Su ordine di Giulio III, vengono bruciati in piazza Campo dei Fiori libri ebraici e il Talmud.
Il filosofo Giordano Bruno viene bruciato sul rogo a piazza di Campo dei Fiori per la accuse di eresia.
Interventi per proteggere dal degrado la Fontana di Campo dei Fiori, che il mercato recava. Si asportarono i delfini (che vanno perduti) e si pone sulla vasca interna un coperchio in travertino, a cupola, con un grosso “pomello” centrale, che le fa assumere una gigantesca “zuppiera” (popolarmente “terrina”). La fuoriuscita dell'acqua viene assicurata traforando il centro delle rose poste sui lati della vasca.
Il facoltoso banchiere Pietro Righetti, acquistato da poco il palazzo Pio, stava realizzando dei lavori di rinforzo delle fondamenta. Sotto il cortile gli operai si imbattono in un muro antico e scorgono il frammento bronzeo di un dito che, per le sue dimensioni, doveva appartenere a una statua piuttosto grande. I successivi scavi, diretti dall’ingegnere Luigi Gabet, permettono di ritrovare a 4,5 metri di profondità un muro in peperino fiancheggiato da mezze colonne, forse appartenere alle fondamenta del tempio di Venere Vincitrice, che sorgeva nella parte superiore della cavea dell’antico teatro di Pompeo.
Viene spostato il mercato principale da piazza Navona a Campo dei Fiori.
La fontana di Campo dei Fiori viene smontata per far posto al monumento di Giordano Bruno.
A Campo dei Fiori viene inaugurato il monumento a Giordano Bruno. A differenza di quanto aveva espressamente chiesto Cavallotti nel suo intervento alla Camera, non era presente nessun ministri o esponente del governo. Partecipa un folto gruppo di liberi muratori, anarchici repubblicani e anticlericali. "In fondo alla piazza si vedeva un ampio stendardo bianco colla seritta: “Giovedì, 17 mattina, in Campo di Fiori fu abbruciato vivo quello scellerato frate domenicano da Nola”; parole, queste, tolte dagli avvisi che a quel tempo furono affissi per Roma. Un palco speciale era per il Sindaco (Alessandro Guiccioli), e per îl Consiglio municipale. V'erano mclti deputati e senatori. Alle 11.30 arrivarono le prime rappresentanze. Il corteggio formato dalle rappresentanze delle varie province d'Italia, degli studenti, delle logge massoviche, colle innumerevoli baudiere, colle bande musicali presentava un bellissimo effetto. I soldati presentarono le armi al corteggio. Sotto un sole scottante avvenne lo scoprimento, poi la consegna, e quindi si pronunciarono i discorsi. Lo scoprimento fu seguito da una imponente ovazione allo scultore Ferrari. Lo studente Basso fece con poche parole di circostanza la consegna del monumento al sindaco di Roma. Parlarono poi il sindaco di Nola, e il professor Giovanni Bovio. Entrambi farono applauditi. Dopo i due discorsi la cerimonia, ordinatissima, era finita."
Dimostrazioni di protesta per le stragi d'Aiguesmortes:
"Gli assembramenti cominciano in piazza Colonna. Una colonna di dimostrauti sta per infilare la via del Tritone, ma trova un cordone di guardie e di carabinieri, che si opponene al passaggio: i dimostranti sforzarono il cordone, e avanzano con una bandiera calata loro da una finestra, verso il palazzo Rospigliosi, sede dell'ambasciatore francese presso il Vaticano, penetrano nel cortile ma vengono fermati dai carabinieri e dalle guardie.
Da palazzo Rospigliosi, il gruppo s'ingrossa e scende per via Nazionale, ottenendo dal palazzo Odescalchi una bandiera tedesca, e intanto un altro gruppo, al suono dell'inno di Garibaldi, va per fare una dimostrazione ostile davanti al palazzo Farnese, dove risiede l'ambasciatore della repubblica francese.
Questo secondo gruppo diviene subito legione. Fornendosi per via di pietre e sventolando cinque bandiere avute lì per lì, i dimostranti muovono per via del Mascherone che sbocca in piazza Farnese, ma trovano la via sbarrata dai carabinieri e dai soldati. I dimostranti allora si concentrano, e, con impeto, si scagliano contro il cordone militare e irrompono in piazza Farnese, e coi soliti fischi e grida, cominciano a prender di mira coi sassi le finestre del palazzo dell'ambasciatore.
Sotto la gragnuola dei sassi, scrosciano i vetri. È una devastazione completa, cui si vorrebbe dare una coda, atterrando il portone del palazzo, e bruciandolo. Già, con un trave, sette dimostranti si servono come di una catapulta per sfondare la porta. Già si grida: Petrolio Petrolio! Ma smettono vedendo avanzarsi finalmente un rinforzo di carabinieri e di bersaglieri.
Auche in Campo dei Fiori, dove sorge il monumento a Giordano Bruno, gran folla: tumultava, e cercava di irrompere anch'essa; ma non riuscì a sfondare i cordoni militari.
Dimostrazioni ostili furono fatte anche dinanzi al Collegio francese in via Santa Chiara e ad altri edifici francesi.
In via del Mascherone, si fece persino un tentativo di barricate, com'è ricordato nel nostro disegno."
In occasione della sistemazione dei selciati di piazza Campo dei FIori, si decise di collocare una copia della Terrina.
La fontana di Campo dei Fiori viene ricostruita a Piazza della Chiesa Nuova.
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Monumento a Giordano Bruno
1887 memoriali
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Fontana di Campo dei Fiori
1887 fontane
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Palazzo Rigacci
1867 palazzi
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Palazzo Orsini Pio Righetti
1450 palazzi
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Torre dell'Arpacata
1296 torri
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Teatro di Pompeo
-55 teatri
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Tempio di Venere Vincitrice
-55 templi
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Madonna su palazzo Orsini Pio Righetti
edicole sacre
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Casa dell'Arciconfraternita della Carità a campo dei Fiori
edifici
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Casa settecentesca a Campo dei Fiori
edifici
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Proprietà dell'Arcionfraternita del Santissimo Sacramento di San Lorenzo in Damaso a Campo dei Fiori
edifici
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Casa settecentesca a via della Corda 8
edifici
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Casa seicentesca a via della Corda
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Madonna di Palazzo Rigacci
edicole sacre
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Palazzo di Matteo Corvino
palazzi
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Palazzetto dell'Arcionfraternita del SS. Sacramento di San Lorenzo in Damaso a Campo dei Fiori
edifici