Architetto
Nascita: 8/12/1881 Roma
Morte: 19/5/1960 Roma
4/1908
Il Comitato per le feste commemorative della proclamazione della Capitale d’Italia, invita gli architetti romani a presentare un progetto per il nuovo palazzo di Belle Arti.
"I sei architetti invitati erano: Giulio Magni, Guido Cirilli, Marcello Piacentini, Cesare Bazzani, Giovanni Battista Milani, Filippo Galassi. Il Galassi si ritira dal concorso.
La Commissione giudicatrice è composta: del presidente del Comitato, conte di San Martino, e degli architetti Camillo Boito, Guglielmo Calderini, Giulio Podesti; degli scultori Emilio Gallori, Ettore Ferrari, Giuseppe Guastalla, dei pittori Cesare Maccari e Aristide Sartorio e del commendatore Corrado Ricci.
Dopo lunga discussione sui due progetti del Bazzani e del Piacentini che avevano maggiormente attirata l’attenzione (dei giudici, ritenuta inattuabile la proposta da molti appoggiata di incaricare ambedue gli architetti di redigere insieme un progetto definitivo, si venne alla votazione dalla quale riuscì vincitore il Bazzani.
Al Piacentini fu assegnato un premio speciale in considerazione dei pregi del suo progetto.
Fu pure valutato con molta distinzione il progetto del giovine e valente architetto Cirilli, allievo ed intimo cooperatore del compianto architetto Sacconi.
Il nuovo palazzo sorgerà in un'area situata fuori Porta del Popolo, a destra, tra la Villa Borghese e la Villa di Papa Giulio, in modo da formare un'unica passeggiata d'arte.
L'area veramente è stata molto bene scelta, ed i ciò va tributata lode all'Istituto Internazionale d'Agricoltura che l'ha suggerita."
5/1913
Il Comune di Roma bandisce un concorso per la sistemazione di piazza Navona, che viene vinto da Armando Brasini e Marcello Piacentini.
23/7/1913
Il Comune di Roma bandisce un concorso per il congiungimento stabile dei tre Palazzi Capitolini. Il concorso viene vinto da Marcello e Pio Piacentini:
"Poichè, scaduto il termine concesso all'Amministrazione bloccarda per demolire le braccia di cartapesta alzate ad allacciare al Palazzo dei Senatori le gallerie dei Musei ed i saloni gloriosi del Palazzo dei Conservatori, le mascherature burlesche non cadevano, l’atitorità governativa alzò la sua voce di comando. Il Comune allora, disposto a non cedere nemmeno di fronte alla forza, bandì un concorso pel congiungimento definitivo dei tre edifici superibi."
Il progetto che la reca e nasconde il nome dei suoi autori sotto il motto simbolico di Noli me tangere considera la questione del congiungimento in rapporto alla sistemazione stradale, al definitivo assetto degli uffici capitolini, a problemi severi di Arte e di Archeologia. Move da un progetto della Commissione direttiva del Monumento a Vittorio Emanuele che considerava l’accesso alla mole sacconiana dalla parte posteriore e prevedeva una rampa svolgentesi nelle aree di demolizione chiuse tra il Monumento, l'Ara Coeli, e le chiese di Santa Marina e di San Pietro in Carcere.
Nella planimetria dei Piacentini, questa rampa, dopo aver lasciato alla sua destra una via parallela, che alla quota del Tabularium conduce all'ingresso monumentale ideato per la sede delle Rappresentanze, sale fino alla Piazza del Campidoglio aprendo a sinistra del Palazzo Senatorio una superba terrazza adorna di balaustre e di statue e protesa sul suggestivo panorama dei Fori balzati completi dalla liberazione sapiente del contorno. Così invece di accecare la piazza, si darebbe ad essa una vista ampia quanto mai, lasciando al sole ed all'azzurro un trionfale varco.
"P.S: ll Consiglio superiore per le antichità e le Belle Arti aveva dovuto, con ripetuti pareri, in quale si rispettava l'apparenza della piazza del Campidoglio, ma si lasciava ai concorrenti piena libertà di trovare il passaggio pel congiungimento dei tre palazzi in qualunque parte eva qualunque livello del colle. Intanto il Consiglio superiore si è pronunciato in senso sfavorevole al concorso."
3/1930
Al giardino zoologico, si svolge la prima Mostra Nazionale dell'Animale nell'Arte. Iniziativa a cura del barone Alberto Fassini (Commissario dell'Azienda del Giardino Zoologico), con la collaborazione di Marcello Piacentini, l'on. Oppo (Segretario generale del Sindacato Nazionale Fascista degli Artisti), il prof. Antonio Munez (Direttore delle Antichità e Belle Arti del Governatorato) e lo scultore Alfredo Biagini (membro del Direttorio del Sindacato Laziale degli Artisti e Segretario generale della Mostra).
14/4/1930
Nella sala Giulio Cesare in Campidoglio, il Duce Mussolini presiede all'insediamento della commissione nominata dal Governatorato di Roma, nata per la redazione del nuovo Piano regolatore di Roma. Tra i membri della commissione: l'ingegner Del Bufalo, l'archeologo Paribeni, l'architetto Piacentini, l'accademico d'Italia C. Bazzani, A. Munoz; l'architetto A. Calza Bini; l'architetto A. Brasini ed il governatore di Roma Boncompagni Ludovisi.
6/7/1931
Approvato il nuovo piano regolatore. La commissione che ha redatto il piano è composta da Gustavo Giovannoni, Marcello Piacentini e Antonio Muñoz. Si programma l'urbanizzazione dell'Aventino. Viene definita l'apertura di un collegamento diretto tra i rioni Prati e Trastevere, con un percorso che, partendo da ponte Umberto I, prevedeva lo sventramento della zona ad ovest di piazza Navona, Campo de' Fiori, via Giulia, per arrestarsi dinanzi a ponte Sisto (sarà realizzato solo il tratto Corso del Rinascimento). L'ampliamento di Via Cremona si evolve in un totale sventramento del quartiere Alessandrino. Previsto l’allargamento di via delle Botteghe Oscure, con il taglio dei fabbricati che si affacciavano sul lato sinistro della strada. Il limite dell'ampliamento urbano è definito da una grande circonvallazione, che nella parte orientale coincide con il tracciato dell’attuale Viale Togliatti. Verso Est, tra la Salaria e l’Appia, l'edificazione è prevista a intensivi o palazzine. Ad Ovest, tra la Flaminia e la Portuense, soprattutto a villini. A sud, nelle due anse del Tevere tra Testaccio e la Magliana, sono concentrate le aree destinate all'industria. Scompaiono i due grandi sistemi verdi di Tor di Quinto-Villa Ada e di Villa Pamphili-Aurelio previsti da Sanjust, ma si propongono parchi sparsi, il parco archeologico dei Fori, Villa Ada, Villa Doria Pamphili e Villa dei Gordiani.
18/6/1934
Seduta dell'Ordine degli Architetti, presenti Marcello Piacentini – Arnaldo Foschini – Arturo Pazzi – Gino Cancellotti – Mario De Renzi e Luigi Piccinato. La Giunta approva le domande d'iscrizione all’albo dei Dott. Ingegneri Verdozzi Enrico e Enrico Silvestri .
6/7/1938
Presentazione del grande Plastico dell'Esposizione del 1942. Il Duce Mussolini viene accompagnato nella visita dall'arch. Piacentini, l'on. Oppo, l'on. Bonomi e il sen. Cinti.
6/12/1939
Presentazione al Duce Mussolini e al Governatore Gian Giacomo Borghese, del progetto definitivo per la grandiosa sistemazione dell'area della Farnesina e delle falde del Gianicolo, in conformità del Piano regolatore generale dell'Urbe:
"...in occasione di un'adunanza della Classe delle Arti all'Accademia d'Italia, alla presenza del Governatore di Roma, di un gran numero di Accademici e di una rapresentanza della stampa, il Presidente Luigi Federzoni ha posto in rilievo le ragioni dell'iniziativa ed i caratteri salienti della sistemazione della zona in parola, plaudendo în modo particolare all'opera di Marcello Piacentini, il quale è riuscito a dare (come ha detto il Presidente) la prova più alta e convincente del suo eccezionale talento nel campo dell'urbanistica.
Ed ha anche ricordato e lodato, il lungo e intelligente lavoro compiuto dalla Commissione presieduta da Ugo Ojetti e composta degli Accademici Giovannoni, Marangoni e Pession. È giusto accennare che al progetto Piacentini hanno collaborato l'ing. Fuselli del Governatorato di Roma e gli ingegneri Jacopini e Massari dell'ufficio tecnico dell'Accademia d'Italia.
Dopo il breve discorso del Presidente dell'Accademia, Marcello Piacentini ha fatto un'ampia lucida e colorita illustrazione del progetto di sistemazione della zona, con l'ausilio di fotografie, di piante topografiche e di un grande plastico.
Da piazza della Chiesa Nuova si dipartirà un grande rettifilo che, attraverso il ponte Mazzini, salirà fino alla terrazza belvedere aperta in cima al colle Gianicolense, in mezzo a un succedersi di scenari architettonici che avranno una cornice e un fondale di verde, mentre l'accesso al Gianicolo assumerà un'aspetto imponente che ricorderà quanto Valadier fece in Piazza del Papolo e sul Pincio. Roma si arriechirà così di una nuova magnifica prospettiva.
Subito dopo il ponte Mazzini si snoderà sul declivio del colle, un ampio viale inquadrato da nuovi edifici. La caratteristica via della Lungara sarà mantenuta nella sua attuale direttrice, ma rialzata nel piano stradale. Ancora più in alto, dipartendosi dal grande viale di accesso, si biforcheranno due rampe, una delle quali sì inserirà nella nuova strada dal Gianicolo a San Paolo e alla zona dell'E. 42, e l'altra discenderà verso le poetiche pendici di Sant'Onofrio.
La nuova sistemazione impone la demolizione di case di poco conto e dell'edificio del carcere giudiziario di Regina Coeli, mette in valore gli edifici monumentali della Farnesina e di Palazzo Corsini, la cui facciata verso il colle ha un aspetto elegante e severo ad un tempo, e dà un nuovo accesso alla R. Accademia d'Italia da un viale di alberi dell'Orto Botanico.
Il progetto di massima comprende edifici per il Conservatorio di Santa Cecilia, per l'Istituto dell'Arte Drammatica, per la Sala dei grandi concerti sinfonici, per un Teatro all'aperto e forse per la Biblioteca Nazionale. Comprenderà anche un edificio per la Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte, l'istituto fondato, da Corrado Ricci già a Palazzo Venezia e da poco trasferito in questa zona.
Attorno alla più importante istituzione della cultura quale è la R. Accademia d'Italia, dovrebbero sorgere quando il progetto sarà diventato realtà, enti culturali e artistici tali da formare di questo settore dell'Urbe la zona accademica per eccellenza.
In luogo adatto, quale sfondo al complesso architettonico, verrà collocata la fontana del Mosè, che per ragioni urbanistiche verrà spostata da Piazza S. Bernardo dove attualmente si trova e che nella nuova sede, verrà sistemata con opportuni, ampliamenti alle parti laterali in modo da renderla più proporzionata alla vastità dell'ambiente.
Ma la parte architettonica ed edilizia del progetto in discorso è subordinata all'importanza e alla vastità della zona arborea che deliberatimente si vuol lasciare protagonista di tutto il nuovo ordinamento, facendo assurgere la zona alla magnificenza delle ville tuscolane e tiburtine.
Parte essenziale del progetto è quindi l'utilizzazione, come parco pubblico, dell'Orto Botanico [...] di Villa Corsini, fatto risorgere a nuova Vita dal Pirotta nel 1885, ed ora affidato alle vigili cure dell'illustre prof. Enrico Carano, che l'insegnamento della botanica impartisce con l'ausilio anche del «giardino didattico» annesso alla Città Unversitaria, con la sistemazione ideata dal Piacentini potrà essere valorizzato e aperto al pubblico, mentre attualmento è si può dire, sconosciuto alla cittadinanza romana.
Il visitatore della zona, quando questa sarà opportunamente sistemata resa accessibile non soltanto a pochi privilegiati, sostando all'ombra delle palme e al murmure delle fontane e di cadute d'acqua, salendo la scalea cosiddetta garibaldina centro di uno degli episodi della gloriosa resistenza del '49, inoltrandosi poi lungo il viale che porta all’aerea terrazza da cui il monumento di Garibaldi e il monumento’ di Anita dominano il panorama dell'Urbe, respirerà il clima eroico di fasti memorabili, in cui Italia, nel brivido di un'ora sacra, ritrovava a Roma il suo cuore pulsante.
GIOVANNI BIADENE