Data: 1508 / 1518
Codice identificativo monumento: 10528
Papa Gregorio XIII decreta la venduta all'asta della Villa Chigi a Trastevere, per pagare i debiti insoluti degli eredi Chigi.
Negli sterri della villa Farnesina è stato scoperto, sul confine con l'orto di s. Giacomo in Settimiana, un elegante pavimento a musaico policromo, lungo e largo met. 3,25. È racchiuso da una fascia con treccia a chiaro-scuro, e diviso in circoli e semicircoli con festoni a smalto verde. Su questo pavimento giaceva un gruppo di eleganti lucerne.
Rodolfo Lanciani.
Nei disteni della Farnesina continuano ad apparire altre colonne dei portici, descritti in altre relazioni, ed appartenenti come sembra alle celle vinarie Nuova ed Arrunziana. Il terrapieno della villa è formato di frantumi di grandi doli, uno dei quali ha impresso il bollo PHILEROS M FVLVI.
Per mezzo delle draghe poi sono state estratte dal fondo del fiume monete pontificie in gran numero, un blocco di agata, alcuni frammenti di ornati in marmo, ed un brano di arcaica iscrizione in peperino che dice: ...SACRVM | ...TE COS DE | ..NTENTIA
Rodolfo Lanciani.
Negli scavi alla Farnesina sono tornate in luce altre nove colonne doriche di travertino rivestite di stucco, appartenenti forse alle celle vinarie Nuova ed Arrunziana. Misurano nel diametro met. 0,73, con met. 1,50 d'intercolunnio. Nel cortile, circondato da questo colonnato, stanno al posto parecchi doli, di met. 1,30 di diametro, screpolati ab antico e restaurati con grappe di piombo. In questo luogo si trovarono: Ventitre lucerne ordinarie fittili, con corona di globuli, una assai elegante dell'officina di Publio Asio Augustale, col rilievo di Minerva galeata. Alcuni pezzi di vasellame aretino coi bolli: AMA NNEI; M P P ed un bustino di marmo, ritratto incognito, alto insieme col pieduccio met. 0,34.
Rodolfo Lanciani.
Continuandosi gli sterri alla Farnesina, sono state trovate altre colonne dei portici delle celle vinarie Nuova ed Arrunziana; un lunghissimo tratto di canalone in travertino, destinato a raccogliere gli stillicidi del tetto; ed alquanti doli disposti a quincunce.
Questi hanno impresso il bollo Q TOSSI INGENVI CIMBEE FECIT
Un coperchio di dolio, largo nel diametro met. 0,95 ha il bollo semicircolare: ODOL MAMT VALEAT QVI FEC
Uno ha segnata la capacità con le sigle: XXXIIX S Tutti poi son collocati sopra un pavimento a musaico in chiaroscuro.
Dietro il convento di s. Giacomo in Settimiana, fra i ruderi di un torraccio medioevale, è stato trovato uno stemma del Comune di Koma con le lettere: +SPQR.
Le draghe hanno tratto dall' alveo del fiume questi oggetti : Masso di travertino di met. 1,00 x 0,55 x 0,35 con l'iscrizione:
L B ARRONI VS BARBA AED CVR GRADOS REFECIT
Ceutonovantatre monete papali o imperiali, fra le quali una assai corrosa di Vitellio. Trenta frammenti di lapidi latine e greche. Ventinove frammenti di scultura. Un vasellino d'argento di moderna fattura. Due palle di bombarda in pietra. Stocchi, pugnali, chiavi, tessere, medaglie di devozione, campanelli, anelli, smalti ecc.
Negli ultimi giorni del mese, al confine settentrionale della Farnesina, sono incominciati ad apparire avanzi di una nobilissima casa privata dell'epoca augustea, adorni dei più vaghi dipinti murali che mai sieno stati ammirati in Roma. Attenderemo la prosecuzione delle ricerche per darne preciso ragguaglio.
Rodolfo Lanciani.
La quasi permanente innondatone del Tevere, ha arrecato non lieve ritardo ai lavori di distacco dei dipinti scoperti nei giardini della Farnesina, come ha impedito la prosecuzione delle ricerche nel fabbricato che le contiene.
La prosecuzione delle ricerche nel giardino della Farnesina, è stata impedita dalla quasi permanente inondazione del Tevere. Nondimeno, sugli ultimi giorni del mese si è incominciato a scoprire un cubiculo di mediocre ampiezza, le pareti del quale hanno dipinti murali di artificio e conservazione singolare. Sono forse l'opera dell'istesso artista, che dipinse il cubiculo descritto nella relazione antecedente.
Furono raccolti negli scavi i seguenti oggetti : un bollo di mattone segnato con la lettera C altro con la leggenda: LBRVTTIDIAVGVSTALIS OPVS DOL EX FIG OCEA MINJCAE N (seguente frammento di un terzo EROS ...FVLVII), due antetìsse di terracotta alte met. 0,20, con rilievo rappresentante una testa muliebre, due vasetti ripieni di colori per pittura parietaria, un peso di stadera in forma di anforetta, frammento di titolo sepolcrale: ENVS ... KNA.
Rodolfo Lanciani.
Continuando gli sterri nella parte dei giardini della Farnesina, e più vicina alla sponda destra del fiume, sono stati scoperti altri ambienti di quella nobile residenza privata dell'età augustea, della quale si è parlato nelle relazioni antecedenti. Questi ambienti conservano, in tutto o in parte, le loro pitture murali di straordinaria vaghezza.
A tutto il giorno 26 corrente sono state distaccate 6 pareti intere, della superficie totale di met. q. 54,16. La maggiore, tolta in un solo quadro, misura met. 8,65 in lunghezza, met. 2,03 in altezza. Seguono altri 26 quadri minori, la cui superficie ascende in complesso a met. q. 27,64.
Una delle pareti conserva questa leggenda granita: CEAYKOC ENOIEI nella quale si è voluto riconoscere un indizio dell'autore di questi mirabili dipinti.
La celerità con la quale è stato eseguito il distacco, di mano in mano che tornavano in luce, vieta pel momento di darne un' accurata descrizione.
Il partito decorativo consiste generalmente, in uno zoccolo o zona inferiore a fondo scuro, divisa in compartimenti esprimenti scene diverse, con figurine alte in media met. 0.12.
La parte media è occupata da bizzarre architetture, con colonne e pilastrini. Negli specchi di ciascuno intercolunnio sono dipinti, o a contorno o a colore, quadri con figurine alte circa cent. 30. La decorazione è coronata da un attico, retto da Cariatidi o Telamoni.
Le seguenti scoperte sono registrate in ordine cronologico.
Il giorno 4 giugno, fra le sezioni 17 e 18, si è trovato un pavimento a musaico di met. 2,50 in quadro. Nel centro si vede un busto di Nereide, coronata di piante palustri, assai danneggiato.
Nel circolo che racchiude il busto, si veggono tre barche distinte a prua con teste di tigre, di asino e di mastino. Alcuni barcaiuoli hanno atteggiamento osceno, altri suonano la tibia. Nel campo nuotano coccodrilli e rinoceronti. Vi è pure nel campo la figura di un nomo, che ha posto sull'acqua un'anfora ad uso di barca, e sopra vi ha spiegata la vela.
Il giorno 10, nell'interno di uno stanzino dipinto, lungo met. 4.95 largo met. 2,31, si raccolsero più frammenti degli stucchi che ne ornavano la volta, con dischi pieni di frutta e fiori, figurine priapiche. altre di donne, di gemetti alati, paesi con fabbriche e alberi di varia specie ecc. Il pavimento di questa camera è di musaico a chiaroscuro, con ornati geometrici.
Il giorno 20 si trovò il primo indizio dell'esistenza di un piano superiore, mediante una scala di laterizio, larga met. 1,10 con 12 gradini. Nel ripiano largo met. 1,24 X 1,81 si conserva il pavimento a chiaroscuro, diviso in rombi quadrati, e meandri. Gli oggetti raccolti negli sterri sono: alcune antefisse fittili, ornate di maschera scenica e baccelli, dipinte a colore rosso, fondi di vasi aretini coi bolli; un frammento di coperchio di dolio, col sigillo PHILEKOS MFVLVI; molti embrici timbrati ed alcuni pesi detti da tessitore.
Fra le arene, tolte dal fondo del fiume con l'opera delle draghe, si trovarono questi oggetti. Torso acefalo di statuetta di Diana cacciatrice, alto met. 0,30. Testa di Baccante, alta met. 0,10. Torsetto acefalo di Venere. Frammenti d'iscrizioni, che leggono: a) PTOLEMVS VMATVS EST b) ASEPs FEC c) ANTIS R A E F d) ANN LXXX SINE VLLA MACVLA PAPIRIAESYNCL CE ET ALEXANDRIA F IL
quest'ultimo, trovato nella demolizione della chiesa di s. Francesco a Ponte Sisto; inoltre n. 125 monete imperiali, urbiche, pontificie
Rodolfo Lanciani.
Nell'area del giardino della Farnesina, espropriata per le arginature del Tevere, è stato condotto a termine il distacco delle belle pitture murali, già descritte nelle relazioni antecedenti. Della loro importanza per la storia dell'arte nei tempi augustei, della venustà del disegno, della maestria nella esecuzione, della varietà dei soggetti rappresentati, non è possibile dare ragguaglio in questa succinta relazione.
Le pitture si stanno riordinando, secondo il loro collocamento primitivo, nei locali dell'orto Botanico alla Lungara, che saranno fra breve aperti al pubblico. Contemporaneamente sono stati ricomposti in gran parte, e con circa un migliaio di pezzi, tre soffitti centinati in istucco, la cui perfeziono è degna di quella delle pareti nelle camere rispettive.
Continuandosi gli sterri a sud della casa dei dipinti, sono stati scoperti otto ambienti sotterranei, appartenenti forse alle celle vinarie Nuova ed Arrunziana. Yi è stata trovata un' arula di marmo, di met. 0,63 x 0,31 x 0,25, ornata coi pulvini, l'urceo, la patera, festoni ecc. Keca scritto nella fronte: COLLEGIO SALVTARI FORTVNAE REDVCIS HERMES COSMI VILICI VICAEIVS D D
Continuandosi gli sterri nell'ex-giardino della Farnesina, sono stati trovati altri dipinti di valore non mediocre, ed uguali nelle linee generali, e nel partito decorativo a quelli già distaccati dalle pareti del corridoio. Stanno nel giro di un'essedra, la quale ha il raggio esterno assai considerevole, di met. 18,50. Kappresentano marine e paesi, segnati con molto brio e franchezza, ed alternati a gruppi di maschere sileniche...
Nel mese di decembre, dalle pareti del quale furono distaccati gli affreschi, più volte descritti nelle relazioni precedenti. La parte del fabbricato scoperta, presenta una disposizione elegantissima, attorno ad un emiciclo del diametro di met. 28,00. Vi predomina la costruzione a cortina, e di cortina sono pure i fusti, basi, e capitelli delle colonne e dei pilastri. Il motivo della decorazione architettonica, che ricorre da per tutto, consiste in finti portici, con mezze colonne, e nicchioni negli intercolunni. Quando gli scavi saranno giunti a termine, e completata la pianta del fabbricato, la cui disposizione sembra sfuggire alle leggi comuni, forse se ne potrà riconoscere la probabile destinazione.
Rodolfo Lanciani.
Nel giardino della Farnesina, continua la scoperta di altre parti degli antichi edifici più volte descritti. Vi sono stati trovati i bolli figulini. Le draghe hanno raccolto nel fondo del fiume circa 230 monete, di nessuna importanza.
Continua ad apparire il selciato di una strada, che segna il limite meridionale di quel lunghissimo portico di colonne di travertino, il quale fu troncato e diviso in due dalle mura Aureliano. Sotto il selciato corre un tubo di piombo, improntato con doppia leggenda.
...La striscia di terreno espropriata nel Trastevere, fra il ponte Sisto ed il convento di s. Giacomo in Settimiana, per l'ampliamento dell'alveo del Tevere, e la costruzione del muro di sponda, è attraversata dal recinto di Aureliano, il quale la divide in due parti ineguali. La parte a settentrione, maggiore dell'altra, già compresa nel giardino della Farnesina, è stata sterrata fino al livello del suolo vergine, che è molto più basso di quello odierno delle acque di filtrazione. Gli antichi edifici quivi scoperti sono due, ed appartengono al primo secolo dell'impero; notevoli per la bella e regolare disposizione architettonica, per la vastità, per la conservazione, e per la ricchezza dei loro ornamenti.
Il primo edificio ABCD, sul lembo estremo della zona espropriata, è noto per le insigni pitture murali, le quali distaccate felicemente nella estate decorsa si conservano ora nelle sale dell'Orto Botanico alla Lungara. La costruzione del fabbricato deve attribuirsi ai buoni tempi augustei, prevalendovi l'opera reticolata, con legamenti e spigoli di piccoli cubi di tufa, senza mistura di opera laterizia. La sua destinazione è incerta, e ha dato luogo a diverse ipotesi, il valore relativo delle quali potrà essere misurato soltanto, quando gli scavi si estenderanno fino al vicino orto di s. Giacomo in Settimiana.
Benché niun indizio di tale destinazione, niuna memoria scritta o scolpita sieno stati ritrovati in questa parte degli scavi, l'esame architettonico della pianta sembra dimostrare, che l'edificio riunisse i caratteri di una domus patrizia urbana, e di una villa di delizia: il che è reso probabile dal fatto, che le continentia aedificia dell'antica città, erano circondale da una zona meno densamente abitata, e cosparsa di ville non dissimili da quelle, che i nostri patrizi principi della chiesa tornarono a creare nella zona disabitata, durante i secoli XVI-XVIIL
Il secondo edificio BCDEF contiene un aggregato di atri, circondati da lunghissimi portici, e divisi l'uno dall'altro da corpi di fabbrica, disposti a somiglianza delle horrea urbane e portuensi, con doppia fila di celle addossate ad una parete divisoria. L'età e l'uso di questo gruppo, sono stati rivelati dalla bella iscrizione di Cinnamo alla quale deve aggiungersi anche la basetta nella costruzione dei muri predomina il reticolato con legamenti laterizi: le colonne dei portici hanno il fusto di travertino con le scanalature di stucco, alla maniera più antica.
È importante l'osservare, che ambedue gli edifici non hanno subito cambiamenti o restauri nei secoli successivi, e che tutte le parti scoperte nel corso degli scavi, spettano alla fabbrica primitiva ed originaria: cioè al primo secolo por la casa delle pitture, agli inizi del secondo per le Celle vinarie Nova ed Arrunziana. Dalla qual cosa parmi poter dedurre la conseguenza, che dopo le prime minaccio di incursioni barbariche, la zona estramuranea deve essere stata abbandonata alla rovina, invasa dalle torbide del fiume, e ridotta a coltivazione.
Rodolfo Lanciani.
Demolendosi l'estremità nord del muraglione che sostruiva il giardino della Farnesina, sul confine con il giardino già annesso al monastero di s. Giacomo in Settimiana, sono stati tolti dal posto e trasportati ai magazzini delle Terme diocleziane i due cippi terminali del Tevere, appartenenti, il primo, alla terminazione di Gallo e Censorino, il secondo, a quella di Tiberio Giulio Feroce, curatore sotto Traiano.
Insieme a questi è stato trasportato alle Terme un altro cippo, che non oserei dire inedito, ma che è impossibile riscontrare nel Corpus, perchè le lacune del testo cadono appunto sulle sigle o sulle cifre caratteristiche.
Il travertino è alto m. 1,60, largo m. 0,76, grosso m. 0,35.
Rodolfo Lanciani.
Stipulato l'atto di acquisto di Villa Farnesina, per la somma di 12 milioni di lire, tra i rappresentanti del Governo e i coniugi Bermudez De Castro Donna Maria Salvadora, Duchessa di Santa Lucia e Alvaro Perez De Baradas, Duca di Santa Lucia, proprietari della Villa.
Avvio dei restauri a Villa Farnesina, per farne la sede dell'Accademia d'Italia.
Presentazione al Duce Mussolini e al Governatore Gian Giacomo Borghese, del progetto definitivo per la grandiosa sistemazione dell'area della Farnesina e delle falde del Gianicolo, in conformità del Piano regolatore generale dell'Urbe:
"...in occasione di un'adunanza della Classe delle Arti all'Accademia d'Italia, alla presenza del Governatore di Roma, di un gran numero di Accademici e di una rapresentanza della stampa, il Presidente Luigi Federzoni ha posto in rilievo le ragioni dell'iniziativa ed i caratteri salienti della sistemazione della zona in parola, plaudendo în modo particolare all'opera di Marcello Piacentini, il quale è riuscito a dare (come ha detto il Presidente) la prova più alta e convincente del suo eccezionale talento nel campo dell'urbanistica.
Ed ha anche ricordato e lodato, il lungo e intelligente lavoro compiuto dalla Commissione presieduta da Ugo Ojetti e composta degli Accademici Giovannoni, Marangoni e Pession. È giusto accennare che al progetto Piacentini hanno collaborato l'ing. Fuselli del Governatorato di Roma e gli ingegneri Jacopini e Massari dell'ufficio tecnico dell'Accademia d'Italia.
Dopo il breve discorso del Presidente dell'Accademia, Marcello Piacentini ha fatto un'ampia lucida e colorita illustrazione del progetto di sistemazione della zona, con l'ausilio di fotografie, di piante topografiche e di un grande plastico.
Da piazza della Chiesa Nuova si dipartirà un grande rettifilo che, attraverso il ponte Mazzini, salirà fino alla terrazza belvedere aperta in cima al colle Gianicolense, in mezzo a un succedersi di scenari architettonici che avranno una cornice e un fondale di verde, mentre l'accesso al Gianicolo assumerà un'aspetto imponente che ricorderà quanto Valadier fece in Piazza del Papolo e sul Pincio. Roma si arriechirà così di una nuova magnifica prospettiva.
Subito dopo il ponte Mazzini si snoderà sul declivio del colle, un ampio viale inquadrato da nuovi edifici. La caratteristica via della Lungara sarà mantenuta nella sua attuale direttrice, ma rialzata nel piano stradale. Ancora più in alto, dipartendosi dal grande viale di accesso, si biforcheranno due rampe, una delle quali sì inserirà nella nuova strada dal Gianicolo a San Paolo e alla zona dell'E. 42, e l'altra discenderà verso le poetiche pendici di Sant'Onofrio.
La nuova sistemazione impone la demolizione di case di poco conto e dell'edificio del carcere giudiziario di Regina Coeli, mette in valore gli edifici monumentali della Farnesina e di Palazzo Corsini, la cui facciata verso il colle ha un aspetto elegante e severo ad un tempo, e dà un nuovo accesso alla R. Accademia d'Italia da un viale di alberi dell'Orto Botanico.
Il progetto di massima comprende edifici per il Conservatorio di Santa Cecilia, per l'Istituto dell'Arte Drammatica, per la Sala dei grandi concerti sinfonici, per un Teatro all'aperto e forse per la Biblioteca Nazionale. Comprenderà anche un edificio per la Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte, l'istituto fondato, da Corrado Ricci già a Palazzo Venezia e da poco trasferito in questa zona.
Attorno alla più importante istituzione della cultura quale è la R. Accademia d'Italia, dovrebbero sorgere quando il progetto sarà diventato realtà, enti culturali e artistici tali da formare di questo settore dell'Urbe la zona accademica per eccellenza.
In luogo adatto, quale sfondo al complesso architettonico, verrà collocata la fontana del Mosè, che per ragioni urbanistiche verrà spostata da Piazza S. Bernardo dove attualmente si trova e che nella nuova sede, verrà sistemata con opportuni, ampliamenti alle parti laterali in modo da renderla più proporzionata alla vastità dell'ambiente.
Ma la parte architettonica ed edilizia del progetto in discorso è subordinata all'importanza e alla vastità della zona arborea che deliberatimente si vuol lasciare protagonista di tutto il nuovo ordinamento, facendo assurgere la zona alla magnificenza delle ville tuscolane e tiburtine.
Parte essenziale del progetto è quindi l'utilizzazione, come parco pubblico, dell'Orto Botanico [...] di Villa Corsini, fatto risorgere a nuova Vita dal Pirotta nel 1885, ed ora affidato alle vigili cure dell'illustre prof. Enrico Carano, che l'insegnamento della botanica impartisce con l'ausilio anche del «giardino didattico» annesso alla Città Unversitaria, con la sistemazione ideata dal Piacentini potrà essere valorizzato e aperto al pubblico, mentre attualmento è si può dire, sconosciuto alla cittadinanza romana.
Il visitatore della zona, quando questa sarà opportunamente sistemata resa accessibile non soltanto a pochi privilegiati, sostando all'ombra delle palme e al murmure delle fontane e di cadute d'acqua, salendo la scalea cosiddetta garibaldina centro di uno degli episodi della gloriosa resistenza del '49, inoltrandosi poi lungo il viale che porta all’aerea terrazza da cui il monumento di Garibaldi e il monumento’ di Anita dominano il panorama dell'Urbe, respirerà il clima eroico di fasti memorabili, in cui Italia, nel brivido di un'ora sacra, ritrovava a Roma il suo cuore pulsante.
GIOVANNI BIADENE
Il Duce Mussolini inaugura la Mostra degli autografi e dei cimeli di Verdi, organizzata nella sede dell'Accademia d'Italia.
"Presente il Duce, si è inaugurata il giorno quattro del corrente mese di giugno, nella sede della Reale Accademia d'Italia, la Mostra del carteggio di Giuseppe Verdi e di Giuseppe Piroli, dal nipote di questo donato a Benito Mussolini, il quale dispose che il nostro maggiore istituto culturale lo custodisse e pubblicasse.
La cerimonia si aprì col saluto al Duce, rivolto dal Presidente dell’Accademia, Eccellenza Luigi Federzoni, e con un discorso dell'Accademico Alessandro Luzio, precursore insigne degli studi verdiani, che ordinò la Mostra del carteggio e ne curerà la pubblicazione integrale (e possiamo immaginare se riuscirà degna impresa).
Si chiuse, la cerimonia, con l'esecuzione del preludio al quarto atto della Traviata, della sinfonia dei Vespri siciliani e di una primizia, la sinfonia inedita dell'Aida, che il maestro Bernardino Molinari, a capo dell'orchestra della Reale Accademia di Santa Cecilia, diresse ottimamente."
Il Gabinetto Nazionale delle Stampe viene spostato da Palazzo Corsini e trasferito a Villa della Farnesina.
La Calcografia Nazionale e il Gabinetto nazionale delle stampe vengono fusi in un unico istituto con sede nel palazzo della Calcografia a via della Stamperia.
Trasferimento definitivo delle collezioni del Gabinetto delle Stampe da Villa Farnesina alla nuova sede dell'istituto Nazionale della Grafica a Palazzo Poli.
1888
Scavi presso la Farnesina
Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma
1879
Sterri nei Giardini della Farnesina
1851
Farnesina
Principali monumenti di Roma e sue vicinanze
1840
Paul Marie Letarouilly
Villa Farnesina
Edifices Modernes de Rome
1840
Paul Marie Letarouilly
Vista della Villa Farnesina
Edifices Modernes de Rome
1833
Agostino Tofanelli
Villa Farnesina
Memorie di antichità e curiosità di Roma e dintorni
1774
Pierre Adrien Paris
Plan du projet de Paul III
Études d'Architecture faites en Italie
1754
Giuseppe Vasi
Veduta di Ponte Sisto
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro V
1754
Giuseppe Vasi
Farnesina e palazzo Corsini
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro V