte, alte circa un metro, ed un'urna cineraria rettangolare, in travertino, lunga m. 0,62 X 0,44.
Giuseppe Gatti.
Incominciati gli sterri per costruire una cloaca lungo il nuovo Corso di porta Pinciana, a poco più di un metro sotto l'odierno piano stradale, si sono incontrati altri avanzi di celle sepolcrali spettanti alla vasta necropoli che si estendeva fra le vie Salaria e Pinciana. Una di queste stanze, già frugata e devastata in altri tempi, conservava una parte della volta e delle pareti con intonaco
dipinto a semplici riquadrature. Quivi furono raccolti parecchi vasetti fittili comuni, varî coperchi di olle cinerarie ed un frammento di lastra marmorea su cui leggesi: IVS C L IAE BASSAL ERITAE CONIVGI
Di un altro sepolcro riapparve un resto della parete di fondo, che conservava alcuni loculi con le olle, ed un'altra parete che aveva nel mezzo una edicola alta m. 0,70 x 0,55, con stipiti ed architrave di travertino: il piano era formato da una lastra di portasanta. In un altro colombario, totalmente devastato, si rinvenne un'anfora fittile, alta m. 0,90, ed una lastrina di marmo, lunga m. 0,37 X 0,19, che porta scritto: CALPVRNIA FORTVNATA FECIT SIBI ETL CALPVRNIO SECV
Circa il sito medesimo fu trovato un vaso cinerario in travertino, col suo coperchio, alto m. 0,47, diametro m. 0.33; ed un frammento di cippo sepolcrale, parimenti in travertino, alto m. 1,20 X 0,70, che conserva le parole: L PERPERNAE L L APOLON IN FRONTPED XII IN AGRO PED XX.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori per la costruzione della fogna al nuovo Corso Pinciano è stata scoperta un’altra piccola stanza sepolcrale, intieramente devastata. Vi rimane la porta d'ingresso con stipiti e soglia in travertino. Quivi presso sì rinvenne un cippo, pure di travertino, alto m. 1,80 X 0,25, che reca iscrizioni.
Si raccolsero inoltre fra la terra: due piccoli balsamarî di vetro; una coppa di terra rossa aretina, alta m. 0,09, diam. m. 0,20, ed undici lucerne fittili, di forma comune, una delle quali ha nel fondo il noto bollo L-M ADIEC.
Giuseppe Gatti.
Proseguendosi i lavori per la costruzione della fogna nel nuovo Corso di Porta Pinciana, è stato scoperto un avanzo di piccolo colombario, le cui pareti avevano due ordini di loculi sepolcrali. La sola parete occidentale era ben conservata, e conteneva in ciascuna fila tre nicchie con due olle. Di quelle superiori, la prima a destra portava ancora affissi due titoletti marmorei, l' uno di m. 0,11 × 0,10, l'altro di m. 0,10 X 0,07.
Un altro colombario è stato rimesso a luce, per i lavori medesimi di fognatura, nella prossima via che sarà denominata Tevere. La cella misura m. 2,60 X 1,25; e vi si discende per due piccole rampe di scala, una di cinque gradini nella parete est, l'altra di tre gradini nella parete sud.
L'ingresso, largo m. 0,57, ha gli stipiti in travertino: il pavimento è battuto in cocciopesto, con piccoli pezzetti di marmi colorati, qua e là irregolarmente inseriti. Le pareti hanno i consueti loculi semicircolari con due olle: sotto la scala è incavata un'altra nicchia rettangolare, la quale contiene cinque olle piene di ossa combuste. Una edicoletta, alta m. 0,75, larga m. 0,37, quasi completamente rovinata, era costruita nel mezzo della parete nord, e vi resta qualche piccola traccia d'intonaco dipinto. Sotto questa edicola si trovò affissa al proprio luogo la seguente iscrizione, incisa su di una lastrina marmorea, di m. 0,32 × 0,19:
Q CAECILIVS CAECILIAE CRASSI L HILARVS MEDIC CAECILIA DVARVM SCRIBONIARVM L ELEVTHERIS EX PARTEM DIMIDIAE SIBI E SVIS.
In due loculi della stessa parete stavano affissi, al proprio luogo due altri titoletti, l'uno di m. 0,28 x 0,07, l'altro di m. 0,38 X 0,08: NICEPHOR CAECILIAES CRASSI ARGENTARIVS ET CALPIS FILIA e Q CAECILIVS Q L ATTALVS.
Da queste memorie risulta che il colombario apparteneva ai liberti e ai servi di Cecilia Metella, figlia di Q. Cecilio Metello Cretico e moglie di M. Licinio Crasso; il cui nome, all' infuori del titolo sepolcrale inciso sul celebre mausoleo della via Appia, non mi pare che siasi giammai incontrato in verun altro monumento epigrafico.
Nello sterrare il medesimo colombario, furono ricuperate anche le iscrizioni che seguono: 1. Lastrina di marmo, intiera, di m. 0,40 X0,14: CORNELIVS AGILIS ET C (rovesciata); 2. Simile, di m. 0,23 X0,11: COLIAE C (rovesciata) CLARAE T DVLPI T L PHILARGYRI; 3. Frammenti di titoletto, di metri 0,22 X0,16: a. papiriVS A L MEllis TVS PAPIRia A L TRYPHEna; 4. Frammento di lastra marmorea, di m. 0,23 X 0,18: FELICIO V ...VSTVS
Si raccolsero pure 20 dei soliti vasetti fittili, di varia forma; tre tazze aretine, una delle quali con ornati; 26 lucerne raouolicni, senza bollo di fabbrica o con bollo illeggibile, ed altre tredici che portano impressi i seguenti sigilli già noti per altri esemplari: 6376e, 6461a, 6520a, 6525, 6560c, 6562a, 6565e, 6593a, 6733b, 6741e. Un'altra lucerna presenta il bollo: P DECIMI del quale non si era trovato finora in Roma alcun esempio: cfr. C. XV, 6400.
Giuseppe Gatti
Dagli sterri per la costruzione della fogna nel nuovo Corso di porta Pinciana provengono le seguenti memorie sepolcrali: 1. Lastra di marmo, con cornice, rotta sui due lati, alta m. 0,18 X0,24: m. pERPERNAE M L OSSA HIC SITA SVnt m. pERNA ML PHILA... POLITOR EBORARIVs; 2. Tabella da colombario, di m. 0,18X0,06: GEMNIA C (rovesciata) L CRESTE; 3. Frammento di cippo in travertino, di m. 0,21 X 0,18: AVR... P SCAN.... Un'altro ricordo della gente Perperna si rinvenne presso il sito medesimo nello] scorso mese di febbraio: cfr. Notisie 1905, pag. 38.
Giuseppe Gatti.
Al Corso d'Italia, continuandosi gli sterri per la nuova strada attigua alla chiesa dei Carmelitani, sono stati recuperati alcuni frammenti di cippi sepolcrali in travertino.
Q ANIC. In altri due si legge: m. 0,84X0,28: GAVILLIACL GE IN FR P XI I IN AGR P XII; m. 1,14 X0.30: PVATIENI PON TI LI AE IN FR PXI IN AG P XII. Un quarto contiene la sola misura dell'area religiosa : IN FROlT P XIIX IN AGRO PXII
Nel cavo per la costruzione della fogna del muovo Corso di porta Pinciana a non molta distanza dallo stabilimento Voghera, sono tornate in luce diverse memorie sepolerali: a) lastrina marmorea da colombario, di m. 0,14X0,13: SEX ANTIStius N L BON...; b) simile lastrina, di m. 0,22 X 0,10: VALERIA A L NICE; c) cippo di travertino, tagliato a semicerchio, alto m. 0,72 X 0,27: ROSCIA HILARA; d) titoletto di colombario, di m. 0,14 X0,11: LVCILIA... ARBVSCIa V A V; e) lastrina marmorea, rotta nella parte superiore, di m. 0,36 X 0,28 : NICEPHOR PATER Et ACILIVS ATIMETVS FRATER...;f) cippo di travertino, alto m. 0,95 X 0,30 P IVNI P L D A M AH SIBI ET SVEIS IN FRO P XII IN AGR P XII; g) simile cippo di travertino, di m. 0,66 X 0,27: l. visellIVS l. l. hilaARVS MAIOR l. VISELLIVS L L HILARVS IN FR P VII IN AGP P XII; h) lastrina di marmo, di m. 0,21 x 0,16 : MAMMIAM ET C (rovesciata) LIB LICCAEA SIBI ET L RVSTICELIOCO lMVNI FILIO SVO
Per i medesimi lavori di fognatura, nel tratto prospiciente la nuova via Tevere, si è trovato infisso tuttora al suo posto un cippo sepolcrale in travertino, alto m. 0,73 X 0,33, sul quale si legge: C SALLVSTIVS C L THYRSVS IN FR P XII IN AG P XX
Un altro cippo con la stessa iscrizione si rinvenne nello stesso luogo nel decembre dello scorso anno (v. Notisie 1904, pag. 441).
Nell'area del Velodromo, sterrandosi per la sistemazione del Corso di porta Pinciana, è stata trovata fra la terra un'urna di travertino, di forma ovoidale, alta m. 0,41, col diametro di m. 0,27. Era tuttora chiusa dal suo co-perchio, fermato con tre grappe di piombo, e ripiena di ossa bruciate. Sul ventre vi è incisa l'iscrizione: APONIA EVTYCHIA ANICETJ.
Per i medesimi lavori sono stati scoperti gli avanzi di altre piccole celle con colombari, appartenenti al vasto sepolcreto che si estendeva fra la via Salaria vetere e la Pinciana. In una di queste stanzette si rinvennero due sarcofagi in pepe- rino, coperti da un lastrone di travertino. Uno è lungo m. 2,00 X 0,70 X 0,55, l'altro m. 1,85 X 0,70 X 0,50; ed ambedue contenevano lo scheletro senza alcun og- getto di suppellettile funebre.
Fra la terra si raccolse una lastrina di giallo antico, di m. 0,13 X 0,09, su cui leggesi il titoletto: EROS SAG EGN V. IIX (sic) FAVSTA FEC In un altro colombario si riconobbero nelle pareti tre ordini di loculi, ciascuno dei quali aveva il posto per due olle. In mezzo alla terra furono recuperati parecchi piccoli balsamarî e vasetti fittili, di varia forma, cinquantatre lucerne comuni, e questi titoletti sepolcrali in marmo: lastrina di m. 0,21 X 0,17: M PILIVS M L TIMO PLASTES; simile, di m. 0.23 X 0,15: C IVLIVS C L XYSTVS; simile, di m. 0,13 X 0,08: ...OSSI... SECV...
La maggior parte delle lucerne sono anepigrafi: in otto di esse il bollo è illegibile, nove hanno i noti sigilli 6318e, 6337a, 6430h, 6454, 6457, 6565e, 6580, 6696b, 6741c.
Un'altra stanza conservava la porticina di accesso, con stipiti di travertino, e la scaletta per la quale si discendeva all' ipogeo. I primi tre gradini erano formati con cippi di travertino, tolti da sepolcri più antichi, con le iscrizioni rivolte verso terra. In uno di questi cippi l' iscrizione era stata totalmente cancellata : negli altri due. che misurano m. 0,55 X 0,35, si legge: TI MEMIVS DLFELIX IN FR P XV IN AGR P XII; TI MEMIVSO C(rovesciata) L FELIX IN FR P XV IN AG P XII.
Rimossa la terra, che ingombrava gran parte della piccola cella, furono ricuperati i seguenti titoletti da colombario, incisi su lastrine di marmo: 1. di m. 0,16 X 0,10: C CARVETANVS PLOCAMVS; 2. di m. 0,43 X 0,07: C FABIVS C L PARATVS C FABIVS C L PROTVS; 3. di m. 0,19 X 0,10: M RAMIVS ANCHIALVS; 4. di m. 0,27 X 0,13: P SVONIVS P L ZETHVS P SVONIVS P L SPERATVS; 5. di m. 0,29 X 0,11: SCARIPHI; 6. di m. 0,07 X 0,07: C FABius c. l. PH....; 7. di m. 0,17 X 0,10: RAMIA STORGE; 8. di m. 0,35 X 0,25: DIS MAN DIDYMO FECIT GEMELLVS FRATRI SVO KARISSIMO
Giuseppe Gatti.
Per la sistemazione del nuovo Corso Pinciano, nel tratto che sbocca sulla via Salaria e a circa m. 30 da questa, a m. 2,30 sotto il livello stradale si è rinvenuto un lastrone di travertino, largo m. 1,85 X 0,79 X 0,40, sul quale in belli caratteri è incisa l'iscrizione: CN ANNAEVS VETTIENA L VETTIENVS VETTIENA GN GELLI GMl C L EVMENES L L FLORA L L HERMO SP F TERTIA HILARus.
Sopra ciascuno di questi nomi è scolpito il busto delle cinque persone, che fecero ed ebbero comune il monumento sepolcrale. Le figure sono tutte avvolte nel manto e tengono il braccio destro ripiegato sul petto: i tre uomini hanno capelli corti e non | portano barba; la donna a sinistra ha il capo velato.
Giuseppe Gatti.
Nel terreno di proprietà Ceci, prossimo allo sbocco del nuovo Corso Pinciano sulla via Salaria, costruendosi il muro di recinto, sì è rinvenuta una tavola marmorea, di m. 0,67 X 0,80, che porta incisa l'iscrizione sepole:
OCTAVIA ARETHVSA NITRATI RITI HICUSTUITAZIENST ELEGANS- CONTVBERNALI SVAE BENE MERENTI FECIT DE :SVO SEXTIA BLANDA SORORI LOCVM DONAVIT
Furono pure raccolti fra la terra tre vasetti fittili di forma comune.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori di sterro per l'apertura del nuovo Corso di porta Pinciana, sono state raccolte altre lapidi inscritte, le quali appartennero a sepolcri dell'antica e vasta necropoli, che quivi esisteva nell'ultima età repubblicana e nel primo secolo dell'impero.
Dal primo tratto della nuova strada, più prossimo al Corso d'Italia, provengono diversi cippi in travertino: a) cippo in travertino, alto m. 0,80: AEMILIA M L NICE A AETRI T L SALVI
IN... IN AG P XII; b) simile cippo, alto m. 0,85 X 0,35: A ANNIVS AL ANTEROS IN FR P XIII IN AGRP XXIV; c) simile cippo, alto m. 0,80 X0,30: C ATE... CLARGVRI IN F PVI INAGP XII; d) parte inferiore di cippo in travertino, alto m. 0,80 X 0,30: HILARA CONl IN FR P XII IN AGR PXII; e) stele marmorea, alta m. 0,40X0,20, con fastigio ornato da un festone: D M A GALLIO VRSIONI FEC REIA FESTA CONIVGI SVO BMCVMQVO VIX ANN XXVI SINE VLLA QVERELLA ET SIBI; f) cippo in travertino, alto m. 1,10 x 0,30: Q PITVANIVS Q L CHILO IN FR P XII IN AGR P XVI ET HEREDVM; g) simile cippo, alto m. 0,65 X 0,20: L RVDIONI NICONIS LICINIAEMF IN FRO P XIII IN AGR P XX; h) simile cippo, alto m. 0,80 X 0,22 : TROLIA C (rovesciata) L FAVSTA; i) simile, di m. 0,88 X 0,20: C OP... AV...; l) due frammenti di simili cippi, alti m. 0,75 X 0,35 e m. 0,85 x 0,30: IN FR PXII IN AG P XII, IN FR... IN AGR P...
Nel terreno poi prossimo allo sbocco dello stesso Corso Pinciano sulla via Salaria, è stato trovato un cippo in travertino, rotto nella parte superiore ed alto m. 0,70 X 0,42, sul quale si legge: donis dONATUS aR IMP DOMITIAN AVG GERM TORQ ARMILL PALER OB BELLVM GERMAC (sic) T P I
Il bellum Germa[ni]e(um), in cui il soldato o sottufficiale, che in questa lapide era nominato, meritò i donativi militari, è la spedizione intrapresa da Domiziano contro n i Catti che sì erano ribellati. Di questi popoli l'imperatore stesso riportò trionfo nell'anno 84, avendo allora il titolo onoritico di Germanico.
Giuseppe Gatti.
Dai movimenti di terra per la sistemazione del nuovo Corso di porta Pinciana provengono i seguenti titoli funerarii, che appartennero all'antico sepolcreto più volte riconosciuto in quella zona di terreno.
a) Lastrone di travertino, con doppia cornice, lungo m. 1,20, largo m. 0,56: V QAEBVTIVS O L PANVRCVS V AEBVTIA Q L ARESCVSA | M VIBI VS M L BARNAVS M VIBIVS. M L EROS M VIBIVS M VIBIVS. M VIBIVS M VIBIVS M VIBIVS M L HEIERONIMVS M L SALVIVS M L CAPELA M L BARNAVS M L NEIO. Nel V. 3 era stato prima scritto lERONIMVS, e poi fu corretto. b) parte inferiore di simile lastrone di travertino, lungo m. 0,68X0,29: V BESIA Q L V M CAECILIVS CENTOGEJSEA M L MYRO V BESIA Q L SELENIO
Molti frammenti di lastre marmoree sono stati trovati messi in opera, come materiale di costruzione, in un muro di recinto, a confine della via Tre Madonne. Trascurando quelli che appena conservano poche ed insignificanti lettere, meritano di essere pubblicati i seguenti: c) m. 0,40 X 0,20: D... AVR... FIR... VII C... MIL... QVIN... NA C.. FECit...; d) m. 0,28X0,15: ...M ....NIO Q F... RNO ...RIGENENSI ...ENTES ...XXIIII ...NAP X; e) m. 0,26 X 0,09 : LPLOTIVS L L ACVIVS H S E; h) m. 0,12X0,07: X VIBIVS...; d) m. 0,19X0,15: ...BINIA... I PR G PRI... N XXVIII... T AQVI....NIVS... M F....; f) m. 0,16X0,12: ... hiLARVS L V ... paTRONO ET L V ... liB SVO BENEmerenti ... O PRIMGENIO ... pOSTERISQVis ...; i) m. 0,25X0,13: ...DIO ...ESPVRI .... AEMILI ... MOLIA;
Sono state inoltre raccolte fra la terra due anfore in terracotta, rotte nell'orlo superiore, alte m. 0,75; una base di travertino, del diam. di m. 0,58, alta m. 0,38, con un pezzo di colonna, pure in travertino, dello stesso diametro, alto in. 0,56 ; tre tegole di m. 0,60 per lato, col noto bollo rettilineo, della seconda metà del primo secolo, C. I. L. XV, 1000f.
Giuseppe Gatti.
Nel terreno adiacente al convento dei Carmelitani, sul Corso d'Italia, in prossimità della nuova scuola di equitazione, sono stati raccolti tre frammenti di lastre marmoree, sui quali restano questi avanzi di iscrizioni sepolcrali: a) m. 0,29 X 0,16: ENIA CONIVGI AMPLIATO BENEM b) m. 0,30 X 0,14: ... RIO ... CAN ... PERV ... COH I ... N VIII ... XXVI ... C c) m. 0,19 X 0,11: ... R Z... COH X F ... VIX AN ... È stata pure raccolta un'urna cineraria ovoidale, in travertino, con due manichi, alta m. 0,39, ma rotta e mancante di una parte dall'orlo superiore.
Giuseppe Gatti.
Al Corso d'Italia, nel terreno di proprietà Levi, adiacente allo stabilimento Voghera, sono state raccolte fra terra di scarico due anfore fittili, alte . m. 0,70, a due manichi; un piccolo sarcofago, pure di terracotta, che misura m. 0,56 X 0,28 X 0,25; quattro tegoloni di mq. 0,60, che portano impresso il bollo circolare: APRON ET PAET COS a.128 FELICIS
Dell'ultima lettera S, che sembra essere stata rotta nel sigillo, apparisce appena una leggierissima traccia. È stato anche trovato nello stesso luogo un frammento di tabella marmorea da colombario, di m. 0,08 X 0,10, su cui leggesi: SAL | EVCHA...
Continuandosi i movimenti di terra per aprire la nuova strada che dal Corso d'Italia conduce alla nuova scuola di equitazione, nel terreno prossimo alla chiesa dei Carmelitani, sono tornate in luce queste altre iscrizioni funerarie dell'antico sepolereto.
1. Cippo in travertino, alto m. 0,54 X 0,34, tagliato superiormente a semicerchio e Pi infisso ancora al proprio luogo: C CALESRKO NEANTHVS IN FR P VIII IN A P XII
2. Lastrina da colombario, di m. 0,30 X 0,15: IA C CVRTIVS | POSTVMI L | ...TE PHILEROS
3. Metà di grande tavola marmorea, che misura m. 0,58 × 0,42: D m | ERIDANO CAESAris... | QVI VIXIT ANN... | CORNELIAE HERA... quae vixit | ANNO M VII D ... | SVCCESSO CAES N ... | SVCCESSO CAES N Verna ... | QVI VIXIT ANn... | HILARIVS CAESARIn ...
4. Cippo di travertino, alto m. 0,54 × 0,34, rinvenuto tuttora infisso nel terreno: (corona) DIIS | MANIBVS Q LVCRETIO | Q LIB | RESTITVTO | IVILIA C F | LICINIA | CONIVNX VIRO| OPTIME | DE SE MERITO. Nel v. 6 era stato scritto un altro nome, e poi corretto in quello di IVLIA, cancellando la terza e la quinta lettera.
5. Lastrina di colombario, di m. 0,30 × 0,15: VINICIA MF SYNHETE
6. Frammento di lastrina marmorea, di m. 0,08 × 0,07: VS M ...| FE... | PRIM...
Furono pure recuperate due mensole in travertino, che misurano m. 0,70 × 0,25
× 0,20, ed un masso rettangolare, parimente di travertino, lungo m. 1,10 x 0,70,
che da un lato è sagomato ed apparteneva facilmente allo zoccolo di un monumento sepolcrale.
Giuseppe Gatti.
Continuandosi i lavori di sterro per la sistemazione della zona adiacente al nuovo Corso di porta Pinciana e per l'apertura di una nuova strada verso la via Pinciana, sono tornati all'aperto due altri colombari, i quali sì trovano alla distanza di m. 35 da quello di P. Numitorio Ilaro, descritto nelle Notizie 1905, pag. 13 e segg.
Uno di questi sepolcri, costruito in opera laterizia ed abasstanza ben conservato, ha la pianta rettangolare, ma l'interno della cella, che misura m. 5,15 X 1,95, nb ha uno dei lati minori terminato a semicerchio. Dinanzi alla porta, larga m. 1,10, è costruito un gradino in muratura, alto m. 0,28. Tutto all'intorno sono È incavati nelle pareti quattro ordini di loculi, ciascuno dei quali contiene un'olla fit tile. Nei tre ordini più bassi le nicchie e le olle sono ben conservate; la fila superiore è in qualche parte devastata. Nel mezzo del pavimento, che è battuto con fino cocciopesto e dipinto a colore rosso, si apre una fossa di forma alquanto trapezoidale lunga m. 1,38, larga ai due lati m. 0,80 e m. 0,84. A distanza di m. 0,18 dai quattro angoli di essa restano gli avanzi di quattro colonne costruite in mattoni, del diametro di m. 0,43, intonacate e colorite in rosso.
Dentro questa fossa, che è pro- fonda m. 0,35, si rinvenne da un lato, all'angolo nord-ovest, una bella olla di vetro, con coperchio di terracotta, alta m. 0,175, del diametro di m. 0,14 alla bocca, che conteneva ossa combuste e ceneri. Vi era sovrapposta una lastrina di marmo ansata, di m. 0,29 X 0,22, su cui è incisa l'iscrizione: C ANTISTIVS NINVS LIBERT FECERVNT
Un tubetto di terracotta poggiava su questo titoletto funerario e sorgeva fino al piano del pavimento della cella. Presso l'olla vitrea era collocata, nell'angolo sud-ovest della fossa, un'altra olla di terracotta, alta m. 0,23, ripiena anch'essa di ossa bruciate e chiusa con coperchio pure fittile. Dall'altro lato della fossa medesima era posata sul terreno vergine una grossa tegola; e su questa si trovò un piccolo deposito di ceneri con frammenti di carbone, che rappresentava gli avanzi del rogo dopo compiuto l’ossilegio. Un'altra simile tegola copriva queste ceneri, e sopra essa si innalzava un piccolo tubo fittile che sboccava nel pavimento del colombario.
La copertura di questa fossa sepolcrale, a livello del pavimento, era formata con sette lastrine marmoreo, tolte da più antichi sepolcri e collocate con le iscrizioni rivolte verso l'interno. Esse sono tutte ansate e vi si legge: 1) Titoletto di m. 0,27 X 0,16: VRSIA C VRSI STABILIONIS L PRIMA PLACVIT PATRONO SVO CONIVNX A AVIDI SVMMACH FIDA AMATOR CONIVGIS. VI PIA FILIISQ VE SVIS V A XXX; 2) id. di m. 0,20 X 0,09: C ANNIVS MVSCA PATRONVS V A XXC; 3) id. di m. 0,22 X 0,11: C ARREN VS PRIMVS ARRENA C C (rovesciata) L TRYPHERE; 4) id. di m. 0,18 X 0,12: EROS L SEI SIBI ET SEIA NAPE; 5) id. di m. 0,18 X 0,11: IVCVNDVS ANTONIAE DRVSI LIB; 6) id. di m. 0,19 × 0,10: L POMPONIVS C F RVFVS
VIX ANN XIIII; 7) id. di m. 0,19 × 0,13: vaLERIA C (rovesciata) L VENERIA ...vaLERIVS FORTVNATVS S F V ANN VI
Nella medesima stanza fu raccolto fra la terra quest'altro frammento d'iscrizione sepolcrale, inciso su tabella marmorea di m. 0,20 X 0,18: L OFAN... L ET TA... MAN
Dell'altro colombario, che dista m. 1,85 da quello sopra descritto, non rimane che una parte, cioè una specie di corridoio, lungo m. 3,95, largo m. 0,80, ed una cella rettangolare larga m. 1,95, di cui si conserva un lato per la sola lunghezza di m. 3, ed un altro di m. 2,20. Il colombario è costruito in opera reticolata di tufo, e nelle pareti aveva tre ordini di nicchie semicircolari, contenenti ciascuna due olle. L'ordine inferiore ha in tutto quattordici loculi; e in quattro di essi si trovarono tuttora affissi al proprio luogo i seguenti titoletti: 1) Lastrina di marmo, di m. 0,29 X 0,17: DIS MANIBVS IVNONI SVCCESSAE VERVSIAE PRISCAE L ANIMAE OPTIMAE ET DVLCISSIMAE TIMON FECIT VIXIT MENSES. VIIII 2) Simile, di m. 0,32 × 0,08; ANTISTIA M L SATVRA APOLLONIVS. SOCIOR VM SER; 3) Lastrina di alabastro, di m. 0,34 X 0,07: PLOTIA C (rovesciata) L FAVSTA P CAESONIVS P L ANTEROS; 4) Lastrina marmorea di m. 0,23 X 0,14: NICOMEDES ALLIENAES VA IV; 5) Simile, di m. 0,23 X 0,07: PRIMAE AVTRON. Questi due ultimi titoletti erano collocati, uno accanto all'altro, sotto il medesimo loculo.
Nello sterro del colombario si rinvennero pure tre balsamarî di vetro, due vasetti fittili, sei lucerne monolicni che nel fondo portano impressi i noti sigilli C.I.L. XV, 6346 b, 6445 a, 6497 a, 6563 c, 6567 c, 6593c, e questi frammenti epigrafici: Lastrina marmorea, di m. 0,23 X 15: hera CLITVS PATER et la VDICE MATER fec.ap OLLINARI F q vix.mENS IIII. DIES XXIIII; Simile, di m. 0,22 × 0,11: POS... P LATIN...; Simile, di m. 0,15 x 0,13: ma RCIVS ...f. AEM ...ENS
Nel terreno poi che trovasi quasi dirimpetto alla via Tevere, sono stati raccolti fra la terra due pezzi di lastre marmoree inscritte. Il primo, alto m. 0,20 × 0,28, appartiene ad una stele sepolcrale, ornata con antefisse sugli angoli e con fastigio semicircolare, entro il quale è scolpita una corona. La parte conservata dell'iscrizione dice: D M AMPLIATE QVE VIX A XXI m VIII D XX H VIII. Nell'altro frammento, di m. 0,40 X 0,27, si legge: ...VLLIAPIE ...IVAE VERNVae bENEMERENTI POs VERVNT QVAE Vix ANN VII M V D V
Presso il sito medesimo furono scoperti due cippi in travertino, terminati a semicerchio, che stavano ancora infissi nel terreno. Uno di essi, alto m. 1,00 X 0,37, porta scritto in belle e grandi lettere: CALYTICE C IVLI ROMANI HSE. Sull'altro, che misura m. 1,14 X 0,35, leggesi parimenti in belle lettere dell'ultima età repubblicana: P CORNELIO BVCCIONI FECERVNT LIBERTI POLYBIVSET SECVNDA ET CAMPANVS
Nei vari movimenti di terra si raccolsero: venti olle fittili, della consueta altezza di circa m. 0,30; un piccolo sarcofago in terracotta, lungo m. 0,84 X 0,25 X 0,22; otto lucerne, di forma comune e senza ornati, cinque delle queli hanno i bolli di fabbrica C.I.L. XV, 6307 a, 6520b, 6566, 6697 a, 6741d; una piccola anfora e cinque vasetti, pure in terracotta; due balsamarî di vetro, di forma allungata, l'uno alto m. 0,09, l'altro di m. 0,06.
Giuseppe Gatti.
Continuandosi gli sterri per la sistemazione del villino di proprietà Ceci, non lungi dallo sbocco del Corso Pinciano sulla via Salaria, è stato scoperto il basamento di un grandioso sepolcro costruito in massi squadrati di tufo. Ne restava in piedi soltanto la parte inferiore, terminata con un largo zoccolo sagomato, in travertino, alto m. 0,50. Presso l'angolo nord-est era collocato un grande cippo rettangolare di travertino, alto m. 2,50 X 0,67 X 0,35, su cui leggesi: SEX ABRENVS SEX F POL RVFVS MIL CHOR XI PR VIX ANN XL MILIT AN XIV H S E
Altri quattro cippi sepolcrali, parimenti in travertino, sono stati ritrovati nello
stesso luogo, e portano le seguenti iscrizioni: a) Cippo di m. 0,90 X 0,40: C BRYTTI C L PARMENONIS; b) Simile, di m. 1,40 X 0,30: LIBERTIS et (sic) FANILIAE T AV IENI TIRONIS IN FR PE XV IN AGR PED XVIII; c) Simile, di m. 0,45 X 0,28: C IVLIVS PHILOXENVS; d) Simile, di m. 0,35 X 0,35: L TVTILIVS LL FAVSTVS P S PS (sic) IN P VIII IN P VII (sic)
Si è pure rinvenuto, rotto però inferiormente e mancante delle ultime due righe,
il cippo già edito nel C.I.L. VI, 12364, col nome di una Arrena Sp. f. Seguono altre epigrafi sepolcrali, incise in marmo, raccolte nello stesso terreno in seguito ai varî movimenti di terra: a) Lastra di marmo, di m. 0,35 X 0,20: HERM MEGISTENI CONTVBERNALI SVAE CARISSIMA FECIT TVMVLVM; b) Frammento, di m. 0,15 X 0,13: DIS MAN... | EPIDI FC... | ...VIX AX...; c) Simile, di m. 0,18 X 0,14: d M | ...ERVATE... | ...A R...; d) Simile, di m. 0,12 X 0,10: ...VIXITA... | ...HIC SE...; e) Simile, di m. 0.43 X 0,30: D... | M AV... | GIAN... | VIVV...; f) Simile, di m. 0,17 X 0,09: ...RARIVS... | ...RIDICVLA...; g) Simile, di m. 0,24 X 0,11: MATHoND
Finalmente furono pure ricuperate dieci piccole anfore, alte in media m. 0,50,
tre olle, sei vasetti di varia forma e due lucerne monolicni, in terracotta.
Giuseppe Gatti.
Nel terreno di proprietà Fossati, al Corso di porta Pinciana, sono state recuperate altre due iscrizioni funerarie, riferibili al noto sepolereto che si estendeva fra le vie Pinciana e Salaria. La prima è incisa su di un cippo in travertiro, alto m. 0,80 X 0,36, è dice: M CONSI M LDIONYSIEBVRARI INCERSANT AVI IN AG P XII. L'altra è an titoletto di doppio colombario, lungo m, 0,20 X 0,16: A TETTIVS A L TETI A L (sic) MALCHIO SALVIA.
Si raccolsero pure fra la terra: una piccola arca fittile, di m. 0,40 X 0,35; due lucerne monolieni, di forma comune e senza ornati; un vasetto di vetro.
Giuseppe Gatti.
Costruendosi dai Fratelli delle Scuole cristiane un nuovo edificio presso l'angolo del Corso d'Italia sul lato destro del Corso Pinciano, sono stati raccolti fra la terra i seguenti oggetti spettanti agli antichi sepolcri, che occupavano la vasta zona fra la via Salaria e la Pinciana. 1. Cippo di travertino, alto m. 1,17 X 0,38, che reca l'iscrizione: A CAL... a. l. STEPHanus OGVLNIA M L POSILLA IN FR P XIII IN AGR O XXIV; 2. Frammento di grande lastra marmorea, di m. 0,95 X 0,70, su cui leggesi:
SCRIB LIBR EX II HONORE VSVS. SIBI qVAE SECVM VIXSIT pos TERISQVE EORVM.
PHILONICO PATRI ...NIGRI ...TERIONIS ...NATALI L ... HYLLIDI L ...AB SE; 3. Frammento di lastra di marmo, di m. 0,39 X 0,19, che conserva: ...I0 SVO VIX AN VII...; 4. Coperchio d'urnetta cineraria quadrata, di m. 0,15 X 0,15, sul quale sono incise soltanto le lettere: D M e sotto ad esse è scolpita una patera forata, con anse.
Sono stati pure recuperati cinque tegoloni, che portano impresso il sigillo di Successo, servo dei due Domizii Lucano e Tullo (C. XV, 1001); un altro pezzo di tegola col bollo di Primigenio, servo degli stessi Domizii (C. XV, 1000 h); una piccola arca fittile, lunga m. 1,40 X 0,40 X 0,25; e parecchi vasetti in terracotta, di forme comuni.
Giuseppe Gatti.
Nei lavori per la costruzione del villino di proprietà dell’ ing. Ceci, al Corso Pinciano, sono stati raccolti fra la terra due altri cippi sepolcrali in tra- vertino, di forma rettangolare. Uno di essi, alto m. 0,90 X 0.35, porta scritto: T APIDIVS T L PHILARCVRVYS HIC SITVS EST IN FR.L'altro, alto m. 0,75 X 0,35, contiene soltanto la misura dell’area sepolcrale: IN FRO P XV IN AG XXVI
Giuseppe Gatti.
Al Corso d'Italia, nel terreno di proprietà Riganti e Coccia, posto fra la chiesa dei Carmelitani e la scuola di equitazione, sono stati trovati due cippi in travertino, sui quali è ripetuta la stessa iscrizione indicante la misura di un'area sepolcrale: IN FR P XXV IN AGR P XII. I due cippi sono tagliati superiormente a semicerchio: uno, rotto nella parte inferiore, misura m. 0,38 X 0,30; l’altro m. 0,97 X 0,27.
Giuseppe Gatti.
Al Corso d'Italia, all'angolo destro del Corso Pinciano, nel terreno di proprietà del marchese Marignoli, è tornato in luce un colombario, già esplo rato, con due ordini di nicchie ad un'olla ciascuna (m. 0,28 x 0,16 X 0,34), distanti una dall'altra m. 0,15. Il muro a reticolato a d. è largo m. 0,90; quello a sinistra m. 0,60.
Si sono rinvenute quattro olle di terracotta con manico (m. 0,28 x 0,24), un vasetto di terracotta con ansa (m. 0,10 X 0,08) e una lucerna fittile su cui è rappresentato Amore che tiene col braccio d. una lunga freccia e con la mano sinistra regge sulla spalla un lunghissimo turcasso (?); sotto vi è la marca: M OPPI ZOS (cfr. C.I.L. XV, 6595).
D. Vaglieri.
Al Corso Pinciano nel terreno Dari, facendosi le fondazioni di un villino, ritornano all'aperto molti colombari, l'uno accanto all'altro, dei quali si fa il rilievo. Nell'ipogeo di uno, le cui pareti nord, est ed ovest contengono tre ordini di nicchie, si discende per mezzo di una scaletta, a sette gradini, ricoperta di tegoloni con il bollo
delle figuline Marciane, esercitate da C. Calpetano Favore (C.I.L. XV, 315).
Sotto alla scaletta si sono rinvenuti due titoletti marmorei da colombario. L'uno (m. 0,27 × 0,17) porta il nome: P MATTIVS PRIMIGENIVS L'altro (m. 0,36 × 0,17): L TVCCIVS DIODOTAE PRIMVS PATRONVS | TVCCIA L L L OLYMP V A XIX. Sotto il pavimento di cocciopisto, ai quattro angoli, sono state ritrovate sei anfore
a due manichi.
D. Vaglieri.
Sul Corso Pinciano all'angolo di via Tevere, nell'area dove si costruisce il villino Dari si continuarono a scoprire i seguenti colombarî per lo più però già devastati.
A) di m 83,40 X 2,70, con avanzi di stabilitura e poche linee di pittura, già stato rovinato. La parete ovest presenta tre ordini di nicchie in numero di quattro per ogni ordine, con due olle ciascuna, ognuna di m. 0,48 X 0,25; la parete nord ha un ordine solo con tre nicchie uguali alle precedenti; l'ingresso è rotto. La parete est ha tre ordini di nicchie; nel primo le nicchie sono quattro eguali alle suddette, nel secondo pure quattro con due più piccole agli angoli, e al centro un lucernaio di m. 0,60 X 1; nel terzo due, devastate. La parete sud ha un solo ordine con sei nicchie eguali alle suddette.
B) Attiguo al precedente, di m. 3,40 X 2,40. Nella parete drei si vedono due nicchie, non del tutto demolite. La parete nord è completamente distrutta. Quelle ad est e a sud sono uguali alle corrispondenti del colombario prossimo.
C) con ipogeo a volta mezzo rovinato. Nella parete ovest lunga m. 2,42 è un solo ordine di nicchie, in numero di quattro, a due olle ciascuna. Nella parete sud rovinata, lunga m. 2,30, vi sono tre ordini di nicchie, con edicola nel centro. Quella est, lunga m. 2,30, con tre nicchie, due delle quali rettangolari, è rovinata. Nella parete nord vi è una piccola nicchia di m. 0,23 X 0,35 con un’olla.
D) (v. Relazione precedente del mese di Dicembre, Notizie 1906, pag. 433). Si sono rinvenute due grandi nicchie, l'una sull'altra, ancora di forma quasi quadrata, la prima di m. 0,94 X 0,80 X 0,84, l'altra di m. 0,90 X 0,84 X 0,70.
E) Rovinato, senza nicchie.
F) Non ancora spurgato.
G) (m. 3,40 X 3,60). Diviso da un muro di m. 1 dal colombario D con muri reticolati, avanzi di stabilitura a fondo bianco, qualche traccia di pittura a filetti rossi. Nel centro della parete nord vedesi un piccolo quadretto con un pesce rossastro, male dipinto. Le nicchie sono devastate.
H) Piccolo di m. 2,60 X 1,15, alto m. 0,95 X 0,46. Lo spessore dei muri reticolati è di m. 0,45. La parete nord ha un solo ordine di nicchie, con tre nicchie ciascuno a due olle: ogni nicchia era di m. 0,55 X 0,80 X 0,55. La parete est è a due ordini con una sola nicchia di m. 0,47 X 0,37 X 0,35. La parete sud è a due ordini con tre nicchie ciascuno a due olle; le nicchie misurano m. 0,46 X 0,28 × 0,30. L'ingresso verso ovest ha stipiti, architrave e soglia di travertino. Si sono qui rinvenuti: quattordici lacrimatori di vetro; una tazza aretina (m. 0,20 X 0,04); due vasetti di terra cotta, di cui uno ad un'ansa (di m. 0,13 X 0,12; l'altro di m. 0,07 X 0,06); sedici lucerne fittili di cui otto senza bollo, le altre ripro- ducenti i tipi di C.I.L. XV, 6285, 6547 a, 6562 a, 6565 c, 6593 a, e, 6593, 86 (?) e L MVN TREPT con due delfini e tridente (cf. 6565); SERG PRIM con figura nuda in corsa a d., in atto di rivolgersi indietro (cf. 6684); gallo; due maschere sceniche.
I) A muri a cortina e reticolato con stipiti e soglia in travertino verso ovest (m. 0,90 x 0,45) e tre gradini egualmente di travertino di m. 0,90 X 0,27 X 0,15. Il colombario è di m. 2,20 X1,25. Nella parete sud vi sono tre ordini di nicchie: quello a livello del pavimento ha due nicchie (m. 0,33 X 0,50 X 0,28) a due olle ciascuna; gli altri due tre nicchie (m. 0,24 X 0,22 X 0,34) con un'olla ciascuna; e poi un loculo quadrangolare (m. 1,05 X 0,70) con quattro olle. Nella parete est vi sono due loculi, uno di m. 0,60 X 0,23 X 0,60, l'altro a volticella di m. 0,65 X 0,70 X 0,70 con tre olle. Nella parete sud vi sono tre nicchie a due olle(m. 0,37 X 0,25 X 0,25) al primo ordine a livello del pavimento. Il muro a cortina ha lo spessore di m. 0,35. Il pavimento è a mosaico bianco con fascia nera, larga m. 0,06. A questo colombario appartiene il cippo trovato al posto (5) presso l'ingresso: IVVENTIA C(rovesciata)L SELENIO IN FR P XIIIN AGR P XII.
In questo colombario si sono rinvenuti: Una targa marmorea (m. 0,30 X 0,15) con l'iscrizione: IVENTIA C(rovesciata) L SELENIO; altra simile ansata (m. 0,22 X 0,18): C VINNIVS CHRESTVS; due vasetti fittili ad un'ansa (m. 0,26 X 0,14); due anfore (alt. m. 0,26); un'olla di terracotta (m. 0,20 X 0,17); sei vasetti fittili ad un' ansa (il primo di m. 0,14 X 0,12, gli altri di m. 0,09 X 0,08): una tazza di terracotta (m. 0,07 X0,08); due lacrimatoi, uno di vetro (m. 0,07 X 0,05), l'altro di terracotta (m. 0,20 X 0,05) e lucerne (C.I.L. XV, 6318, 6319 c. 6377, 54, 6433 m (2 es.), 6433, 27, 6435, 6547 b, 6565, 27, 6580 a (2 es.), 6593 a (3 es.) e ALEXA; C ATILI VESTI con figura femminile diademata, seduta di fronte in trono con cornucopia nella sin. e patera nella d., ai suoi piedi a terra una cista o un'ara (?) (cf. 6319 a); C ATILI VESTI con auriga su biga in corsa a d. (cf. 6319 a); C ATILI VESTI con uccello (cf. 6319 a); T CELLI con mascherone; L FABRIC MASC con mezza luna e stella (cf. 6433); L FABRIC SAT con Giove su aquila e fulmine (cf. 6435); MA con due pesci; L M ADIEC (sopra stella) con lepre (cf. 6560); Q_- NVMI - CEL con tre maschere sceniche (cf. 6580); SVCCESSI © con figura vestita seduta, la quale colla d. protesa regge un vaso (cf. 6697); Giove su aquila e fulmine; testa di Medusa; aquila (con leggenda irriconoscibile); corona di alloro; e altre con leggenda irriconoscibile o senza marca.
L) Attiguo e parallelo al precedente, con i muri medesimi, egualmente con l'ingresso (m. 0,90 X 0,45) verso ovest. Nella parete ovest, ai lati dell'ingresso, sonvi due nicchie rotte e sopra due rettangolari, ciascuna di m. 0,35 X 0,30. L'interno del colombario è di m. 2,50 X 2,47. Nelle pareti nord e sud vi è un solo ordine di quattro nicchie (m. 0,43 X 0,28 X 0,48) con due olle ciascuna. Nella parete est vi è un solo ordine con tre nicchie, di cui le due laterali piccole (m. 0,25 X 0,20 X 0,38) ed una centrale grande (m. 0,75 X 0,35 X0,50): nel centro anche un’ edicola con due nicchie rovinate. Nella parete ovest, ai lati dell'ingresso, sonvi due nicchie rotte e sopra due rettangolari, ciascuna di m. 0,35 X 0,30. Sopra le nicchie minori si vedono dipinti due uccellini in atto di beccare delle frutta, sulla parete nord un piccolo vaso a calice ed un uccellino, e degli uccellini scorgonsi pure su quella sud. Il pavimento è di cocciopisto. All'angolo destro della parete ovest sotto il pavimento si è rinvenuto un piccolo dolio di terracotta (m. 0,74 X 0,54) con sopra un coperchio di altro dolio (m. 0,22 X 0,34). Da qui parte un tubo curvo di terra cotta (lungo m. 0,52; diam. 0,09).
M) Molto rovinato, con pavimento di cocciopisto. Nella parete sud, lunga m. 2,40, quattro ordini di nicchie; i primi due con quattro nicchie in buono stato (m. 0,84 X 0,27 X 0,40) e gli altri due con tre tutte guastate. Nella parete est, larga m. 1,45, tre nicchie a livello del pavimento, delle quali le due laterali eguali alle suddette, e quella centrale rettangolare (m. 0,41 X 0,35 X 0,60) a due olle; davanti a questa parete nel pavimento vi è un buco rettangolare (m. 0,55 X 0,28 X 0,47). La parete nord ha quattro ordini a quattro nicchie. La parete ovest è quasi del tutto distrutta. i Si sono rinvenuti due lacrimatoi di vetro (m. 0,04 X 0,03; 0,08 X 0,03); due vasetti di terracotta, di cui uno ad un'ansa e quattro lucerne fittili, delle quali una con una maschera.
N) Ipogeo di m. 2,60 X 2,60, con la stabilitura dipinta in bianco. Il pavimento è di cocciopisto. A _m. 5,70 sotto il livello stradale si ha una risega larga m. 0,27 X 0,20. Le pareti nord e sud avevano quattro ordini di nicchie ed ogni ordine cinque nicchie (m. 0,37 X 0,32 X 0,35) a due olle ciascuna. La parete est ha sei ordini di nicchie, di cui quattro con cinque nicchie eguali alle suddette, laddove il quinto ne ha cinque piccole ed il sesto cinque mezzane. Eguale è la parete ovest: vi è però il lucernario di m. 0,47 -X 0,70.
O) In cattivo stato. I muri a reticolato erano larghi m. 0,50. Nella parete nord tre nicchie (m. 0,40 X 0,20 X 0,30) a due olle, in un solo ordine; nella parete est, dov'è l'ingresso, guastato, due nicchie male conservate; nella parete sud, dipinta a colori rossastri, cinque nicchie (m. 0,38 X 0,30 x 0,30) a due olle in un solo ordine; nella parete ovest un ingresso con soglia in travertino, all'esterno di m. 0,80 X 0,40; all'interno di m. 0,40 X0,30 X 0,30.
Vi sono state scoperte le seguenti iscrizioni marmoree: 1. (m. 0,33 X 0,13): DIS MANIBVS VETVRIA PHOEBE VIXIT ANN XX HIC SITA EST; 2. (m. 0,16 X 0,13): M L FAVSTVS NN XX pRIMIGENIVS S PIVS FECIT; 3. (m. 0,12 X 0,15): C ROS... C... ANOP...; 4. (m. 0,10 X 0,09): C POM... TVL SC... e inoltre 19 lacrimatoi di vetro, un fondo di vaso di vetro, e lucerne (C. I. L. XV, 6433, 9 (?), 6450 c, 6593 a; leone che assalta un coccodrillo; aquila).
P) In fondo allo sterro dal lato nord si è scoperto un angolo di muro di reticolato, che si prolungava per m. 2,50 da est ad ovest, con un cunicolo di m. 0,47 X 0,80. La fronte ovest è larga m. 1,50 ed al lato nord vi sono tre nicchie, la prima a d. in alto, di m. 0,45 X 0,39 X 0,35, con due olle, la seconda di m. 0,34 X 0,30 X 0,34, la terza di m. 0,49 X 0,36 X 0,36. I muri sono larghi il primo m. 0,60, il secondo m. 0,45.
Allineati di fronte ai colombarii F ed I, alla distanza di m. 1,50 da questi, si
sono trovati, al loro posto, i seguenti cippi di travertino: 1. (di m. 0,98 X 0,48): MANLIA NICEPH AGENS ANNVM V RA HELIVS TATA ET MANLIA MODESTA MAMMA EIVS ET APOLLONIVS NVTRICIVS EIVS; 2. (m. 1,20 X 0,37), a m. 1,18 dal precedente: P TVLLIVS P L L TRAECHIDA TVLLIA PL SPON SA INFR P XVI IN AGR P XII; 3. (larg. m. 0,30), senza iscrizione, a m. 1,77 dal precedente; 4. (m. 1,00 X 0,38) a m. 2,87 dal precedente: FABRICI C L STEPHANI FABRICIA C L PHILVMINA C FABRICI C L EROTI P BVCLEI P L PAMPILI IN FR P XII IN AGR P XI.
Nella terra si sono rinvenute cinque monete, di cui quattro irriconoscibili e la
quinta un medio bronzo di Claudio.
Dante Vaglieri.
Sul corso d'Italia all'angolo del corso Pinciano nell'area dove si costruisce il villino Marignoli si è scoperto al suo posto, un cippo di travertino (m. 1 X 0,30) con la seguente iscrizione: SEX CANINI SEXL PRIMIGENI INFR P X
A m. 7,50 dal muro che limita il Corso d'Italia comincia un muro in reticolato, il quale corre per la lunghezza di m. 27,50 e con cui fanno angolo altri quattro muri che dividevano i singoli sepolcri.
Sono ivi tornati in luce, in situ tre cippi con le seguenti iscrizioni: 1 (fig. n.2) m. 0,70 X 0,40: M CAECILI.M F GAL CORNVEI ET FLAMINIAE L F VXORIS FAMILIAE LEIBERTORVM LEIBERTARVM IN ERONITEE P XX IN AGR P XXIV
2. (fig. n. 3), di m., 0,65 X 0,37: M CAECILI M F GAL CORNVTI ET FLAMINIAE L F VXORIS FAMILIAE LEIBERTORVM LEIBERTARVM IN FR P XX IN AGR P XXIV. Questo secondo è collocato a m. 5,90 dal primo; vale a dire precisamente a venti piedi, qual’ è la lunghezza del monumento, indicata dai cippi terminali. Il muro però che chiude il sepolcro nella parte settentrionale, non istà alla distanza di m. 7, come dovrebbe essere secondo le iscrizioni.
3. (fig. n. 4), di m. 1,20 X 0,30, a m. 0,50 dal precedente: VIN M VALERIVS M L ANTIOCHVS M VALERIO PATRONO ET SIBI INFR PXIIX IN AGR PXIIX
A m. 4,50 dalla fine del muro è stato rinvenuto dr situ (fig. n.5) uno cippo di travertino (m. 0,70 X 0,28) con l'iscrizione: IN FRO P XII IN AGR P XII
Un colombario (innanzi ad A in fig.) aveva nella parete est (lunga m. 2,70; grossa m. 0,65) due ordini, ciascuno con sei nicchie (m. 0,27 X 0,23 x 0,40) ad un'olla; la parete nord (lunga m. 3,70; grossa m. 1,20) ne aveva anche due con quattro nicchie eguali a quelle. Dal lato est vi era un angolo con due nicchie tutte rovinate (m. 0,50 X 0,48 X 0,24), a due olle. Addossato al muro est, è tornato in luce al suo posto (fig. n. 6) un cippo di travertino (m. 1,55 x 0,40), di cui sono state abrase le prime linee, restando sole le indicazioni terminali: IN AGR P XXIV IN FRO P XX
È probabile che questo cippo fosse stato in origine destinato al sepolcro di Cecilio Cornuto, e che fosse stato riadoperato più tardi, quando venne costruito il muro cui era addossato. Le cifre però non corrispondono alle condizioni reali.
Procedendo oltre questo cippo verso nord, allo stesso piano del Corso d'Italia. sono stati scoperti: Un pavimento di coccio pisto (A) dipinto in rosso. Un cippo di travertino (m. 1,30 X 0,50) rinvenuto al posto, al limite dello sterro, sul livello della via (n. 7): DAEMILIVS D L... D AEMILIVS D L ONESI AEMILIA D L GNOME D AEMILIVS D L SABI AEMILIA M L SOSI INFR xP XV INAGR P XV
Un terzo cippo, a m. 16,80 da questo (fig. 1, n. 9), verso la chiesa di s. Teresa, scorniciato e rotto nella parte superiore (m. 0,45 X 0,98): ...MVALY ALR ET SIBI ET SVIS.
Quattro casse in terra cotta con ossa umane, ed ossa umane anche semplicemente in mezzo alla terra. In una di quelle casse, si è rinvenuta una moneta di Probo, il che conferma, che, se i colombarii appartengono solo al primo secolo e al principio del secondo, si sono fatti qui dei seppellimenti ancora nel terzo secolo.
Tra la terra si sono rinvenute inoltre le seguenti iscrizioni.
Si rinvennero pure, oltre un medio bronzo di Adriano, i bolli di mattoni C.I.L. 205, 7545, 1074 (2 es.), 1512a einoltre STAT M ANTIO... IN FIGL ...CIAN probabilmente in figl(inis) [Vic]cianis come in C.I.L. XV, 672; AVG ET SER COS EX PR SAB AVG SALAR sul quale esemplare, che nomina opus Salarese dei praedia dell’ imperatrice Sabina, dovrà correggersi C.I.L. XV, 510, copia male supplita di un bollo frammentato; EX PREDIS FAVSTINES AVG F SIMILI S che dà la lettura completa di C.I.L. XV, 723.
Dante Vaglieri.
Sulla Via Pinciana, nel terreno Ceci, alla profondità di m. 4,78 sotto il piano di quella via e distante da essa m. 20,50 sono stati scoperti al posto due grossi cippi di travertino, uno di m. 1,90 X 0,50; l'altro di m. 1,93 X 0,45, ambedue con la seguente iscrizione: L NVMISIVS A F TRO NVCVLA H S EST IN FR P VIII IN AGR P VIII
Sul Corso Pinciano, nell'area dove si costruisce il villino Peroni, sono usciti in luce parecchi muri di tufo e a cortina. Di questo sterro, non ancora finito, sarà data notizia nel prossimo mese, pubblicandosene insieme la pianta.
Sull'istesso Corso, nell’area dove l'impresa Fonio e Mariani costruisce due villini, a m. 1,30 dalla via ed a livello di questa, sorgeva un avanzo di monumento in tufo (m. 2,10 X 1,18), di cui una parte era stata già scoperta costruendosi la via. Sul lato verso occidente si legge: IN AGR P XX
Dante Vaglieri.
Al Corso d'Italia di fronte al n. 38 (casa Generalizia dei Carmelitani), facendosi la conduttura del gas, a m. 0,70 sotto il livello stradale, si è rinvenuto un sarcofago di marmo bianco con coperchio (m. 2,10 X 0,70 X 0,41).
Dante Valieri.
Sul Corso d'Italia, continuandosi i lavori di sterro per il villino Marignoli, sono stati scoperti altri avanzi di muro in opera reticolata, spettanti ai colombarî, di cui si è parlato nel mese scorso. A quattro metri dal cippo scalpellato (v. p. 6), è tornato in luce un avanzo di colombario, largo m. 3,10 nella parete ovest, m. 4 nella nord; la parete sud, lunga m. 2, conteneva sei nicchie ed
un'olla, tutte rovinate. Sono stati rinvenuti tra la terra: un gran bronzo, un medio bronzo dei Commodo; un lacrimatoio di vetro; un vasetto di terracotta (m. 0,20); i bolli di mattone C.I.L. XV, 465 a, 522, 659 d, 708 a e il bollo rettangolare: C LVSIENI HIL e i seguenti frammenti d'iscrizioni: 1. Frammento di lastra di marmo (m. 0,32 X 0,30): ...IAE AVGE VIX A II FEC TI CLAVDIVS MENIANVS; 2. Frammento di lastra di travertino (m. 0,17 X 0,29): ...ST... AGR P; 3. Id. (m. 0,24 X 0,20): PEDVS ... HOR ... FEC ... ET SVIS O ...
Dante Valieri.
Sul Corso Pinciano, costruendosi il villino Peroni, sono tornati alla luce avanzi di antichi sepolcri ed un tratto di antica strada. Sono state anzitutto scoperte delle costruzioni (A) in parallelepipedi di tufo ad un solo filare, poggiati sul terreno vergine, il cui piano trovasi a m. 1,45 sotto quello del Corso Pinciano. Orientata con queste costruzioni si vide, all'istesso livello del Corso, una stanza con pavimento a cocciopesto (B), nel quale erano infisse delle piccole lastrine di marmi colorati disposte non regolarmente.
Diversamente era orientata la via (C), larga m. 4,20, limitata da due filari di
parallelepipedi di tufo dello spessore di m. 0,60, poggiati anche sul terreno vergine. Il piano della strada (v. fig.) era formato da una massicciata di ghiaia, il cui spessore sotto la saetta è di m. 0,45; questa massicciata era costituita da due strati «di ghiaia, l'inferiore alto m. 0,20, il superiore, di ghiaia frammista con sabbia gialla, m. 0,25. Addossato a questa via era un sepolero (D), con muri a cortina, e due cippi di i travertino (m. 0,80 X 0,35) al posto (1, 2), ambedue con la stessa iscrizione nella È uale è stato abraso il nome del primo proprietario: ...IN FR P XV INTAGR P XX
Alla distanza di m. 16 dal pavimento di cocciopesto (B), nel fare lo sterro per
la buca della calce, sono stati scoperti in situ due cippi di travertino, l'uno accanto all'altro: 1. (m. 1 X 0,30): IVLIA C L FAVSTA; 2. (m. 0,90 X 0,18): L AVIENI VS T L ZETV S EROTIS AVINIA PAT RONO SVO. In quest'ultimo sterro si è rinvenuto pure, oltre a sei olle di terracotta ed un medio bronzo di un imperatore del secondo secolo non identificabile, un altro cippo di travertino (m. 0,60 X 0,25), su cui si legge: P FVLFIDIO P F RVFO P FVLFIDIVS P L.ANTIOCHVS FVLFIDIA P L HEDONE
Dante Valieri.
Sul Corso Pinciano, costruendosi la fogna innanzi al nuovo villino Dari, si sono messi alla luce due cippi di travertino al posto, distanti fra loro m. 0,45, e dal limite del Corso m. 7,80: 1. (m. 0,80 X 0,30): ERENTIA A HERACLONI A TERENTI A L APOLONEI IN FR P XVI IN AGR P XIII ; 2. (m. 1,12 X 0,35): C CVRTILIVS. C.L EVMENES BIESIA Q L SELENIV IN F P XVI IN AGR P XII
Nell'area del villino stesso fra i colombari segnati G e H nella pianta pubblicata a pag. 18, si è scoperto un ipogeo, alto m. 4,75, di pianta molto irregolare, avendo sei lati tutti disuguali fra loro stabiliti in bianco con qualche linea rossa. La parete sud, larga m. 4,05, aveva cinque ordini di nicchie (m. 0,45 X 0,23 X 0,35) a due olle ciascuna, in numero di sei per ordine. Procedendo verso ovest, dopo un angolo di m. 0,88, che forma una piccola fronte, vi sono quattro nicchie quadrate (m. 0,24 X 0,25 X 0,32), l'una sull'altra. Segue un'altra piccola parete, larga m. 1,20, con cinque nicchie rettangolari (m. 0,45 X 0,22 X 0,58), una sull’altra. La parete in fondo, ad ovest, larga m. 1,60, ha cinque ordini di nicchie rettangolari (m. 0,45 X 0,21 X 0,58), due per ordine a due olle ciascuna; dopo un angolo di m. 0,45, seguiva una parete, sempre verso ovest, larga m. 1,35 con quattro nicchie rettangolari (m. 0,50X 0,24 X 0,58), una sull’altra. Verso nord eravi una scala con sette gradini (m. 0,30 X 0,30). La parete nord, larga m. 2,22, aveva cinque ordini di nicchie rettangolari, una nel primo, due nel secondo, tre nel terzo, quattro nel quarto e nel quinto, ciascuna a due olle: seguiva un angolo di m. 0,72 e quindi una piccola parete di m. 0,30 con cinque nicchie (m. 0,30 X 0,20 X 0,39), l'una sull’altra, ad un’olla. La parete est contiene l'edicola (m. 0,90 X 1,90 X 0,70), che dista dalla fine del muro da una parte m. 1,85 e dall'altra m. 1,02: ai lati vi sono cinque ordini di nicchie. Nella volta dell’ipogeo esistevano ancora gli avanzi di due lucernarî. Tra la terra è stato rinvenuto il bollo di mattone C.IL. Z. XV, 509.
Nell'istessa area sono stati rinvenuti: il bollo di mattone: DOL EX FIG PVBLIANIS ARVNTI FELICIS pigna, che conferma la correzione fatta in Not. Scavi, 1892, p. 314 a C.I.L. XV, 423 e i seguenti cippi di travertino: 1. (m. 0,50 X 0,17): ...PAC... EVTYCHIS OECVMENE LIB CIPPOS DE SVO DAT IN F P XII IN A XII; 2. (m. 0,52 x 0,40): CIPPOS DE SVO DAT IN FR P XII IN AG XII
All'angolo sud del villino, a m. 4 sotto il livello stradale si è rinvenuto un piccolo dolio di terracotta (m. 1 X 0,44), murato tutto all'ingiro. Attiguo al suddetto dolio eravi un tratto di conduttura di piombo (lungo m. 1,25; diam. m. 0,03). Sul Corso Pinciano nel fare la buca della calce per il nuovo villino Fonio e Mariani è tornato in luce un cippo di travertino (m. 0,45 x 0,30): ... L PONTIVS L L AVEVS VIXIT ANNOS XI M VIII PONTIA L L HILARA MATER FILIO SVO PATRONO SVO LOCV SEPI VLCHRI.QVC INFERANTVR MVNERI DEDIP QP XII
Dante Valieri.
Al villino Marignoli al Corso d'Italia, nel fare la buca per la calce si rinvenne: un piccolo sarcofago di travertino concavo all'interno (m. 1,20 X × 0,44 X 0,30); accanto a diverse ossa umane un frammento di collana d'oro, costi- tuito da due piccole palle forate (m. 0,02 X 0,01); un MB di Faustina seniore, (Coh.2 289), un MB di Commodo ed uno di Adriano non identificabili e altre tre monete di bronzo non riconoscibili; tre bolli di mattone (C.I.L., XV, 301b, 465 a, 1244 a) e il cippo di travertino (m. 0,78 X 0,30): ATALAN MATE MAMETIVS M L METROPIANE
Dante Vaglieri.
Nell'area, ove deve sorgere il nuovo villino di proprietà del sig. Clemente Vannoni, all'angolo formato dalla via Po (già Corso Pinciano) con una via non ancora sistemata, di fronte al villino Montefiori, che conduce alla via delle Tre Madonne, sono stati scoperti, al posto, due cippi di travertino (m. 1,00 X 0,30 X 0,15), distanti tra loro m. 2,45 con la iscrizione seguente: V MINCVLIA P L HILARA C CARSIDIVS C(rovesciata) L MVRO IN FR. P XII IN AG P XIIX
Adiacenti a questi cippi rimanevano alcuni avanzi di colombario, in opera reticolata e laterizia, il cui orientamento è il solito dei colombarii delle aree circostanti. Un muro (m. 2,10 X 0,40) conteneva tre nicchie (m. 0,25 X 0,27 X 0,33) ad un'olla ciascuna; dopo una risega, larga m. 0,65, si univa ad angolo un altro muro prolungantesi per m. 1,26, con una nicchia (m. 0,60 X 0,35 X 0,65) a quattro olle.
A m. 5 dalla via suddetta non ancora sistemata e a m. 8,80 dalla via Po stata pure rinvenuta, al posto, un'iscrizione di travertino (m. 1,47 X 0,30 X 0,20): CN MATICIVS THALLVS VIX ANN XXX
Nell'istessa area tra la terra, oltre ad un'anfora e due vasetti di terracotta si cs no rinvenute le seguenti iscrizioni: 1. Lastra di marmo (m. 0,25 X 0 110): L CAESIVS L F POL QVADRATVS C IVNIVS L F POL MACER; 2. Cippo di travertino (m. 0,39 X 0,31): CLARA L VITELLI CVSTOS VIGLIARVIX ANN XL ORENTES CONIVGI HIC FECIT ET LOCV EMIT DE SVO; 3. Lastra marmorea (m. 0,34 X 0,14): FABIA C (rovesciata) L ACCEPTA CRISPI; 4. Frammento di cippo di travertino (m. 0,25 X 0,30): P MAREI P F VOL SEVERI ET Q POPPAIDI Q L HILARa; 5. Id. (m. 0,84 x 0,32): ...VIVIA L ... SIBEI E .... VIVIA VIA .... LCALKE IS .... IN FR P XII .... SNC P VII...
Dante Vaglieri.
Nella via Po, allargandosi il cavo perimetrale per il villino Dari, nel lato est è stato messo in luce un avanzo di colombario, di cui rimaneva soltanto un'edicola quadrata (m. 0,50 X 0,50). Sul piano di esso eranvi quattro olle disposte a coppia; le pareti erano intonacate e nel centro avevano dei riquadri dipinti a finto marmo giallo.
Ai lati dell'edicola, esternamente, erano incavati due loculi, larghi m. 0,60, con due olle ciascuno. Verso il lato ovest è stato scoperto un ipogeo di forma quadrilatera irregolare, coperto a volta in pietrame, sopra il quale, a m. 0,45, esisteva un pavimento ad opera spicata. Tra la terra si è rinvenuto un cippo di travertino (m. 1,08 X 0,30): P CAESI TIMOTHI IN F P XII IN AG P XII
Ai punti segnati 7 ed 8 nella pianta pubblicata a pag. 13 si sono rinvenuti due cippi di travertino (m. 0,90 X 0,38; m. 1 X 0,37) con l'iscrizione: IVVENTIA SELENIO IN FRP XII IN AGP XII; Al punto 6 un cippo simile (m. 1,03 × 0,35): IVNIA AL SALVIA SIB ET SVIS IN FRO P XII IN AGR P XII e nel punto 9 un frammento di simile cippo (m. 0,95 X 0,40): GR P XII
Dante Vaglieri.
AI villino Fonio e Mariani, tra la terra, si è rinvenuto un frammento di cippo di travertino (m 0,35 X 0,20): M VALERI ALCIM... SOR...
Dante Vaglieri.
Al villino Ceci, attiguo al basamento di sepolcro di tufo scoperto nel giugno 1906 (Notizie 1906, p. 211), è tornato in luce un altro basamento largo m. 2,95, di cui rimane la sola parte inferiore, costituita di uno zoccolo sagomato che aggetta complessivamente m. 0,46.
Tra la terra si sono rinvenute le seguenti iscrizioni: «1 Cippo di travertino (m. 0,26 X 0,28): M FVFICIVS L L STABILIO A AGRILIVS A F PAL FLACCVS; 2. Frammento di lastra marmorea (m. 0,16 X 0,125): CN TVDICIVS C MARIO TREBONIA CN L ZOSIME; 3. Frammento di cippo di travertino (m. 0,25 X 0,18): ... R C A ... IVS D L ... CLEO ... MAI .... XII; 4. id. (m. 0,25 X 0,18): CL EP.... P F VFI...
Inoltre tre anfore , sei vasetti ed una lucerna, con la rappresentanza di un cane di terracotta. e tre lacrimatoi di vetro.
Dante Vaglieri.
Nello sterro per la costruzione del villino Bruschi nell'area confinante col villino Marignoli al corso Pinciano, a m. 14 dall'ingresso, a livello della via, è tornato in luce un muro a reticolato (m. 2,60 X 0,75), sul quale stavano quattro olle di terracotta (m. 0,30 X 0,22), ripiene di ossa cremate.
A m. 2,20 da questo muro, alla profondità di m. 1 si è rinvenuta una tomba a cassa rettangolare di terracotta, orientata da est ad ovest (m. 1,75 X 0,46 X 0,30); un'altra, a m. 12 di distanza da questa, era orientata da sud a nord (m. 1,50 X 0,50 X 0,38).
A m. 6,65 dal primo muro, a m. 14 dall'ingresso, si è rinvenuto al posto un cippo di travertino (m. 1,02 x 0,32): C VIBVLENI C F GAL FLACCVS VIBVLENA C F PRIMA P CLIVIVS L C (rovesciata) DIOGENES IN AGR P XII IN FRO P XII.
Qui si sono rinvenuti pure tre frammenti di una lapide scorniciata di travertino (m. 0,84 X 0,45): IN FR P XII INAGR P XII, un frammento di antefissa (m. 0,20 X 0,22) e due lucerne di terracotta, ciascuna con coperchietto di osso bianco, che si può sollevare per mezzo di un uncinello di piombo sotto una di esse si legge: STRAMVS
A m. 21 in linea diretta dall'ingresso vi era un vano con volta rotta (m. 2,30 X 1,80), a muri misti (di m. 0,90). Qui si è rinvenuta l’iscrizione su tavola di marmo (mm. 0,88X 0,27): D M VALERIO SERAPIO LIBERTO BENEMEREN.. VIXIT ANN XII M Il D XX F... VALERIVS VITVS PATR...
Dante vaglieri.
Nello sterro per il villino Montefiori si è scoperto un cippo di travertino (m. 0,82 Xx 0,33) con l'iscrizione: P CORNELI P L P...MPHILI
Dante vaglieri.
Nell'area del villino Fonio e Mariani si è rinvenuto un frammento d'iscrizione in travertino (m. 0,34 X 0,20): MILITAVIT.... VIXIT ANN...
Dante vaglieri.
Nei cavi del villino Ceci si videro molti avanzi di muri a cortina, reticolati e a blocchi di tufo ed una tomba a cappuccina.
È Si rinvennero nella terra le seguenti iscrizioni: VD VETVRIVS D L DIOG D D LNICEPOR V VETVRIA D L FEDRA DE SVA PECVNIA FACIVND COIR SIBI ET PATRONO ET CONLIBERT ET LIBERTO NICEPOR CONLIBERTVS VIXIT MECVM ANNOS XX PVRPVRARIA MARIANEIS D VETVRIVS D C (rovesciata) L PHILARCVR; 2. Targa marmorea (m. 0,16 X 0,095): CALISTE CLODIA; 3. Cippo marmoreo con l'iscrizione entro cornice (m, 0,47 X 0,26): FORTVNATO V A VIIII PHILLIS VA XXXXV FEC EVTYCH VS CONSERVAE ET FIL BENE MERENTI 4. Lastra marmorea (m. 0,36 X 0,20); DIS MANIBVS HYMNVS CONTV BERNALI KARISSIMIS NEMESIDI FECIT 5. Id. scorniciata (m. 0,28 x 0,24): S... SCOPE VIXIT ...VIII MQLVSCIVS ...VS CONIVGI ...E BENEMEREN ...T SIBI POSTERISQ; 6. Id. (m. 0,20 X 0,28): A OFILLIVS ATHENIO I... OFILLIAE ARETHVSAE PATRONAE SVAE BENEMERENTI; 7. Id. (m. 0,15 X 0,10): SAGARI F... OSSA HIC SIT; 8. Id. (m. 0,16 X 0,10): TETTIA... CALITYCH ; 9. Id. (m. 0,17 X 0,09): D M ...A G ....PRIM ...ENTI ...VETTIA ...ONI; 10. Id. (m. 0,27 X 018): M VIC... FECIT ... COLIBI...; 11. Id. (m. 0,40 X 0,28): VLLIAED.... VAE VERNV... bENE MERENTI PO... VERVNT QVAE V... ANN VII M.V.D.V
Dante vaglieri.
Al villino Marignoli sul Corso d'Italia, si sono rinvenuti i seguenti frammenti di lastre marmoree: 1. (m. 0,15 X 0,07): ...D Fabi... ...Feci...; 2. (m. 0,10 X 0,08): ...ILIVS...; 3. (m. 0,19 X 0,11): ...SIMEPA ...MFECE ...POSTERIS ....SVIS; 4. (m. 0,10X 0,12): ...TIA ...L ....CAPIS; 5. (m. 0,24X 0,20): ...SIMI ...VSPATE ...N IIII M....; 6. (m. 0,10 X 0,06). 7. (m. 0,12X 0,10). Inoltre un architrave di marmo bianco con bella cornice, timpano dentellato con corona nel centro (m. 1,05 X 0,25 X 0,008).
Dante Vaglieri.
Nello sterro per la costruzione del nuovo villino Bruschi, è stato messo in luce a m. 1,50 sopra il piano della via Po (già Corso Pinciano) un piccolo tratto di pavimento a mosaico formato di tasselli neri, tra i quali sono incassate, non simmetricamente, delle piccole lastrine di marmo bianco. Qui si rinvenne pure: 1. Lastra marmorea in tre pezzi (m. 0,29 X 0,09): P CELeriNIVS MELPOMeNVS; 2. Frammento di lastra marmorea (m. 0,09 X 0,08): LIGA... P...; 3. Id., scorniciata (m. 0,20 X 0,12): ...NIVS ...NEVS; mattoni con bolli (C. I. Z. XV, 674, 762a, 863, 1189), un'anfora (m. 0,65 X 0,38) ed un frammento di piccolo coperchio d’urna cineraria (m. 0.23 X 0,22) con bella cornice, e ornamento a fogliame nella. fronte.
Dante Vaglieri.
Al Corso Pinciano, nell'area del villino Vannoni, è stato scoperto un pozzo an-
tico costruito con pietrame e frammenti di mattoni, a poca profondità, distante dal
marciapiedi m. 25. Esso aveva m. 0,70 di diametro e nella parte inferiore, cioè a
circa m. 4 sotto il piano del Corso Pinciano, aveva una sezione quadrata. A questo punto si apriva verso est una camera, cui non è stato possibile di accedere.
Dante Vaglieri.
A via Po già Corso Pinciano nel cavo perimetrale a nord della nuova villa
Ceci, alla profondità di tre metri dal piano di campagna, si è trovato al posto un cippo di travertino (m. 0,92 X 0,31) con l'iscrizione: L LVCRETIVS L L HERMIA IN FRON P XII IN AGRVM P XII
Tra la terra si è rinvenuto pure: una cassa di terracotta (m, 0,22 X0,30); il bollo di mattone C.I.L. XV, 1129; un frammento di terracotta (m. 0,26 X 0,21) su cui si vedono un satiro che pigia uva ed un altro che tiene una cesta piena di uva; una macina (m. 0,52); un frammento di lastra marmorea (m. 0,28 X 0,19) con l'iscrizione: corona ...IO HERMETI ...NO ET FABIAE ...E COLLIBERTA ...FECIT ...FORTVNATVS ...ERISQ EOR ... AP VIII
Dante Vaglieri.
Nell'area del villino Marignoli si sono scoperte le seguenti iscrizioni: 1. (m. 0,47 X 0,37), scorniciata: D M VLPIO CHARITONI FILIO QVI VIX ANN IIII MEN III DIE XXV VLPIVS EVTYCES. ET IV NIA ROMANA PARENTES FE CERVNT ET SIBI ET LIB LIBER TABVSQVE POSTERISQVE EORVM; 2. (m. 0,47 × 0,30), con lettere rubricate: L FL FABRICIO IANVARIO INFANTI DVLCISSIMO Q V AN VI MII D. VI FL IANVARIVS ET CAECI LIA FABRICIA PARENTES FILIO B M F; 3. (m. 0,17 x 0,17): chRYSIPPVS ...RGAMIS sic; 5. (m. 0,10 X 0,11): ...IVNIA MVRT...; 6. (m. 0,11 × 0,10): ...E...ST... T CON... LIBE
7. (m. 0,20 X 0,17): ...SSIM... LVSPATE ...anN IIII; 8. (m. 0,10 X 0,8): ... K ...WTHC ...AC ETH E
Dante Vaglieri.
Nell'area del villino Marignoli, a via Po, per le fondazioni del scuderia, si è scoperto un cippo di travertino (m. 0,35 x 0,20): ...L NICEP... ...ORFABEI... ...RAEPAP...
Sono tornati in luce pure un sarcofago di terracotta (m. 1,90 X 0 42) e, a m. 1,50 sotto il piano di Tn para uno marmoreo (m. 1,90 X 0,45 X 0,37) con coperchio a schiena d'asino, sotto cui è incisa la lettera N Ed inoltre nell'area istessa frammenti d' iscrizioni su lastre marmoree: 1. (m. 018 X 0,08). È conservata solo la cornice a destra. su cui è scolpita una colomba su un albero e sotto uno scheletr). Al di sopra di questo si legge l’acclamazione: ET TV AD HOC; Intorno ad acclamazioni simili v. De Ruggiero, Diz. epigr. I, s. v. adclamatio. 2. (m. 0,16 X 0,10): ... A VXSOR SOCIATA AMORE CONSTI | ...RETIVS CN L | ...OSSIBVS ET CINERI | ...RGVRVS; 3. (m. 0,14 X 0,10): CAES... CN L SALV... VALI...; 4. m. (0,13 X 0,16) a lettere rubricate: IVLIA C I | MILESI; 5. (m. 0,06 X 0,10): L IVVE...; 6. (m. 0,14 X 0,12): LVSCIA H.... | COLLIBEI.... | MERENTI... Sopra si vede la parte inferiore di una figura vestita in rilievo. 7. (m. 0,20 X 0,05): ILARANERIA
Dante Vaglieri.
A via Po, nello sterro per le scuderie del villino Marignoli sono tornate in luce le seguenti iscrizioni: 1. Frammento di lastra marmorea 6. Id. (m. 0,13 X 0,14): F POM vixit ann...I M A XVI; 2. Id. (m. 0,10 X 0,11): 2. Id. (m. 0,10 X 0,11): 2.GERMANIC ...IS CONIVNX ...A EST ANNIS ...SIM QVANTO ....COGNITA AV MC; 3. Id. (m. 0,29 X 0,06): L ALFIVS... SOCR...; 4. Id. della stessa: ALF... SIB...; 5. Id. (m. 0,15 X 0,12): BILIA... C(rovesciata) L... AB; 6. Id.: P. CERVONIVS... P L NOTH...; 7., appartenente all'istessa iscrizione: P CERVONIVS... VS...; 8. Id (m. 0,05 X 0,07): CORNEL. i a VIX OLLA D; 9. Id. (m. 0,30 X 0,16): T CORNELIVS T LRVFIO; 10. Id. (m. 0,09 × 0,10): EGLO... MA... EI…; 11. Id. (m. 0,29 X 0,18): VLENI EGLOGE ANCIL ASTRAGALO SVAE PATRI SVO XXV D D VIV; 12. Id. (m. 0,10 X 0,13): VIAE ELAPIC VIAE HELEN; 13. Id. (m. 0,12 X 0,14): ...ILLIVS ... EROS ...R OL D; 14. Id. (m. 0,07 × 0,04): C E...; 15. Id. (m. 0,10 X 0,12): et SVIS ...LARIC ...S VO FECIT C FABR; Dall'altro lato: ...DIVS ...TVS ... ESE VII ... NNT ... ES EIVS; 16. Id. (m. 0,12 X 0,10): IVI... THYRA... SALAC...; 17. Id. (m. 0,24 X 0,20): ...VLEIV ... ADVS ... SIAE IVCVNDAe ...ORI PIISSIMAE; 18. Id. (m. 0,12 × 0,09): ...S LEPOTIS L VS; 19. Id. (m. 0,18 X 0,11): PECVLIARIS QVIS ACERBVS NVQY FVIT NISI QVA M EST VIXIT A X 20. Id. (m. 0,27 X 0,10): M PIVS M L APOLLONIVS; 21. Id. (m. 0,10 × 0,09): P SAB ... STA ... V; 22. Id. (m. 0,08 X 0,12): ...TIMI ... F CI ...EVER...; 23. Id. (m. 0,16 x 0,09): ...VS ...XSOR ...FECIT V; 24. Id. (m. 0,10 X 0,10): ...ATIVS ...CINAS; 25. Id. (m. 0,10 X 0,08): ...CE ...VIII; 26. Id. (m. 0,10 X 0,10): ENVS; 27. Id. (m. 0,04 X 0,08): ...VS ...I; 28. Id. (m. 0,10 X 0,10): ...RIVS ...LLA; 29. Id. (m. 0,07 X 0,12): ...EIA...PE ...XXV; 30. Id. (m. 0,10 X 0,12): ...ONIA ...L ... PIS; 31. Id. (m. 0,15 x 0,11): ...ICI IL... ODAMI... (sic); 32. Id. (m. 0,10 × 0,10): ...TIF V... ANN V...; 33. Id. (m. 0,10 X 0,08): ME ...VO PIISSV...; 34. Id. (m. 0,15 X 0,07): ...CVS ...XIT ...O CIT...; 35. Id. (m. 0,09 X 0,17): ...NAI... All'istessa lapide appartiene il frammento: 36. Id. (m. 0,19 X 0,10): ...SIAE MATRI ...D VIXIT ANN...; 37. Id. (m. 0,20 X 0,14): ...T L D I ... PE SVIS FAV ...
Dante Vaglieri.
In via Po, nel terreno Vannoni, si sono scoperti tre cíppi di travertino, che non ho potuto vedere, essendo stati subito distrutti. Delle iscrizioni che si erano incise, ho avuto i seguenti apografi: 1. (m. 0,85 X 0,28 X 0,10): DIS MANIBVS C. APONIVS ERACLA VIXIT ANNIS XL FECIT APONIA COIVX CARISSIMO BENEMERENTI 3. (m. 0,37 X 0,38 X 0,11): V... | ...IW DECIV... | ...D F CO... | ...NP L CINIV... | ...AMPHIO... | ...V.DECIA... | ...ART; 2. (m. 0,15 x 0,22 X 0,09): C VICIRI C CL ERON VIVIT IN FRONTE P XIIX IN AGRVM. P. XX IN NNS L COMOE.
Dante Vagliri.
In via Po, nel terreno di proprietà dell'avv. Gervasi, attiguo al villino Peroni e alla cavallerizza Angelini, facendosi uno sterro, si sono rinvenuti i seguenti oggetti di terracotta: tre urne cinerarie: due lucerne semplici; una tarza alta m. 0,08 e larga m. 0,10; un vasetto in forma di calice, alto m. 0,18 e largo m. 0,11. Inoltre è stata recuperata la seguente iscrizione: V C CARIILIVS C L PILI PO VIITTIA C (rovesciata) L CRISTII ATINAIS C L IN FROTII PXII A XII (sic)
Angiolo Pasqui.
Facendosi un cavo a Via Po, nel terreno del sig. Calderai, poco discosto dalla cavallerizza Angelini, si sono scoperte tre tombe a cappuccina, e un tratto di muro lungo m. 3 e alto m. 0,49, formato di blocchi di tufo squadrati. Accanto a questo muro si è rinvenuto un cippo di travertino di misura m. 1,05 X 0,35 X 0,10 e che porta la iscrizione: P TVRPILIVS P PL TRVCVNDA Tornarono a luce inoltre un coperchio di urna cineraria, a due spioventi, nel cui timpano è scolpita una face; quattro tegoloni, dei quali due portano impresso il bollo C.I.L. XV, 1035 ed uno il bollo ib. 813 a ed un quarto con bollo illeggibile.
Nella stessa via Po, gettandosi le fondamenta di un villino di proprietà della signora Rosa Apannati, si è rinvenuta la parte superiore destra di una lastra marmorea scorniciata (lungh. m. 0,31, largh. 0,15) nella quale si legge: TVS SIBI ET posteRISQ SVIS feCIT
Angiolo Pasqui
L'area compresa tra le moderne vie Salaria e Pinciana ed il Corso d'Italia è ben nota agli archeologi per la grande quantità di iscrizioni sepolcrali che vi si sono rinvenute in ogni tempo, provenienti da un vastissimo sepolcreto (cfr. C.I.L., VI, 3439, Notizie degli scavi, 1899, pag. 51, 78, 131; 1900, pag. 499, 574, 634). Il marchese Alberici ha acquistato recentemente un tratto di terreno compreso in quell'area, e precisamente quello confinante con la cavallerizza Angelini, con la proprietà del marchese Marignoli, con la chiesa di s. Teresa, e con il Corso d'Italia.
Egli ha fatto ivi eseguire degli sterri per costruire un villino. Si sono così messi allo scoperto gli avanzi di tre colombarî, costruiti parte in muri di opera reticolata e parte in muri laterizî, orientati come quelli scoperti precedentemente. Tali colombari hanno loculi semicircolari e quadrangolari per una sola olla e non presentano alcuna particolare caratteristica. Offro qui intanto (fig. 3) la loro pianta, nella speranza che di questo sepolcreto romano, che si è riconosciuto essere il più denso che sia mai tornato in luce venga finalmente pubblicato un esatto rilievo. Il colombario meglio conservato è quello a nord-est; e all'angolo nord-est di esso, che corrispondeva alla distanza di m. 23,90 dal fianco occidentale della chiesa di s. Teresa. fu rinvenuto ancora al proprio posto un cippo di travertino, alto m. 0,80 e largo m. 0,30, nel quale era incisa la seguente iscrizione: SOCIORVM IN FR P· XXIV IN AGR P XXIV Fra la terra e i muri rovinati si sono rinvenute le seguenti iscrizioni.
Ettore Ghislanzoni.
Proseguendosi gli sterri per la costruzione del villino del marchese Almerici presso la chiesa di s. Teresa al Corso d'Italia si sono scoperte varie iscrizioni sepolcrali.
Nell'angolo occidentale delle fondazioni dello stesso villino Almerici, si scoprì a m. 5 sotto il livello stradale una serie di cunicoli alti m. 0,60, larghi m. 0,50, in tutto simili ad altri già veduti in quei pressi. Facevano parte del locale sepolcreto,
costituendo una rete di ipogei pagani. Frammiste alla terra apparvero molte ossa umane.
Angiolo Pasqui.
Avanzi di colombarî i quali facevan parte del grande sepolcreto che estendevasi presso la Porta Salaria, si sono scoperti eseguendosi gli sterri per le fondazioni del villino del maestro Mascagni in via Po.
I muri erano di opera reticolata e conservavano qua e là nicchie per due olle. Fra la terra si sono rinvenute varie iscrizioni.
Angiolo Pasqui.
Nel fare un cavo per le fondazioni del villino Benci in via Po, fu trovato, a m. 10 dalla strada, ancora a posto, un DLL sepolerale di travertino (m. 1,48 X 0,88% 0 ,21) con l'iscrizione: C INS C F LEM. CAPITO SIBI ET SVIS SAVERIA C F IN FRONTE P XII IN AGRO P XII.
Angiolo Pasqui.
A via Po, nel cavo centrale praticato per le fondazioni del villino Celati, sono stati vednti dei muri a reticolato, di colombaio già manomesso, con qualche olla fittile ancora a posto ed altre numerose fuori di posto, intere o frantumate.
Si rinvennero inoltre molte anfore fittili di varia grandezza, e vasi anche fittili di varie forme e dimensioni; un'urnetta cineraria di terra cotta (m. 0,20 X 0,27 X 0,23); un bel vaso di vetro con manichi a doppio cordone (m. 0,14 X 0,13), ed una lucerna fittile con bollo C.I.L. XV, 6517 b.
Vennero infine estratti: 1. Una lastra marmorea frammentata con iscrizione (m. 0,37 X 0,18 X 0,02): g g ALLEINVS Q L PARATVS | P FANNIVS. P L HILARVS FANNIA P L PRIMA (sic) 2. Un cippo sepolcrale di travertino (m. 1,27 X 0,30 X 0,12): M AERIVS QF POL MERVLA IN FR P XII IN AGR P XV; 3. Un altro cippo frammentario di travertino (m. 0,80 X 0,33 X 0,08): a GELLIVS A L EROS IN FRO P XII IN AGR P XIIII; 4. Un frammento di lastra marmorea con iscrizione (m. 0,43 X 0,15 X 0,04): CIVLIVs VIX it IVGI EIVS; 5. Un altro frammento id. id. (m. 0,11 X 0,10 X 0,02): CAF VIX A FORTVN NOS. XI M; 6. Un cippo di travertino, molto corroso nella parte superiore, con iscrizione (m. 0,95 X 0,34 X 0,09): CNSALONIVS Cn.l. MITRODAS SALOnia CN CALETYCE L MARIVS. LL FELIX MAETENIA L.L MELINE IN FR P XII IN AG P XII; 7. Un titoletto di marmo bigio con iscrizione, poi segato in quadrato nel mezzo (m. 0,30 X 0,22 X 0,07): Q T... TV... NO... TIB... | ...Q L ...N ...N ...SA; 8. Due frammenti di lastra marmorea (m. 0,27 X 0,22 X 0,04), inscritti in greco; 9. Un coperchietto di marmo di urna cineraria, concavo al centro, con cinque fori (m. 0,14 X 0,14 X 0,02): T R C L; 10. Un frammento d'iscrizione sepolcrale (m. 0,13 X 0,13 X 0,03): GET lius... | ARIAI... | ENTE..; 11. Altro frammento id. id. (m. 0,20 0,17 X 0,17): ...NIO... LICINI CVM... SIBI ET... POSTERI...; 12. id. id. id. (m. 0,44X0,19 x 0,05): ...THE | ...SIMI | ...QVI VI | ...XXV SVI | ...T SIBI | ...QVE | ...XII
Si rinvennero infine alcune tegole e mattoni con i bolli C.I.L. XV, 624, 821 a, 1042, 1175, 1563 a, ed una lucerna col bollo C.I.L. XV, 6591a.
Angiolo Pasqui.
Nel terreno di proprietà del collegio dei ss. Pietro e Paolo in via Isonzo, nel demolire un tratto di muro, fu messa allo scoperto una lastra marmorea in forma di stele (m. 0,60 X 0,25 X 0,07); vi si legge: ONESIM VS TATA GALATIAE VIXIT AN III M VIIII DIES XII ET ET SYNTROPHO PAT ACTE MATRI (sic)
Si trovarono anche un frammento di sarcofago con la figura di un fanciullo che ha in mano un otre; un pezzetto di cornice (m. 0,25 X 0,10), tre anfore fittili, due olle ed un frammento d' iscrizione (m. 0,19 X 0,14 X 0,04):M... | ...S ECV... | ...RVS...
Angiolo Pasqui.
In via Po angolo Via Tevere, in un cavo per le fondazioni centrali del villino Sleiter, a m. 11,25 dalla via ed a m. 3 sotto il livello stradale, si scoprì un'antica conserva di acqua lunga m. 7,90, larga m. 2,25 ed alta fino all'imposto della vòlta m. 1,79, fino al cervello della vòlta ra. 2,50. I muri hanno lo spessore di m. 0,50 e sono a sacco, a scaglie di selce, rivestiti da uno spesso intonaco di astraco che conserva le traccio dei vari livellamenti dell'acqua.
La volta, evidentemente rifatta in epoca tarda, è a sesto ribassato con rinfiammi. Intorno al pavimento, anche di astraco sparso sopra uno strato di pietrisco, gira un cordone alto m. 0,06, mentre sotto l'imposto della vòlta corre una slabbratura a gola. Presso il termine sud del lato lungo orientale (fig. 1, lett. B) è praticata l'apertura di scolo alta m. 0,27, larga m. 0,22. In epoca più tarda, quando fu rifatta la vòlta, la conserva d'acqua fu adibita ad uso di ossario d'animali. Vi fu fatto presso l'angolo meridionale un chiusino, alto di forma circolare, rivestito con un grande anello di terracotta che sorregge un dolio segato a metà, la cui apertura formava la bocca del chiusino. Dalla parte di questo chiusino la conserva d'acqua è stata trovata riempita di una enorme quantità di ossa di cavalli e di cani.
Nel cavo per il muro perimetrale dello stesso villino si vedono i resti di un colombario (fig. 1, lett. D) con i muri a reticolato e con tre strati di nicchie racchiudenti ancora le olle cinerarie. In epoca posteriore, essendo occupata per intero la parte orientale ed occidentale delle olle, per guadagnare spazio, fu addossato al già esistente un altro muro (fig. 1, lett. E), ed anche esso fu poi coperto di nicchie contenenti le olle. Nella parte settentrionale si apriva un angusto ingresso (fig. 1, lett. F) con l'architrave e la spalletta in travertino. Non se ne potò scoprire la soglia; si videro però i fori per i cardini dell'imposta.
Al Corso d'Italia, nello sterro eseguito per la costruzione di un nuovo villino di proprietà del marchese Almerici, si misero allo scoperto avanzi di colombari costituiti da un muro a cortina, lungo m. 4, e che fa angolo con un altro muro lungo m. 3,60 e forma un vano con un terzo lungo m. 1,45. Dal lato opposto si prolunga per m. 4,60 un muro a reticolato formante angolo con un altro muro simile, lungo m. 2,15.
Segue un altro muro a reticolato, lungo m. 3, in cui sono praticate due nicchie contenenti olle fittili (m. 0,60 X 0,50 X 0,35).
In via Po, eseguendosi i cavi per la costruzione del nuovo villino del principe Di Frasso, a m. 0,80 di profondità si è scoperta una camera sepolcrale, lunga m. 7,05, larga m. 2,95, con i muri in opera reticolata dello spessore di m. 0,55. Il pavimento era a coccio pesto, e su una delle pareti si videro i resti di un'edicoletta con due colonnine ancora a posto. All'esterno, incastrati nel muro, degli angoli della camera restavano ancora due cippi di travertino alti m. 1,40, larghi m. 0,39, con iscrizioni. Ivi presso si rinvenne un sarcofago di marmo greco, mal conservato, lungo m. 2,10, largo m. 0,74, profondo m. 0,65. Sulla fronte sono rappresentate due figure muliebri che sostengono il clipeo centrale con entro il ritratto del defunto.
Porta Salaria viene demolita per esigenze di viabilità. Vengono spostati nelle vicinanze anche i sepolcri riscoperti con la prima demolizione del 1871.
Durante gli scavi per la costruzione di una palazzina tra via Livenza e via Po, viene scoperta una struttura ipogea del IV secolo d.C., con pitture e mosaici e con una forma quasi di circo. La costruzione si trovava nel mezzo del sepolcreto Salario, a cinque metri sotto il livello della omonima. Segue la relazione di R. Paribeni:
Nei lavori per le fondazioni delle case tra le vie Po, Livenza e Isonzo, erano apparse alcune tracce di un muro a pianta ellittica costruito a tufelli e mattoni, che, per essere però ridotto in troppo deplorevoli condizioni di conservazione e per la grande profondità alla quale veniva a trovarsi, non fu potuto seguire e porre completamente in luce. Su buona parte dell'edificio, che era da quel muro definito, si lasciò pertanto costruire una nuova casa della Cooperativa « la Fiducia », senza che nei pozzi di fondazione apparissero cose degne di qualche interessamento.
Quando successivamente si iniziarono nuove costruzioni dalla Società edile industriale Felice Visetti, apparvero tratti meno logori di muri, che, grazie ai buoni rilievi presi a suo tempo dal valente nostro topografo sig. E. Gatti, ci avvedemmo essere in relazione con le parti dell'edificio già prima vedute.
Né solo si ebbero scoperte di muri e di scale che discendevano a piani notevolmente inferiori al livello dell'antica Salaria, ma sulla parte più alta di quella scala si rinvennero anche antichi oggetti che qui elenco:
Statua in marmo lunense di donna stante, priva del capo e di parte delle braccia che erano lavorate a parte e inserite. La figura veste tunica manicata, lunga sino a coprire abbondantemente i piedi, e palla che lascia scoperta la parte superiore del torso, ed è tenuta raccolta intomo alla vita dal braccio sinistro, dal quale penzolano gli ampii e lunghi orli. L'elegante disposizione del mantello è più volte replicata nella statuaria antica, La nostra figura è molto probabilmente una statua sepolcrale di donna romana, e non eccede il comune valore di quella scultura di carattere industriale.
Parte di figura muliebre con mantello poggiato a groppo sulla spalla sin. La più importante cosa di questo frammento è la materia nella quale è stato lavorato, che è gesso posto attorno a uno scheletro in muratura (pezzi di mattone e calce).
Profittando pertanto del tratto di intercapedine tra le costruzioni della Cooperativa ola Fiducia» e quelle della Impresa Visetti, si deliberò di compiere una più ampia ricerca, della quale affidai la direzione al sig. Edoardo Gatti con l'aiuto dell'assistente Pietro Mottini e del custode Giuseppe Verduchi. Dello zelo intelligente dei quali ebbi, anche questa volta, grandemente a lodarmi.
L'edificio che venne a rilevarsi ha una pianta quasi circiforme e quasi perfettamente orientata, è lungo ben ventuno metri e largo sette. I muri sono costruiti a filari di piccoli parallelepipedi di tufo che si alternano ogni tanto con un filare di mattoni, una foggia di costruzione che si può generalmente ammettere siasi in Eoma usata con una certa larghezza non prima del sec. Ili d. Cr., e che si fa poi più frequente man mano che si scende verso la fine dell'età classica.
I muri sono conservati per un'altezza massima di m. sette e mezzo, senza che appaiano tracce di copertura ne a volte né con travi. Dal piano della via discendeva, con più rampe, una scala; ne son conservate parte della penultima rampa e tutta l'ultima con sei gradini in travertino larghi m. 1,15. (pedata 0,25 ; alzata 0,30). Sull'arco, che dalla rampa più alta mette al pianerottolo prima dell'ultima rampa, è murata un'iscrizioncella sepolcrale OBELLIVS CHAERIA HERMOGENES FECIT
La scala adduceva a una vasta aula con pavimento a pezzi di lastre di marmo di varie grandezze. In corrispondenza a due pilastri sporgenti in muratura sono due gradini in travertino, larghi quanto tutta l'aula, che attestano come il resto di questa, che noi non abbiamo potuto vedere, era ad un livello alquanto pni alto. Nel tratto scoperto due porte conducevano ad altri ambienti posti a levante della grande aula, e che pure non abbiamo potuto visitare. Anche sulla parete occidentale si era tracciata nel muro una porta che aveva persino l'arco di scarico sopra la piattabanda e due feritoie sopra l'arco. Ma non vi fu mai un vero passaggio, che subito di là dallo spessore del muro la porta è otturata dalla roccia tufacea naturale.
La più importante parte dell'aula sembra sia stata quella che la buona sorte ci ha almeno in parte conservato e permesso di scoprire: cioè il lato breve rettilineo verso settentrione (vedi fig. 4). Si apre in quel lato sotto la penultima rampa di scale, non esattamente sull'asse centrale dell'aula, una nicchia alta m. 1,80, larga 1,14, che poteva pertanto accogliere una statua poco minore del vero.
Con la pittura era simulata piuttosto grossolanamente una rivestitura della nicchia in marmo numidico (giallo con venature di rosso pallido). Nella cuffia della nicchia è rappresentata una fontana con uccelli. Sopra un bacino quadrato è un ricco kaniharos, in mezzo al quale sorge il saliens.
Sull'orlo del vaso, a sinistra, è posato un uccello che volge indietro la testa; a destra si avvicina volando un altro uccello che tende il collo verso l'acqua come per desiderio di bere. A terra sono altri due uccelli simili vicino a piante fiorite. Gli uccelli coloriti in bianco e turchino sembrano essere palombe.
Ai lati della nicchia erano figure dipinte. Nello spazio maggiore, a sinistra di chi guarda, è la figura di Diana, con diadema e corona di lauro, vestita di chitonisco rosso e mantelletto velificante color rosa, con alte calzature da campagna [èvÒQoniófg >, tenendo nella sin. l'arco e in atto di estrarre con la destra una saetta dalla faretra che le è appesa alle spalle.
Ai suoi piedi, da un lato un cervo, dall'altro una cerva in fuga. Nello sfondo paesaggio silvestre con alberi e arbusti. Dall'altra parte della nicchia, in un campo più ristretto è una graziosa figura di Ninfa compagna di Diana, vestita di chitonisco rosso e con diadema aureo tra i capelli, pure con faretra dietro le spalle, che si appoggia con la sinistra a un'asta, e con la destra carezza il muso di un capriuolo.
Nello sfondo sono anche qui alberi. La figura di Diana è alta m. 1,17 ; l'altra della Ninfa m. 1,00. L'una e l'altra ricordano motivi statuarii: l'una in modo quasi perfetto l'Artemide cosi detta di Versailles; l'altra, come reminiscenza più lontana, una qualche figura di Amazzone.
Ancora pertanto ai frequentatori di questo luogo sotterraneo dava diletto o ispirava religioso compiacimento mirare la vergine Artemide saettante i cervi su per i gioghi del Taigeto o dell'Erimanto in mezzo alle sue ninfe, bella ira le belle, così come l'aveva cantata, oltre dieci secoli prima, il divino Omero.
Gettata giù alla brava con rapide pennellate, un po' sovrabbondante di toni rossi nelle vesti e nelle carni, fa l'impressione di una certa volgarità. Piìi interessanti forse che le figure mi pare che siano le impressioni paesistiche, rese con disinvolta bravura e con non comune spigliatezza, a macchie, con una tecnica larga da scenografo, che non siamo molto abituati a vedere nella così scarsa mèsse di antiche pitture rimasteci.
È difficile poter dare con un minor numero di pennellate l'impressione dell'aspetto di un bosco. E l'importanza stessa che lo sfondo paesistico assume, non è in alcun modo comparabile alla modestissima parte che al paesaggio è riservata in quella pittura antica del I sec. dell'Impero, la quale, grazie all'eruzione vesuviana del 79, è l'unica nella quale la nostra documentazione non sia del tutto insufficiente.
Sotto il piano della nicchia, in posizione non centrale, è una piccola feritoia per emissione di acqua che, rimbalzando su una scaletta marmorea, cadeva in un grande vascone. Il vascone, eccentrico anch'esso e obliquo rispetto alla sala, rispetto alla nicchia, e rispetto allo stesso foro di emissione dell'acqua, ha forma rettangolare non molto ampia (m. 2,90 X 1,70) ma notevolmente profonda (m. 2,50).
Le pareti della vasca hanno il consueto intonaco di cocciopesto ; il piano è formato di tegoloni bipedali, due dei quali recano il noto bollo Claudiana col monogramma costantiniano.
Si poteva raggiungere il piano della vasca per mezzo di quattro gradini, irregolari e diversi uno dall'altro per alzata e pedata, il primo dei quali si trovava a m. 1,15 sotto l'orlo. Nel piano del primo gradino sotto l'orlo della vasca erano state messe in opera due stele marmoree iscritte.
La prima iscrizione ricorda un pretoriano, la seconda ne ricorda tre, tutti nativi del municipio di Celeia nella provincia del Regnum Xoricuni, arruolati cioè nelle coorti pretorie, dopo che Settimio Severo ammise in così eletta milizia anche i provinciali. La centuria Piseni della cohors IX è ricordata in un'altra iscrizione di un pretoriano spagnolo, anch'essa di questo stesso sepolcreto Salario (').
L'acqua era mantenuta nella vasca per un'altezza di m. 1,40 perchè solo a m. 1,10 dall'orlo si trova il foro di emissione, con tubo di terracotta che immetteva in un fognolo in muratura ; potevasi però vuotare interamente la vasca, e con molta rapidità, grazie a una grande apertura a saracinesca presso l'angolo N-W, alta m. 2,23, larga 0,35, con spallette di travertino, entro le quali scorreva la lastra di chiusura, probabilmente metallica, ora asportata.
La massa d'acqua contenuta nella vasca, una volta aperta la saracinesca, poteva defluire in un cunicolo arcuato ricavato dalla roccia tufacea, alto m. 1,90, largo 0,70, il cui piano si trovava a circa 30 cm. sotto il piano della vasca.
La vasca era tenuta separata dal resto dell'aula mediante una transenna marmorea fissata entro una soglia di travertino, e trovata in molti frammenti, dei quali taluno ancora al posto. La transenna era interrotta da pilastrini, uno dei quali può essere stato costituito dal cippetto sepolcrale del pretoriano Septimius Valerinus descritto appresso. La scanalatura continua nella soglia esduderebbe però, che la transenna avesse aperture. INel piano tra l'orlo della vasca e il muro a sinistra di chi guarda verso la nicchia, è adoperata nel pavimento un'altra stelo marmorea iscritta.
È da notarsi il ripetersi del nome Obellius, che già avevamo trovato nell'iscrizione posta per le scale.
In corrispondenza coi pilastri a a b si eleva un muro con grande apertura ad arco. La decorazione del muro sopra l'arco e dei muri laterali intomo alla vasca era singolarmente ricca, e sarebbe stata della più alta importanza, se lo stato di conservazione non ne fosse del tutto disperato. Lo zoccolo era decorato di pitture a fresco: la parte superiore con un mosaico tutto a piccole tessere di pasta vitrea, senza tessere di pietra, della più svariata policromia.
Malauguratamente il mosaico era quasi del tutto distrutto, e ai piedi del muro potemmo raccogliere migliaia di tesserine distaccate e cadute a terra, più che altro, per cattiva qualità della malta nella quale erano infisse, che sembra ricca di gesso, e affatto mancante di polvere di marmo.
L'intradosso dell'arco, nella sua parte più bassa (ved. tav. Ili), recava ad affresco la figura di un disco di porfido, contornato da una fascia di marmo bianco, la quale reca tutt'intorno un motivo a onde, pure in finto porfido. Sopra lo zoccolo cominciava, sempre nell'intradosso dell'arco, la decorazione a mosaico con motivo geometrico quasi del tutto caduto.
Nel muro in cui si apre l'arco è rimasta la decorazione dello zoccolo, a sinistra di chi guarda la nicchia. Si vede in esso dipinto a fresco un Amorino nudo, seduto su uno scoglio, col corpo alquanto proteso in avanti, in atto di pescare con la lenza.
Sopra la pittura resta la fascia a mosaico che incorniciava la rappresentazione musiva superiore, e poche tessere del piano sul quale dovevano posare le figure. Lo zoccolo del muro laterale di sinistra reca in pittura una scena marina: un Amorino che nuota, traendo seco pel collo un cigno che apre le ali; un gruppo di tre anitre o germani ferme sugli scogli della riva; un Amorino, ritto in piedi su uno scoglio e col braccio destro levato; una barca con tre Amorini, due seduti, uno in piedi.
Sopra la pittura è ben conservata la fascia ornamentale di mosaico a nastro pieghettato e una piccola parte della scena musiva nella quale purtroppo non altro appare se non la gamba di una figura grande circa un terzo del vero, vestita con abiti talari, in atto di muovere verso sinistra, e le gambe di un'altra figura inginocchiata che sembra voglia attingere acqua da una sorgente che sgorga da una rupe.
I rivoletti d'acqua che cadono dalla roccia sono rappresentati con tessere di color cilestrino chiarissimo, che si ritrovano poi in terra in piccole arenazioni dello stesso colore. Per maggior chiarezza ho pregato il prof. Edoardo Ferretti, i cui acuti e ben educati organi visivi mi sono stati di grande aiuto nel rilevare questo frammento, di segnare i contorni delle figure, difficilissime a rilevarsi nella riproduzione fotografica.
L'atteggiamento di chi si disseta in ginocchio dinanzi a una rupe, e avendo dietro le spalle una figura in piedi, è proprio del gruppo di MosèS. Pietro che fa scaturire acqua dal sasso, gruppo così frequentemente riprodotto nei sarcofagi cristiani; ma la piccola parte conservata del mosaico non mi pare, che ci possa autorizzare ad escludere qualunque possibilità che fosse rappresentata qualche altra scena. Non nello stesso atteggiamento che è comune ai sarcofagi cristiani e a questo mosaico, ma in ogni modo in uno schema simile il gruppo di un uomo in piedi e di uno inginocchiato dinanzi a una rupe è ad esempio in rilievi mitriaci.
La decorazione di quest'aula aveva anche altri elementi che non sappiamo esattamente collocare al loro posto, ma che ci mostrano, quanto fosse stato vivo il desiderio di adornarla in modo brillante.
Tra la terra trovammo infatti non pochi frammenti di una minuscola cornicetta ad ovuli in stucco ricoperto di doratura; trovammo frammenti di lastre di impasto vitreo imitanti l'aspetto di marmi colorati e bastoncelli di pasta vitrea piegati in forma di una esse maiuscola molto allungata, e pure fuori di posto molte mattonelle quadrate e rettangolari (cm. 7X7, oppure 7 X 6, o 7 X 5) di diverse pietre: marmo bianco, bigio, africano, cipollino, portasanta.
Mentre pertanto la costruzione di questo edificio appare irregolare, asimmetrica, fatta in qualche parte con materiale raccogliticcio, la decorazione voleva esser fastosa e in special modo brillante per ricchezza di colori.
Si tagliò il pavimento dell'aula fuori la transenna della vasca, per vedere dove conduceva il tubo di scarico dell'acqua. Si ritrovò un fognolo largo m. 0,30, profondo 0,35, con muretti laterali di rozza costruzione a sacco intonacati di cocciopesto, e che portavano come copertura lastre e frammenti di lastre marmoree, non poche delle quali che qui si elencano: Lastra marmorea rotta in tre pezzi; Tabella marmorea securiclata da colombario; Coperchio marmoreo di urna cineraria, di forma rettangolare anch'esso rinvenuto murato nella copertura del fognolo.
Sul pavimento stesso presso il lato sinistro della vasca per chi guarda verso la nicchia, si rinvenne fuori di posto un cippo funerario ritagliato per essere adoperato ad altro uso, molto probabilmente citè per servire da pilastrino alla transenna (misura m. 0,52 X 0,28 X 0,27). Sulla fronte,tra due colonnine di cui solo una è conservata, appare la figura di un soldato con corta barbula, vestito di tunica e di sagum appuntato sulla spalla destra, col cingulum milHiae terminato con un anello, e balteo da cui pende sul fianco sinistro la spada.
Con la destra si appoggia al pilum che ha, come altre volte si vede, l'asta tornita oppure avvolta da una specie di corda. Sul fianco destro, passato entro la cintura, è un piccolo pezzo di stoffa, ripiegato su sé stesso, come un fazzoletto, e terminato da due punte metalliche a forma di foglie lanceolate. Non so qual nome e quale uso attribuire a questo oggetto ; forse si potrebbe pensare a una specie di flagello. Lo si vede nel sarcofago di Giunio Basso, nelle figure dei soldati che conducono in prigione S. Pietro, e chiarissimamente nella iscrizione di un milite delle coorti urbane dove è rappresentato da solo il cingulum e il gladiti.
l singolare edificio, che col nostro scavo abbiamo in parte rimesso in luce, non pare voglia rivelarci con troppa chiarezza né la sua destinazione, né il tempo in cui fu costruito. Benché esso sorga in mezzo a una fitta area sepolcrale, nulla si é in esso osservato che possa farcelo ritenere un sepolcro. La vastità del salone circiforme, la presenza di altre sale che non abbiamo potuto esplorare, e più di tutto il grande vascone posto in luogo cosi centrale, non mi pare ci consentano di vedervi una dimora di morti. Ma non é meno da rifiutare l'ipotesi di una dimora di vivi o di un luogo nel quale si esercitasse qualche attività commerciale o industriale, o una forma qualunque di azione pratica.
Al concetto di dimora o di bottega si oppone la non lieve profondità sotto il livello stradale ; a quello di magazzino, di cantina, di lavanderia, la sontuosa decorazione. Anche l'idea di un ninfeo con bagno, che avesse potuto far parte di una casa, é da scartare. Chi avrebbe posto la sua dimora nel folto di un'area sepolcrale, e chi avrebbe scelto per bagnarsi un lu( go tanto profondo e tanto umido, e chi avrebbe voluto lungo più di venti metri e largo sette un luogo di cesi assoluta intimità come un bagno particolare? Si osservi, poi, che la vasca era resa quasi inaccessibile da una transenna marmorea che la separava dal resto dell'aula, e che l'altezza del primo gradino sotto il labbro della vasca (m. 1,15) non rendeva possibile una lenta e gradevole immersione, quale può desiderarsi in un comune luogo da bagno.
Respinta pertanto ogni interpretazione, per cosi dire, umana, ci sentiamo ancora una volta trascinati verso il pelago vasto e importuoso dei concetti rituali e sacrali, come per altre scoperte recenti in Roma. Non già che nella Roma imperiale non siasi per infinite ragioni svolta una intensa e svariata vita religiosa; ma temo che forse più spesso del giusto noi invochiamo, a scusare la nostra incomprensione di fenomeni della vita antica, la supernaturalità dei motivi religiosi.
In ogni modo, coloro che avevano fatto costruire ed adornare questo luogo, e che in esso convenivano (l'ampiezza stessa dell'area fa escludere il limitato scopo di una riunione familiare), avevano lasciato rappresentare quasi al posto d'onore delia loro sala di convegno una figura classica dell'Olimpo greco-romano, e attribuivano pare un singolare valore alla profonda vasca d'acqua, chiusa da una transenna e non rispondente, a quanto pare, a scopi pratici.
Dei sepolcri, in mezzo ai quali avevano scelto il luogo per il loro edificio, non si erano mostrati affatto rispettosi ; alcuni edifici sepolcrali avevano demoliti; la mutilazione poi e la messa in opera di stele e di iscrizioni sottratte tutt'all'intomo non erano dovute a nascosto abuso dei costruttori, perchè tre di quelle epigrafi erano palesemente riadoperate nella costruzione con le parti iscritte lasciate in vista.
Di gente che, non curando il rispetto alle tombe, avesse pensato a costruire un edificio sotterraneo con scalato favore per una vasca d'acqua, poteva in Roma esserci parecchia. Nel nostro edificio devesi anche tener conto, che l'acqua, e per la presenza della transenna per tutta la larghezza della vasca e per la profondità di questa, non era troppo comodamente accessibile.
Recenti studi hanno mostrato, come alcune antiche associazioni culturali, più o meno misteriose, tenessero il tuffo in acqua quale un simbolo di liberazione, o forse anche come un mezzo per provocare uno stato di squilibrio nervoso che potesse condurre all'estasi o alla ipnosi.
L'occasione a ricordare tali antichi usi rituali è stata offerta dal bassorilievo dell'abside nell'edificio sotterraneo di via Prenestina, con la figura di donna scendente in mare.
Uguale incertezza ci lega, se vogliamo determinare l'età di questa costruzione. I dati di fatto meglio accertati sono l'uso, come materiale di costruzione, di iscrizioni sepolcrali di pretoriani posteriori al principio del secolo III d. Cr. e la presenza di bolli di mattone del secolo IV in fondo alla vasca.
Il primo terminus post quem può essere accettato senza alcuna difficoltà. Il periodo turbolento e agitato che l'Impero attraversò circa la metà del III secolo, e specialmente dopo l'uccisione dei Gordiani, può lasciarci ammettere l'inosservanza di leggi sacrosante, quali quelle che proteggevano da manomissioni i sepolcri. Tutto il resto (murature, decorazioni ecc.) non sconviene a quella datazione.
Alquanto più difficile può sembrare dover accettare il secondo terminus post qucm, quello dei bolli della Claudiana. Per evitarlo basterebbe supporre (cosa non impossibile) che il fondo della vasca abbia avuto delle riparazioni, e che in occasione di queste siano stati adoperati quei tegoloni.
Più che ogni altra cosa ci sembra possano far difficoltà per una datazione così bassa le pitture di Diana e della Ninfa, le quali conservano un sapore classico così completo ed assoluto, che, se ci fossero presentate da sole, senza indicazioni di provenienza, non penseremmo mai, credo, ad abbassarne la data oltre il sec. III.
Nuove scoperte nel sepolcreto salario.
I recenti sterri eseguiti in via Po, per la costruzione di nuovi fabbricati e per l'apertura della via Livenza, hanno messo allo scoperto un notevole gruppo di monumenti sepolcrali spettanti al vasto sepolcreto, che si estende fra le vie Salaria nuova e Pinciana, e del quale si hanno già molte memorie.
Gli sterri sono avvenuti nel lato sud-est della via Po, dove è stata aperta la nuova via Livenza che congiunge la via predetta con via Tevere.
Sebbene i resti degli antichi sepolcri siano stati rinvenuti in cattivissimo stato di conservazione, trovandosi poco al di sotto del piano di campagna e non rimanendo se non pochi avanzi dei muri perimetrali, purtuttavia confermano ancora una volta quanto già è stato altre volte detto, che cioè il sepolcreto ha avuto origine negli ultimi tempi della repubblica, ed ha continuato ad essere in uso fino ai primi secoli dell'Impero.
Sepolcri della Necropoli Salaria ricomposti nel cortile della Curia dei Carmelitani Scalzi.
1923
Nuove scoperte nel sepolcreto Salario
1910
Pianta di una Cisterna scoperta a via Tevere
1909
Colombari scoperti nel terreno Almerici
Notizie degli scavi di antichità
1909
Iscrizioni scoperte nel terreno Almerici
Notizie degli scavi di antichità
1909
Iscrizioni degli sterri del villino Almerici
Notizie degli scavi di antichità
1909
Iscrizioni degli sterri del villino Mascagni
Notizie degli scavi di antichità
1907
Colombari scoperti a Via Tevere angolo Corso Pinciano
1907
Colombari scoperti all'angolo tra Corso Italia e Corso Pinciano
Notizie degli scavi di antichità
1907
Iscrizioni scoperti all'angolo tra Corso Italia e Corso Pinciano
Notizie degli scavi di antichità
1907
Scavi per la costruzione del Villino Peroni a Corso Pinciano
Notizie degli scavi di antichità
1906
Colombari scoperti al nuovo Corso di porta Pinciana
Notizie degli scavi di antichità
1905
Colombario al Corso di Porta Pinciana
1900
Iscrizioni sepolcrali scoperte presso il sul Corso d'Italia
Notizie degli scavi di antichità
1900
Iscrizioni sepolcrali scoperte presso il sul Corso d'Italia
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1899
Iscrizioni sepolcrali nel terreno al Corso d'Italia
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1899
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1899
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1888
Iscrizioni di antichi sepolcri nei terreni della Società dell'Esquilino
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1887
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1887
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1887
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1756
Giovan Battista Piranesi
Iscrizione e Frammenti delle Camere sepolcrali della Villa de Cinque
Le antichità Romane - Tomo II
1756
Giovan Battista Piranesi
Iscrizioni dei soldati pretoriani ritrovate nella Villa de Cinque
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1756
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1756
Giovan Battista Piranesi
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1756
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